13 gennaio

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scri789
00giovedì 13 gennaio 2011 09:34

Sant' Ilario di Poitiers Vescovo e dottore della Chiesa

13 gennaio - Memoria Facoltativa

Poitiers, Francia, 315? – 367

Ilario, nato a Poitiers, in Francia, intorno al 315, era un pagano che cercò il senso della vita dapprima nelle dottrine neoplatoniche, poi - dopo la lettura della Bibbia - nel cristianesimo. Nobile proprietario terriero, sposato e con una bimba, poco dopo il battesimo fu acclamato vescovo di Poitiers. Combatté l'eresia ariana attraverso le sue opere, la più famosa delle quali è il 'De Trinitate". Approfondì gli studi anche durante sei anni di esilio. Tornato in sede ebbe come collaboratore il futuro vescovo di Tours, san Martino. Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa. (Avvenire)

Etimologia: Ilario = gaio, allegro, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Sant’Ilario, vescovo e dottore della Chiesa: elevato alla sede di Poitiers in Aquitania, in Francia, sotto l’imperatore Costanzo seguace dell’eresia ariana, difese strenuamente con i suoi scritti la fede nicena sulla Trinità e sulla divinità di Cristo e fu per questo relegato per quattro anni in Frigia; compose anche celeberrimi Commenti ai Salmi e al Vangelo di Matteo.

