18 dicembre

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:55

Beati 6 Redentori Mercedari

18 dicembre

Mercedari redentori i Beati: Giacomo de Lara, Ludovico Gascò, Bernardo de Pratis, Pietro da Barcellona, Pietro de Quesada e Guglielmo de Quadres, sotto il generalato di San Pietro de Amer liberarono molti schiavi. Rianimarono di fede i prigionieri con le loro virtù e meriti lasciando molti allievi nella santità. Con la pace nel cuore, ognuno nel proprio convento, morirono e raggiunsero per sempre la patria eterna. L’Ordine li festeggia il 18 dicembre.




Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:56

San Flamiano (Flannano) di Killaloe Vescovo

18 dicembre

Martirologio Romano: A Killaloe in Irlanda, san Flannano, vescovo.


Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:57

San Flavito Eremita

18 dicembre

Italia VI sec. – Marcilly-le-Hayer (Francia), 18 dicembre 618?

Venerato a Marcilly-Le-Hayer e a Villemaur-sur-Vanne.

In francese è conosciuto come s. Flavy ed è venerato particolarmente a Marcilly-le-Hayer. È ricordato tramite una leggenda riportata da un manoscritto del IX secolo e il suo culto è abbastanza diffuso.
La leggenda racconta che Flavito, vissuto nella seconda parte del VI secolo e l’inizio del VII, fu fatto prigioniero in Italia e poi venduto a Troyes per trenta monete d’argento ad un certo Montanio, che lo impiegò nel suo fondo di “Marcelliacum” (Marcilly-le-Hayer) situato a circa 20 km a sud di Nogent-sur-Seine.
Si sa che fu insidiato dalla moglie del padrone, respingendo la sua passione sopportò le calunnie, non volle sposarsi e fece prosperare gli affari di Montanio.
Svincolato dalla schiavitù, ricevé la tonsura ecclesiastica e poi fu ordinato prete; costruì un oratorio nella zona, dove condusse vita da eremita; morì il 18 dicembre di un anno imprecisato.
Due avvenimenti che lo riguardano sono datati: lo ordinò sacerdote san Lupo vescovo di Sens (m. verso il 623) e avrebbe resuscitato il figlio di re Clotario II (584-629), quindi s. Flavito potrebbe essere morto intorno al 618; Marcilly-le-Hayer ha il centro del suo culto, vi si trovano due fontane del santo, di cui una la “fontaine d’Abondance” sarebbe sgorgata per un suo miracolo.
Nei dintorni vi sono due villaggi, uno Saint-Flavy porta il suo nome, l’altro Villamaur-sur-Vanne aveva una abbazia benedettina a lui dedicata e le sue reliquie sono qui venerate.
E' ricordato il 18 dicembre sin dall’XI secolo.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:57

San Graziano (Gaziano) di Tours Vescovo

18 dicembre

Etimologia: Graziano = riconoscente, caro, dal latino

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Gaziano, primo vescovo, che si dice sia stato trasferito da Roma a questa città e sia stato sepolto nel cimitero cristiano del luogo.

GAZIANO (lat. Catianus, Gatianus, Gratianus; fr. Cassien, Gatien, Gratien), santo.
Gregorio di Tours (m. 594), nell'Historia Francorum, racconta che nell'anno 250 furono inviati da Roma sette vescovi per evangelizzare la Gallia. Fra questi sette missionari figura Turonicis Catianus episcopas. D'altra parte, nel capitolo De Turonicis episcopis con cui termina l'Historia, Gregorio dà il catalogo cronologico dei vescovi di Tours: in testa figura Gaziano con un episcopato di cinquant'anni, dopo il quale la sede sarebbe rimasta vacante trentasette anni. Il successore di Gaziano sarebbe stato Litorius che governò la diocesi per trentatre anni; e il terzo vescovo fu s. Martino, l'ordinazione del quale si colloca nel 371 o 372.
Che cosa si può ritenere di tutto ciò? Gregorio ha raccolto dalla tradizione orale i nomi dei sette vescovi—ivi compreso quello di Gaziano—cosí come la data del loró invio in Gallia. Se si può ritenere il nome di Gaziano, la precisione cronologica è assai piú dubbia. La durata dei due primi episcopati e quella della vacanza sono state evidentemente calcolate per accordare la data della missione e quella dell'ordinazione di s. Martino. E' assai probabile che Gregorio abbia anticipato indebitamente le origini della Chiesa di Tours.
Gaziano dovrebbe porsi alla fine del sec. III o all'inizio del IV. In compenso i dettagli dati dallo stesso Gregorio sulla sepoltura di Gaziano: "in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum" ha tutte le apparenze di essere esatto. Vi era dunque un cimitero nel suburbio di Tours.
La cattedrale di Tours, primitivamente consacrata a s.Maurizio, è attualmente dedicata a s. Gaziano; ecco perchè è chiamata comunemente dal popolo La Gatianne. La festa di s. Gaziano è fissata al 18 dicembre.


Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:58

San Malachia Profeta

18 dicembre

Sofa, Palestina, ca. 519 al 425 a.C.

Il libro del profeta Malachia chiude, nell'Antico Testamento, la serie dei profeti minori. Emblematico il fatto che gli ultimi versetti parlino di un messaggero del Signore inviato per ristabilire il giusto rapporto tra Dio e il suo popolo. Una profezia messianica che nasce nel cuore della storia di Israele ma non si limita al contesto in cui ha avuto origine. Malachia opera alcuni decenni dopo la ricostruzione del tempio, che era avvenuta attorno al 520 a.C., dopo il ritorno dall'esilio. In questo periodo avevano già profetato e spinto a guardare avanti i profeti Aggeo e Zaccaria. Ma la ricostituzione del rito templare spesso appare svuotato della sua vera anima: la celebrazione dell'amore di Dio che opera nella storia. La voce di Malachia si leva per denunciare disinteresse ed esteriorità, lontananza dal Signore e ingiustizia. La soluzione prospettata dal santo profeta è quella di una preparazione all'incontro con il Signore. Un messaggio che risuona particolarmente adatto in questo periodo di Avvento. (Avvenire)

Martirologio Romano: Commemorazione di san Malachia, profeta, che, dopo il ritorno da Babilonia preannunciò il grande giorno del Signore e la sua venuta nel tempio e che sempre e dovunque si deve offrire al suo nome una oblazione pura.

Ascolta da RadioVaticana:
  

San Malachia è l’ultimo dei profeti minori della Bibbia, che gli ebrei chiamano per questo “Sigillo dei profeti”. Poco o nulla si sa della sua vita, era della tribù di Zabulon e nacque a Sofa; visse certamente dopo l’esilio babilonese (538 a.C.), durante la dominazione persiana, tuttavia non si può determinare con certezza se le sue profezie siano anteriori, contemporanee o posteriori al ritorno di Esdra in Palestina (sommo sacerdote ebreo, codificatore del giudaismo, V-IV secolo a.C.).
Giacché nei libri dell’Antico Testamento di Esdra e di Neemia non si parla di Malachia, si potrebbe dedurre che egli sia vissuto dopo di loro, variando le ipotesi dal 519 al 425 a.C.
Il libro di Malachia tratta dei problemi morali relativi alla comunità ebraica, reduce dalla prigionia babilonese e a cui rimprovera le lamentele contro la Provvidenza di Dio, stimolandola a pentirsi.
Egli mette in evidenza “l’elezione” d’Israele, che non è solo un privilegio onorifico di Dio, ma comporta degli obblighi, come ogni dono divino; rimprovera i sacerdoti che trascurano e offendono la dignità di Iahweh e del culto a Lui dovuto.
Nella requisitoria contro il malcostume egli è intransigente e condanna i matrimoni misti, difende la indissolubilità del matrimonio; il libro termina con una visione escatologica (cioè quello che seguirà alla vita terrena e alla fine del mondo), annunciante la venuta del messaggero di Dio, che farà una cernita dei buoni nel suo popolo; in questa profezia si può prefigurare la venuta di Giovanni Battista.
I Padri sono concordi nel vedere in Malachia il preannunzio profetico del sacrificio della Messa, con Gerusalemme che perde il titolo di “luogo dove bisogna adorare”, e Gesù che istituisce il rito eucaristico per tutta l’umanità.
Nel libro di Malachia, è notevolmente diffuso il senso dell’immutabile giustizia di Dio e dell’universalità della vera religione.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:59

