28 dicembre

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Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:19

Sant' Antonio di Lerins Vescovo

28 dicembre

Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Antonio, monaco, che, uomo illustre per garbo e preparazione, dopo aver condotto vita solitaria, si ritirò ormai vecchio nel monastero di Lérins in Provenza, dove si addormentò piamente nel Signore.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:20

Santa Caterina Volpicelli

28 dicembre

Napoli, 21 gennaio 1839 - Napoli, 28 dicembre 1894

Nata a Napoli in una famiglia dell’ alta borghesia, Caterina Volpicelli, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù, incarna l’itinerario, umano e spirituale di una donna, per l’opera d’avanguardia, realizzata attraverso un travagliato cammino di crescita personale, si pone al centro della storia della Chiesa e della vita cattolica Napoletana come persona di grande fascino mistico e originalità carismatica.

Martirologio Romano: A Napoli, beata Caterina Volpicelli, vergine, che, tutta dedita all’assistenza dei poveri e dei malati, fondò l’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore, in cui cercò di fare sempre esprimere la carità cristiana in attività adeguate alle esigenze della società contemporanea.


Nasce a Napoli il 21 gennaio 1839, da una famiglia dell’alta borghesia. Educata in casa, secondo i sani valori della tradizione del Meridione d’Italia, passa poi a completare la sua formazione nel Real Collegio
di s. Marcellino, avendo così un alto grado di cultura, cosa non comune per una donna del suo .tempo.
Desiderando di poter raggiungere “l’intima unione con Dio” entra a 20 anni nel Monastero delle Adoratrici Perpetue, ma deve lasciare dopo sei mesi per la salute cagionevole, il beato Ludovico da Casoria “amico dell’anima sua” glielo aveva predetto ripetendogli: “Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua”.
Nel 1864 viene a conoscenza dell’esistenza dell’Associazione ‘Apostolato della Preghiera’ e qui la sua vita ha una svolta decisiva.
Scrive al padre Enrico Ramière, che incontrerà anche personalmente e da lui riceverà tutte le notizie riguardo la nascente Associazione, di cui avrà il diploma di zelatrice (il primo a Napoli), ne diventerà il vero Centro per l’espandersi del Movimento.
Le prime zelatrici saranno anche le prime compagne di Caterina nell’apostolato e nella fondazione dell’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore.
Napoli è la patria di s. Tommaso e di s. Alfonso, i teologi dell’Eucaristia, che hanno segnato la pietà popolare e nel cui solco si colloca anche l’amore di Caterina Volpicelli per il ss. Sacramento. E’ l’Eucaristia la sorgente del suo convinto servizio alla Chiesa, articolato in un apostolato vario ed ispiratore di una famiglia religiosa. Considera la Chiesa il Corpo Mistico di Cristo e venera i Pastori con devozione filiale e eroica umiltà, accettando da loro ogni sorta di prova che richiedono.
Dalla sua casa partirà il beato Bartolo Longo, guarito in salute, convertito alla fede cattolica, diventato anch’esso zelatore dell’Apostolato della Preghiera, per cominciare la grande opera del Santuario di Pompei.
Lasciata la casa paterna, fissa la sua dimora e la sede delle sue opere in Largo Petrone alla Salute ove in seguito, auspice il cardinale arcivescovo Sisto Riario Sforza, per la presenza di gesuiti insigni, di P. Ludovico, per la predicazione quasi ininterrotta di esercizi spirituali, diventerà un vivissimo Centro di spiritualità.
Dietro l’invito del cardinale, Caterina fonda l’Istituto delle Ancelle del s. Cuore che contrariamente agli Ordini religiosi femminili dell’epoca, dediti soprattutto alla contemplazione e alle opere assistenziali, sorge per l’apostolato e la santificazione delle anime. Non c’è un abito religioso, l’Istituto ha tre rami, uno religioso e due laicali, lo studio della teologia, il servizio della Chiesa sono tutte specifiche che anticipano quasi un secolo prima le novità del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il 14 maggio 1884, il nuovo arcivescovo di Napoli Guglielmo Sanfelice consacra il Santuario dedicato al Sacro Cuore eretto in adiacenza alla Casa Madre.
Il 21 novembre 1891 si celebra a Napoli il 1° Congresso Eucaristico Nazionale, alla Volpicelli e alle sue figlie viene dato l’incarico dell’organizzazione delle Adorazioni in Cattedrale, la preparazione alla confessione e Comunione generale, la gestione degli arredi sacri.
Il 28 dicembre 1894, Caterina Volpicelli, muore a soli 55 anni, a Napoli.
All’alba del III millennio, il papa Giovanni Paolo II, la proclama beata in Piazza s. Pietro il 29 aprile 2001, avverandosi così l’auspicio del suo primo biografo M. Jetti “Napoli abbia presto, al pari delle fortunate città di Alessandria, Siena, Genova e Bologna, la sua santa Caterina”.
E' stata canonizzata a Roma da papa Benedetto XVIil 26 Aprile 2009.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:20

