28 settembre

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scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:12

Santi Lorenzo Ruiz di Manila e 15 compagni

28 settembre - Memoria Facoltativa

† Nagasaki, 1633-37

Nella prima metà del secolo XVII (1633-1637) sedici martiri, Lorenzo Ruiz e i suoi compagni, versarono il loro sangue per amore di Cristo nella città di Nagasaki in Giappone. Questa gloriosa schiera di appartenenti o associati all'Ordine di san Domenico, conta nove presbiteri, due religiosi fratelli, due vergini consacrate e tre laici fra cui il filippino Lorenzo Ruiz, padre di famiglia (m. 29 settembre 1637). Invitti missionari del Vangelo tutti quanti, pur di diversa età e condizione, contribuirono a diffondere la fede di Cristo nelle Isole Filippine, a Formosa e nell'Arcipelago Giapponese. Testimoniando mirabilmente la universalità della religione cristiana e confermando con la vita e con la morte l'annunzio del Vangelo, essi sparsero abbondantemente il seme della futura comunità ecclesiale. Giovanni Paolo II ha beatificato questi gloriosi martiri il 18 febbraio 1981 a Manila (Filippine) e li ha iscritti nel catalogo dei santi il 18 ottobre 1987. (Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Santi Lorenzo da Manila Ruiz e quindici compagni, martiri, che, preti, religiosi e laici, dopo aver seminato la fede cristiana nelle isole Filippine, a Taiwan e nel Giappone, per ordine del comandante supremo Tokugawa Yemitsu subirono in giorni diversi a Nagasaki in Giappone il martirio per amore di Cristo, ma vengono oggi celebrati tutti in un’unica commemorazione.


