28 giugno

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Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 11:47

Sant' Argimiro di Cordova Martire

28 giugno


Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, sant’Argimíro, martire, che, monaco di ormai avanzata età, durante la persecuzione dei Mori, sotto il regno di Maometto II, ricevette dal giudice l’ordine di rinnegare Cristo e, rimasto fermo nel confessare la sua fede,


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:01

Sant' Attilio Soldato e martire

28 giugno

circa III-IV secolo

Sant'Attilio è forse identificabile con un martire, presunto soldato della mitica Legione Tebea, venerato presso Trino Vercellese. Il suo culto non è però mai stato suffragato dall'inserimento nei martirologi ufficiali della Chiesa.

Etimologia: Attilio = forse attivo o avo, nonno, dal latino

Emblema: Bandiera, Elmo, Palma



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:02

Beato Eimerado Sacerdote eremita

28 giugno

Eimerado (in tedesco Heimerad, Heimrad oppure Heimo) fa parte di quella schiera di santi noti come «folli di Dio». Nato a Meßkirch, nel Baden, verso la metà del X secolo, divenne sacerdote e si fece pellegrino a Roma e in Terra Santa. Stabilitosi nel monastero di Hersfeld, ne fu cacciato dall'abate perché si rifiutava di vestire l'abito monacale. La stessa sorte gli toccò in altri due villaggi, dove si era rifugiato nel suo girovagare, ingiustamente alla morte, avvenuta nel 1019. (Avvenire)

Martirologio Romano: Ad Burghasungen nell’Assia, in Germania, sant’Eimerado, sacerdote ed eremita, che, scacciato dal chiostro ed esposto allo scherno e al ludibrio di molti, peregrinò in lungo e in largo per Cristo.



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:04

San Giovanni Southworth Sacerdote e martire

28 giugno

>>> Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene

Lancashire, Inghilterra, 1592 - Londra, Inghilterra, 28 giugno 1654

Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, san Giovanni Southworth, sacerdote e martire, che, esercitando il suo sacerdozio in Inghilterra, patì più volte il carcere e l’esilio; condannato, infine, a morte sotto il governo di Oliver Cromwell, mentre fissava con gli occhi i