San Gaspare Del Bufalo Sacerdote

28 dicembre

Roma, 6 gennaio 1786 - Roma, 28 dicembre 1837

Nato a Roma il 6 gennaio 1786 fin da piccolissimo fu dedito alla preghiera e alla penitenza. Suo padre era cuoco del principe Altieri, sua madre si occupava della famiglia e gli assicurò una buona educazione cristiana. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808 si specializzò nell'evangelizzazione dei «barozzari», carrettieri e contadini della campagna romana. Condannato all'esilio per aver rifiutato il giuramento di fedeltà a Napoleone, passò quattro anni in carcere tra Bologna, Imola e la Corsica. Tornato a Roma, dopo la caduta dell'imperatore francese Papa Pio VII gli affidò l'incarico di girare l'Italia predicando e dedicandosi soprattutto alle missioni popolari. Devotissimo al Prezioso sangue di Gesù, il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei missionari del preziosissimo sangue. Gli appartenenti a quest'ordine si dedicano alla predicazione e all'insegnamento. Nel 1834, insieme a Maria de Mattia diede vita al ramo femminile della Congregazione: «Le suore dell'adorazione del preziosissimo sangue». Morì a Roma il 28 dicembre 1837. È stato canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954. (Avvenire)

Etimologia: Gaspare = amabile maestro, dal persiano

Martirologio Romano: A Roma, san Gaspare del Bufalo, sacerdote, che lottò strenuamente per la libertà della chiesa e, anche in carcere, non smise mai la sua opera di conversione dei peccatori alla retta via, in particolare attraverso la devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo, in cui onore intitolò le Congregazioni dei Missionari e delle Suore da lui fondate.

Ascolta da RadioVaticana:
  
Ascolta da RadioRai:
  
Ascolta da RadioMaria:
  