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Questo Padre e Dottore della Chiesa nacque a Poitiers, nell'Aquitania, verso il 315, da una distinta famiglia pagana, che gli fece impartire una solida educazione letteraria e filosofica a base neoplatonica. S. Ilario stesso nel trattato De Trinitate l'espone come, agitato dal problema del nostro destino, non ne abbia trovato una risposta soddisfacente nella filosofia pagana, ma soltanto nel prologo del Vangelo di S. Giovanni, in cui è detto che il Verbo disceso dal cielo dona a coloro che lo ricevono il potere di diventare figli di Dio.
Ilario era adulto quando ricevette il battesimo, sposato e padre di una figlia, Abra. Non è improbabile che per la sua vita austera e ferventissima il vescovo della città lo abbia aggregato alla sua chiesa con qualche ordine sacro. È certo però che quando morì, Ilario gli successe nell'episcopato e si sforzò di praticare quanto scriverà più tardi: "La santità senza la scienza non può essere utile che a se stessa. Quando si insegna, occorre che la scienza fornisca un alimento alla parola e che la virtù serva di ornamento alla scienza" (De Trinitate, VIII, l). Attratto dalla fama di lui S. Martino, lasciata, la milizia, venne a mettersi alla scuola acconsentendo a lasciarsi ordinare esorcista.
"Il Santo pastore fu ben presto spinto dalle circostanze a lottare tanto strenuamente contro l'arianesimo da essere considerato l'Atanasio dell'Occidente". Molti vescovi non accettavano la dottrina di Nicea (325) della consustanzialità del Figlio di Dio con il Padre, preferendo insegnare che gli era soltanto simile. Costanzo, figlio di Costantino, pretendeva di fare accettare le loro idee da tutto l'impero, pena l'esilio. Per la difesa dell'ortodossia S. Ilario convocò forse a Parigi nel 355, un'assemblea che scomunicò Valente e Ursacio, ambiziosi vescovi di corte, persecutori di Atanasio, e Saturnino, primate di Arles. che aveva condiviso le loro violenze. Costui e i suoi complici, imbaldanziti dall'indifferenza con cui Giuliano, governatore della Gallia, trattava le dispute dei teologi, si riunirono a Béziers. Per ordine di Costanzo, Ilario dovette prendervi parte, ma avendo ricusato di aderire alla politica religiosa dell'imperatore, fu deportato nel 356 nella Frigia. I vescovi della Gallia, in maggioranza ortodossi, non vollero che un intruso s'impadronisse della sede di Poitiers. Durante il suo esilio S. Ilario poté, difatti, con lettere dirigere la sua chiesa.
Nell'Asia Minore non rimase ozioso. Approfittò del tempo per comporre il suo capolavoro, De Trinitate in 12 libri, per studiare a fondo i problemi dell'oriente con larghezza di vedute, e cercare di ricondurre gli erranti alla fede nicena. "Non ho considerato come un delitto, dirà più tardi, di aver avuto colloqui con loro, anzi, pur rifiutando loro la comunione, di entrare nelle loro case di preghiera e di sperare ciò che si doveva attendere da loro per il bene della pace, allorché aprivamo loro una via al riscatto dei loro errori mediante la penitenza, un ricorso a Cristo mediante l'abbandono dell'anticristo". (Adv. Costant. 2). La stessa sollecitudine per la conciliazione manifesterà nel De Synodis, libro scritto per informare i vescovi della Gallia riguardo alle varie professioni di fede degli orientali.
Il suo esilio durava da quattro anni, quando, nel 359, Costanzo convocò un concilio a Rimini per gli occidentali, e un altro a Seleucia, nell'Isauria, per gli orientali. Ilario vi fu accolto favorevolmente e poté esporre la fede nicena, ma la concordia non fu raggiunta per il malanimo di molti. Dopo il sinodo il santo si portò a Costantinopoli per ottenere da Costanzo il permesso di discutere pubblicamente con Saturnino che era stato la causa del suo esilio, e di comparire nel concilio che si teneva allora nella città imperiale per potervi difendere la fede ortodossa sull'autorità delle Sacre Scritture. Per tutta risposta Costanzo lo rimandò a Poitiers sobillato dagli ariani, i quali, per sbarazzarsi dello scomodo avversario, glielo avevano dipinto "come seminatore di discordia e perturbatore dell'oriente".
A Poitiers Ilario fu accolto in trionfo. Appena seppe del suo ritorno, S. Martino lo raggiunse dal suo ritiro nell'isola Gallinaria (Albenga), e sotto la direzione del suo maestro fondò a Ligugé il più antico monastero della Gallia onde neutralizzare in parte almeno i tristi effetti della eresia.
Ilario ogni tanto andava a visitare i cenobiti per seguire le loro regole e prendere parte ai loro canti. È risaputo che fu egli il primo compositore di inni dell'occidente nell'intento di contrapporsi all'attività poetica degli ariani.
La situazione politica intanto era notevolmente cambiata dal mese di maggio 360, quando i soldati di stanza a Parigi avevano gridato imperatore Giuliano. Ilario ne approfittò con decisione e moderazione per radunare sinodi provinciali, onde confermare nell'ortodossia i vescovi rimasti fedeli, e richiamarvi quelli che avevano sottoscritto per ignoranza o timore formule erronee o compromettenti, come quella del concilio di Rimini. La deposizione di Saturnino di Arles e di Paterno di Périgueux segnò la disfatta dell'arianesimo nell'occidente. La morte di Costanzo (+361) diede un colpo decisivo alla supremazia ariana in Oriente, perché i vescovi furono richiamati dall'esilio, e l'anno dopo S. Atanasio potè radunare ad Alessandria il celebre "concilio dei confessori" e adottare con successo la moderazione del vescovo di Poitiers.
S. Ilario insieme con S. Eusebio, vescovo di Vercelli, combatté pure per due anni l'arianesimo in Italia, e tentò di cacciare dalla sede di Milano, Aussenzio, che il concilio di Parigi del 361 aveva anatematizzato. Questi, nel 364, appellò all'imperatore Valentiniano, allegando i decreti del concilio di Rimini da lui fatti sottoscrivere da tanti vescovi, e accusando i suoi avversari di turbare la pace religiosa. Queste considerazioni impressionarono l'imperatore il quale mantenne Aussenzio nella sua sede, soddisfatto di una professione di fede equivoca che costui aveva fatto alla presenza di dieci vescovi e di alti funzionari. S. Ilario, ricevuto l'ordine di lasciare Milano, scrisse il suo Contra Auxentium per smascherare le ipocrite reticenze di lui e mantenere l'integrità della fede tra il popolo.
Ritiratesi nella sua diocesi, il santo poté dedicarsi ai suoi studi prediletti e al commento dei Salmi, finché lo colse la morte il 1-11-367. Le sue reliquie nel 1562 furono bruciate dagli ugonotti. Pio IX nel 1851 lo proclamò Dottore della Chiesa.