Appartenente ad un'antica e no­bile famiglia, rimasta sempre cattolica ad onta di tante sofferenze e danni subiti a causa della perse­cuzione, il Southworth nacque nel Lancashire verso il 1592. Sotto il nome fittizio di Giovanni Lee entrò, il 14 lugl. 1613, nel collegio inglese di Douai, dove ricevette l'ordinazione sacerdotale il 14 apr. 1618. Allo scopo di completare la propria istruzione, rimase ancora un anno in se­minario, che lasciò il 28 giug. 1619 per recarsi in un'abbazia benedettina « ut monasticam vitam secundum regulam Sti Benedicti capesseret », come si legge nel Diario succitato (p. 151); non senten­dosi tuttavia fatto per quel genere di vita, il 13 dic. seguente parti per la missione inglese.
``Non si conosce nulla dell'attività missionaria da lui svolta — sembra nei dintorni di Londra — ne­gli anni immediatamente seguenti al suo rimpatrio. Il 24 marzo 1624 era comunque di nuovo nel col­legio di Douai, dove si trattenne sino al 29 lugl. allorché si recò a Bruxelles, « ubi non ita post in monasterio monialium Sti Benedicti confessarii mu-nus explevit », come risulta sempre dal già menzio­nato Diario (p. 230). Tornato non molto tempo dopo in Inghilterra, andò a stabilirsi nel natio Lan-cashire, dove nel 1627 cadde nelle mani dei perse­cutori anticattolici; processato e condannato a morte, fu tuttavia risparmiato, venendo rinchiuso nel castello di Lancaster, dove rimase tre anni, finché fu trasferito nelle prigioni del Clink per essere poco dopo liberato, l'11 apr. 1630, per istanza della regina Enrichetta Maria, insieme con altri quindici sacerdoti.
``Bandito dall'Inghilterra, il Southworth forse non lasciò la patria, o vi dovette ritornare quasi subito, segui­tando ad esercitare il suo ministero, finché venne nuovamente catturato nel 1632; rinchiuso anche questa volta nel Clink, fu tuttavia libero di andare e venire a suo piacimento, come facevano quasi tutti i preti che vi erano detenuti, cosa di cui si lamentava nel 1635 il noto persecutore Giovanni Gray con il Consiglio privato. Approfittando di questa libertà il Southworth poté dedicarsi, durante la peste che infierì a Londra nel 1636, al servizio dei col­piti, che assistette con totale sprezzo del contagio e con incomparabile spirito di sacrificio, adoperan­dosi zelantemente a favore di chiunque; ma ciò fu motivo perché fosse ulteriormente rinchiuso, dietro segnalazione del vicario protestante di S. Marghe­rita a Westminster, Roberto White, che in una lettera all'arcivescovo di Canterbury si lamentava che il S. fosse lasciato andare a visitare gli appe­stati parlando di religione ed inducendo non pochi a riconciliarsi con la Chiesa cattolica.
``Dopo il 16 giug. 1640, data dell'ultima sua scarcerazione, si perdono le tracce del S. sino al 1654, allorché, denunziato da un tal Jefferies, ven­ne definitivamente arrestato nel cuor della notte dal colonnello Worsley. Portato davanti alla corte a Old Bailey, confessò apertamente di aver sempre esplicato la sua missione di sacerdote della Chiesa romana, dichiarando in pari tempo di non sentirsi e di non essere affatto colpevole di tradimento, se­condo l'accusa; ciò nonostante e malgrado l'inter­vento in suo favore degli ambasciatori di Francia e di Portogallo, il S. fu condannato a morte come sacerdote e giustiziato al Tyburn il 28 giug. 1654, ultima vittima della repubblica cromwelliana.
``L'ambasciatore di Spagna, Don Flento de Car-denas, ottenne dal carnefice che gli fossero conse­gnati i tronconi del corpo del martire, che furono ricomposti ed imbalsamati e portati nel 1655 nel collegio inglese di Douai, dove rimasero sino al 1793, allorché per la chiusura del collegio stesso, durante la Rivoluzione francese, il corpo del Southworth fu tolto di nascosto dalla cappella, al fine di salvarlo da ogni profanazione, e sotterrato profondamente nell'interno dell'edificio medesimo, rimanendovi per centotrentaquattro anni, fino a quando, cioè, la cas­sa contenente i resti mortali del martire riaffiorò, il 15 lugl. 1927, durante i lavori di scavo che si stavano facendo sul posto dove sorgeva l'edificio dell'antico collegio inglese. Identificati per quelli del Southworth da A. B. Purdie, i gloriosi resti del martire furono portati in Inghilterra e deposti nel­la cappella del Collegio di S. Edmondo di Ware, dove continua dal 1793 l'opera dell'antico Colle­gio di Douai. Il 15 dic. 1929, giorno della solenne beatificazione del Southwouth, le reliquie del beato furono trasferite nella cappella dei martiri inglesi nella cat­tedrale di Westminster, dove tuttora si venerano. La sua festa è celebrata il 28 giugno.


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:07

Sante Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu Fanciulle cinesi, martiri

28 giugno

+ Wanglajia, Cina, 28 giugno 1900

Martirologio Romano: Nel villaggio di Wanglajia presso Dongguangxian nella provincia dello Hebei in Cina, sante martiri Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu, le quali, cresciute in un orfanotrofio, furono trafitte con la spada ancor fanciulle durante



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:10

San Lupercio Martire

28 giugno


Il nome di Lupercio è citato nel Cartolario nero della cattedrale di Auch (sec. XIII), come quello del quarto arcivescovo della diocesi di Eauze-Auch, sede che avrebbe tenuto per sedici anni. Sembra tuttavia che Lupercio, sempre onorato come patrono della città di Eauze (Aquitania), sia piuttosto un cristiano martirizzato sotto Decio.
``Altre tradizioni, peraltro non certe, ne fanno il primo vescovo della città. Incon­testabile è invece il culto a lui dedicato da tempo immemorabile: nell'XI sec. vi fu persino un'abbazia posta sotto il suo patronato.
``La festa di Lupercio, che anticamente era celebrata il 28 giug. è posta al 5 dello stesso mese nel nuovo Proprio dì Albi.


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:11

Santa Maria Du Zhaozhi Martire

28 giugno

m. 1900

Martirologio Romano: In località Jieshuiwang presso la città di Shenxian nella medesima provincia, santa Maria Du Zhaozhi, martire, che, madre di un sacerdote, desistette dalla fuga per non tradire la fede di Cristo e sottopose serenamente il capo alla scure dei nemici.



