25° Congresso Eucaristico Nazionale: Salmo 81 e san Tommaso d'Aquino - 10/9/2011

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lazzaro2004
00venerdì 16 settembre 2011 23:09
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Salmo 81

Rit. Ci nutri con fiore di frumento, ci sazi con miele dall roccia

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate al Dio di Giacobbe.
Intonate il canto e suonate il timpano,
la cetra melodiosa con l'arpa.

Suonate la tromba
nel plenilunio, nostro giorno di festa.
Questa è una legge per Israele,
un decreto del Dio di Giacobbe.

Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe,
quando usciva dal paese d'Egitto.
Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.

Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato,
avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.

Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto;
apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito.
L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore,
che seguisse il proprio consiglio.

Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia».

O prezioso e meraviglioso convito!

L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità,
assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dèi.
Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza.
Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull'altare della
croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo
valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante
schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati.
Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande
beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue
come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali
salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso?
Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come
nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio.
Che cosa di più sublime di questo sacramento?

Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù
vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni,
e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa
l'Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti,
essendo stata istituita per la salvezza di tutti.
Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento.
Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa
fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo
ha dimostrato nella sua passione.

Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata la Pasqua
con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre.
L'Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure
dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo,
il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

Dalle "Opere" di san Tommaso d'Aquino, dottore della Chiesa
(Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect. 1-4)

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