SANTI MARTIRI DOMENICANI IN GIAPPONE

Si tratta di uno stuolo di 16 martiri per la fede, uccisi a Nagasaki in Giappone negli anni 1633-37; facendo seguito al numeroso gruppo di 205 martiri che donarono la loro vita, sempre a Nagasaki-Omura, negli anni 1617-32.
Essi furono vittime della persecuzione scatenata il 28 febbraio 1633, dallo “shogun” (supremo capo militare della nazione), Tokagawa Yemitsu; che con il suo (Editto n. 7), colpiva gli stranieri che “predicano la legge cristiana e i complici in questa perversità, che devono essere detenuti nel carcere di Omura”.
I sedici missionari contavano nove padri Domenicani, tre Fratelli religiosi domenicani, due Terziarie domenicane, di cui una anche Terziaria Agostiniana, due laici, di cui uno padre di famiglia.
Avevano svolto apostolato attivo nel diffondere la fede cristiana nelle Isole Filippine, a Formosa e in Giappone; e appartenevano in diverso grado alla Provincia Domenicana del Santo Rosario, allora detta anche delle Filippine, la cui fondazione risaliva alle Missioni in Cina del 1587 e che al principio del 1600, aveva istituito una Vicaria in Giappone.
Essi furono catturati a gruppi o singolarmente, e rinchiusi nel carcere di Nagasaki e in quel quinquennio, in vari tempi ricevettero il martirio.
Dal 1633 era stata introdotta una nuova tecnica crudele di supplizio, a cui venivano sottoposti i condannati e così lasciati morire e si chiamava “ana-tsurushi”, cioè della forca e della fossa: si sospendeva il condannato ad una trave di legno con il corpo e il capo all’ingiù, e rinchiuso in una buca sottostante fino alla cintola, riempita di rifiuti; lasciandolo agonizzare e soffocare man mano per giorni.
Ma dal 1634 i cristiani prima di subire questo martirio, venivano sottoposti ad atroci tormenti come l’acqua fatta ingurgitare in abbondanza e poi espulsa con violenza e poi con la trafittura di punte acuminate tra le unghie ed i polpastrelli delle mani.
Certo la malvagità umana, quando si sfrena nell’inventare forme crudeli da infliggere ai suoi simili, supera ogni paragone con la ferocia delle bestie, che perlomeno agiscono per istinto e per procacciarsi il cibo.
I sedici martiri erano di varie nazionalità: 1 filippino, 9 giapponesi, 4 spagnoli, 1 francese, 1 italiano.
Nel 1633 furono uccisi padre Domenico Ibáñez de Equicia, nato nel 1589 a Régil (Guipuzcoa) in Spagna e il catechista fratello cooperatore giapponese Francesco Shoyemon, ambedue morti il 14 agosto.
Il 17 agosto furono uccisi padre Giacomo Kyushei Gorobioye Tomonaga, giapponese e Michele Kurabioye, catechista cooperatore giapponese.
Il 19 ottobre morirono padre Luca Alonso Gorda, spagnolo nato nel 1594 a Carracedo (Zamora) e Matteo Kohioye, fratello cooperatore catechista giapponese, nato ad Arima nel 1615.
Nell’anno 1634 furono uccise le due Terziarie Domenicane, l’11 novembre Marina di Omura giapponese, ospite dei missionari, bruciata viva a fuoco lento e Maddalena di Nagasaki giapponese, nata nel 1610 (già Terziaria Agostiniana) morta il 15 ottobre.
Il 17 novembre perirono padre Giordano Giacinto Ansalone, italiano della Sicilia, nato nel 1589; padre Tommaso Hioji Rokuzayemon Nishi giapponese, nato a Hirado nel 1590; e padre Guglielmo Courtet, francese.
Nell’anno 1637 furono martirizzati padre Antonio González spagnolo, nato a León, morto il 24 settembre; poi padre Michele de Aozaraza, nato nel 1598 a Oñata (Guipuzcoa) in Spagna e padre Vincenzo Shiwozuka giapponese, morti il 29 settembre; insieme a loro anche i due laici Lorenzo Rúiz, filippino di Manila, padre di famiglia, sacrestano dei Domenicani e Lazzaro di Kyoto, giapponese.
Sul martirio del gruppo si tennero negli anni 1637 e 1638 due processi diocesani, i cui ‘Atti’ ritrovati solo all’inizio del XX secolo, resero possibile la ripresa della Causa presso la Santa Sede.
Essi furono beatificati da papa Giovanni Paolo II il 18 febbraio 1981 a Manila nelle Filippine, essendo Lorenzo Rúiz il protomartire di quella Nazione e canonizzati a Roma dallo stesso pontefice il 18 ottobre 1987.


Il Martyrologium Romanum comemmora questi 16 santi martiri nei rispettivi anniversari della loro morte:

93349 - Domenico Ibanez de Erquicia Pérez de Lete, Sacerdote domenicano, 14 agosto
93349 - Francesco Shoyemon, Novizio domenicano, 14 agosto
93350 - Giacomo Kyuhei Gorobioye Tomonaga, Sacerdote domenicano, 17 agosto
93350 - Michele Kurobioye, Laico, 17 agosto
93351 - Luca Alonso Gorda, Sacerdote domenicano, 19 ottobre
93351 - Matteo Kohioye, Novizio domenicano, 19 ottobre
90173 - Maddalena da Nagasaki, Terziaria domenicana ed agostiniana, 15 ottobre
90885 - Marina di Omura, Terziaria domenicana, 11 novembre
77900 - Giacinto Ansalone (Giordano di Santo Stefano) , Sacerdote domenicano, 17 novembre
93352 - Tommaso Hioji Kokuzayemon Nishi, Sacerdote domenicano, 17 novembre
92015 - Antonio Gonzalez, Sacerdote domenicano, 24 settembre
72250 - Guglielmo Courtet (Tommaso di San Domenico) , Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Michele di Aozaraza, Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Vincenzo Shiwozuka (Vincenzo della Croce) , Sacerdote domenicano, 29 settembre
72250 - Lorenzo Ruiz di Manila, Laico, 29 settembre
72250 - Lazzaro di Kyoto, Laico, 29 settembre




scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:12

San Venceslao Martire

28 settembre - Memoria Facoltativa

Stochow (Praga, Repubblica Ceca), ca. 907 - Stará Boleslav (Repubblica Ceca), 929/935

