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BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE! - 27 settembre 2009

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2009 07:15
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27/09/2009 05:45

 
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
 




Antifona d'ingresso


 

Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi
l’hai fatto con retto giudizio;
abbiamo peccato contro di te,
non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti;
ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi
secondo la grandezza della tua misericordia.
(Dn 3,31.29.30.43.42)



Colletta

O Dio, che riveli la tua onnipotenza
soprattutto con la misericordia e il perdono,
continua a effondere su di noi la tua grazia,
perché, camminando verso i beni da te promessi,
diventiamo partecipi della felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


Prima Lettura


Dal libro dei Numeri 11,25-29

In quei giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito.
Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento.
Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».

Parola di Dio

Salmo responsoriale


Salmo 18 (19)


Antifona

La Parola del Signore è pura, dura in eterno


I cieli narrano la gloria di Dio,
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.

Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.

Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.

Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.

Egli sorge da un estremo del cielo
e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;

la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;

i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.

Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,

più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.

Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.

Le inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.

Anche dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;

allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.

Ti siano gradite 
le parole della mia bocca,

davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.

Seconda Lettura

Dalla lettera di Giacomo 5,1-6

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage.
Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

Parola di Dio


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27/09/2009 07:15

Lettura del Vangelo

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
(Gv 17,17)

Alleluia, alleluia, alleluia.


Dal vangelo di Marco 9,38-43.45.47-48

Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.

Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Parola del Signore

Omelia domenicale

(Mons. Vincenzo Paglia)

Il Vangelo di Marco ci presenta Gesù che continua a parlare ai discepoli, mentre prosegue il suo cammino verso Gerusalemme.

È ancora viva la scena di domenica scorsa quando chiese loro di cosa stessero discutendo lungo la via dopo l’annuncio della passione.

Essi non risposero nulla; e a ragione.

Stavano, infatti, dibattendo su chi di loro dovesse essere il primo, nonostante le tragiche parole di Gesù sulla sua morte.

Nel brano di questa domenica, Giovanni, uno dei dodici che aveva taciuto, questa volta si fa avanti e con tono sicuro dice:
"Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri".

Povero Giovanni, non ha capito nulla!

E Gesù, ancora una volta, raccoglie tutti e, con pazienza, li ammaestra e li corregge insegnando loro il modo evangelico di comprendere e di giudicare la vita.

Ebbene, è proprio quel che accade ogni domenica quando il Signore raccoglie i discepoli e parla al loro cuore seminandovi il buon seme e sradicando le erbe amare che avvelenano la loro e l’altrui esistenza.

Non di rado anche noi ragioniamo come Giovanni.

In verità non è questo il modo per difendere la verità.

In genere tale atteggiamento è teso a difendere i propri privilegi, le proprie posizioni, le proprie convinzioni, non guardando la sostanza delle cose che è la salvezza delle persone.

Non si difende la verità salvaguardando i propri privilegi, magari passando sopra le persone.

Nel libro dei Numeri, a dimostrare quanto una tale mentalità sia radicata nel cuore degli uomini, è riportato un episodio analogo accaduto agli inizi del cammino del popolo d’Israele.

Giosuè è informato che due uomini, non facenti parte del gruppo dei settanta responsabili d’Israele e senza avere un apposito mandato, si sono messi a profetizzare. La sua reazione è immediata.

Corre stizzito e preoccupato da Mosè per chiedergli che impedisca ai due di parlare.

Mosè risponde al giovane e zelante capo:
"Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!" (Nm 11,29).

Quel che preoccupa Giosuè, come pure Giovanni e gli altri discepoli (compresi molti di noi), non è la guarigione dei malati e la liberazione dei posseduti dagli spiriti, ma il proprio gruppo e la propria istituzione, o meglio il proprio interesse, il proprio potere garantito nel gruppo e nell’istituzione.

Non è questo il pensiero di Gesù.

Ben più largo del cuore dei discepoli è il suo cuore e senza confini è la sua misericordia per i deboli e i poveri.

Con decisione perciò Gesù risponde a Giovanni e agli altri:
"Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi".

Il bene, dovunque esso sia e da chiunque è compiuto, viene sempre da Dio.

Chi aiuta i bisognosi, chi sostiene i deboli, chi conforta i disperati, chi esercita l’accoglienza, chi promuove l’amicizia, chi si adopera per la pace, chi è pronto al perdono, costui viene sempre da Dio.

