È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
"Sconosciuto e' qualcuno
che aspetta di diventare Amico"

 
Dio Vi Benedica!



in
  
Questa e' una Comunita' Cattolica di ACCOGLIENZA
nello spirito del R.n.S.

APERTA A TUTTI


NB: Tutto il materiale usato per la costruzione di questo sito e' stato preso in giro qua e la' sul web, qualora qualcuno si accorgesse che sono state involontariamente violate in qualche occasione norme sul copyright, basterà mandare una mail all'Amministratore
segnalando il materiale che non doveva essere usato, il quale sara' immediatamente rimosso.
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

TUTTI I PAPI : IL PAPATO DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2009 06:20
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:06

    Per il papato il XVIII secolo terminò in maniera catastrofica. Napoleone scrisse a Parigi: «Questa vecchia macchina si sfascerà da sé». Ma i disordini della Rivoluzione Francese ebbero anche delle conseguenze positive: alcuni uomini di primo piano intravidero la possibile salvezza della chiesa e del mondo in stretta connessione con il papato. Con la rivoluzione infatti le idee politico - religiose dell ‘assolutismo erano profondamente compro messe. L’infame trattamento riservato a Pio VI e Pio VII, come pure la loro coraggiosa resistenza, avevano suscitato ovunque molte simpatie per il papato. Scrittori influenti come Chateaubriand, Lamennais, de Bonald e de Maistre svilupparono nei loro scritti il programma di un coerente ultramontanismo. L’editore tedesco del libro Du pape di de Maistre ne riassunse le idee in questi termini: «Senza papa non c’è più cristianesimo, e l’ordine sociale è inevitabilmente ferito nel proprio cuore». Il programma dell’ultra montanismo, concepito in Francia, trovò un terreno fertile in altri paesi europei in quanto era stato Preparato dal romanticismo e dalla restaurazione. Grazie a una fioitura di associazioni e di congressi cattolici, di partiti politici e stampa cattolica, esso si diffuse rapidamente negli stati impregnati di liberalismo, conseguendo una consistenza sempre più massiccia. Basandosi su questa poderosa corrente, Roma poté riconquistare e accentuare il proprio ruolo di guida in tutte le questioni ecclesiastiche fino a coronarlo nel concilio Vaticano I con la dottrina dell’infallibilità e del primato universale del papa. Agli effetti dell’evoluzione del papato si rivelò estremamente vantaggiosa anche la perdita dello Stato Pontificio (1870). Tale perdita ebbe l’effetto di una liberazione da tanti legami che nel corso dei secoli avevano molto spesso rappresentato un ostacolo alla missione religiosa, e che ancora durante il XIX secolo comportarono difficoltà non indifferenti. Da allora in poi il papato si dovette affidare totalmente al proprio potere spirituale sul cuore degli uomini. Anche il grande influsso politico, riconquistato durante il XIX secolo, fu soltanto un’emanazione di tale influsso spirituale. In questo contesto si è rivelata di grande vantaggzo anche la struttura democratica dello stato, che inizialmente la curia non voleva accettare. Ne fa testimonianza il discorso che Bismarck tenne il 16 marzo 1875 davanti ai parlamentari prussiani; egli disse fra l’altro: «Al vertice di questo stato nello stato... sta il papa con diritti autocratici. Questo monarca, qui da noi, si trova a capo di un partito compatto, che sceglie e vota come vuole lui. Il papa in Prussia, tramite la [sua] stampa ufficiosa, ha la possibilità di annunciare ufficialmente i pro pri decreti e di dichiarare nulle le leggi del nostro Lui ha inoltre un esercito di ecclesiastici nel nostro territorio, riscuote le