In questo quadro, ogni membro della famiglia dell'uomo, dal più semplice consumatore al più importante produttore di programmi, hanno una responsabilità individuale.
Mi appello dunque ai Pastori della Chiesa ed ai fedeli cattolici che sono impegnati nel mondo della comunicazione, affinché rinfreschino la loro conoscenza dei principi e delle linee direttrici così chiaramente enunciati nella «Communio et Progressio».
Che possano capire dove è il loro dovere e possano trarne incoraggiamento per portare avanti i loro doveri come servizio fondamentale per l'unione ed il progresso della famiglia dell'uomo.
Mi auguro che questa XXV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sia un'occasione affinché le parrocchie e le comunità locali rinnovino la loro attenzione verso le realtà dei media e la loro influenza sulla società, sulla famiglia e sugli individui, soprattutto i bambini ed i giovani.
Vent'anni dopo la «Communio et Progressio» è possibile aderire interamente al monito espresso nel documento ed alle sue aspettative sugli sviluppi della comunicazione: «Sono quindi aumentate d'improvviso, in maniera vertiginosa, le responsabilità e i doveri del popolo di Dio di fronte ai nuovi impegni,
poiché sono anche aumentate, come non mai in passato, le sue possibilità di influire positivamente perché gli strumenti della comunicazione sociale diano una spinta efficace al duraturo progresso dell'umanità,... alla collaborazione fraterna fra i popoli ed anche all'annuncio del Vangelo di Salvezza, che porti fino ai confini della Terra la testimonianza del Salvatore» (n. 182).
Prego ardentemente Dio affinché vi guidi e vi aiuti nella realizzazione di questa grande speranza, di questo grande compito!
Dal Vaticano, 24 gennaio 1991.