Santi Namfamone e compagni Martiri in Africa

18 dicembre

Martirologio Romano: Nell’Africa settentrionale, commemorazione dei santi martiri Namfamone, Míggine, Sanámis e Lucítas, che, secondo la testimonianza del pagano Massimo di Madaura in una lettera a sant’Agostino, godevano di grande venerazione presso il popolo cristiano.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 09:59

Santi Paolo Nguyen Van My, Pietro Truong Van Duong e Pietro Vu Van Truat Martiri

18 dicembre

Martirologio Romano: Sul colle Gò-Voi nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Paolo Nguyễn Vǎn Mỹ, Pietro Trưỏng Vǎn Đường e Pietro Vũ Vǎn Truật, martiri, che, catechisti, saldi nella fede, morirono strangolati sotto l’imperatore Minh Mạng.


Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 10:00

Santi Quinto, Simplicio e compagni Martiri in Africa

18 dicembre

Etimologia: Quinto = il quinto figlio nato, dal latino

Emblema: Palma

Si tratta di un gruppo di 36 martiri che il ‘Martirologio Geronimiano’ elenca al 18 dicembre, classificandoli genericamente “in Africa”.
Oltre i nomi non vi sono indicazioni sufficienti a capire se sono morti tutti insieme, in un determinato luogo, e se sono tutti africani.
Il solo Quinto può identificarsi con il martire citato nella Lettera 71 di s. Cipriano, ucciso sotto Decio o Valeriano (251 o 253 ca.). In definitiva si può trattare di un gruppo di martiri di diverse epoche e di diverse regioni, accomunati nella celebrazione nello stesso giorno.
I loro nomi sono: Quinto, Simplicio, Pompinio, Paolo, Aritife, Cresto, Degno, Datulo, Feliciano, Mosé, Rogaziano, Martirio, Orato, Evasio, Vittoria, Privato, Tinno, Salvatore, Sito, Teturo, Vittorico, Celiano, Settimino, Rustico, Bassa, Lucania, Onorato, Saturnino, Ceciliana, Namfamone, Felice, Vincenzo, Aresto, Museo, Siddino, Adiutore.
È da ammirare il fatto che in tanta bufera persecutoria dei primi secoli del cristianesimo, si siano potuti raccogliere e tramandare almeno i nomi di questi sconosciuti cristiani, martirizzati in odio alla nuova religione.


Il nome Quinto deriva dal latino ‘Quintus’ e significa “quinto nato”; potrebbe però anche significare “nato nel quinto mese” che per gli antichi romani era il mese di luglio, giacché l’anno iniziava con marzo.


Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 10:01

San Wunibald di Heidenheim (Vunibaldo) Abate

18 dicembre

Wessex (Gran Bretagna), 701 - Heidenheim (Germania), 18 dicembre 761

Vunibaldo nacque nel 701 nel Wessex (Inghilterra) da una famiglia importante per la Chiesa: il fratello fu il grande vescovo di Eichstätt (Baviera) Villibaldo, lo zio Bonifacio, l'evangelizzatore della Germania, e la sorella Valburga, figura carismatica del ramo femminile del monastero di Heidenheim, fondato da Vunibaldo nella diocesi retta dal fratello. Fu importante centro culturale e missionario. Pellegrino a Roma e in Terra Santa, al ritorno entrò con Villibaldo tra i benedettini di Montecassino. Nel 738 fu chiamato dallo zio in Germania e mandato ad evangelizzare Turingia e Baviera. Morì nel 761. E quando il fratello ne fece esumare le spoglie, nel 777, esse erano intatte. Protegge sposi e minatori. (Avvenire)

Patronato: Sposi, Minatori

Martirologio Romano: Nel monastero di Hildesheim nella Baviera, in Germania, san Vinebaldo, abate, che, di origine inglese, insieme al fratello san Villibaldo seguì san Bonifacio e lo aiutò nell’opera di evangelizzazione delle popolazioni germaniche.


