Madrid, 2 dicembre 1826 - 11 ottobre 1887 Il sacerdote madrileno Miguel Martínez, andando missionario in Africa, porta con sé anche tre Ministre degli Infermi; ma il suo successore nella direzione spirituale esautora suor Soledad mandandola in convento, e l’istituto entra in crisi. Allora si richiama di corsa lei, in tempo per salvare la comunità, e anzi lanciarla in prima linea durante un’epidemia di colera. "Soledad seppe governare una Congregazione nata per impulso romantico, e dare un fondamento stabile a un istituto vacillante": così scriverà il suo biografo J.M. Javierre. Il suo segreto è stare sempre con le religiose, lavorare con loro passando da una casa all’altra, "precorritrice e maestra della più consumata sollecitudine assistenziale e sanitaria del nostro umanesimo sociale" (Paolo VI). Quando lei muore, a soli 51 anni, la comunità ha già 46 case in Spagna; all’inizio del terzo millennio le Serve di Maria Ministre degli Infermi sono presenti in 27 Paesi. Martirologio Romano: A Madrid in Spagna, santa Maria Desolata (Emanuela) Torres Acosta, vergine, che fin dall’età giovanile mostrò straordinaria attenzione per i malati bisognosi, che assistette con instancabile abnegazione, in special modo nella Congregazione delle Serve di Maria Ministre degli Infermi da lei stessa fondata.
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Questa è la storia dell’incomprensione tra un prete e una suora, dell’effetto devastante delle maldicenze; ma soprattutto è la storia della santità davvero eroica di una suora, che crede ai “tempi di Dio” e che al momento buono sa rimettersi in gioco, senza lasciare spazio a risentimenti, rivalse o vendette. Ma andiamo con ordine, cominciando dal 2 dicembre 1826, in cui a Madrid nasce Bibiana Antonia Manuela Torres Acosta,. Fin dalla nascita si rivela quella che sarà per tutta la vita: debole, gracile, di salute cagionevole. Di pari passo con l’età, cresce invece in lei un carattere diametralmente opposto: forte, energico, paziente, temprato ad ogni difficoltà.. E’ per natura portata ad una particolare attenzione e sensibilità verso chi sta peggio di lei ed inoltre l’educazione ricevuta dalle Suore Vincenziane la fa crescere con una predilezione particolare per i poveri, tanto da pensare di dedicarsi completamente al loro servizio. Ma le Vincenziane non la vogliono, ed altri conventi neppure, sempre per colpa della sua salute fragile, che la fa ritenere inadatta alla vita religiosa. Allora lei si accorge che anche in parrocchia c’è tanto da fare e si dedica praticamente a tempo pieno a tutte le opere di bene che le vengono segnalate. Ed è proprio qui che conosce don Miguel Martinez, il curato della parrocchia, finendo per condividere la sua ansia e il suo cruccio: i tanti malati a domicilio, praticamente abbandonati a se stessi, che finiscono per morire senza sacramenti e senza alcun accompagnamento spirituale. Don Miguel sta pensando a qualcosa di stabile ed organizzato, tipo congregazione religiosa, che si prenda a cuore questa esigenza spirituale, ma anche lui ritiene inadatta quella “mezza creatura”, che ci vede poco ed ha frequenti crisi asmatiche. Si ricrede soltanto dopo un colloquio in cui scopre le sue tante qualità nascoste e le chiede così di aiutarlo a realizzare il suo sogno. Che si trasforma in realtà il 15 agosto 1851, quando la ragazza venticinquenne, insieme ad altre sei compagne, dà vita alle “Serve di Maria Ministre degli Infermi”. Insieme all’impegno di servire i malati ha anche preso il nuovo nome di Maria Soledad, in onore della Madonna Addolorata. Poco dopo arriva il colera, e la nuova congregazione si distingue subito per abnegazione, disponibilità, generosità senza limiti nell’assistere i malati, abbandonati dai loro stessi parenti per paura del contagio. I guai cominciano quando don Miguel parte per andare missionario in Africa. Il nuovo direttore, oltre che giovane, è anche troppo portato a credere alle maldicenze senza fare le necessarie verifiche e, sotto sotto, coltiva magari l’ambizione di rivestire un ruolo chiave nella congregazione. Sta di fatto che uno dei suoi primi provvedimenti è proprio la rimozione dall’incarico di superiora di Maria Soledad. Che buona buona se ne va in convento a fare i lavori più umili, senza perdere la sua serenità e lasciando a Dio il compito di far trionfare la verità. Intanto le cose precipitano: delle sei cofondatrici, due muoiono, quattro se ne vanno, altre suore abbandonano e si pensa seriamente di chiudere la congregazione. Per fortuna c’è chi capisce che la responsabilità dello sfacelo è di quel direttore spirituale inesperto e credulone, che viene subito sostituito, mentre Maria Soledad viene nominato di nuovo superiora. E lei ritorna, con la stessa semplicità con cui se n’era andata, lavorando come prima per far crescere la congregazione, che ottiene l’approvazione del governo spagnolo, si diffonde nel mondo ed oggi è presente in 27 nazioni. A fine settembre 1887 si mette a letto per non rialzarsi più e muore l’11 ottobre, poco più che sessantenne. Pio XII proclama beata Madre Maria Soledad Torres Acosta nel 1950 e 20 anni dopo viene canonizzata da Paolo VI.
