"Non nominare il nome di Dio invano" Mons. F. Moraglia, Prof. A. Zichichi - RnS

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lazzaro2004
00giovedì 19 settembre 2013 23:59
 
Il segno della croce fatto bene, con gesto ampio, non di nascosto o con timidezza o di fretta, diventa reale e concreta testimonianza in ordine alla nuova evangelizzazione, nella prospettiva dell’Anno della Fede. Il segnarsi con una fede e un amore più grandi viene così manifestato nel tracciare l’umile, solenne e santo gesto della croce senza timori e reticenze. Un segno di croce posto con malcelata timidezza dice invece una fede fragile, non in grado di comunicare al mondo la gioia e la fierezza d’essere e sentirsi cristiani.

Infine chi - come discepolo del Signore, con cuore libero e animo aperto, proclama con tutta la sua vita: “Sia santificato il tuo nome” -compie l’atto fondamentale della nuova evangelizzazione. Infatti, tale atteggiamento del cuore - ossia della persona - dispone tutto nell’oggettività di un ordine vero e reale; ordine che si fa strada nella vita partendo - lo ripetiamo - da Dio e dal suo Santo Nome. Nell’esortazione post-sinodale Verbum Domini, Benedetto XVI ci ricorda che “non si può usare violenza in nome di Dio!” (n.102). Farlo - come talvolta succede anche oggi - vuol dire mancare gravemente contro Dio, nominare invano il nome di Dio.

Concludo citando uno dei massimi teologi del ‘900 - Romano Guardini - che nacque proprio qui a Verona, nel 1885. Egli, a proposito della santificazione del nome del Signore, ha questo pensiero che lascio alla considerazione dei credenti e di quanti sono alla sincera ricerca di Dio: “Non dimentichiamo mai - dice Romano Guardini - che l’uomo si salva solo nella santificazione del nome di Dio. Tutte le volte che, nel corso della storia, il nome di Dio è stato oltraggiato, maltrattato o dimenticato, è stato dimenticato anche il nome dell’uomo...” (R. Guardini, Preghiera e verità, Morcelliana, pag.66).

Oggi, nella cultura delle tecno-scienze, nella società detta liquida e nel bel mezzo di una crisi che non riusciamo ad affrontare in maniera adeguata, il pensiero di Romano Guardini ci interpella e ci stimola ad andare oltre l’uomo considerato come semplice animale “più evoluto” o mera relazione sociale o, ancora, puro soggetto economico-finanziario

http://www.diecipiazze.it/Docs/Messaggio_Verona_Mons_Moraglia.pdf
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