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00giovedì 13 gennaio 2011 09:35

Sant' Agrizio di Treviri Vescovo

13 gennaio

Etimologia: Agrizio = selvatico, dal latino

Martirologio Romano: A Tréviri nella Gallia belgica, nell’odierna Germania, sant’Agricio, vescovo, che trasformò in chiesa la reggia donata da sant’Elena.





scri789
00giovedì 13 gennaio 2011 09:36

San Chentingerno (Kentingern) Vescovo e abate

13 gennaio

circa 518 – 603/612

Martirologio Romano: A Glasgow in Scozia, san Chentigerno, vescovo e abate, che in questa città pose la sua sede e si tramanda che abbia dato vita a una grande comunità monastica secondo il modello della Chiesa delle origini.


Mentre le notizie storiche su di lui sono quasi inesistenti e si perdono nelle nebbie del tempo che avvolgono le terre gallesi e scozzesi, abbondano invece le narrazioni leggendarie sulla vita di San Kentingern, che veniva chiamato anche “Mungo”, cioè “diletto”. Proprio su questo nome è basata una delle tante leggende: sua madre, la principessa Thaney, venne ingravidata da un uomo sconosciuto ed una volta scoperta fu condannata ad essere gettata, a bordo di un carretto, dalla cima di una rupe.
Miracolosamente si salvò e, dato alla luce il figlio, lo affidò a San Servano, che gli impose il nome di Mungo. Una volta cresciuto, Kentingern si mostrò desideroso di intraprendere una vita solitaria ed adottò allora lo stile monastico irlandese, stabilendosi infine nella zona dell’odierna Glasgow. Raccolse attorno a sé una nuova comunità e la fama delle sue virtù si diffuse a tal punto che la gente del luogo lo acclamò vescovo. La consacrazione episcopale avvenne per mano di un vescovo irlandese.
Intraprese la sua attività pastorale nella regione di Strathclyde, ma la turbolenta situazione politica lo costrinse ben presto all’esilio e secondo la tradizione fondò in Galles un grande monastero e fu vescovo di Sant’Asaph. Ritornato poi al nord, trascorse un periodo nel Dumfriesshire, per ritornare infine a Glasgow.
La leggenda dell’anello e del pesce, simboli raffigurati nel City Arms della città scozzese, narra che la moglie del re Rydderch diede quale pegno d’amore ad un cavaliere un anello regalatole dal consorte. Il sovrano sorprese allora il cavaliere nel sonno e senza svegliarlo gli sfilò l’anello e lo gettò in mare. Chiese poi alla regina di mostrargli l’anello che le aveva donato: essa, presa dal panico, chiamò Kentingern in suo soccorso e questi mandò un frate a pescare. Dentro ad un salmone pescato fu miracolosamente ritrovato l’anello.
Il santo vescovo incontrò San Colomba ormai in fin di vita e con lui scambio il suo bastone pastorale. Pare che morì verso l’anno 603 o secondo altre versioni nel 612, forse all’età di 85 anni che pare più brobabile di quella di 185 indicata da un biografo. In Scozia ed in altre diocesi vicine San Kentingern è venerato quale protovescovo di Glasgow, forse poichè secondo la tradizione nella cattedrale di tale città sarebbero custodite le sue reliquie.





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00giovedì 13 gennaio 2011 09:37

Beato Amedeo di Clermont Monaco

13 gennaio

m. Francia, 1150


Amedeo di Clermont il Vecchio era signore di Hauterive, nella regione Drôme, ed apparteneva ad una nobile famiglia imparentata con la casa reale di Franconia.Abbandonò il mondo con altri sedici cavalieri suoi vassalli entrando nell’Ordine dei Cluniacensi a Bonnevaux. Morì nel 1150, dopo essersi prodigato nella fondazione di vari monasteri. Nell’entrare a Bonnevaux portò con se il figlio omonimo, non ancora decenne. Quest’ultimo, che fu abate di Hautecombe e vescovo di Losanna, è venerato come “santo” il 30 agosto. Il padre invece, venerato come “beato”, è commemorato il 13 gennaio.




