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Il Vangelo di Domenica: Cristo mi chiede: chi sono io per te?

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2011 15:35
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19/08/2011 03:52


Il Vangelo della prossima Domenica

Cristo mi chiede: chi sono io per te?

XXI DOMENICA Tempo ordinario - Anno A


In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (...)


Voi chi dite che io sia? Anzi, la domanda è preceduta da un «ma»: Ma voi... come se i Dodici, e con loro i cristiani tutti, fossero diversi, non appiattiti sul pensiero dominante, gente che non parla mai per sentito dire. Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Figlio: nella Bibbia «figlio» è un termine tecnico che indica uno che compie le opere del padre, uno che fa ciò che Dio fa, che prolunga nella sua vita un'altra vita. Figlio del Vivente: tu porti Dio qui, fra noi; fai vedere e toccare il Dio sorgente della vita, tutt'uno con la vita, intrecciato ad essa. Pietro lo ha visto, ha visto Gesù passare nella vita come donatore di più vita: da chi mai andremo? Tu solo hai parole che fanno viva finalmente la vita. La domanda di Gesù arriva oggi fino a me: Ma tu, chi dici che io sia? Non chiede: cosa hai imparato da me? Qual è il riassunto del mio insegnamento? Ma: Io chi sono per te? Cosa porto io a te, cosa immetto nella tua vita? E non c'è risposta nelle parole d'altri. Non servono libri o catechismi, studi o letture. Chi sei per me Gesù? Per me tu sei vita. E il nome della vita è gioia libertà e pienezza. Tu sei vita, che è forza, coraggio e capacità di risorgere dalle cadute. Vita che non finisce mai, eternità. «Prima di conoscere te io non esistevo» (Ilario di Poitiers). Più Dio in me equivale a più io. E mi accorgo che Cristo non è ciò che dico di lui, ma ciò che di Lui brucia in me. La verità non è una formula, è ciò che arde dentro, scalda il cuore e muove la vita. Tu sei roccia e su questa roccia fonderò la mia chiesa; a te darò le chiavi del regno. Pietro e, secondo la tradizione, i suoi successori, sono roccia nella misura in cui continuano ad annunciare quell'unica parola: «Cristo è il Figlio del Dio vivente». Pietro è roccia per la Chiesa e per l'umanità nella misura in cui trasmette che Dio è amore, che la sua casa è ogni uomo; che Cristo, crocifisso, è ora vivo, possibilità di una vita buona, bella e beata per l'intera umanità. Pietro è chiave nella misura in cui apre porte e strade che ci portino gli uni verso gli altri e insieme verso Dio. La benedizione di Gesù a Pietro (beato te, Simone!) raggiunge ogni discepolo: Felice sei tu, se la tua vita ha trovato Cristo, la roccia. Anche tu sei pietra viva, con te edifico la mia casa; anche tu sei chiave. Sacerdozio comune dei credenti: essere roccia che dà sicurezza, stabilità e senso anche ad altri; essere chiave che spalanca le porte belle di Dio e la vita in pienezza. Tutti possiamo passare nel mondo come strumenti di solidità e di apertura, garantendo: Tu crederai o non crederai, come vuoi. Ma io terrò Dio accanto a te (M. Delbrel).


(Letture: Isaia 22,19-23; Salmo 137; Romani 11,33-36; Matteo 16,13-20)

Padre Ermes Ronchi


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21/08/2011 15:35


Domenica 21 Agosto 2011
21a del Tempo Ordinario – Anno A

Parola del giorno
Isaìa 22,19-23; Salmo 137,1-3.6.8bc; Lettera ai Romani 11,33-36; Vangelo di Matteo 16,13-20

Antifona e Salmo 137,1-3.6.8bc
Signore, il tuo amore è per sempre.

1 Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
2 mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore
e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
3 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

6 Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
8 Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.

Vangelo di Matteo 16,13-20

In quel tempo, 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
15 Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17 E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.


Le chiavi


Se tu dovessi partire per un lungo viaggio, daresti mai le chiavi di casa tua a qualcuno di cui non ti fidi completamente? No, mai.
Cosa c’è nella tua casa di così importante? Ci sono le cose, i beni della tua vita e ci sono e ci vivono le persone a te care.
Dunque, per dare le chiavi della sua casa a Pietro e ai discepoli, Gesù deve essersi fidato decisamente molto di queste persone. La casa di Gesù, la chiesa, non è un posto fisico, non è un’istituzione, non è una linea gerarchica, ma è una dimensione dello spirito, è un modo di essere, di vivere, di agire, è uno spazio spirituale. In questa dimensione spirituale sono presenti e vengono protetti tutti i beni, le “cose” della conoscenza e della sapienza che Gesù vuole donare all’umanità e, al tempo stesso, tutto in questa casa è centrato sulla cura e la protezione, la guida e il risveglio degli amatissimi figli di Dio che Dio vuole guidare fino al Cielo dei cieli, nell’eternità. Affidare le chiavi della sua casa a Pietro e ai discepoli è dunque un atto di immensa fiducia e stima. Gesù sa perfettamente che Pietro e i discepoli non avranno nessuna possibilità di compiere efficacemente un tale compito con le sole forze dei circuiti mentali e dei muscoli umani, e lo sottolinea chiaramente quando dice: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. Anche Pietro sa perfettamente che se un giorno si trovasse a tradire il suo compito, comportandosi come fosse il padrone o, peggio, abusando dell’autorità affidatagli, diventando complice dell’ignoranza e della schiavitù dei figli di Dio, gli saranno tolte le chiavi e saranno affidate a qualcun altro. La chiesa di Dio, la casa dove si deve aver cura di proteggere le conoscenze del vangelo per rivelarle e annunciarle al mondo, la casa dove risiedono le persone care al Padrone, i figli di Dio, non potrà mai essere distrutta dal Maligno. Ma i portinai, ai quali Dio affida la sua casa, i suoi beni e la cura dei suoi figli, possono essere sempre sostituiti se non restano fedeli al loro compito.


- People in Praise -

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