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:18

Beata Maria Pia Mastena Fondatrice

28 giugno

Bovolone, Verona, 7 dicembre 1881 - Roma, 28 giugno 1951

Teresa Maria Mastena nacque a Bovolone (Verona) il 7 dicembre 1881. A 20 anni, dopo aver sospeso gli studi magistrali, entrò nell'Istituto delle «Sorelle della Misericordia» di Verona e il 24 ottobre 1903 fece la professione religiosa, prendendo il nome di Passitea Maria di Gesù Bambino. Riprese poi gli studi conseguendo il diploma di maestra elementare e l'abilitazione all'insegnamento nel 1907. Nel 1908 fu trasferita alla nuova fondazione di Miane (Treviso) come superiora della comunità e maestra di scuola elementare, dove rimase fino al 1927. Negli anni dal 1930 al 1936 fu insegnante a San Fior (Treviso). Nel contempo cominciò a radunare delle aspiranti per un nuovo Istituto cui stava pensando e il 24 ottobre 1932 con il permesso del vescovo di Vittorio Veneto vi furono le prime vestizioni. Così a San Fior nacque l'Istituto delle «Suore del Santo Volto» autorizzato l'8 dicembre 1936, giorno della professione perpetua di Teresa Mastena che cambiò ancora il nome in Maria Pia. L'approvazione definitiva pontificia, arrivò il 10 dicembre 1947. Maria Pia Mastena si spense a Roma il 28 giugno 1951. (Avvenire)


Ancora un fiore di santità della generosa terra veronese; Teresa Maria Mastena nacque a Bovolone (Verona) il 7 dicembre 1881, prima di cinque figli. Fin da bambina ebbe una grande devozione per l’Eucaristia, per la Passione di Gesù e per il Santo Volto che era raffigurato in un quadretto nella sua stanza.
A 20 anni, dopo aver sospeso gli studi magistrali, entrò nell’Istituto delle ‘Sorelle della Misericordia’ di Verona e il 24 ottobre 1903 fece la professione religiosa, prendendo il nome di Passitea Maria di Gesù Bambino.
In ubbidienza ai superiori, riprese gli studi conseguendo il diploma di maestra elementare, ottenendo l’abilitazione all’insegnamento nel 1907. Per la sua qualifica, nell’ottobre 1908 fu trasferita alla nuova fondazione di Miane (Treviso) come superiora della comunità e maestra di scuola elementare, dove rimase fino al 1927, fedele ai suoi compiti di religiosa, molto attiva nell’insegnamento, nelle attività della parrocchia e nelle Associazioni cattoliche.
Per soddisfare una sua originaria vocazione alla vita di clausura, alla fine dell’anno scolastico del 1927, il vescovo le consentì di farle fare un’esperienza di sette mesi nel monastero cistercense di S. Giacomo di Veglia. Passato il periodo, su consiglio del vescovo di Vittorio Veneto, mons. Beccegato riprese l’insegnamento nella scuola elementare di Miane e di Carpesica, nel contempo cominciò a pensare ad una nuova fondazione.
Negli anni dal 1930 al 1936 fu insegnante a San Fior (Treviso) dove aprì un asilo ed una mensa gratuita per bambini poveri e un laboratorio; nel contempo cominciò a radunare delle aspiranti per il nuovo Istituto e il 24 ottobre 1932 con il permesso del vescovo di Vittorio Veneto vi furono le prime vestizioni.
Così a San Fior nacque l’Istituto delle ‘Suore del Santo Volto’ autorizzato l’8 dicembre 1936, giorno della professione perpetua di Teresa Mastena che cambiò ancora il nome in Maria Pia .
L’approvazione definitiva pontificia, arrivò il 10 dicembre 1947. Lo scopo della Congregazione è quello di un apostolato aderente ai bisogni della società, in parrocchia, nella scuola, tra i malati nelle case di cura, di riposo e a domicilio; aiutando gli aspiranti sacerdoti.
La spiritualità della Famiglia da lei fondata è di “propagare, riparare, ristabilire l’immagine del dolce Gesù nelle anime”.
Madre Maria Pia Mastena si spense improvvisamente a Roma il 28 giugno 1951 e sepolta al cimitero del Verano; dal 26 dicembre 1953 le sue spoglie riposano presso la casa-madre dell’Istituto in San Fior (TV).
Dichiarata venerabile il 5 luglio 2002 da Giovanni Paolo II, è poi stata beatificata il 13 novembre 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI.



