Bisogna dire che i tre fratelli Massabki, sono già citati nella scheda dei Beati Martiri Francescani di Damasco, con i quali subirono il martirio e furono beatificati il 10 ottobre 1926 da papa Pio XI. ``Essi perirono nella tragica notte del 9-10 luglio 1860, che ridusse il quartiere cristiano di Damasco in Siria, ad un cumulo di macerie fumanti; gli otto missionari francescani, sette spagnoli e un austriaco, svolgevano la loro vita comunitaria nel convento di Damasco, estendendo l’apostolato fra la popolazione locale. ``Fino a quando i Drusi, setta religiosa di origine musulmana sciita, in preda al loro fanatismo di insofferenza religiosa, scoppiato negli anni 1845-46 e poi specialmente nel 1860, contro il cristianesimo, percorsero con furia omicida la città, facendo stragi di cristiani. ``I francescani Emanuele Ruiz, Carmelo Volta, Engelberto Kolland, Ascanio Nicanore, Pietro Soler, Nicola Alberga, Francesco Pinzo, Giovanni Giacomo Fernandez, si rifugiarono fra le solide mura del convento e con loro anche tre fedeli cristiani maroniti, loro collaboratori. ``Purtroppo, forse fra gli inservienti locali, ci fu un traditore che segnalò una porticina secondaria, che nessuno aveva pensato di sprangare, permettendo ai fanatici fondamentalisti islamici, di massacrare tutti a colpi di scimitarra. ``Diamo qui qualche notizia sui tre fratelli di sangue di Damasco; essi godevano nella comunità maronita di vasta stima di osservanti e zelanti cristiani, Francesco, il fratello maggiore era un negoziante di seta molto ricco, ciò nonostante osservava i precetti religiosi con esattezza, facendoli osservare dai familiari; fu molto duro con una figlia che aveva violato il digiuno quaresimale; iniziava la sua giornata assistendo alla celebrazione della Messa e la terminava con la funzione liturgica serale e per questo anticipava la chiusura del negozio. ``Abdel-Mooti (= servo del Donatore), invece si era ritirato dagli affari di commerciante, temendo di non poter sempre tenere la coscienza tranquilla e si dedicò all’insegnamento nella scuola dei Francescani. ``Anche lui ogni mattina assisteva alla Messa con la figlia, uscendo con ogni tempo anche con la neve; prevedendo la sua fine, quel giorno si congedò dai suoi alunni, esortandoli a non temere il martirio, considerandolo una grazia divina. ``Raffaele Massabki era celibe e amava la solitudine contemplativa, tra la casa e la vicina chiesa, trascorreva molte ore ogni giorno nella preghiera e nella meditazione, aiutava il fratello Francesco nel negozio e il sacrestano nella vicina chiesa francescana. ``Quando verso l’una dopo mezzanotte, i Drusi penetrarono nel convento, dove si erano rifugiati con gli otto francescani, essi furono chiamati per nome e invogliati dai fondamentalisti ad abiurare la fede cristiana e ritornare a quella islamica, così avrebbero avuto salva la vita, ma essi singolarmente, come i cristiani dei primi tempi, rifiutarono con parole di fede genuina e convinta e furono massacrati a colpi di scimitarra, sciabola, mazze ferrate, a Raffaele fu staccato il capo di netto e il suo corpo calpestato. ``Quando il 17 dicembre 1885 fu iniziato il processo per la beatificazione dei martiri francescani di Damasco, i tre fratelli Massabki, benché periti nello stesso giorno, luogo, motivo e circostanze, furono dimenticati. ``Ma quando nella primavera del 1926, a causa conclusa, si fissò la data della solenne beatificazione per il 10 ottobre, l’episcopato maronita che come è noto è legato alla Chiesa di Roma, con a capo l’arcivescovo di Damasco, presentò a papa Pio XI una urgente istanza, affinché i tre fratelli Massabki maroniti, periti anch’essi nell’eccidio attuato dai Drusi musulmani, fossero accomunati nella gloria ai padri francescani, come lo furono nella vita e nel martirio. ``Papa Pio XI con un gesto rimasto unico nella storia della Congregazione dei Riti, riconoscendo legittima la richiesta, dispose un processo sommario sulla vita e sulla morte di Francesco, Abdel-Mooti e Raffaele Massabki, incaricando per questo mons. C. Salotti, promotore della fede e il padre Santarelli, postulatore dei Frati Minori, che si recarono in Siria e in Libano per le indagini, raccogliendo le dovute e genuine testimonianze, compresa quella del parroco maronita, Moussa Karam loro contemporaneo e miracolosamente sfuggito alla strage. ``Il 7 ottobre papa Pio XI, viste le prove raccolte e concedendo la dispensa dei miracoli prescritti, firmò il decreto per la loro beatificazione, che come già detto ebbe luogo il 10 ottobre successivo insieme agli otto francescani. ``La loro celebrazione comune fu fissata al 10 luglio. |