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00giovedì 13 gennaio 2011 09:38

Santi Domenico e Giuseppe Pham Trong Kham e Luca Thin Martiri

13 gennaio

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+ Nam Dinh, Vietnam, 13 gennaio 1859

Questi tre laici vietnamiti, martiri, sono stati canonizzati da Papa Giovanni Paolo II il 19 giugno 1988.

Martirologio Romano: Nella città di Nam Đinh in Tonchino, ora Viet Nam, santi martiri Domenico Phạm Trọng (Án) Khảm, Luca (Cai) Thìn, suo figlio, e Giuseppe Phạm Trọng (Cai) Tả: sotto l’imperatore Tự Đức preferirono subire le torture e la morte piuttosto che calpestare la croce.




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00giovedì 13 gennaio 2011 09:38

Beato Emilio Szramek Sacerdote e martire

13 gennaio

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Emil Szramek nacque a Tworkov, nei pressi di Slaskie in Polonia, il 29 settembre 1887. Ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Katowice, fu poi parroco in tale città. Per aver difeso la dottrina cristiana dinnanzi agli invasori nazisti, fu da questi arrestato l’8 aprile 1940 e deportato nel disumano campo di concentramento di Dachau, in Baviera. Qui morì per le torture subite il 13 gennaio 1942.
Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999 elevò agli onori degli altari ben 108 vittime della medesima persecuzione nazista, tra i quali il Beato Emilio Szramek, che viene dunque ora festeggiato nell’anniversario del martirio.

Martirologio Romano: Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Emilio Szramek, sacerdote e martire: di origine polacca, durante la guerra, fu disumanamente deportato in quel campo e morì sotto tortura per aver difeso la fede di Cristo davanti ai suoi persecutori.




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00giovedì 13 gennaio 2011 09:39

Sant' Erbino (Ervan) Re di Cornovaglia

13 gennaio e 29 maggio

V secolo


Figlio di Cystennin Gorneu e fratello di s. Digain, fu padre di s. Geraint, che divenne suo successore. Ebbe una chiesa mel Galles (Erbistock) e probabilmente fu il fondatore o il patrono della chiesa di S. Ervan in Cornovaglia. Morì prima del 480 e antichi calendari gallesi lo commemorano il 13 genn. O il 29 maggio.




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00giovedì 13 gennaio 2011 09:40

Santi Ermilio e Stratonico Martiri

13 gennaio

+ Belgrado, Serbia, 315 circa

Dopo numerosi tormenti i santi martiri Ermilio e Stratonico furono affogati nel fiume Danubio presso Belgrado sotto l’imperatore Licinio, nel 315 circa.

Martirologio Romano: A Belgrado in Mesia, nell’odierna Serbia, santi Ermilio e Stratonico, martiri, che sotto l’imperatore Licinio, dopo crudeli torture, furono affogati nel Danubio.


Nei sinassari bizantini vengono ri­cordati al 13 gennaio e al 2 giugno La notizia a loro dedicata in queste fonti concorda, per l'essenziale, con la passio greca pervenuta in almeno due recensioni. La seconda, una revisione meta-frastica, è stata pubblicata in traduzione latina negli Acta SS. Non ci si può, peraltro, fidare del tutto dei particolari di detta recensione, essendo evidentemente un testo più antico ampliato. Ermilo era diacono e fu denunziato a Licinio come cristiano. Questo accadde, sembra, a Singiduno nella Mesia Superiore (nelle vicinanze dell'attuale Belgrado). Dopo una permanenza di qualche gior­no in prigione, durante la quale fu sottoposto a vari interrogatori e diversi tormenti, Ermilo venne finalmente gettato nel fiume (Danubio) insieme con Stratonico. L'identità di questi non è tanto chia­ra: non si capisce bene se fosse un amico di Ermilo, commosso dai supplizi a lui inflitti e riconosciuto così come cristiano, o un carceriere da lui convertito. I loro corpi, essendo stati ritrovati tre giorni dopo il martirio, sarebbero stati traspor­tati dai fedeli a diciotto stadi da Singiduno. Men­tre il Calendario palestino-georgiano del Sinaiticus 34 commemora i due santi al 14 genn., un giorno dopo la Chiesa bizantina, non si trova invece nien­te a loro proposito nelle antiche fonti occidentali e nemmeno nel Martirologio Siriaco del IV sec. Al 3 ag. appare nel Martirologio Geronimiano la memoria di un Hermilus martire, ma senza preci­sazione geografica. Abusivamente, quindi, Floro collocò a Costantinopoli la commemorazione di Hermellus (la ragione è che quella città veniva nominata poco prima nel Geronimiano). Adone conservò la memoria di Ermilo, al 3 agosto, donde passò nel Martirologio Romano alla stessa data e nella stessa forma. I compilatori del Romano, però, non si avvidero che l'avevano già ricordato nella forma esatta insieme con Stratonico.
I due santi godevano di un culto speciale a Costantinopoli.