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:19

Santi Martiri di Alessandria d'Egitto

28 giugno

m. 202 circa

Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto, santi martiri Plutarco, Sereno, Eraclíde catecumeno, Erone neofita, e un altro Sereno, Eráide catecumena, Potamiena e Marcella, sua madre, che furono tutti insigni discepoli di Origene e, sotto l’imperatore Settimio Severo, confes


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:21

Santi Martiri di Alessandria d'Egitto

28 giugno

m. 202 circa

Martirologio Romano: Ad Alessandria d’Egitto, santi martiri Plutarco, Sereno, Eraclíde catecumeno, Erone neofita, e un altro Sereno, Eráide catecumena, Potamiena e Marcella, sua madre, che furono tutti insigni discepoli di Origene e, sotto l’imperatore Settimio Severo, confes


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:23

San Paolo I Papa

28 giugno

m. 767

(Papa dal 29/05/757 al 28/06/767)
Romano, si adoperò per rendere il pontificato indipendente dall'autorità dell'imperatore bizantino appoggiandosi al re dei Franchi. Fece edificare diverse chiese e oratori.

Martirologio Romano: A Roma, san Paolo I, papa, che, uomo mite e misericordioso, si aggirava di notte in silenzio per le celle dei poveri infermi, servendo loro degli alimenti; difensore della retta fede, scrisse agli imperatori Costantino e Leone, perché le sacre immagini fo


Due fratelli papi, uno dopo l’altro: mai accaduto prima, e mai più dopo. Morto al Laterano Stefano II, e prima ancora di seppellirlo in San Pietro, la maggioranza di clero, nobili e popolo di Roma chiama a succedergli il diacono Paolo: ha assistito fino all’ultimo il fratello, e ora prende il suo posto, per guidare la Chiesa in una situazione del tutto nuova.
Al tempo di Stefano II è finito il dominio dell’Impero d’Oriente su Roma e gran parte dell’Italia centrale, e rapidamente è entrato in quei territori il re longobardo Astolfo, che ha assediato Roma e saccheggiato le catacombe fuori città.
Dal regno dei Franchi è intervenuto allora in soccorso del Pontefice Pipino (detto “il Breve” per la sua bassa statura), che con due campagne militari ha ripreso quei territori, ponendoli sotto la``sovranità di Stefano II. Il quale, in contraccambio,``lo ha riconosciuto e consacrato``re dei Franchi, al posto dei discendenti``di Clodoveo. Così Paolo I si ritrova``Pontefice, capo spirituale della Chiesa``e sovrano temporale in territori italiani.``Un evento di portata enorme: dopo``secoli, l’Italia non dipende più da re stranieri,``e si ritrova ad avere, per l’epoca,``«il migliore dei governi nazionali sperimentati», secondo lo storico Corrado``Barbagallo. Maal tempo stesso la missione``spirituale della Chiesa si ritrova mescolata``alle politiche terrene. Con pericoli``enormi. E proprio a Paolo I tocca``sperimentarne le prime novità. Il``re longobardo Desiderio (successore``di Astolfo) cerca di``provocare uno sbarco bizantino``in Italia. L’imperatore``d’Oriente prova a``mettere Pipino contro Roma,``intrecciando le questioni``politiche e territoriali``con i dibattiti dei teologi.``E lo stesso re Pipino, per amico``e buon cristiano che sia, è assai``lento nel restituire al Pontefice varie città``che ha strappato ai Longobardi. Allora``il capo della Chiesa deve agire anche``da capo di Stato per farsele consegnare.
Paolo I è considerato il salvatore di``molte reliquie dei martiri cristiani: le ha``fatte togliere dalle catacombe (sempre``esposte ai saccheggi) per esporle alla venerazione``dei fedeli nelle chiese. E nel``suo tempo è l’amico migliore dei carcerati:``li va a trovare regolarmente di persona,``girando di notte da un carcere all’altro,``soccorrendo le famiglie, riscattando``i detenuti per debiti. Questo deve``fare il capo della Chiesa. Ma adesso``tocca a lui per primo fronteggiare il sovrano``bizantino e quello longobardo, tenersi``buono Pipino oggi con ammonimenti,``domani con regali e lodi. E poi``c’è la politica interna, ormai; c’è da governare``il territorio e Roma affidandosi``ai funzionari, non tutti di prima scelta.``Certuni sono chiamati “iniqui satelliti”``dal Liber pontificalis; e con titoli peggiori``dalla gente.
Verso il decimo anno del suo pontificato``si attenua la conflittualità politica.``Ma finisce anche la vita di Paolo I. Ai primi``colori dell’estate viene colpito da una``“febbre maligna”, probabilmente malaria,``e muore in un monastero presso la``basilica di San Paolo fuori le Mura. Non``è possibile celebrare subito i funerali,``perché nel giorno della sua morte scoppia``in Roma una sommossa, frutto del``rancore seminato dagli “iniqui satelliti”.``Il corpo viene dapprima inumato nella``basilica di San Paolo, e tre mesi dopo``avrà sepoltura in San Pietro.