tasse, ci ha rivestiti con una rete di associazioni e congregazioni, il cui influsso è molto efficace. Insomma: da quando abbiamo una costituzionezione non c’è pressoché nessuno che in Prussia sia potente come questo alto prelato romano, circondato com’è dal suo consiglio di clero italiano. Una posizione del genere sarebbe già di per sé molto pe- ricolosa e difficilmente sopporta bile per lo stato se fosse conferita e garantita a un nostro cittadino. Ma in questo caso essa spetta a uno straniero». Senza dubbio si può affermare che il XIX secolo fu sotto il segno di una spiritualizzazione e quindi di un rilancio del prestigio papale. Il forte senso di autocoscienza, che nel XIX secolo impregnò il papato, interamente rinnovato, come pure lo spirito della limitatezza, di derivazione ultramontanista, portarono ad acuti scontri con le idee liberali e gli stati nazionali moderni. Le agitazioni politiche che nel corso del secolo scossero tutta l’Europa e non risparmiarono nemmeno la Santa Sede, sollevarono con penetrante incisivztà una questione importante: quale atteggiamento doveva assumere il papato di fronte a una società che era stata forgiata dalle rivoluzioni spirituali e politiche del XVIII secolo? E soprattutto quale atteggiamento prendere di fronte alle libertà religiose e civili, di fronte alla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, fra cui la libertà di religione godeva di una posizione di privilegio? Gli atti di violenza e le leggi ostili alla chiesa, cui avevano portato le rivoluzioni scatenate in diversi stati dalle idee liberali, confermarono la convinzione dei papi che fra i principi della Rivoluzione Francese e il crollo dei valori tradizionali in campo sociale, morale e religioso esisteva un rapporto diretto di causa ed effetto. Per questo individuarono la via della salvezza nel ritorno ai principi antecedenti al 1789. Tramite il liberalismo, così credevano, l’intero ordine cristiano del mondo risultava gravemente minacciato. Influenzati dall’idea del ritorno al Medioevo cristiano, fin troppo idealizzato dal romanticismo, spesso i papi vollero conservare o riconquistare privi- legi e diritti anacronistici. A tale scopo fecero pressione specialmente sugli stati cattolici affinché salvaguardassero la chiesa dalla pressione di correnti ostili al cristianesimo e alla chiesa stessa, e favorissero una legislazione improntata alla morale cattolica. Fino al termine del secolo i papi misconobbero in genere il vero andamento della storia e spesso trascurarono l’occasione di cooperare alla concretizzazione delle giustificate esigenze di libertà e di sano progresso. Per vari decenni il papato del XIX secolo dà la sensazione di un diffuso disorientamento. Gli mancarono le grandi idee e le iniziative ispirate al- l’entusiasmo. Fino a Leone XIII si limitò a condannare in blocco gli errori veri e presunti dell’epoca. Ma la disgrazia maggiore per l’intera chiesa cattolica fu l’irrigidimento dei papi nel sostenere la sopravvivenza dello Stato Pontificio. Dopo la secolarizzazione del 1803 questo stato era semplicemente un anacronismo, anche se l’esigenza di mantenere l’indipendenza della Santa Sede è una motivazione di tutto rispetto. Si trascurò di approfondire tempestivamente anche sotto l’aspetto teologico i problemi che lo Stato della Chiesa andava via via sollevando. Ancora nel 1862 ben trecento vescovi riconobbero che il potere temporale della Santa Sede era una necessità e che esso era stato istituito dalla precisa volontà della divina provvidenza. Perfino dopo il 1870 la «questione romana» paralizzò molte energie del papato, che pur si stava avviando al traguardo diuna autentica grandezza spirituale.


OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:09

    Il successore di Pio VI nacque egli pure a Cesena, il 14 agosto 1742, dal conte Scipione Chiaramonti e da Giovanna Glicini. benedettino dal 1758, fu nominato vescovo di Tivoli nel 1782, poi vescovo d'Imola, e creato cardinale nel 1785. Alla morte di Pio VI, prigioniero in Francia, il conclave potè riunirsi soltanto il 1° dicembre 1799, a Venezia, e durò più di tre mesi. Immediatamente dopo la sua elezione, Pio VII si affrettò a ristabilire l'ordine nella Chiesa. Mandò a Parigi il cardinale Consalvi, suo primo ministro, che firmò in suo nome il concordato con la Francia (1801), secondo il quale ottenne la restituzione dello Stato pontificio e di Benevento e Ponte Corvo. Addivenne poi ad un secondo concordato con la Repubblica italiana. Quando Bonaparte diventò imperatore, Pio VII si recò a Parigi, dopo molte riluttanze, e lo consacrò (2 dicembre 1804). Ma poco dopo rifiutò di aderire al blocco continentale, dichiarando che le sue qualità di pastore universale gl'imponeva la neutralità. Napoleone, allora, fece occupare Roma dal generale Miollis, e il 17 maggio 1809, con decreto datato da Vienna, incorporò all'impero gli Stati pontifici. Pio VII rispose con la scomunica a tutti coloro che avevano partecipato alla spogliazione della Santa Sede, e subito il generale Radet lo fece prigioniero, insieme col cardinale Pacca, e lo fece trasportare a Genova, poi a Savona, indi a Fontainebleau, dove Napoleone finì con lo strappargli l'approvazione di un nuovo Concordato.

    Ma non appena poté comunicare co' suoi cardinali, Pio VII ritrattò le concessioni che aveva consintite, di rifiutò di riconoscere il secondo matrimonio di Napoleone e i vescovi nominatidall'imperatore. Gli avvenimenti del 1814 lo salvarono dalla collera imperiale, e poté rientrare in Roma, quando Napoleone sbarcò nel'isola d'Elba. Nuovamente scacciato dall'invasione di Murat (1815), rientrò un'altra volta, trionfalmente, nella sua capitale, dopo i Cento giorni.

    Il Congresso di Vienna gli riconobbe il possesso de' suoi Stati, esclusi Avignone e alcuni territori ceduti all'Austria. Assecondato dal cardinale Consalvi, Pio VII poté da allora, governare tranquillamente. Ristabilì l'ordine dei Gesuiti (1816) e concluse accordi con la Spagna, la Sardegna, la Baviera, le Due Sicilie, la Prussia e le Province renane (1817-1821). Dopo la caduta di Napoleone, volle intercedere, presso le Corti d'Europa, in favore del prigioniero di Sant'Elena; accolse in Roma la famiglia di lui e si astenne sempre da qualsiasi rappresaglia.

    Scomunicò con una bolla i Carbonari e le altre società liberali segrete. Morì il 20 agosto 1823, in seguito ad una caduta

OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:11

 Inviato: 13/10/2005 19.32

    Nacque presso Fabriano nel 1760. Fu cavaliere Gerosolomitano, arcivescovo, nunzio presso le corti di Germania, poi fu mandato da Pio VII in missione presso Luigi XVIII. Cardinale nel 1816, fu eletto pontefice nel 1828. Provvide severamente a reprimere il brigantaggio negli Stati pontifici e i disordini in Roma. Celebrò il giubileo del 1825, con grandissima pompa. Concluse concordati con gli Stati Uniti, i Paesi Bassi, l'Hannover e le antiche colonie spaguole dell'America del Sud. Fu intransigente, attraverso ad ogni idea di libertà e di progresso, ma d'altra parte fu assai benefico e di un'ammirabile austerità di costumi, nella quale volle essere imitato da quanti lo circondavano.

OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:13

                   

    Nato a Cingoli (Ancona) il 20 novembre del 1761, apparteneva a nobile famiglia marchigiana ed era figlio di Carlo e di Sanzia Ghisleri,  fu eletto papa il 31 marzo 1829. Studiò a Bologna nel collegio Montalto, distinguendosi per i rapidi suoi progressi nelle scienze e nel diritto canonico. Recatosi poi a Roma aiutò monsignore Devoti nella sua opera Institutiones juris canonici, che corredò di copiose ed erudite note. Pio VII, che apprezzava le sue doti di mente e di cuore, lo nominò nel 1800 vescovo di Montalto, dal quale saggio il Chiaramonti venne esiliato dal governo napoleonico a Milano, a Pavia, a Mantova. Caduto l'impero, venne nel 1816 creato cardinale e trasferito alla sede di Cesena. Gli vennero poi affidati altri importanti uffici, fra i quali quello di Penitenziere Maggiore e di Prefetto della Congregazione dell'Indice, e si trovava al fianco del cardinale Consalvi quando esso trattava gli affari della Francia.