Vissuto nel X secolo, principe di Boemia, fu educato cristiana mente dalla nonna Santa Ludmilla. Giovanissimo, successe al padre dopo un periodo di emergenza della madre che gli preferiva il secondogenito Boleslao. Ella fomentò a tal punto la rivalità fra i due fratelli che Boleslao assalì Venceslao mentre si recava da solo, come era solito fare, in chiesa per il Mattutino. Difesosi dalla spada di Boleslao, a cui il risparmio alla vita, venne ucciso dai suoi seguaci. Venceslao visse nel periodo in cui, in Boemia, il Cristianesimo era agli albori e l'attività apostolica e missionaria erano molto difficili e pericolose. Egli, profondamente religioso, contribuì alla diffusione del messaggio evangelico, promuovendo religiosamente e culturalmente il proprio popolo e, per la sua bontà e per la sua rettitudine, divenne il santo più popolare della Boemia.

Patronato: Patrono della Boemia

Etimologia: Venceslao = gloria della corona (della reggia), dal polacco

Emblema: Corona, Palma

Martirologio Romano: San Venceslao, martire: duca di Boemia, fu educato alla sapienza umana e divina dalla zia paterna Ludmilla e, pur severo con sé stesso, fu però uomo di pace nell’amministrare il regno e misericordioso verso i poveri e riscattò in massa gli schiavi pagani in vendita a Praga, perché fossero battezzati; dopo avere affrontato molte difficoltà nel governare i suoi sudditi e nell’educarli alla fede, tradito da suo fratello Boleslao, fu ucciso in chiesa a Stará Boleslav in Boemia da alcuni sicari.

Ascolta da RadioVaticana:
  
Ascolta da RadioRai:
  

C’è un luogo d’Europa che appartiene alla memoria di tutto il mondo, insieme a una data: piazza San Venceslao di Praga, 1968. Essa ricorda la “primavera”, col grido del popolo ceco per la libertà, e poi il lutto per l’invasione comunista del Paese, nell’estate dell’oppressione. Le gioie e i dolori di tutti si esprimevano qui, intorno alla statua di san Venceslao, eretta alla fine dell’Ottocento.
Venceslao (Václav in lingua ceca) è figlio di Vratislav duca di Boemia: perde il padre da ragazzo e gli succede nel governo, sia pure con la reggenza di sua madre Drahomira. E’ cristiano, educato dalla nonna paterna Ludmilla, che la Chiesa venera come santa, uccisa a causa della sua fede per ordine della nuora Drahomira, madre di Venceslao. Questi, rispetto ai prìncipi del tempo, è tra i più colti: ha studiato anche il latino.
Una volta assunto il potere effettivo, Venceslao si adopera per la cristianizzazione del Paese, chiamandovi missionari tedeschi, perché questo fa parte della sua linea generale di governo: avvicinare la Boemia all’Europa occidentale e alla sua cultura (anche se non mancano conflitti con regnanti germanici).
La tradizione fa di lui un modello del coraggio generoso: durante la lotta contro un duca boemo, Venceslao gli propone di risolvere la controversia con un duello tra loro due, in modo da non sacrificare tante vite di soldati; e il nemico si riconcilia con lui. La sua giovane età e il suo stile ne fanno un modello per molti suoi sudditi, ma proprio la vasta popolarità mette contro di lui – per motivi religiosi e di potere – una parte della nobiltà, che obbedisce (o che si è imposta) al suo fratello minore Boleslao.
Di qui, una congiura per ucciderlo, dando tutto il ducato boemo al fratello. Questi, non osando aggredire Venceslao in Praga, lo invita nel suo castello di Stará Boleslav. Si pensa di ucciderlo durante il pranzo, ma certe parole di Venceslao fanno temere che abbia scoperto il complotto. Allora lo si aspetta quando va in chiesa (da solo, come sempre) per recitarvi la preghiera delle Ore. E qui viene assassinato. Dice una leggenda che Boleslao tentò per primo di colpirlo, ma Venceslao reagì buttandolo a terra e facendogli cadere la spada; poi generosamente la raccolse e la volle restituire al fratello in segno di perdono.
Questo fu il suo ultimo gesto di grandezza, troncato dai sicari di Boleslao che lo colpirono a morte tutti insieme. Secondo un’altra leggenda, nessuno riuscì a lavare il suo sangue, sparso sul pavimento in legno. Il corpo fu poi portato a Praga e sepolto nella chiesa di San Vito. Già nel secolo X Venceslao fu oggetto di culto, e nel secolo successivo diventò il simbolo dello Stato boemo. Più tardi la Chiesa scriverà il suo nome nel Martirologio Romano, venerandolo come martire per la fede.





scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:13

Santi Alfio, Zosimo e compagni Martiri

28 settembre

Martirologio Romano: A Chiliadu in Pisidia, nell’odierna Turchia, santi fratelli Alfeo, Alessandro e Zosimo, martiri.



scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:13

Sant' Alodio di Auxerre Vescovo

28 settembre

+ Auxerre, Francia, 28 settembre 482

Etimologia: Alodio = colui che possiede terre, dall'antico iberico


Nella cronotassi dei vescovi della chiesa di Auxerre Alodio occupa l'ottavo posto e viene immediatamente dopo s. Germano, morto nel 448. Ma poiché il suo episcopato fu preceduto da una vacanza di quattro anni a causa delle invasioni barbariche, ne conse­gue che la sua elezione si verificò, secondo ogni probabilità, nel 452, forse nel mese di agosto. Del suo passato ignoriamo tutto ed è ormai esclusa una sua identificazione con Alogio, abate del monastero dei SS. Cosma e Damiano di Auxerre. Morì il 28 sett. 482, dopo trent'anni di episcopato, sebbene questa data non sia accettata da tutti, e fu sepolto nella chiesa di S. Maurizio, che il popolo chiamava già S. Germano. Nell'865 il corpo di Alodio fu trasfe­rito, insieme con quelli di altri santi, nella cripta della stessa chiesa, accanto alla tomba del suo pre­decessore; nel 1636 ebbe luogo una ricognizione, un'altra fu eseguita nel 1857. Del culto che gli fu tributato in antico poco possiamo dire. Abbiamo le prove che se ne celebrava la memoria al principio del sec. XVI il 28 settembre.


scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:14

Beata Amalia Abad Casasempere Madre di famiglia, martire

28 settembre

Alcoy, Spagna, 11 dicembre 1897 – Benillup, Spagna, 28 settembre 1936

Martirologio Romano: Nella cittadina di Benillup nel territorio di Alicante sempre in Spagna, beata Amalia Abad Casasempere, martire, che, madre di famiglia, durante la persecuzione contro la fede raggiunse la corona del martirio per la sua testimonianza resa a Cristo.


Amalia Abad Casasempere, fedele laica, nacque l’11 dicembre 1897 ad Alcoy, nei pressi di Alicante in Spagna. Fu battezzata il medesimo giorno, cresimata il 6 ottobre 1906 e ricevette la prima comunione il 22 maggio 1907 nella chiesa parrocchiale del paese. Il 6 settembre 1924 convolò a nozze con il capitano dell’esercito Luis Maestre Vidal, dal quale ebbe tre figlie, di cui una andò poi missionaria in Africa. Il focolare domestico era impregnato di una profonda religiosità. Amalia collaborò con numerose Associazioni apostoliche, specialmente con l’Azione Cattolica. Rimase vedova nel 1927, dopo soli tre anni di matrimonio.
Allo scoppio della guerra civile e della persecuzione religiosa accolse in casa sua due religiose e si dedicò anche alla visita dei cattolici incarcerati, incoraggiandoli nel mantenere viva la loro fede ed aiutandoli anche materialmente. Imprigionata infine anch’essa, fu sottoposta a diverse vessazioni ed ebbe a soffrire parecchio la fame. Fu infine martirizzata presso Benillup il 28 settembre 1936.
Papa Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001 elevò agli onori degli altari ben 233 vittime della medesima persecuzione, tra le quali la Beata Amalia Abad Casasempere, che viene commemorata dal Martyrologium Romanum nell’anniversario del suo martirio.




scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:15

Sant' Annemondo Vescovo e martire

28 settembre

Martirologio Romano: A Lione in Francia, sant’Annemondo, vescovo e martire.



