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  09/01/2009 03:44 | |
Da:   patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 30/10/2003 0.12 |
Frammento di mattino
In ogni giorno v’è un frammento di mattino,
prendi per te il frammento di questo nuovo giorno.
Fai che sia la musica celestiale di un valzer,
danzalo con la sensualità del tango.
Posa le tue delicate membra sul nostro letto di Luna.
Fai che ogni malinconico pensiero si apra
con mille finestre sul salone illuminato della vita
dove gli echi del poi, sono già vivi e tu altro non senti.
Fai tuo il frammento di questo mattino.
No lasciare che sfugga, che si perda in meandri
tortuosi, d’insinuanti pensieri mendaci .
Cammina nel bosco ove la brina altro non è che deliziosa malinconia.
Non piangere sella mia spalla , ma sorridi , io sono con te.
Non grigia soffitta il nostro nido d’amore ,
ma luminoso corridoio verso la vita che, a noi si dona .
Prendi questo valzer e ballalo come tango sensuale.
Affaccia il tuo viso allo specchio ridente dell’esistere.
Noi siamo , noi esistiamo, noi amiamo .
Balla con me il tango sinuoso della vita in un magnifico valzer.
One is one
And one are two
You are me,
I am you.
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| 09/01/2009 03:46 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 30/10/2003 0.53 |
Dedicato
ad una foglia
In questo mese il sole la fa da padrone.
Un alito di vento ancor non gelido, scuote dai rami le ultime foglie,
sembra vento settembrino.
Non è così! siamo a Novembre.
Tutto al mondo è cambiato e le stagioni anch’esse si sono dilatate.
Una foglia, l’ultima d’un albero spoglio, tarda a staccarsi.
Il vento sa che dovrà farla cadere.
Il ciclo della vita lo esige.
Soffia leggero, quasi gli si appoggia contro accarezzandola.
La dondola, poi la circuisce con mille flebili leggeri soffi.
Lo sa il vento quanto sia difficile il distacco dal paterno ramo,
allora: la culla e le mormora, con gentili fruscii, parole che lui solo sa dire..
Lei non vorrebbe cadere.
Le ha viste in terra tutte le sue sorelle,
spegnersi, una ad una, mutando nei colori.
Gli ultimi sprazzi di ricordi di un rinverdire lontano, la inducono
a far presa con l’ultima sua linfa vitale a quel ramo paterno.
Scuote la testa, l’albero, nonno di mille foglie.
La scuote forte, più di quanto non lo faccia il vento.
Non è più tempo per lei di restare sopra quel ramo sicuro.
L’inverno è lì alla porta. Poi sarà primavera... e con lei
il gioioso spuntare su rigogliose fronde, di nuove foglioline.
<<É legge di natura!>>
Par che dica quell’albero imponente.
Il vento a quella foglia, con energica dolcezza alita contro,
ma con tenerezza per dare a modo suo, all’insicura foglia ,sicurezza.
Si è già staccata, ma ancor non se n’è resa conto.
Dei mille suoi pensieri uno si fissa, primo fra tutti gli altri.
<<Perché morire?>>
chiede sé stessa, io che ho ispirato
con le mie mille sorelle e i miei colori , molteplici pittori e non solo macchiaioli.
Perché finire così, dimenticata! buttata tra i rifiuti o calpestata?
Il vento, con amica mano, la culla dolcemente, come a voler ritardarne la morte.
Si sbizzarrisce allora per lei in mille mulinelli e la volteggia e in moto ascensionale,
portandola più in alto di quanto lei non pensi.
Così! come un regalo, l’ultimo a lei dovuto e intanto le sussurra.
“Tu non sarai dimenticata, t’hanno dipinta in tanti, tu resterai immortale,
nessuno ti potrà mai dimenticare, in mille e mille poesie ti hanno cantata,
sei stata tu per molti musa ispiratrice, chi potrà mai dimenticare tutto questo....”
La posa in terra, non la fa cadere, ma lievemente l’adagia sul suolo; che il sole compiacente
ha riscaldato perché lei non senta il ghermire della fredda e gelida mano della morte.
Non lotta più, lo sa, la moritura foglia, che quella è il sua sorte.
Poi lui, l’ha convita, quel vento settembrino....
E il vento se ne va da un’altra foglia ancora, per fare il suo dovere.
