"La Buona politica per il Bene comune"

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lazzaro2004
00lunedì 17 ottobre 2011 21:43
965° video
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La Buona politica per il Bene comune"  

http://www.youtube.com/watch?v=jb_p-aOCr4g
 
 

Todi (Perugia) - (Adnkronos/Ign) - In Umbria il forum delle associazioni
cattoliche chiede un nuovo esecutivo ma dice no a elezioni anticipate.
Nuova legge elettorale, proporzionale con le preferenze. Bagnasco:
''L'assenteismo sociale è un peccato di omissione per i cristiani''

Todi (Perugia), 17 ott. (Adnkronos/Ign) - "Ci vuole un governo nuovo
e piu' forte, questo non va bene, non e' adeguato; questa maggioranza
non ce la fa e per il bene del Paese vanno trovate soluzioni diverse".
A illustrare il senso di una giornata di lavori condotta rigorosamente
a porte chiuse e' il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni,
affiancato dagli altri presidenti del Forum delle associazioni cattoliche
riunitesi a Todi e dal loro portavoce Natale Forlani.

Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro

MANIFESTO

per la Buona politica e per il Bene comune"
I Promotori del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica
nel Mondo del Lavoro aderiscono con convinzione, e determinazione
all'appello del Papa, ribadito dai Vescovi italiani, per un impegno fecondo
dei cattolici rivolto al rinnovamento morale e civile della politica nazionale.
Per spirito di servizio, non per rivendicare primazie, ma con la finalità
di contribuire alla costruzione del bene comune.
Siamo orgogliosi di essere italiani, portatori di valori, di cultura, tradizioni,
apprezzati nel mondo e consapevoli di avere un destino comune nel confrontarci
con nuovi protagonisti della competizione internazionale, per avviare una nuova
stagione di sviluppo e per dare risposte positive alle giovani generazioni,
ai territori meno sviluppati, alle persone bisognose.


http://www.confartigianato.it/documentiportale%5CFORUM%20-%20MANIFESTO_CONFER...


''La Chiesa non cerca privilegi - ha detto Bagnasco -, né vuole intervenire in ambiti estranei
alla sua missione, ma deve poter esercitare liberamente questa sua missione''. I cristiani, infatti,
''sono diventati nella società civile massa critica, capace di visione e di reti virtuose,
per contribuire al bene comune''.

"Negare o non riconoscere la dimensione pubblica della religione significa creare una società
violenta chiusa o squilibrata a tutti i livelli: personale, interpersonale, civile", ha detto ancora
il presidente della Cei nel suo intervento.

Per il presidente della Cei, "non riconoscere la dimensione pubblica della religione significa
anche creare una società incapace di pensare e tanto più di attuare il bene comune,
scopo della società giusta. Il bene comune - ha detto infatti il cardinale Bagnasco
- comporta tutte le dimensioni costitutive dell'uomo e quindi deve riconoscere anche
la sua apertura a Dio, la sua dimensione religiosa. Dato che la persona è un essere
in relazione, ciò che universalmente lo riguarda ha sempre una valenza anche sociale".
Per tutta questa serie di motivi, il presidente dei vescovi italiani osserva che "la religione
non è un problema per la società moderna ma, al contrario, una risorsa e una garanzia".

Il presidente della Cei sottolinea poi: ''Sono in gioco le sorgenti stesse dell'uomo: l'inizio
e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l'uomo e la donna nel matrimonio,
la libertà religiosa ed educativa che è condizione indispensabile per porsi davanti al tempo
e al destino". E spiega che "proprio perché sono sorgenti dell'uomo, questi principi
sono non negoziabili".

"Non c'è motivo di temere per la laicità dello Stato", continua assicurando che essa non
è messa in discussione dal "riconoscimento della rilevanza pubblica della fede religiosa".
Spiega il cardinale: "Il principio di laicità, inteso come autonomia della sfera civile
e politica da quella religiosa ed ecclesiastica ma non da quella morale, è un valore
acquisito e riconosciuto dalla Chiesa e appartiene al patrimonio di civiltà che
è stato raggiunto".

Proprio nel momento in cui la situazione si fa più difficile, per il presidente dei vescovi italiani,
"i cristiani si sentono chiamati in causa per portare il loro contributo specifico, chiaro e deciso,
senza complessi di sorta e senza diluizioni ingiustificabili: l'uomo - ha concluso Bagnasco
- non è un prodotto della cultura, come si vuole accreditare; e la società non è il demiurgo che
si compiace di elargirgli questo o quel riconoscimento, secondo convenienze economiche,
schemi ideologici o dinamiche maggioritarie".


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Cattolici-riuniti-per-tornare-prot...


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