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00martedì 28 settembre 2010 09:15

Beato Antonio Sacerdote mercedario

28 settembre

Sapientamente, il Beato Antonio presbitero governò il convento mercedario di Santa Maria in Almansa (Spagna), e fu famoso per l'austerità della vita e grandi virtù. Rifulse fino alla morte per la carità verso i poveri, per la pazienza e l'amore verso la croce di Cristo ed in Cristo con una preziosa morte gioisce ora per l'eternità.
L'Ordine lo festeggia il 28 settembre.




scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:16

Beato Bernardino da Feltre Religioso

28 settembre

Feltre, 1439 - Pavia, 28 settembre 1494

Al secolo Martino Tomitano, studente a Padova, entrò nell’ordine francescano nel 1456. Divenne sacerdote nel 1463. Cominciò il ministero della predicazione nel 1469 a Mantova e dal 1471 divenne noto e ricercato. Anche con il rischio di perdere la vita e attirandosi l’inimicizia dei governanti, combatté la licenziosità e l’usura, adoperandosi negli ultimi dieci anni per l’istituzione di Monti di Pietà.

Etimologia: Bernardino = ardito come orso, dal tedesco

Martirologio Romano: A Pavia, beato Bernardino da Feltre (Martino) Tomitano, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che riportò ovunque buona messe dalla sua predicazione, istituì contro l’usura i cosiddetti Monti di Pietà e, uomo di pace, fu chiamato dal papa Sisto IV a ricomporre le discordie civili.