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:25

Beato Pietro de Oriona Mercedario

28 giugno

Converso laico dell’Ordine Mercedario, il Beato Pietro de Oriona, soprannominato dai fedeli padre dei poveri, un giorno, per aiutare e soccorrere i bisognosi, con un piede infermo, ma velocemente uscì incolume dalle macerie del convento in parte crollato.
``Famoso per santità, dopo aver annunziato l’ora della sua morte, baciando il costato di Cristo entrò nella patria celeste nel convento di Huete in Spagna.
``L’Ordine lo festeggia il 28 giugno.




Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:27

Santa Potamiena d’Alessandria

28 giugno

Alessandria † 202 ca.


Lo storico Eusebio vescovo di Cesarea (265-340) narra che durante la persecuzione di Settimio Severo (193-211), mentre i catechisti della Scuola di Alessandria si erano dispersi, Origine filosofo e teologo cristiano (185-254) allora diciassettenne, contattato da alcuni pagani desiderosi della verità, cominciò ad istruirli nella fede cristiana, con un ardore e dottrina tanto inusuali, in un giovane di quella età, che se ne diffuse la fama, accorrendo ad ascoltarlo anche pagani colti e perfino filosofi.
Tutti questi neo cristiani, spiccarono, in quei tempi di persecuzione, per la loro fede in Cristo e molti subirono anche il martirio. Fra questi Eusebio ne cita sette, soffermandosi nel descrivere ampiamente l’ultimo, il soldato Basilide, intrecciando la sua storia con quella della vergine Potamiena e della di lei madre Marcella.
Basilide era un soldato addetto a scortare i condannati al luogo del supplizio; aveva assistito ad alcune lezioni di Origene, riportandone ammirazione e profonda simpatia per il cristianesimo e per i cristiani, ma non aveva ancora deciso di ricevere il Battesimo.
Il preside Aquila fra i tanti, fece arrestare anche Potamiena vergine cristiana di rara bellezza e virtù, che già aveva dovuto respingere molti pretendenti; la quale sopportò orribili torture, non cedendo alle richieste di abiurare la fede, allora il giudice la minacciò di lasciarla violare dai gladiatori, ma lei senza lasciarsi prendere dal panico, rispose con nobili parole e fierezza, da suscitare la meraviglia dello stesso giudice.
Fu subito condannata a morte e affidata a Basilide per accompagnarla al supplizio, lungo il percorso la plebaglia cercava di oltraggiarla pesantemente e Basilide la proteggeva respingendo coraggiosamente gli scalmanati, dimostrandole simpatia e compassione.
Colpita dal contegno insolito del soldato, Potamiena gli promise che avrebbe pregato per la sua salvezza, quando avrebbe raggiunto Dio; poi sopportò eroicamente il martirio, venne cosparsa di pece bollente su tutto il corpo, morendo tra atroci sofferenze, insieme a lei fu uccisa anche la madre Marcella.
Dopo pochi giorni Basilide fu invitato a fare un giuramento davanti agli idoli, ma fra lo stupore di tutti i suoi commilitoni, egli si rifiutò, dichiarandosi cristiano, finché non fu condotto davanti al giudice.
Dopo la sua conferma, fu messo in carcere; a chi gli faceva visita in prigione, raccontava che tre giorni dopo il martirio, gli era apparsa una notte Potamiena, che gli aveva posto sulla testa una corona, dicendogli che aveva implorato per lui la Grazia per la sua salvezza, che era stata esaudita e che quindi fra poco sarebbe venuta a prenderlo.
Basilide fu battezzato nella stessa prigione e il giorno dopo venne decapitato (202 ca.). I martiri Basilide, Potamiena, Marcella e gli altri sei discepoli di Origene sono commemorati nel ‘Martirologio Geronimiano’ al 28 giugno. Mentre il ‘Martirologio Romano’ commemora il solo Basilide al 30 giugno.
L’episodio dell’intercessione di Potamiena presso Dio per Basilide, narrato da Eusebio, costituisce uno dei primi documenti della fede della Chiesa dei primi secoli, riguardo l’intercessione dei santi.



Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:34

Beati Severiano (Severijan) Baranyk e Gioacchino (Jakym) Senkivskyj Sacerdoti e martiri

28 giugno

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+ Drohobych, Ucraina, 29 giugno 1941

Martirologio Romano: Nella città di Drohobych in Ucraina, beati Severiano Baranyk e Gioacchino Senkivskyj, sacerdoti dell’Ordine di san Giosafat e martiri, che, in tempo di persecuzione contro la fede, con il loro martirio divennero partecipi della vittoria di Cristo.


Jakym Senkivskyj
``Haji Velyky (Ternopil), 2 luglio 1896 – Drohobych, Ucraina, 29 giugno 1941

``Jakym Senkivskyj nacque il 2 maggio 1896 nel villaggio ucraino di Haji Velyky, nella provincia di Ternopil. Compiuti gli studi teologici seminaristici a Lviv (Leopoli), ricevette il 4 dicembre 1921 l’ordinazione presbiterale, per poi essere inviato a Innsbruck, ove proseguì i suoi studi e conseguì il dottorato in teologia.
``Poco dopo, nel 1923, entrò novizio nel monastero dell’Ordine Basiliano di San Giosafat presso Krekhiv. Dopo aver pronunciato i primi voti fu trasferito nel monastero di Krasno Pushcha e poi in quello Lavriv, sempre vicino a Ternopil. Fra il 1931 e il 1938 svolse diverse mansioni all’interno del seminario di Sant’Onofrio a Lviv ed infine, nel 1939, venne eletto protoigumeno del monastero di Drohobych. Qui fu arrestato dalle autorità del regime comunista russo il 26 giugno 1941 e tre giorni dopo, il 29 giugno, come asseriscono dei testimoni oculari, morì gettato vivo in una caldaia di acqua bollente nella prigione della città.

``Beato Severijan Baranyk
``Ucraina, 18 luglio 1889 – Drohobych, Ucraina, 28 giugno 1941

``Severijan Baranyk nacque il 18 luglio 1889. Il 24 settembre 1904 entrò nel seminario dell'Ordine Basiliano di San Giosafat presso Krekhiv, emise i suoi voti perpetui il 21 settembre 1910 e ricevette infine l’ordinazione presbiterale il 14 febbraio 1915. Nel 1932 fu eletto igumeno del monastero basiliano di Drohobych, nella provincia di Lviv (Leopoli). Si dedicava particolarmente alle attività con i giovani ed era noto come uno zelante padre spirituale. Il 26 giugno 1941 fu arrestato dall’NKVD e trasferito nel carcere cittadino di Drohobych. Da quel momento nessuno lo vide più in vita. Dopo la ritirata dei bolscevichi, il popolo intraprese delle ricerche e venne rinvenuto nella prigione il suo corpo torturato e mutilato. Alcuni testimoni oculari riferirono che sul cadavere del martire era visibile una croce, incisagli sul petto dai suoi aguzzini. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001.

``Jakym Senkivskyj e Severijan Baranyk fu rono beatificati da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001, insieme con altre 23 vittime del regime sovietico di nazionalità ucraina.