Lei resta sola inerme e senza vita. Un ciclo s’è compiuto.
Piedi veloci, frenetici, incuranti, la calpesteranno...
Cosa importa
Io sono immortalata!
mai sono morta...
Patrirca
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| 09/01/2009 03:50 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 04/12/2003 20.58 |
PRIMAVERA
Solo fino a ieri, Inverno,
poi sei esplosa tu, inaspettatamente,
in tutto il tuo fragore solatio.
Primavera! ricca di ogni premessa di messi
tra queste, la più ambita, quella d'Amore.
Tutto previsto, il grano e i frutti di stagione,
ma dell'Amore no! non v'era intento di pensiero.
Sei giunta tu come novella inattesa
a risvegliare un sentimento nuovo,
per rinnovarlo
in un cuore in cui, ormai, si era sopito.
Oh dolce Primavera, o mia adorata
il caloroso abbraccio tuo
ha sciolto ogni glaciale morsa.
Ma solo ieri era inverno?
Si certo! ma ora è Primavera!
E ci sei tu, dolce e soave Amore.
Il cuore pulsa,
il sangue scorre come fiume in piena.
Non è l'estate dell'arsura.
Non è l'estate di un fiume dal greto riarso.
Non è l'estate dall'afa pregnante.
Non è l'estate dell'anno trascorso.
Tu sei la primavera di un Amore che nasce,
di un dolce e gioioso momento
ove non v'è tormento di calura.
Nel caldo tuo abbraccio di estiva natura,
v'è il fresco calore del rinnovato Amore.
Domani...Al prossimo inverno,
sarà il ricordare una gioia infinita.
Perchè?
Perché... Tu mi hai ridato la vita.
Patriarca
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| 09/01/2009 03:53 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 02/12/2003 0.17 |
Ascolta il rumore del silenzio.
E’ greve!
Come scudo di nemico che pressa le
membra stanche di chi al suolo giace,
lui è lì pronto, con la daga a colpire.
Così è, il rumore del silenzio!
Sii forte! Ascolta, il silenzioso rumore ti sia maestro.
Poi, scegli la vita, lei sola lo disarma.
Io l’ho ascoltato, Io l’ho sentito, Io l’ho sofferto.
Poi? Ho scelto la vita.
Ascolta! Il rumore del silenzio.
Poi? Scegli anche tu la vita.
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| 09/01/2009 03:56 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 17/02/2004 14.19 |
Come nebbia novembrina
Come nebbia novembrina,
come vento del deserto,
incorporea creatura,
Tu,
dagli intricati meandri
della mia mente,
ti impossessavi di me.
Già eri mio costante pensiero .
Quanto più pareva il tuo dissolversi,
sempre maggiore ed incisivo,
il tuo apparire mi apparteneva.
Lène il mio trovare di quella aporia
una via d’uscita.
Fosti tu ad aprirmi quel varco
e fu tra noi ,empatia,
comunione di un unico sentire.
Un’alba nuova, fresca di muschio odoroso,
anelito di una nuova realtà iridescente,
albeggiava all’ orizzonte della vita.
Un saluto a tutti gli amici della comunità . Da Patriarca |
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| 09/01/2009 03:58 | |
Risveglio in solitudine
In misurata solitudine io penso di te,
in un a oscurità colma del suono delle onde,
vorrei lasciarmi cullare e addormentarmi così,
per puro sfinimento.
Dormire,dormire per paura della veglia,
ove realtà m’assalga.
Ed allora… m’addormento.
Poi, quale impulso irrefrenabile,
un senso di potenza m’inebria.
Ogni senso si altera, si amplifica e
mi rende a se schiavo.
Più non dormo, ora veglio!
Ma se veglio… allor dormo!?
No! non dormo.
No! non veglio.
E’ la traccia originaria d’un risveglio,
per un nuovo, dolce e fresco desiderio.
Sei tu ! Il sublimare di sensuali nuove energie.
Il pensiero di te, si amplifica in me.
Come le punte di tessuto di ruvida trama,
mi pungi nella pelle ,ma ancor più,
tu graffi , dolcemente,la mia mente e
t’impossessi di ogni mio pensiero.
Ora è già mio, il tuo possedermi.
Ti sento, vorrei penetrarti con violenza,
di una violenza dolce e delicata,
flebile suono d’armonie sessuali,
dolce magnificarsi di un unico sentire.