Autore: Gianpiero Pettiti
La fondatrice delle ‘Serve di Maria ministre degli infermi’, nacque a Madrid in Spagna il 2 dicembre 1826, ricevendo al battesimo il nome di Bibiana. Figlia di modesti commercianti, trascorse l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza nella casa paterna tutta dedita ai lavori domestici e alla cura dei fratelli più piccoli, non trascurando però le opere di pietà cui il suo animo era particolarmente disposto. Giunta ai venticinque anni diede sfogo al suo impeto generoso e si offrì di aiutare il vicario Michele Sanz, che aveva il compito della cura spirituale della povera gente che abitava il popolare rione di Chamberí. Il vicario aveva in mente di fondare una organizzazione religiosa per l’assistenza ai malati a domicilio, già a metà dell’800 questo problema era sentito, così il 15 agosto 1851 Bibiana Torres Acosta insieme ad altre sei cofondatrici dava vita alla nuova Congregazione delle Serve di Maria, vestendone l’abito nero e cambiando il nome in Maria Soledad (Desolata) in onore della Vergine Addolorata cui la Spagna tutta, porta grande devozione. Nel 1856 una grave crisi interna scaturita da penose difficoltà, portò al ritiro delle altre cofondatrici e per l’ostilità statale imperante e la partenza per le missioni di padre Michele, Maria Soledad con la sua fortezza d’animo si ritrovò sola a combattere, facendo riprendere vigore all’Istituto; con l’aiuto dei successivi direttori Gabino Sánchez e Angelo Barra, diede nuova vita e definitiva organizzazione alla Congregazione. Meritò la protezione della regina Isabella II e ottenne la fiducia della Giunta di Beneficenza di Madrid che affidò all’Istituto nel 1859 la Casa del Soccorso e poi nel 1861 la conduzione dell’Ospedale di S. Giovanni di Dio, nel contempo l’istituzione continuò il suo primario impegno che era quello dell’assistenza gratuita domiciliare degli ammalati. Avendo ormai ottenuto l’approvazione governativa, negli anni successivi, Maria Soledad estese la sua fondazione con l’apertura di nuove case, circa 42, sparse in tutta la Spagna e anche a Cuba (1875), suscitando con il suo eroismo la riconoscenza pubblica, per l’impegno profuso da lei e dalle sue suore nelle epidemie di colera degli anni 1855, 1865 e 1885. Stabilì che le sue figlie avessero una solida preparazione infermieristica e una grande devozione alla Vergine con il titolo di Nostra Signora della Salute degli infermi. La Congregazione ebbe l’approvazione da Pio IX nel 1876, fu incoraggiata personalmente da papa Leone XIII che incontrò a Roma e che nel 1898 approverà definitivamente la Costituzione. Dopo 31 anni di governo Maria Desolata Torres Acosta, morì l’11 ottobre 1887, il suo corpo perfettamente conservato, dopo un periodo di sei anni nel cimitero locale, fu trasferito nella Casa madre di Madrid. Papa Pio XII la beatificava il 5 febbraio 1950. L’accresciuta devozione dei fedeli e la conferma di due miracoli avvenuti per sua intercessione, uno nel 1952 su un neonato nella Vecchia Castiglia e l’altro nel 1962 in Bolivia sulla signora Petronia Peñarada, hanno determinato il ‘placet’ per la sua canonizzazione avvenuta il 25 gennaio 1970, con proclamazione solenne del papa Paolo VI. Festa liturgica 11 ottobre.
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