19 novembre

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scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:20

Sant' Abdia Profeta

19 novembre

Quarto dei profeti minori visse probabilmente dopo la conquista di Gerusalemme avvenuta intorno al 587-586 a. C. Nel libro più breve dell’Antico Testamento, di cui è l’autore, cerca di consolare Gerusalemme con la speranza di una rapida restaurazione. Come i profeti d’Israele anche lui conferma l’esistenza di un solo Dio buono e giusto, che punisce i peccatori e vendica le ingiustizie fatte al suo popolo. Per la sua visione assai positiva nei confronti d’Israele, gli esegeti lo considerano l’annunciatore del Messia.

Etimologia: Abdia = servo di Jahvè, dall'ebraico

Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Abdia, profeta, che, dopo l’esilio del popolo d’Israele, preannunciò l’ira del Signore contro le genti nemiche.

Ascolta da RadioVaticana:
  
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Sul lato del campanile del duomo di Firenze una statua di Nanni di Bartolo rappresenta il profeta Abdia: è un giovane robusto a capo scoperto, con un ricco mantello e tra le mani il 'volumen', cioè il libro che contiene la sua 'visione' o profezia lanciata contro gli abitanti dell'Idumea, gli Edomiti, un popolo nomade della Palestina meridionale, discendenti da Esaù, quindi i più vicini per parentela agli Ebrei. Gli antichi Martirologi latini non facevano menzione di Abdia, che compare tuttavia nel Martirologio Romano e nel Sinassario Costantinopolitano alla data del 19 novembre. Le molte raffigurazioni di Abdia, quarto dei profeti minori, autore del libro più breve del Vecchio Testamento, testimoniano la larga devozione verso questo santo, che emerge dalla notte dei tempi antichi come un bagliore di vivida luce. 'Profeta piccolo per il numero dei versetti, non delle idee', dice di lui S. Girolamo.
I ventun versetti del suo libro contengono anzitutto una dura minaccia contro gli Edomiti. Gli antichi rancori, mai sopiti dall'epoca della ingegnosa frode di Giacobbe ai danni del fratello Esaù, erano esplosi durante e dopo la distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 587 a.C. per opera del babilonese Nabucodonosor. In quella tristissima ora per il popolo della Giudea, gli Edomiti diedero man forte agli invasori, partecipando attivamente al saccheggio della città e alla spietata caccia ai fuggiaschi. Mentre a consolare i deportati in Mesopotamia, costretti al lavoro coatto nel grande canale tra Babel e Nippur, c'era il grande profeta Ezechiele, tra i rimasti ci fu il giovane Abdia, che proferì una dura minaccia contro gli Edomiti insieme all'annuncio consolatorio della restaurazione di Gerusalemme, destinata ad accogliere il Messia.
Abdia sviluppa questi due temi con un canto lirico stupendo. Così si rivolge al confinante popolo idumeo: 'Ecco, io t'ho fatto piccolo fra le nazioni, tu sei molto spregevole. La superbia del tuo cuore ti ha ingannato... Per le uccisioni, per le ingiustizie commesse contro il tuo fratello Giacobbe, tu sarai coperto di confusione e perirai per sempre... La casa di Giacobbe sarà di fuoco e la casa di Esaù sarà di paglia, verrà bruciata e divorata'. Il profeta segue una linea religiosa tradizionale, il cui tema costante è l'affermazione della unicità di Dio Javhè, padrone assoluto di tutte le cose e giudice supremo, che punisce i peccatori e vendica le offese fatte al suo popolo. In questa conclusione ottimistica della 'visione' di Abdia gli esegeti vedono il preannunzio di Cristo e della Chiesa.




scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:21

Sant' Anastasio II Papa

19 novembre

m. 19 novembre 498

(Papa dal 24/11/496 al 19/11/498)
Romano di origine, combatté l'Arianesimo e ottenne la conversione di Clodoveo, re dei Franchi, che venne battezzato la notte di Natale del 498 o 499.