Detto comunemente Bernardino da Feltre dalla città dove vide la luce nel 1439, primogenito del nobile e facoltoso Donato Tomitano e di Corona Rambaldoni, cugina del celebre educatore Vittorino, il beato fu battezzato col nome di Martino. Assunse quello di Bernardino in onore dell'apostolo senese, di cui rinnovò la prodigiosa attività di predicatore, entrando il 14 maggio 1456, a Padova, tra i Frati Minori Osservanti della provincia veneta.
Fanciullo d'ingegno precoce, avido di letture, fece rapidi progressi negli studi umanistici, tanto che a undici anni leggeva e parlava il latino con facilità. Gli furono maestri il Guarino Veronese, Damiano da Pola e Giacomo da Milano. Studente di diritto a Padova, era ammirato da tutti per la serietà della condotta e l'intelligenza. Già aveva interpretato come segni ammonitori del cielo la morte repentina e immatura di tre suoi professori universitari, Zaccaria Pozzo, il Romanello e Giacomo de' Zocchi, dai quali il giovane Martino era singolarmente amato, quando predicò nella città il francescano Giacomo della Marca, discepolo di Bernardino da Siena. La sua parola finì per convincerlo e Bernardino prese l'abito dei Minori, compiendo un rigoroso noviziato nel piccolo convento di S. Orsola, fuori le mura della città. Invano il padre andò a trovarlo per distoglierlo dal proposito: Bernardino, infatti, lo persuase che quella era la sua vocazione. Finito il corso di teologia a Venezia, fu ordinato sacerdote nel 1463. Dopo aver insegnato grammatica per alcuni anni, il capitolo provinciale veneto lo nominò predicatore. Da quell'anno (1469) fino alla morte non cessò di predicare e percorse l'Italia centro-settentrionale (come limiti geografici si possono segnare approssimativamente Trento-Milano e L'Aquila-Roma) molte volte, a piedi scalzi, trovandosi spesso in frangenti difficili per le awerse condizioni atmosferiche, la fame, i pericoli di guerre, le espulsioni da parte di prinGipi, I'odio degli usurai e degli ebrei, e perfino per l'indiscreto zelo di devoti, che minacciavano di calpestarlo quando non era protetto da armigeri. Bernardino tenne ventitré Quaresime, cioè una ogni anno, a partire dal 1470, eccetto il 1472 (era infermo). Stupiva i contemporanei che un uomo così fragile come Bernardino potesse avere tanta resistenza agli strapazzi: egli era di statura esigua, amava firmarsi nelle lettere piccolino, di salute delicata, spesso ammmalato e minato dalla tisi che lo condusse a morte.
Le sue prediche attiravano uditori senza numero e se lo contendevano le città più illustri, ricorrendo anche al papa per averlo. Qualcosa di certo sul modo e sui temi della sua predicazione si può ricavare dal quaresimale di Padova del 1493 e dall'Avvento di Brescia dello stesso anno, conservatici dal francescano Pernardino Bulgarino, che fu suo compagno. Bernardino è parlatore vivo: come Bernardino da Siena, dialoga col popolo, racconta spigliatamente, lancia argute sferzate che vanno al segno. Lotta contro gli sfacciati costumi delle donne, le ingiustizie legali, le usure; esorta ai Sacramenti, alla devozione alla Madonna (della quale difende apertamente l'immacolato concepimento), all'amore per il prossimo, specialmente verso i poveri indifesi.
Promotore dei Monti di Pietà (ne aprì a Mantova nel 1484, a Padova nel 1491, a Crema e Pavia nel 1493, a Montagnana e Monselice nel 1494), nonostante la forte opposizione della maggior parte dei suoi confratelli, sostenne, da esperta giurista, che era lecito esigere il pagamento di un modesto interesse sul mutuo, necessario al funzionamento della organizzazione bancaria. Contro l'usura fu inflessibile. Una grave lotta sostenne a Trento nel 1476 quando accusò gli ebrei di strozzinaggio e al fondo della sua drammatica cacciata da Firenze, in una notte della Quaresima del 1488, ci fu il risentimento della Signoria contro quel frate, debole di corpo ma coraggioso d'animo, che aveva denunziato le angherie fatte alla povera gente da prestatori senza coscienza. In nessun caso Bernardino fuggì le responsabilità del suo ministero: fu cacciato da Milano dal duca Ludovico il Moro (1491) perché aveva confutato in pubblico dibattito un astrologo, favorito del principe. A Padova, durante la peste del 1478, continuò a predicare, sebbene ne fosse più volte sconsigliato, perché nell'assembramento della gente poteva più facilmente propagarsi il contagio; egli invece mirava a rincuorare tutti, a spronare i sani affinché si dedicassero alla cura degli ammalati, dando egli stesso l'esempio negli ospedali, nelle case private, fino ad essere contagiato dal male. Vicario provinciale dei Minori osservanti veneti al tempo delI'interdetto lanciato dal papa Sisto IV contro la repubblica (1483), pur dolendosi dell'infelice sorte spirituale della patria, obbedì al Sommo Pontefice e comandò a tutti i frati dipendenti di lasciare i conventi, provvedendo però a farne rimanere qualcuno per l'indispensabile servizio religioso. Per questo ebbe l'esilio perpetuo dal doge, come ribelle, con un decreto, revocato peraltro nel 1487. Bernardino incontrò sereno la morte a Pavia il 28 settembre1494, avendo interrotto pochi giorni prima del trapasso la predicazione, a causa dell'aggravarsi del male. Venerato subito dal popolo, il suo culto fu confermato nel 1654 per l'Ordine francescano e le diocesi di Feltre e Pavia. I Minori ne celebrano la festa il 28 settembre.





scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:17

San Caritone Abate in Palestina

28 settembre

Martirologio Romano: Nel monastero di Souka vicino a Betlemme in Palestina, san Caritone, abate, che, assiduo nella preghiera e nei digiuni, fondò nel deserto numerosi monasteri.