Nato a Roma il 6 gennaio 1786 da Antonio ed Annunziata Quartieroni, fin dai primi anni si fece notare per una vita dedita alla preghiera e alla penitenza.
Completati gli studi presso il Collegio Romano, nel 1798 indossò l'abito talare e si diede ad organizzare opere di assistenza spirituale e materiale a favore dei bisognosi. Si deve a lui la rinascita dell'Opera di S. Galla, della quale fu eletto direttore nel 1806. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l'apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in S. Maria in Pincis e specializzandosi nella evangelizzazione dei " barozzari ", carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino.
Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni. Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale.
Quale mezzo efficacissimo per promuovere la conversione dei peccatori, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione, scelse la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú e ne divenne ardentissimo apostolo.
il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si iscrissero uomini di grande santità, come il ven. servo di Dio d. Giovanni Merlini, Giovanni Mastai Ferretti, il futuro Pio IX .
Nel 1834, inoltre diede inizio all'Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue, coadiuvato dalla beata Maria De Mattias, che egli stesso aveva chiamato a tale missione.
Sostenne con straordinario coraggio la lotta accanita che gli mossero le società segrete, in particolare la massoneria. Ma nonostante le loro minacce e gli attentati alla sua stessa vita, non cessò mai di predicare apertamente contro tali sette, fucine di rabbioso laicismo ateo; convertí intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica.
Ma un'altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio. Leone XII, dietro consiglio del card. Belisario Cristaldi, inviò in mezzo a loro Gaspare, che con le sole armi del crocifisso e della misericordia evangelica, riuscí a ridurre la terribile piaga nei dintorni di Roma ed a riportare pace e sicurezza tra le popolazioni.
Morí a Roma il 28 dicembre 1837.
Fu beatificato da s. Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza S. Pietro. Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di S. Maria in Trivio.
Patrono della città di Sonnino (LT), patria del Brigantaggio, che Gaspare salvò dalla completa distruzione.
La sua data di culto per la Chiesa Universale è il 28 dicembre, mentre la sua Congregazione lo ricorda in data 21 ottobre.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:21

Beato Gregorio da Chaors Mercedario

28 docembre

XV secolo

Maestro in Sacra Teologia, il Beato Gregorio da Cahors, di origine francese fu un mercedario di stimata notorietà. Inviato nel 1462 in terra d'Africa per redimere, liberò 184 schiavi da una grave prigionia dei barbari oppressori. Ritornato poi in patria nel convento di Santa Maria in Tolosa si dedicò completamente alla preghiera e contemplazione celeste fino a che migrò al Signore.
L'Ordine lo festeggia il 28 dicembre.




Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:21

Beato Hryhorij Khomysyn Vescovo e martire ucraino

28 dicembre

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Hadynkivtsi, Ternopil, 25 marzo 1867 - Kiev, 28 dicembre 1945

Nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil, in Ucraina). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacerdote. Nel 1902 fu nominato rettore del seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk. Fu arrestato dalle autorità comuniste prima nel 1939 e poi l’11 aprile del 1945. A causa delle torture subite e delle percosse ricevute durante gli interrogatori, il beato Hryhorij morì il 28 dicembre 1945 nell’ospedale del carcere di Lukianivska a Kiev. Fa parte del gruppo di 26 martiri della Chiesa greco-cattolica morti fra il 1935 e il 1973, perseguitati dal regime comunista che appoggiava la Chiesa ortodossa a cui essi rifiutavano di aderire. Sono stati beatificati da Giovanni Paolo II nel 2001 a Leopoli (Lviv), durante il viaggio apostolico in Ucraina.

Emblema: Bastone pastorale, Palma

Martirologio Romano: A Kiev in Ucraina, beato Gregorio Khomyšyn, vescovo di Ivano-Frankivsk e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, meritò di sedere al banchetto celeste dell’Agnello.


Il beato nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacredote. Nel 1902 fu nominato Rettore del Seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk.
Fu arrestato dalle autorità comuniste prima nel 1939 e poi l’11 aprile del 1945. A causa delle torture subite e delle percosse ricevute durante i famigerati interrogatori, il beato Hryhorij morì il 28 dicembre 1945 nell’ospedale del carcere di Lukianivska a Kiev.
Fa parte del gruppo di 26 martiri della Chiesa greco-cattolica morti fra il 1935 e il 1973, perseguitati dal regime comunista che appoggiava la Chiesa ortodossa a cui essi rifiutavano di aderire; sono stati beatificati da papa Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001 a Leopoli (Lviv) durante il suo pellegrinaggio apostolico in Ucraina.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:22

Santi Innocenti Martiri

28 dicembre

sec. I

Gli innocenti che rendono testimonianza a Cristo non con le Parole, ma con il sangue, ci ricordano che il martirio è dono gratuito del Signore. Le vittime immolate dalla ferocia di Erode appartengono, insieme a santo Stefano e all'evangelista Giovanni, al corteo del re messiniaco e ricordano l'eminente dignità dei bambini nella Chiesa. (Mess. Rom.)