Etimologia: Anastasio = risorto, dal greco


Non si conoscono le origini della famiglia, probabilmente greca (nda: anastasìs significa resurrezione in greco) stabilitasi a Roma. Anastasio II fu consacrato papa il 24 novembre del 496.
Così come non risultano molte altre notizie sul suo pontificato, del resto di breve durata se non quelle nefaste per aver tentato una sorta di riconciliazione con gli eretici monofistici con la riammissione alle sue funzioni il diacono di Tessalonico Fotino, fervido seguace dell'idea monofisita.
La tradizione volle che questo papa fosse così impopolare, diversamente dal suo predecessore che fosse stato colpito dalla "maledizione divina" "nutu divinu percussus est"
Lo stesso Dante Alighieri, molti secoli dopo, finì per collocarlo nel canto XI, 6-9 dell' Inferno della Divina Commedia:

" ci racostammo, in dietro, ad un coperchio
d'un grand'avello, ov'io vidi una scritta
che dice: "Anastasio papa guardo,
lo qual trasse Fotin della via dritta".

Sempre secondo la tradizione la sua morte sarebbe stata simile a quella di Ario il quale, mentre era intento alle sue funzioni corporali e fisiologiche perse tutte le viscere che si sparsero sul terreno.
Questo sarebbe accaduto il 19 novembre del 498. Le sue spoglie furono sepolte sul sagrato di San Pietro ma il suo nome non comparì mai nè sul martirologio nè sul calendario universale.


scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:22

Sant' Attone di Tordino Abate

19 novembre


Il monastero benedettino di S. Niccolò in Tordino (Teramo) fu fondato nel 1004 e posto alle dipendenze di Montecassino; Attone ne fu il primo abate o priore. Un tempo, nei giorni di Pentecoste, i fedeli si recavano in pellegrinaggio alla sua tomba e bevevano l'acqua che stillava dal soffitto sopra il sarcofago. Il sepolcro e le reliquie di A. sono oggi scomparsi, e se ne celebra solo la festa il 19 novembre nella cattedrale di Teramo e nella chiesa parrocchiale (già abbaziale) di S. Atto, unita dal 1477 col Capitolo del Duomo.




scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:22

San Barlaam di Antiochia Martire

19 novembre

Martirologio Romano: Ad Antiochia in Siria, san Barlaam, martire, che, contadino e analfabeta, ma forte della sapienza di Cristo, costretto a tenere in mano carboni ardenti e incenso da offrire agli dei, resistette con fede invitta e, per la ferocia del tiranno, ottenne la palma del martirio.




scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:23

Beati Eliseo Garcia Garcia e Alessandro Planas Sauri Salesiani, martiri

19 novembre

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+ Garraf, Spagna, 19 novembre 1936

Martirologio Romano: Nel villaggio di Garraf nel territorio di Valencia in Spagna, beati martiri Eliseo García, religioso della Società Salesiana, e Alessandro Planas Saurí, che, durante la persecuzione contro la fede, furono ritenuti degni di essere associati al sacrificio salvifico di Cristo.


Eliseo Garcia Garcia
El Manzano, Spagna, 25 agosto 1907 - Garraf, Spagna, 19 novembre 1936
Nacque a El Manzano (Salamanca) il 25 agosto 1907. Passò a Campello (Alicante), dove durante le persecuzioni nel periodo della Repubblica ebbe a sopportare non pochi disagi per il suo rapporto con i religiosi. Nonostante questo fece la sua professione come salesiano coadiutore In Gerona nel 1932, e vi rimase per un certo tempo prima di trasferirsi a Sant Vicent dels Horts (Barcellona). Quando scoppiò la guerra, non volle abbandonare i ragazzi che vi abitavano, finché non vennero espulsi. Qualche giorno dopo ritornò a Sant Vicent per visitare il Sig. Planas; i miliziani, che lo stavano pedinando, li fermarono tutti e due. Il loro passato da religiosi fu ragione sufficiente perché fossero fucilati il 19 novembre.

Alejandro Planas Sauri
Matarò, Spagna, 31 ottobre 1878 - Garraf, Spagna, 19 novembre 1936
Nato a Mataro (Barcellona) nel 1875, non poté divenire salesiano per un grave impedimento: era sordo (e il "Sord", in catalano, diventò un nomignolo affettuoso con cui era conosciuto). I salesiani furono la sua famiglia. Passò quaranta anni nella casa di Sant Vicent dels Horts (Barcellona), dove era molto apprezzato e rispettato. Abile scultore, possedeva una cultura e unavita religiosamolto profonde. Pensò che rimanendo nel collegio, dopo l'espulsione dei ragazzi e dei salesiani, non gli sarebbe potuto capitare niente, ma la visita che gli fece Don Eliseo Garda fu il pretesto per eliminarlo.




scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:24

Sant' Eudone Abate

19 novembre

Martirologio Romano: Nella regione del Vélay in Francia, sant’Eudone, abate.





scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:25

San Fausto di Alessandria Diacono e martire

19 novembre

Etimologia: Fausto = propizio, favorevole, dal latino

Emblema: Palma

Ascolta da RadioRai:
  

Particolari della sua vita si trovano in alcuni capitoli della Storia Ecclesiastica di Eusebio. Fu diacono della Chiesa alessandrina dalla metà del sec. III fino agli inizi del sec. IV. Durante la persecuzione di Valeriano, giudicato dal prefetto Emiliano, insieme col vescovo Dionigi e con i diaconi Eusebio e Cheremone, subì l'esilio nella regione di Kefro in Libia col proprio vescovo e con Caio, Pietro e Paolo; poi, mentre Dionigi veniva trasferito altrove, egli ritornò in Egitto, ove fu costretto a vita randagia insieme con i diaconi Eusebio e Cheremone. Eusebio ha fatto di lui questo elogio: "Si è distinto nel confessare la fede ed è stato poi riservato sino alla persecuzione succeduta al nostro tempo (= Diocleziano); vecchio e pieno di giorni ha consumato nell'età nostra il martirio per decapitazione" (VII, 11, 26).
Il Martirologio Romano lo commemora al 19 novembre, tuttavia il suo nome ricorre altre volte: al 3 ottobre, con Caio, Pietro e Paolo; al 4 con Caio, Eusebio, Cheremone e Lucio. Si tratta sempre del diacono ricordato il 19 novembre, poiché i suoi compagni non sono altri che i diaconi alessandrini, menzionati da Eusebio, perseguitati insieme con il loro vescovo Dionigi, durante l'impero di Valeriano. Più difficile si presenta un altro problema: il Martirologio Romano, che desume la notizia da Eusebio, (parla di un "prete" Fausto 26 novembre), martire ad Alessandria, insieme con Didio, Ammonio ed altri (v.), sotto l'impero di Massimino Daia e Calerio. Questo "prete" Fausto vissuto sotto il vescovo Pietro, secondo il Tillemont e l'Allard potrebbe essere identificato con il diacono, ma è più verosimile ammettere che si tratti di due martiri distinti. L'ultima persecuzione, infatti, ebbe in Egitto varie fasi con moltissimi martiri, per cui si può ritenere che il diacono Fausto fosse vittima nel primo periodo (303-305), mentre il prete Fausto fu martirizzato nel secondo periodo sotto Massimino Daia (311).




scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:25

San Filosofo di Vercelli Vescovo

19 novembre

Vercelli, VI secolo


Un antico calendario eusebiano, pubblicato in un volume del 1676, stabiliva la festa di s. Filosofo vescovo di Vercelli, nell’omonima diocesi, al 19 novembre, culto oggi scomparso.
S. Filosofo fu il diciannovesimo vescovo della diocesi di Vercelli, così come lo riporta il catalogo episcopale della città.
Per poter stabilire, sia pure approssimativamente, il periodo del suo episcopato, bisogna partire dal dato certo di s. Flaviano, 14° vescovo morto nel 542, così come indicato dalla sua iscrizione sepolcrale e calcolando una media di 10 anni per i successivi quattro vescovi, dei quali si ignorano i dati cronologici, si arriva a san Filosofo nell’arco di tempo dei due ultimi decenni del VI secolo; uno storico locale lo dice contemporaneo di s. Gregorio Magno (535-604).
A causa delle devastazioni subite dalla basilica cattedrale e dall’annesso archivio, da parte degli Ungari nell’899, e poi da Arduino di Ivrea (955-1015) che l’incendiò, tutta la storica documentazione andò distrutta, per cui le poche notizie conosciute sui primi 40 vescovi, si possono desumere da qualche iscrizione sepolcrale e da qualche libro liturgico locale.
Anche di s. Filosofo non si conoscono notizie sulla sua vita e sui meriti, né contemporanee né posteriori, tuttavia è confermata la sua santità.
Nel 1145 il vescovo Ginulfo elevò a collegiata l’antichissima Pieve di S. Lorenzo, sul monte presso il borgo di Gattinara e poiché in essa da tempo immemorabile erano conservate le sacre spoglie di s. Flaviano, alcuni storici locali dedussero che tale provvedimento volesse onorane la memoria e rinnovarne il culto.





scri789
00venerdì 19 novembre 2010 09:26

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