2. Anzitutto mediante la realizzazione, sul piano istituzionale, di un ordine della comunicazione che garantisca un uso retto, giusto e costruttivo dell'informazione, rimuovendo sopraffazioni, abusi e discriminazioni fondate sul potere politico, economico e ideologico.
Non si tratta qui in primo luogo di pensare a nuove applicazioni tecnologiche, quanto piuttosto di ripensare i principi fondamentali e le finalità che devono presiedere alla comunicazione sociale, in un mondo che è divenuto come una sola famiglia e dove il legittimo pluralismo deve essere assicurato su una base comune di consenso intorno ai valori essenziali della convivenza umana.
A questo fine si esige una sapiente maturazione della coscienza tanto per gli operatori della comunicazione quanto per i recettori e si rendono necessarie scelte oculate, giuste e coraggiose da parte dei pubblici poteri, della società e delle istituzioni internazionali