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00giovedì 13 gennaio 2011 09:40

San Goffredo di Cappenberg Monaco

13 gennaio

Nato verso la fine dell'XI secolo a Cappenberg in Germania, Goffredo fu influenzato dalla parola e dalla santità di vita di san Norberto e decise di lasciare tutto ciò che aveva " era un conte " e di seguire la vocazione. Insieme con il fratello Ottone eresse vari cenobi dell'Ordine premostratense. Anzi, la prima fondazione dell'Ordine in Germania ebbe origine da lui e fu Cappenberg nel 1122, cui ne seguirono altre due, Varlar e Ilbenstadt. La sua sposa Iutta entrò con due sorelle in un asceterio premostratense. Morto nel 1124 il conte Federico di Arnsberg, che si opponeva strenuamente ai suoi intenti, Goffredo prese l'abito dell'Ordine a Cappenberg. Curò la fondazione di un ospizio per gli infermi e i più deboli e praticò la povertà. Morí trentenne nel cenobio di Ilbenstadt il 13 gennaio 1127. (Avvenire)

Etimologia: Goffredo = protetto da Dio, dall'antico tedesco

Martirologio Romano: Nel monastero di Ilbenstadt in Germania, san Goffredo: conte di Cappenberg, contro il parere dei nobili decise di trasformare il suo castello in monastero e, assunto l’abito canonicale, intraprese una tenace opera a favore dei bisognosi e dei malati.


Nato verso la fine del sec. XI, influenzato dalla parola e dalla santità di vita di s. Norberto, decise di lasciare tutto ciò che aveva e di seguire Dio piú da vicino. Insieme con il fratello Ottone, eresse vari cenobi dell'Ordine Premostratense e li dotò di molti beni. Anzi, la prima fondazione dell'Ordine in Germania ebbe origine da lui e fu Cappenberg, (diocesi di Munster in W.) nel 1122, cui ne seguirono altre due: Varlar, presso Coesfeld, e Ilbenstadt. La sua sposa Iutta entrò con due sorelle in un asceterio premostratense. Morto nel 1124 il conte Federico di Arnsberg, che si opponeva strenuamente agli intenti di Goffredo, il santo stesso prese l'abito delI'Ordine a Cappenberg. Curò la fondazione di un ospizio per gli infermi e i poveri e praticò con animo sincero la povertà.
Morí, appena trentenne, nel cenobio di Ilbenstadt il 13 gennaio 1127; la sua festa si celebra nell'Ordine Premostratense il 16 gennaio.





scri789
00giovedì 13 gennaio 2011 09:41

Santi Gumesindo e Servidio Martiri

13 gennaio

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Gumesindo, sacerdote, e Servidio, monaco, che, essendosi professati cristiani davanti ai capi e ai giudici dei Mori, morirono per la fede in Cristo.




scri789
00giovedì 13 gennaio 2011 09:42

13 gennaio


37470 > Santa Ivetta (Iutta) di Huy 13 gennaio MR

90621 >
San Leonzio di Cesarea di Cappadocia Vescovo 13 gennaio

93927 >
Beato Matteo de Lana Mercedario 13 gennaio

72850 >
San Pietro di Capitolias Martire 13 gennaio MR

72600 >
San Remigio di Reims Vescovo 13 gennaio MR

37500 >
Beata Veronica da Binasco Vergine 13 gennaio MR

90700 >
San Vivenzio 13 gennaio


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