Patronato: Bambini

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Festa dei santi Innocenti martiri, i bambini che a Betlemme di Giuda furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato, onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l’Agnello.

Ascolta da RadioVaticana:
  

La Chiesa onora come martiri questo coro di fanciulli ("infantes" o "innocentes"), vittime ignare del sospettoso e sanguinario re Erode, strappati dalle braccia materne in tenerissima età per scrivere col loro sangue la prima pagina dell'albo d'oro dei martiri cristiani e meritare la gloria eterna secondo la promessa di Gesù: " Colui che avrà perduto la sua vita per causa mia la ritroverà". Per essi la liturgia ripete oggi le parole del poeta Prudenzio: "Salute, o fiori dei martiri, che sulle soglie del mattino siete stati diverti dal persecutore di Gesù, come un turbine furioso tronca le rose appena sbocciate. Voi foste le prime vittime, il tenero gregge immolato, e sullo stesso altare avete ricevuto la palma e la corona".
L'episodio è narrato soltanto dall'evangelista Matteo, che si indirizzava principalmente a lettori ebrei e pertanto intendeva dimostrare la messianicità di Gesù, nel quale si erano avverate le antiche profezie: "Allora Erode, vedendosi deluso dai magi, s'irritò grandemente e mandò ad uccidere tutti i bambini che erano in Betlem e in tutti i suoi dintorni, dai due anni in giù, secondo il tempo che aveva rilevato dai magi. Allora si adempì ciò che era stato annunciato dal profeta Geremia, quando disse: Un grido in Rama si udì, pianto e grave lamento: Rachele piange i suoi figli, né ha voluto essere consolata, perché non sono più".
L'origine di questa festa è molto antica. Compare già nel calendario cartaginese del IV secolo e cent'anni più tardi a Roma nel Sacramentario Leoniano. Oggi, con la nuova riforma liturgica, la celebrazione ha un carattere gioioso e non più di lutto com'era agli inizi, e ciò in sintonia con le simpatiche consuetudini medioevali che celebravano in questa ricorrenza la festa dei "pueri" di coro e di servizio all'altare. Tra le curiose manifestazioni ricordiamo quella di far scendere i canonici dai loro stalli al canto del versetto "Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles".
Da questo momento i fanciulli, rivestiti delle insegne dei canonici, dirigevano tutto l'uffìcio del giorno. La nuova liturgia, pur non volendo accentuare il carattere folcloristico che questo giorno ha avuto nel corso della storia, ha voluto mantenere questa celebrazione, elevata al grado di festa da S. Pio V, vicinissima alla festività natalizia, collocando le innocenti vittime tra i "comites Christi", per circondare la culla di Gesù Bambino dello stuolo grazioso di piccoli fanciulli, rivestiti delle candide vesti dell'innocenza, piccola avanguardia dell'esercito di martiri che testimonieranno col sangue la loro appartenenza a Cristo.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:23

Beata Mattia Nazarei (Nazzareni)

28 dicembre

Matelica, Macerata, 1 marzo 1253 - 28 dicembre 1320

La beata Mattia dei nobili de Nazareni di Matelica, ricusato il matrimonio si ritirò in monastero e professò la regola di santa Chiara. Per la sua grande prudenza e per le sue elette virtù fu per 40 anni Madre Abbadessa, diventando il modello e la madre buona delle sue consorelle. Il suo digiuno fu quasi per perpetuo. Devotissima della passione di Gesù, fu chiamata al gaudio eterno il 28 dicembre del 1320.

Martirologio Romano: A Matelica nelle Marche, beata Mattia Nazzareni, badessa dell’Ordine delle Clarisse.


