| | | OFFLINE | Post: 2.614 | Sesso: Femminile | Moderatore | |
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06/02/2009 21:06 | |
Nelle parole della Istruzione Pastorale del 1971, i media sono «mezzi di comunicazione sociale inanimati». Se essi adempiono oppure no allo scopo per il quale ci sono stati dati, dipende in larga misura dalla saggezza e dal senso di responsabilità col quale se ne fa uso.
Dal punto di vista cristiano, gli strumenti di comunicazione sono dei meravigliosi mezzi a disposizione dell'uomo per allacciare, con l'aiuto della Divina Provvidenza, rapporti sempre più stretti e costruttivi fra gli individui e nell'intera umanità. Infatti, grazie alla loro diffusione, i media sono in grado di creare un nuovo linguaggio che mette in grado gli uomini di conoscersi e capirsi con maggior facilità, e quindi di lavorare meglio assieme per il bene comune (cfr. «Communio et Progressio», 12).
Tuttavia, se i media sono chiamati ad essere veicoli efficaci di amicizia e di autentica promozione dell'uomo, essi devono essere canali ed espressione di verità, di giustizia e pace, di buona volontà e carità fattiva, di mutuo aiuto, di amore e comunione (cfr. «Communio et Progressio», 12 e 13).
Se i media servano poi ad arricchire o ad impoverire la natura dell'uomo, questo dipende dalla visione morale e dalla responsabilità etica di coloro che sono coinvolti nel processo di comunicazione e di coloro che sono destinatari del messaggio dei media.
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