| | | OFFLINE | Post: 2.614 | Sesso: Femminile | Moderatore | |
|
12/02/2009 20:48 | |
Prima di tutto, dunque, i comunicatori stessi devono mettere in pratica nella propria vita i valori ed i comportamenti che sono chiamati ad insegnare agli altri. In particolare, questo richiede un impegno autentico per il bene comune - un bene che non è confinato nei limitati interessi di un determinato gruppo o di una nazione, ma che abbraccia i bisogni e gli interessi di tutti, il bene dell'intera famiglia umana (cfr Pacem in terris, 132).
I comunicatori hanno l’opportunità di promuovere una vera cultura della vita prendendo loro stessi le distanze dall'attuale cospirazione a danno della vita (cfr Evangelium vitae, 17) e trasmettendo la verità sul valore e la dignità di ogni persona umana.
5. Il modello e l'esempio di ogni comunicazione si trova nella Parola di Dio. “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1).
Il Verbo incarnato ha stabilito un nuovo patto tra Dio e il suo popolo - un patto che unisce anche noi in comunione gli uni con gli altri. “Egli è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia” (Ef 2,14).
In occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest'anno, la mia preghiera chiede che gli uomini e le donne dei media facciano la loro parte per abbattere il muro di ostilità che divide il nostro mondo, muro che separa popoli e nazioni alimentando l'incomprensione e la sfiducia; affinché sappiano utilizzare le risorse a loro disposizione per consolidare i vincoli di amicizia e di amore che indicano chiaramente l'inizio del Regno di Dio qui sulla terra.
Dal Vaticano, 24 gennaio 2005, festa di San Francesco di Sales.
GIOVANNI PAOLO II
|
|
|
|
|
|