| | | OFFLINE | Post: 2.614 | Sesso: Femminile | Moderatore | |
|
08/02/2009 14:28 | |
La televisione può arricchire la vita familiare: può unire tra loro più strettamente i membri della famiglia e promuovere la loro solidarietà verso altre famiglie e verso la più vasta comunità umana; può accrescere in loro non solo la cultura generale, ma anche quella religiosa, permettendo ad essi di ascoltare la Parola di Dio, di rafforzare la propria identità religiosa e di nutrire la propria vita morale e spirituale.
La televisione può anche danneggiare la vita familiare: diffondendo valori e modelli di comportamento falsati e degradanti, mandando in onda pornografia e immagini di brutale violenza; inculcando il relativismo morale e lo scetticismo religioso; diffondendo resoconti distorti o informazioni manipolate sui fatti ed i problemi di attualità; trasmettendo pubblicità profittatrice, affidata ai più bassi istinti; esaltando false visioni della vita che ostacolano l'attuazione del reciproco rispetto, della giustizia e della pace.
La televisione può ancora avere effetti negativi sulla famiglia anche quando i programmi televisivi non sono di per se moralmente criticabili: essa può invogliare i membri della famiglia ad isolarsi nei loro mondi privati, tagliandoli fuori dagli autentici rapporti interpersonali, ed anche dividere la famiglia, allontanando i genitori dai figli e i figli dai genitori.
Poiché il rinnovamento morale e spirituale della famiglia umana nella sua interezza deve radicarsi nell'autentico rinnovamento delle singole famiglie, il tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 1994 - «Televisione e famiglia: criteri per sane abitudini nel vedere» - è particolarmente appropriato, soprattutto in questo Anno Internazionale della Famiglia, durante il quale la comunità mondiale sta cercando come dare nuovo vigore alla vita familiare.
|
|
|
|
|