Stellina788
00domenica 28 giugno 2009 12:36

Santa Vincenza Gerosa Vergine

28 giugno

Lovere, Bergamo, 29 ottobre 1784 - 20 giugno 1847

Riservata e timida, trascorse alcuni anni della sua infanzia al banco della bottega familiare, poiché non poté studiare, per la salute cagionevole. Già in questo tempo, la sua modestia le faceva vivere una spiritualità semplice e ordinaria, fatta dell'ascolto quotidiano della Messa.
Gli anni seguenti l'invasione napoleonica d'Italia segnarono profondamente la sua vita, sia per le difficoltà economiche, sia per la morte del padre, della sorella Francesca e infine, nel 1814, della stessa madre. Malgrado ciò Vincenza, con animo coraggioso, accettò questi avvenimenti come volontà di Dio e soffrì nel silenzio del suo cuore. Con la costanza della preghiera si impegnò in parrocchia e organizzò un oratorio femminile con incontri, ritiri e scuole pratiche di lavoro domestico.
Con Bartolomea Capitanio, una compagna conosciuta nel 1824, diede vita, non senza titubanza, a una fondazione religiosa regolare per soccorrere le persone nelle condizioni più misere e soprattutto per l'educazione delle ragazze; l'istituto, con sede a Casa de Gaia, assunse la regola delle Figlie della Carità di Antida Thouret.
Morta prematuramente la Capitanio, Vincenza ebbe la tentazione di tornare alla sua vita di casa, ma spronata dal suo padre spirituale, Angelo Bosio, acconsentì a continuare l'impresa che, approvata da Gregorio XVI nel 1840, si diffuse rapidamente in tutta la Lombardia e anche nel Trentino e nel Veneto.

Etimologia: Vincenza = vittoriosa, dal latino

Emblema: Giglio

Martirologio Romano: A Lovere in Lombardia, santa Vincenza Gerosa, vergine, che fondò insieme a santa Bartolomea Capitanio l’Istituto delle Suore della Carità.


Non aveva davvero mai pensato di diventare una “fondatrice”. Il suo orizzonte era Lovere, terra bergamasca soggetta alla Repubblica di Venezia. Era l’impresa commerciale che faceva dei Gerosa una casata benestante. Battezzata col nome di Caterina, ha poi incominciato a studiare dalle Benedettine di Gandino, in Val Seriana. Ma la poca salute le ha impedito di continuare, e così è tornata a Lovere.
La sua vita è costellata di “ma”, di progetti che poi le circostanze continuamente stravolgono. Era contenta di starsene nel negozio di famiglia, ma l’azienda va in crisi sotto il ciclone napoleonico, mentre Lovere passa dal dominio veneziano a quello francese, nella Repubblica Cisalpina. Caduto Napoleone, e passato il Bergamasco sotto l’Impero degli Asburgo, Caterina si dedica all’insegnamento gratuito per le ragazze povere, ad attività di assistenza e di formazione religiosa, incoraggiata da due successivi parroci.
Questa dimensione locale dell’impegno le basta, l’appaga: anche perché si rivela assai ricca di stimoli e di sfide. Ed ecco un altro “ma”. Nel 1824 fa amicizia con una maestrina, anch’essa di Lovere: Bartolomea Capitanio, di 17 anni. L’incontro la spinge in un’avventura nuova: creare un ospedale. Loro due. E ci riescono, inaugurandolo un paio di anni dopo. L’ha reso possibile lei, con beni ereditari del casato dei Gerosa. Ma per un’attività stabile occorre personale votato e preparato all’assistenza.
E la maestrina Capitanio ha un suo progetto chiaro: fondare un apposito istituto religioso, con questi obiettivi: assistenza ai malati, istruzione gratuita alle ragazze, orfanotrofi, assistenza alla gioventù. E ne convince l’amica, sicché nell’autunno del 1837 l’istituto nasce, con loro due.
Ultimo e tremendo “ma”: Bartolomea Capitanio muore il 26 luglio 1833, a 26 anni. Caterina Gerosa è sola, è poco istruita, si sente quasi vecchia, vorrebbe lasciare tutto... Ma rimane, invece. Non rassegnata: decisa: accoglie le prime giovani e per sette anni la piccola comunità segue la regola delle suore di santa Maria Antida Thouret, finché nel 1840 arriva il riconoscimento pontificio, e prendono canonicamente vita le Suore di Maria Bambina, con le regole scritte da Bartolomea Capitanio e con la guida di Caterina Gerosa, che prende i voti assumendo il nome di suor Vincenza. Già nel 1842, sebbene siano ancora poche, le chiamano a Milano. Anzi, l’arcivescovo cardinale Gaysruk (alta aristocrazia austriaca) vorrebbe farne una sua istituzione diocesana. Ma suor Vincenza resiste anche a lui: a Lovere sono nate, e Lovere dev’essere la loro casa, con le loro regole. Quando muore, le suore sono 171. All’inizio del terzo millennio saranno circa cinquemiladuecento. Nell’Anno santo 1950, papa Pio XII ha canonizzato insieme Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa.
Il corpo si trova nel santuario delle Suore di Carità - dette di Maria Bambina - in Lovere.



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