Dio rompe ogni schematismo ed è presente dovunque c’è amore, bontà, pace e misericordia.
 
Dio sta in quell’assetato a cui viene dato un bicchiere d’acqua, in quell’affamato a cui viene offerto un pezzo di pane, in quel disperato a cui viene rivolta una parola d’amore.

La Chiesa custodisce questa verità evangelica anche se non ne è la detentrice unica e, per la chiarezza del dono che Dio le ha fatto, deve praticarla e predicarla con forza.

Sarebbe davvero triste restringere la forza miracolosa della misericordia di Dio nella misura stretta dei nostri schemi e delle nostre logiche.

Non dice forse Gesù:
"Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va" (Gv 3,8)?

Lo spirito di Dio è davvero grande e senza confini.

Beati noi se sappiamo riconoscerlo ed accoglierlo!

Anzi, dice l’apostolo, dobbiamo stare attenti a non contristarlo.

Ecco perché sono sciocche certe dispute su questa o su quella esperienza solo perché non rientra nel nostro schema logico di interpretazione!

Abbiamo bisogno di una visione larga che ci faccia intuire l’azione dello Spirito di Dio nel mondo.
 
Non dobbiamo rattristarci, come l’apostolo Giovanni, se vediamo che altre persone non facenti parte del gruppo scacciano i demoni.

Gesù gioì vedendo che tanti guarivano e tornavano sani: la gioia del Signore è l’uomo vivente, sta scritto.

Grande fu la sua letizia di Dio nella creazione, dal primo giorno sino al culmine della sua opera quando creò l’uomo e la donna.

L’autore biblico non può non notare:
"E Dio vide che era una cosa buona".

Questa deve essere anche la gioia del discepolo.

Sì, tutti dovremmo gioire del bene che vediamo nel mondo, da chiunque viene compiuto e in qualunque parte viene realizzato.

Il bene nasce sempre da Dio, che è "fonte di ogni bene", come canta la Liturgia.

Le parole durissime che Gesù pronuncia nella seconda parte del brano evangelico sottolineano, con un linguaggio iperbolico, qual è la via del discepolo:

"Se la tua mano, o il tuo piede, o il tuo occhio ti scandalizzano tagliali... è meglio entrare monchi nel regno di Dio, che essere gettati sani nella Geenna".

Essere di "scandalo" vuol dire far inciampare e cadere, o comunque non sostenere chi è debole e bisognoso di conforto.

Noi pensiamo che la felicità stia nel conservare se stessi, nel camminare indenni in mezzo a questo mondo, nel non perdere mai nulla.

Al contrario, dice Gesù, la felicità sta nello spendersi per il Vangelo, nel dare la propria vita per gli altri.

Ricordiamo la frase di Gesù riportata da Paolo:
"C’è più gioia nel dare che nel ricevere" (At 20,35).

E per questo vale la pena fare sacrifici.

L’amore per gli altri, del resto, chiede sempre qualche taglio, esige sempre qualche rinuncia.

Non si tratta ovviamente di mutilazioni da realizzare, bensì di cambiamenti da attuare negli atteggiamenti e nel cuore.

Noi, infatti, abbiamo in genere gli occhi puntati solo su noi stessi; le mani operose solo per le nostre cose; i piedi che si muovono solo per i nostri affari.

Togliamoci almeno un occhio di dosso e saremo certamente più felici.

Usiamo almeno una mano per aiutare chi soffre e gusteremo la stessa gioia di Gesù.

Muoviamo i nostri passi sulla via del Vangelo e saremo testimoni dell’amore di Dio.

Così comprenderemo quanto dice Gesù:

"Chi vuol salvare la propria vita la perde; chi perde la sua vita per il Vangelo la ritrova".

AMEN



Signore,

aiutaci a guardare con i Tuoi occhi

al di la' delle apparenze

le persone che incontriamo.

Aiutaci a non giudicare le persone
  
sentendoci superiori solo perche'
 
abbiamo ricevuto molto di piu' di loro.

Aiutaci ad essere sempre premurosi

con tutti coloro che stanno vivendo

momenti diffici, dolorosi o sono soli.

Aiutaci ad essere e a vivere
 
comeTu ci chiedi di essere e di vivere.

Amen!



BUONA DOMENICA A TUTTI

NEL SIGNORE!



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