"Sconosciuto e' qualcuno
che aspetta di diventare Amico"

 
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IL CAPPIO AL COLLO - racconto

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2011 15:33
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Post: 3.514
Sesso: Femminile
27/07/2011 15:34


IL CAPPIO AL COLLO - racconto



'Lo scapolo d'oro' lo chiamavano. Affascinante, piuttosto attraente, palestrato, buona posizione economica... era ambito da molte giovani e meno giovani donne che su di lui ricamavano sogni ad occhi aperti e chiusi.

Tutte le volte che guardava un grazioso visetto, gli occhi turbati dallo sguardo invitante, Giorgio si autocompiaceva, ma diceva a se stesso:
- In gamba vecchio mio... cogli il frutto se puoi, ma stai lontano dal cappio al collo! -
E, puntualmente, lui ricambiava i sorrisi, corteggiava con nonchalance e lasciava dietro a sé speranze infrante.

Un giorno, posteggiata la sua potente auto, s'incamminò verso la chiesa dove si doveva celebrare il matrimonio del suo migliore amico del quale era anche il testimone di nozze.
- Povero diavolo! - diceva tra sé - Ma guarda che brutta fine... Può dire addio alle serate con gli amici e alle soddisfazioni che ha avuto fino adesso! Poveretto... Ma chi glielo fa fare, dico io. -


Trascorse il tempo, ebbe un rovescio di fortuna e si trovò con il denaro contato, alle prese con le difficoltà di arrivare a fine mese. Non poté più frequentare la palestra, e un poco alla volta smise di esercitarsi da solo, la bella muscolatura si afflosciò. Si dovette accorgere che la sua vita era totalmente cambiata e alquanto solitaria: le amicizie dopo un po' si erano dileguate e anche gli occhi dolci delle donne... bè... lo degnavano di una sbirciata distratta e lo ignoravano subito dopo.
Vide delle coppie di una certa età al parco, dove si recava sperando inconsciamente in un po' di compagnia, erano allietate dalla presenza dei nipotini che facevano giocare. Ma lui, ormai un po' scontroso, non attirava le simpatie e nessuno si fermava a parlare con lui.

Una sera, prima di rientrare nel suo malinconico alloggio da scapolo, passò davanti alla chiesa dove, anni prima, aveva fatto il testimone alle nozze del suo amico. Già... il suo amico. Lo vedeva ogni tanto e gli pareva contento, tranquillo. La moglie al braccio, tre bambini che gli crescevano vicino. Già... una famiglia.
Entrò nella chiesa, avanzò nel silenzio accogliente, si fermò davanti ad una parlante imnmagine della Madonna e, fissandola, lentamente cadde in ginocchio.
- Perdono... - chiese con un nodo alla gola - Ho preferito la solitudine della mia libertà... e mi ritrovo infelice. Aiutami, tu, Madre... fammi la grazia di poter avere ancora la possibilità di un cappio al collo... di questo collo così duro a piegarsi. E che mi fa tanto male... -

La sera dopo si risolse a fare visita all'amico di un tempo, trascurato per anni, e portò con sé un cartoccio di caramelle per i bambini. Fu accolto con gioia e sorpresa e trascorse una serata diversa dalle solite, il calore di quella famiglia riscaldò il suo vecchio cuore.
Mentre si alzava dalla poltrona per accomiatarsi e tornarsene al suo appartamentino, squillò il campanello.
- Oh, Dora! Brava... vieni, vieni... ti presento un amico! - accolse la nuova arrivata la moglie dell'amico.
Una donna, non giovane, ma dal volto sereno, avanzò nella stanza e mostrò qualcosa che teneva in una mano.
- Mia cara... ho trovato questo sulle tue scale. Forse ne conosci il proprietario. -
Tendeva qualcosa che sembrava un laccio. Poi si vide trattarsi di un collare con il guinzaglio appeso.
- Veramente no... - rispose la moglie dell'amico.
Per Giorgio fu una rivelazione, un segno divino.
- Buonasera, signorina, mi chiamo Giorgio. Se permette l'accompagnerò a trovare il proprietario di questo... questo collare, deve trattarsi di uno degli inquilini del palazzo. -
Dora lo guardò per alcuni istanti, poi con sorriso luminoso rispose:
- Grazie, Accetto volentieri. E' un bel collare, senza dubbio il cane che lo portava deve essere amato. -
Giorgio deglutì, annuì con forza.
- Venga... se non troveremo il proprietario le chiederò di donare a me il ca... sì, il collare.
Mentre uscivano, l'amica bisbigliò a Dora:
- Se anche trovate il proprietario... tu daglielo lo stesso... un collare. -
E Dora sorrise, arrossì un poco, sbirciò Giorgio e gli prese il braccio mentre lui le faceva strada con occhi sognanti.


......................
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Aurora Ageno

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Post: 2.401
Sesso: Maschile
Moderatore
22/08/2011 15:33

 

Si chiamava Pino. Non conobbe mai suo padre e sua mamma si prostituiva per vivere.

I ragazzi lo schernivano e lui non aveva abbastanza forza per reagire, così

era diventato lo zimbello dei suoi coetanei.

L'unica sua compagna era una grande tristezza. Si sentiva incapace e infelice,

soprattutto inutile, era come se un cappio al collo lo soffocasse lentamente..

Passavano gli anni e quel cappio continuava a stringerlo.

Pensò di farla finita e liberarsi così di quel laccio che non lo abbandonava.

Il fiume era sotto di lui, bastava lasciarsi cadere in quelle acque scure,

chiudere gli occhi e smettere di respirare.

Un grido lo distolse dal suo gesto. Un bambino chiedeva aiuto, aggrappato

alla sponda del fiume che stava per inghiottirlo.

Come un forsennato Pino corse verso di lui. Ansimava mentre con tutte le sue

forze cercava di non scivolare nella corrente. Si protese finché riusci ad

afferrare il piccolo per la mano e trarlo in salvo.

Cos'era quel sorriso senza parole, e quello sguardo tanto luminoso?

Quell'abbraccio che scioglieva ogni tristezza e lo faceva sentire amato ed importante?

Il bimbo non c'era più, ma con lui era sparito anche quel terribile cappio che

per tanto tempo lo aveva soffocato.

Volse le spalle al fiume e s'incamminò sulla nuova strada che si era aperta

davanti a lui mentre un sorriso di gratitudine gli illuminava il volto.

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