Il primo marzo 1253, dai coniugi Sibilla e Gualtiero della nobile famiglia Nazzareni di Matelica (MC), nacque la piccola Mattia. Fin dai suoi primi anni il suo cuore si orientò verso Dio, infatti, nonostante le aspirazioni paterne fossero di maritarla con Piero dei Conti Gualtiero, la beata Mattia scelse di rinunciare al matrimonio e al ricco patrimonio familiare per divenire figlia di Santa Chiara. A diciotto anni entrò nel monastero di Santa Maria Maddalena e si presentò alla Badessa pregandola di accettarla fra le Clarisse. La Badessa , temendo le ire del padre di Mattia, la convinse a far ritorno a casa, in attesa del beneplacido paterno. Mattia non si persuase alle ragioni della Badessa e si ritirò nell'oratorio a pregare. Trovata per caso, in un cantuccio una vecchia tonaca la indossò, si recise le bionde trecce e prostratasi dinanzi all'immagine del Crocifisso chiese aiuto al Signore. Quando arrivò nel monastero il padre Gualtiero, rimase colpito dalla determinazione della figlia e desistette dal proposito di riportarla a casa. Iniziò così per Mattia il suo noviziato improntato alla preghiera, al digiuno e alla dedicazione alle opere più umili del monastero, divenendo ben presto modello per le religiose già osservanti della Santa Regola. Il 10 agosto 1271, davanti al notaio fece la rinuncia del suo patrimonio donando parte ai poveri e parte al monastero ed emise la Professione Solenne. Nel 1279, morta la Badessa, la comunità all'unanimità elesse Suor Mattia, per la lodevole condotta, la pietà ed lo zelo. Suor Mattia esercitò tale carica per quarant'anni consecutivi, cioè fino alla sua morte. Durante il suo governo Suor Mattia condusse a termine due imprese materiali, assai ardue se si pensa che la comunità viveva in estrema povertà: la chiesa ed il monastero. La chiesa era troppo piccola ed il monastero troppo angusto per accogliere le numerose giovani che, dietro l'esempio e la fama di Mattia, chiedevano di vivere la Regola di Santa Chiara. Suor Mattia era tanto sensibile alle sventure del prossimo da essere chiamata "madre della carità" ed era sempre pronta a consolare gli afflitti con parole che recavano pace e serenità. Dopo 48 anni di incessante preghiera , di penitenze e di dedizione al prossimo, Suor Mattia presagì il giorno e l'ora della sua morte. Era il 28 dicembre 1320, la Beata aveva 67 anni. Era appena spirata, quando Dio manifestava già con nuovi prodigi la gloria della sua sposa fedele. Il corpo della beata emanò una fragranza di Paradiso, da inondare tutto il monastero, avvolto in un fascio di luce da richiamare l'attenzione dei concittadini che corsero a vedere lo straordinario fenomeno. Essi videro in mezzo a tanto splendore una lucentissima stella, che con il suo raggio metteva capo al corpo della Beata, come a testimoniare la sua santità. Il 27 luglio 1765 il papa Clemente XIII approvò il decreto di beatificazione.
I prodigi che la Beata andava operando le crearono una fama, che varcò i confini di Matelica e causarono un continuo accorrere di fedeli. Questo crescente afflusso di pellegrini lungo il corso dei secoli determinò tre traslazioni del venerabile corpo, per meglio destinarle nella sua chiesa un posto di privilegio. Ad ogni traslazione il corpo della Beata e le sue reliquie emanarono un prodigioso Umore Sanguigno, fenomeno che si ripeté anche ad ogni ricognizione cadaverica.
I panni macchiati dall'Umore Sanguigno, divisi in pezzetti , vengono ancora oggi distribuiti fra i molti devoti della Beata come reliquie in segno di protezione.



Stellina788
00venerdì 17 dicembre 2010 11:23

San Teona (Teone) d'Alessandria Vescovo

28 dicembre

Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto, san Teone, vescovo, che fu maestro e predecessore di san Pietro martire.


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