Un sentire d’Amore cerebrale che,
nel piacere del sesso si completa.
Vorrei sentire che tu, mi hai fatto tuo.
Ora però sono sveglio.
Ogni sogno ahimè se n’è svanito,
corroso dal mondo del reale.
Io soffro! Dolce amore.
Io sto morendo,di questo nuovo male.
Un saluto da Patriarca
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| 10/01/2009 04:10 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 06/03/2004 14.45 |
Voci Nostalgiche
Per il mio cuore bastano i battiti del tuo,
i mie liberi pensieri sono per la tua libertà.
Ciò che sopito stava nell’anima tua,
ora esce all’unisono dalle nostre bocche.
Come gocce di rugiada sopra teneri virgulti,
giungono a noi le illusioni di ogni giorno.
Come eterna onda in fuga,
solchi con la tua essenza l’orizzonte.
Così come vecchia dimora accogliente,
ti riempi di ogni nuovo sentire.
Sentimenti brucianti da estenuante attesa.
Attese brucianti da presenti, ma sopiti sentimenti interiori.
Echi e voci nostalgiche vivono in noi come
soli sussurri ,di un migrare ,di sentimenti riscoperti.
Il dolce sonno dell’impossibile!
Perché svegliarci ?
Il quotidiano sarà il nostro risveglio, ma ora tu sogna con me .
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| 10/01/2009 04:15 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 19/04/2004 21.11 |
Dono D’Amore
Tu dono d’amore improvviso.
Tu alba ,deliziosamente, attesa.
Tu ,malinconico , tramonto incantevole.
Tu regalo, divino, inaspettato.
Tu sola sei il sangue mio,
l’altra metà della mia anima.
Il tutto dei miei pensieri quotidiani.
Vieni nel giardino dell’amore, io ti attendo.
Non v’è spine nelle rose che ti dono.
Lascia che il tuo sguardo risplenda
rispecchiandosi in me.
Prendi e fai tuo ogni mio gesto,ogni mia parola,
fai che le carezze che ti dono siano indelebile ricordo di me,
solo così potrò illudermi
d’essere parte del tuo esistere.
Soffermati!
Non lasciare che tutto svanisca ,
ma imprimi nella tua memoria ,
questo attimo cosmico che ci unisce.
Resta con me, mio bene,
io sono già parte di te.
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L'unico amore inflazionato è quello che non si sa donare, o non lo si sa sentire da chi vorrebbe trasettercelo.
Ciao gentile amica .Patriarca
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| 27/03/2009 19:12 | |
| Da: patriarca13 (Messaggio originale) | Inviato: 29/04/2004 22.20 |
Rifulgere D’amore
Disperso e impaurito, vago in questo mio acrocoro.
Solitario e ampio spazio della mia fantasia.
Mi conforta il pensiero di te.
Come nebbia vagante ti dissolvi, inebriandomi,ondeggiante,
per ritornare con il tuo vago sentore di eleganza femminile.
Declamando versi malinconici, pensandoti, teorizzo.
E’ un esalar di singhiozzi che nascono dal cuore.
In un muto sentire, ti sussurro , mosso da sentimenti
sottili e sfumati, ti parlo di fiori , di stelle e d’amore.
La mente divaga .
Sullo sfondo un’aria azzurrina
pare accompagni quel mio idilliaco sognare.
Giardini in declivio,tappeti erbosi, calde serre,
miriadi di fiori e dolci infinite stelle,
sono punti luminosi ove convergono
l’insieme dei mie sogni.
Fremente come lo sciacquio sonoro e dolce delle onde nelle tenebre,
tu sei, quale pulsione profonda, la luce abbacinante dei mie occhi.
Primi passi mossi in un mondo precario
dove, in serene e dolci acque, mi permeo di tranquillità.
Un solo esistere dettato della fantasia,
dove, mille, giovanili sogni si rispecchiano.
Il tuo nome gridato!
Il suo disperdersi nell’aria come dolce ricordo.
Degradazione estrema ?
In veneranda attesa,riscoprire tra i tanti sogni quel giovane sentire
che mai mi abbandonò .No!
Tu sei il rifulgere di una nota nuova.
Tu sei l’amore .
Ciao a tutti i componeneti della chat . Patriarca |
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