    Oltre che di diritto canonico in cui era maestro, si occupò con chiara erudizione di letteratura biblica, e benché materia del tutto differente dal genere dei suoi studi, fu fine conoscitore di numismatica.

    Animo leale e generoso, aveva un grande concetto della giustizia e di principii e di vita austera, fu sempre severissimo verso se stesso.

   Ebbe contese coi Paesi Bassi circa la concessione del placet a quel governo con la Germania in difesa delle scuole cattoliche. Pubblicò un breve intorno ai matrimoni misti. Durante il suo pontificato di un solo anno, vide l'emancipazione dei cattolici inglesi e la caduta di Carlo X.

    Ammalatosi il 17 novembre 1830, non volle, tanto aveva in orrore il nepotismo, che si chiamassero i suoi nipoti, e aggravatosi, cessava di vivere il giorno 30, dopo un brevissimo pontificato di 1 anno e 8 mesi.

    Fu sepolto in S. Pietro dove il cardinale Albani gli faceva erigere un monumento, opera dal Tenerani nel 1866.

    Suo epitaffio:

PIO VIII PONTIFICI MAXIMO

JOSEPHUS ALBANIUS CARDINALIS

OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:14

    Nato a Belluno nel 1765, entrò nell'ordine dei Camaldolesi; nel 1799, con la sua opera Il Trionfo della Santa Sede e della Chiesa contro gli assalti dei novatori, si manifestò avversario dei liberali italiani. Nel 1826 fu nominato cardinale, e nel 1831 fu eletto a succedere a Pio VIII. All'inizio del suo regno sentì il contraccolpo della rivoluzione di luglio in Francia, con le insurrezioni di Bologna, Pesaro, Urbino, Fano, Fossombrone, Sinigaglia e Osimo, che decretarono l'abolizione del potere temporale e proclamarono in Bologna lo Statuto costituzionale provvisorio delle province italiane. Ma le armi austriache e i Sanfedisti, a cui il papa ricorse, ristabilirono in breve il potere pontificio, Gregorio XVI condannò in Francia le dottrine di Lamennais, biasimò le persecuzioni dei Russi contro i Ruteni, e ricevendo in Roma lo Czar Nicola I, gli parlò con fermezza. Ricostruì la basilica di S. Paolo fuori le Mura, fondò in Roma l'Orto botanico, un Museo etrusco e una Scuola di agricoltura.

    Sepolto a Roma, San Pietro

OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:17

    Nato a Senigaglia il 13 maggio 1792, fu guardia nobile di Pio VII, poi passò due anni nel Chili, come segretario del vicario apostolico Muzzi. Arcivescovo di Spoleto nel 1827, vescovo d'Imola nel 1832, fu nominato cardinale nel 1840. Eletto papa alla morte di Gregorio XVI, liberò i prigionieri politici, richiamò gli esiliari, stabilì il municipio romano, ammise parecchi laici nel suo ministero, presieduto dal cardinale Antonelli ed accordò agli Stati pontifici una costituzione che associava al collegio dei cardinali due Camere, una nominata dal papa, l'altra elettiva. Dai primi suoi atti, sembrò favorevole al movimento unitario italiano. Scoppiata la rivoluzione del 1848 fu invitato ad unire le truppe pontificie  alle piemontesi, contro l'Austria. Esitò lungamente, accordò il suo concorso, poi lo ritirò.

    Il 24 novembre 1848, Pio IX fu costretto a lasciare Roma e si rifugiò a Gaeta, mentre i mazziniani proclamavano la Repubblica romana. Domandò allora l'intervento delle potenze cattoliche, e un esercito francese entrò in Roma e vi rimase. Ritornato nella sua capitale (1850), il papa attese a ristabilire la gerarchia cattolica in Inghilterra e in Olanda. L'8 dicembre 1854, proclamò il dogma dell'Immacolata Concezione, dopo aver consultati i vescovi di tutto il mondo. Nel 1859 perdette le province settentrionali dello Stato della Chiesa. Nel 1864, pubblicò un'enciclica celebre, seguita dal catalogo, o Sillabo degli errori contrari all' insegnamento cattolico. Convocò, alla fine del 1869, il concilio ecumenico del Vaticano, che proclamò (18 luglio 1870) l'infallibilità del papale.