San Wunibald chiamato anche Wynnebald, nacque nel 701 nel Wessex, in Gran Bretagna, da genitori anglosassoni, il padre secondo tardive tradizioni, era un re di nome Riccardo e la madre si chiamava Wunna.
Divenuto giovane, nell’estate del 721 insieme al padre ed al fratello Willibald, intraprese un pellegrinaggio a Roma, una vera impresa per quell’epoca, ma il padre arrivato a Lucca, morì durante il viaggio.
Wunibald per motivi di studio, rimase a Roma in un monastero fino al 739, mentre il fratello Willibald proseguiva nel 723 fino alla Terra Santa, meta finale di molti pellegrinaggi medioevali.
Nel 729-30 Wunibald ritornò brevemente in Gran Bretagna e qui convinse ai suoi ideali ascetici, un altro fratello, di cui non si sa il nome e insieme ripartirono per Roma. Nel 738 nella città pontificia incontrò s. Bonifacio Winfrid (680-755) suo parente, il grande monaco anglosassone, evangelizzatore della Germania; Wunibald attratto dall’ideale missionario di s. Bonifacio, lasciò la vita contemplativa del monastero romano e nel 739 giunse come missionario in Turingia, regione della Germania, qui fu consacrato sacerdote dallo stesso Bonifacio, il quale gli affidò la cura di sette chiese, stabilendo la sede a Sülzenbrücken a sud di Erfurt.
Qui ritrovò anche suo fratello Willibald il quale fu consacrato nel 742, vescovo di Eichstätt, da s. Bonifacio, che era diventato arcivescovo di Magonza. Chiamato dal duca Odilone, Wunibald nel 744 si recò in Baviera per diffondere il suo apostolato missionario, nella regione presso il fiume Vils nel Pfalz Superiore.
Dopo tre anni di intenso lavoro, nel 747 ritornò da Bonifacio, arcivescovo di Magonza, ma la sua permanenza in questa città non fu lunga, egli contrariamente al fratello, era sempre attratto dalla vita monastica e dalla solitudine e così d’accordo con il fratello vescovo, acquistò in una zona isolata presso Eichstätt, un terreno e insieme ad alcuni compagni, nel 752 ne iniziò la coltivazione e nello stesso tempo cominciò ad erigere il monastero di Heidenheim.
Una volta completato il convento, ne divenne il primo abate, dedicandosi alle missioni ed al ripristino della fede cristiana nella popolazione, nel frattempo ricaduta nel paganesimo; fu ammirato ma anche odiato per il suo zelo e la sua austerità.
Gli ultimi anni della sua vita furono provati da grave malattia, nonostante ciò egli fece ancora un faticoso viaggio a Würzburg, per incontrare il vescovo locale e poi al monastero di Fulda, dove era la tomba di s. Bonifacio, morto nel 755; questi viaggi avevano lo scopo di mantenere in vita e sostenere il suo monastero.
Desiderava finire la sua vita a Montecassino, dove era già atteso, presso la tomba del patriarca s. Benedetto, alla cui Regola aveva affidato il suo monastero, ma il fratello vescovo Willibald lo distolse a causa dell’impedimento delle sue gravi infermità. Wunibald morì pertanto a Heidenheim, il 18 dicembre 761, assistito dal fratello e lì sepolto.
La sorella s. Valburga, monaca a Wimborne era stata trasferita ad Heidenheim come badessa delle monache, chiamata dal fratello Willibald, in questo cosiddetto doppio monastero, il cui ramo maschile era diretto da Wunibald, alla morte di questi, divenne badessa generale del doppio monastero; nel 776 Willibald fece costruire una chiesa più grande e un anno dopo fece trasferire solennemente il corpo del fratello abate, nella nuova cripta, confermando in tal modo il culto che era iniziato subito dopo la morte.
La maggior parte delle sue reliquie risultano disperse dal tempo della Riforma Protestante (XVI sec.), alcune sono sparse in varie città della Germania. La città di Eichstätt annovera tra i suoi santi patroni, almeno dal 1075, i tre fratelli Willibald, Wunibald e Valburga; durante i secoli vi sono state varie cerimonie e traslazioni che hanno visto le reliquie dei tre fratelli, insieme esposte alla venerazione dei fedeli.
S. Wunibald ha un culto molto diffuso in Germania ed è patrono di tante località, che non è possibile qui elencare; è stato anche soggetto molto rappresentato nell’arte; innumerevoli sono i bassorilievi, busti, pitture, reliquiari, sigilli, incisioni, statue che lo raffigurano, raramente da solo, è sempre in abiti da monaco, a volte con il pastorale di abate o con il libro della Regola e dal 1500 anche con una cazzuola in mano, simbolo della costruzione del monastero.


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:20.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com