Nacque a Iconio di Licaonia (Asia Minore) nel III secolo. Si recò in Palestina e si stabilì nella valle del Cedron vicino a Gerico conducendo vita eremitica. Ben presto si trovò circondato da discepoli. Sorse così la laura di Pharan,complesso eremitico al centro del quale Caritone costruì una chiesa, nella quale i religiosi, che conducevano vita solitaria, si radunavano il sabato e la domenica. In seguito, per sfuggire all'ammirazione del popolo richiamato dalla sua santità e dai suoi miracoli, si ritirò nlel deserto di Gerico, dove fondò la laura di Douka. Sempre per sottrarsi all'"asssedio" degli ammiratori e devoti, Caritone cambiò ancora sede, stabilendosi a sud-est di Betelemme, dove si formò la lura detta Souka o Vecchia Laura. Trascorreva il tempo nel lavoro manuale, nella preghiera e nella pratica dell'ospitalità; digiunava fino a sera e il suo unico pasto consisteva in pane inzuppato d'acqua e in un po' di sale.
Morì vecchissimo verso il 350.
Festa il 28 settembre.


 



scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:18

Beato Cristiano Franco Agostiniano

28 settembre

+ 1432

Cristiano Franco, nato a Villafranca Piemonte, si fece agostiniano a Carmagnolanel 1362. Più tardi, nel 1421, si recò al convento di Carbonara di Napoli. Tre annidopo fu eletto superiore generale dei monasteri di quella congregazione e mostròtutto il suo zelo per la regolarità della vita religiosa.Umile, zelante, pio, prudente, era chiamato “barbetta”. Fu molto stimato dal reLadislao che molte volte ricorreva al suo consiglio. Morì verso il 1432, dopo gravemalattia.Veniva festeggiato il 28 settembre.



scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:18

Santi Cunialdo e Gisilario

28 settembre

Martirologio Romano: A Salisburgo in Baviera, nell’odierna Austria, santi Cunialdo e Gisilario, sacerdoti, che aiutarono il vescovo san Ruperto.



scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:19

Sant' Essuperio di Tolosa Vescovo

28 settembre

Martirologio Romano: A Tolosa in Aquitania, ora in Francia, sant’Esuperio, vescovo, che dedicò una basilica in onore di san Saturnino e, al momento dell’invasione dei barbari, si mostrò strenuo difensore della sua città; san Girolamo racconta quanto fosse parco verso se stesso e generoso, invece, con gli altri.




scri789
00martedì 28 settembre 2010 09:20

28 settembre

72330 > Sant' Eustochio Vergine 28 settembre MR

72300 >
San Fausto di Riez Vescovo 28 settembre MR

90829 >
Beato Francesco (Piani) da Caldarola 28 settembre

72390 >
Beato Francesco Saverio Ponsa Casallarch Martire 28 settembre MR

72370 >
Beati Giovanni Shozaburo e compagni Martiri 28 settembre MR

93196 >
Beato Giuseppe Tarrats Comaposada Religioso gesuita, martire 28 settembre MR

72350 >
Santa Lioba Venerata a Fulda 28 settembre MR

90886 >
Santi Lorenzo Ruiz di Manila e 15 compagni 28 settembre - Memoria Facoltativa MR

92641 >
Beato Luigi Monza Sacerdote fondatore 28 settembre

90174 >
Beati Martiri Agostiniani del Giappone 28 settembre

92937 >
Beato Niceta (Mykyta) Budka Vescovo e martire 28 settembre MR

92448 >
San Salonio di Ginevra Vescovo 28 settembre MR

91616 >
San Simon de Rojas Religioso Trinitario 28 settembre MR

94608 >
Beato Valentino Rovira Mercedario 28 settembre

29350 >
San Venceslao Martire 28 settembre - Memoria Facoltativa MR

72410 >
San Zama Protovescovo di Bologna 28 settembre MR


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