    Scoppiata la guerra tra la Francia e la Germania, il corpo d'occupazione francese lasciò Roma, dove, il 20 settembre 1870, entrarono le truppe italiane. Il papa rimase volontariamente prigioniero nel Vaticano, mentre la città veniva proclamata capitale del Regno d'Italia. La Legge delle guarentigie riconobbe al pontefice, oltre all'indipendenza del potere spirituale, il diritto agli onori sovrani, il godimento del Vaticano, di Santa Maria Maggiore, del palazzo di Castel Gandolfo e di una rendita di circa 3 milioni. Pio IX rifiutò la dotazione, nè volle mai uscire dal suo palazzo.

Negli ultimi anni del suo lunghissimo pontificato, Pio IX prese provvedimenti contro i vecchi cattolici svizzeri e tedeschi, combattè il Kulturkampf, condusse negoziati relativi alla modificazione del concordato con l'Austria (1874) e ristabilì l'autorità episcopale in Scozia, in Bulgaria, a Ginevra ed in Grecia.

    Sepolto a Roma, San Lorenzo fuori le Mura. 

OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:19

    Nato a Carpineto (Anagni) nel 1810, fu successivamente legato della Santa Sede a Benevento e a Perugia, poi nunzio nel Belgio col titolo di arcivescovo inpartibus di Damietta, e infine arcivescovo di Perugia (1846). Pio IX lo nominò cardinale nel 1853. Nel conclave che seguì la morte di questo papa, funse da camerlengo e raccolse 44 voti su 60.

    Al papa delle affermazioni assolute, succedeva in lui il papa delle opportune conciliazioni. Leone XIII cercò di diminuire le prevenzioni che i greci ortodossi nutrivano contro i latini, e di calmare le impazienze dei polacchi e degl'irlandesi, mentre raccomandava giustizia e mansuetudine alla Russia e all'Inghilterra. In Germania, poté ottenere la fine del kulturkamps (1885). In Francia si mostrò favorevole alla conciliazione dei cattolici con la forma di governo repubblicana. Fu cultore e mecenate delle scienze, aprì biblioteche del Vaticano agli studiosi d'ogni paese, fondò in Roma un'accademia per diffondere le dottrine di S. Tommaso d'Aquino e fece moltiplicare dai vescovi, in tutte le diocesi, l'istruzione primaria che era ancora assai scarsa in gran parte della penisola. Come gli umanisti del Rinascimento, fu scrittore forbito di versi latini, e in tutti i suoi scritti nessun papa pubblicò tante encicliche quante furono le sue, usò uno stile di rara bellezza, pieno di nobiltà. Intelligenza eletta, carattere in seno alla Chiesa, ma fu invece, come già si disse, conciliante sempre in tutte le relazioni della Santa Sede coi diversi governi. Non fu avverso alle idee generose, né alle rivendicazioni degli operai. Fino alla sua morte, fu assai stimato in tutti gli ambienti ed anche negli Stati non cattolici.

    Sepolto a Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano.


OFFLINE
Post: 5.367
Sesso: Femminile
21/01/2009 06:20

    Prima si salire ai più alti gradi della gerarchia ecclesiastica, fu un buon prete e un buon uomo. Eletto papa dopo esser stato patriarca di Venezia, fece suo programma il motto d'instaurare ogni cosa con Cristo. Si mostrò uomo d'azione, organizzatore e saggiamente riformatore. Si occupò del riordinamento della Curia romana, della codificazione del Diritto canonico, della disciplina del clero, della riforma del Breviario romano. Fu apertamente e instancabile avverso alla corrente del modernismo, e qualche sua enciclica ebbe grande ripercussione. Allo scoppiare della grande guerra (1914) molto fu scosso Pio X per quella bufera che si scatenava sul mondo, e si vuole che ne morisse di dolore.

    Sepolto a Roma, San Pietro.   

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:47. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com