29 marzo

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Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:41

Beata Agnese di Chatillon Monaca

29 marzo

XVII secolo

Agnese visse nel monastero cistercense di Beaupré attorno al 1600. La sua vita è tuttaispirata alla Gloria di Dio e ad un ideale di alta perfezione.Si distinse particolarmente per l’amore all’Eucaristia e la meditazione della Passione diGesù. Fu vista sovente rapita in estasi, specie dopo la comunione.E’ ricordata al 29 marzo presso l’Ordine Benedettino e al 28 marzo presso i Cistercensi.Dopo la sua morte si ottennero molti prodigi per sua intercessione.

Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:42

Santi Armogasto, Archinimo e Saturnino Martiri

29 marzo

Martirologio Romano: Commemorazione dei santi Armogasto, Archinímo e Saturnino, martiri, che in Africa, al tempo della persecuzione vandalica, sotto il re ariano Genserico, per aver professato la vera fede patirono molti atroci supplizi e infamità.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:43

Beato Bertoldo Priore generale dei Carmelitani

29 marzo

Sec. XIII

Nativo della Lombardia, fu intorno al 1230 secondo priore generale dei Carmelitani. Gli si attribuisce una visione, durante la quale vide portare in cielo dagli angeli le anime di molti carmelitani uccisi dai saraceni. Il domenicano Stefano di Salignac che attribuì erroneamente la composizione della regola carmelitana ad Aimerico di Malefaida da Salignac, patriarca di Antiochia (1142-93), disse che questo aveva tra i Carmelitani un nipote, «un uomo santo e famoso». Costui ricevette un nome ed una qualifica nella cosiddetta Epistola Cyrilli, pubblicata dopo l'anno 1378 dal carmelitano Filippo Riboti, che lo dice fratello, non più nipote, di Aimerico, di nome Bertoldo e primo priore generale dei Carmelitani. Il Papenbroeck pubblicando un testo del monaco greco Phocas che nel 1177 visitò il Carmelo, identificò Bertoldo con un vecchio monaco di Calabria. (Avvenire)

Etimologia: Bertoldo = famoso, illustre, splendente, dall'antico germanico

Martirologio Romano: Sul monte Carmelo in Palestina, beato Bertoldo, che, soldato, fu ammesso tra i fratelli che su questo monte avevano abbracciato la vita monastica e, in seguito, eletto priore, affidò la pia comunità alla Madre di Dio.

Nativo della Lombardia, fu, ca. il 1230, secondo priore generale dei Carmelitani: morì e fu sepolto sul Monte Carmelo. Gli si attribuisce una visione, durante la quale vide portare in cielo dagli angeli le anime di molti carmelitani uccisi dai saraceni. La sua figura è passata attraverso vari prismi deformanti. Le notizie sopra riferite ci sono state conservate in una raccolta di Legenda abbreviatae, che per molti santi hanno ancora una redazione primitiva.
Il domenicano Stefano di Salignac (prima del 1278) che attribuì la composizione della regola carmelitana ad Aimerico di Malefaida da Salignac, patriarca di Antiochia (1142-93), mentre essa è di Alberto, patriarca di Gerusalemme (1206-14), disse che detto Aimerico aveva tra i Carmelitani un nipote, "un uomo santo e famoso". Costui ricevette un nome ed una qualifica nella cosiddetta Epistola Cyrilli, pubblicata dopo l'anno 1378 dal carmelitano Filippo Riboti, che lo dice fratello, non più nipote, di Aimerico, di nome Bertoldo e primo priore generale dei Carmelitani. Successivamente un altro carmelitano, Giovanni Grossi, nel suo Virldarium (verso il 1400) dette a tale nipote il nome di Brocardo mentre nelle successive redazioni della medesima opera e nel catalogo dei santi carmelitani della stessa epoca, Bertoldo di Malefaida è considerato primo generale e Bertoldo di Lombardia passa al quarto posto. il Papenbroeck pubblicando un testo del monaco greco Phocas che nel 1177 visitò il Carmelo, identificò Bertoldo con un vecchio monaco di Calabria: ma evidentemente Phocas non parla di eremiti latini, bensì di monaci greci, che erano pure sul Carmelo, ma in luogo diverso. il santo è rappresentato in abito carmelitano, con un libro e una spada, oppure mentre ha la visione dei martiri. il culto fu ordinato nel capitolo generale dell'ordine del 1564. il suo nome, tolto dal breviario riformato del 1585, poco dopo, nel 1609, vi fu nuovamente introdotto; le lezioni proprie furono approvate nel 1672. La festa è fissata il 29 marzo.



Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:44

Beato Emanuele de Alburquerque Cavaliere mercedario

29 marzo

XIII secolo

Cavaliere laico dell’Ordine Mercedario, il Beato Emanuele de Alburquerque, era nato da una delle più illustri e anziane famiglie del Portogallo. Entrato nell’Ordine si distinse per la carità insigne e le virtù della vita e onorevolmente accettò la nomina di redentore. Navigando verso l’Africa, nell’anno 1289, in missione di redenzione, venne sorpreso da una grande tempesta con la quale il naufragio sarebbe stato inevitabile, quando vide nel cielo Santa Maria de Cervellon, che sempre egli invocava, la quale comandò ai venti e al mare e subito questi si placarono. Arrivato poi tranquillamente in Marocco, liberò 126 schiavi dalla crudele oppressione dei mussulmani. Pieno di santi meriti morì nella pace del Signore in Spagna sotto il generalato di San Pietro de Amer.
L’Ordine lo festeggia il 29 marzo.



Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:45

Sant' Eustachio di Napoli Vescovo

29 marzo

sec. III

Martirologio Romano: A Napoli, commemorazione di sant’Eustasio, vescovo.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:45

Beato Giovanni Hambley Sacerdote e martire

29 marzo

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Diocesi di Oxford, 1560 circa – Salisbury, 1587

Martirologio Romano: A Salisbury in Inghilterra, commemorazione del beato Giovanni Hambley, sacerdote e martire, che, durante il regno di Elisabetta I, a motivo del suo sacerdozio, in un imprecisato giorno di questo mese intorno alla Pasqua del Signore, nel supplizio del patibolo si conformò alla passione di Cristo.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:46

Santa Gladys (Gwladys) Regina

29 marzo

 

La vita di questa regina gallese degli inizi del VI sec., ci è nota attraverso quella di suo marito, s. Gwynllyw scritta ca. nel 1130 e una Vita dell'XI ic. del suo grande figlio s. Cadoc.
Gwlady era la maggiore delle ventiquattro figlie di s. Brychan di Brecknock e fu data in sposa (secondo la Vita Gunlei) al regulus del Galles sud-orientale di nome Gwynllyw: secondo la Vita Cadoci ella fu rapita da questi, aiutato nell'impresa da re Arthur.
Sempre la Vita Cadoci, in contrasto con la Vita Gunlei, descrive i primi anni del matrimonio di Gwlady come ben lungi dall'essere esemplari; tuttavia sembra che il figlio Cadoc li persuadesse ad emendarsi. Gwynllyw si ritirò nel luogo che si chiama oggi Stow Hill (Newport) dove esiste un'antica chiesa dedicata a s. Wooloo, mentre Gwlady scelse un luogo non molto lontano sulle sponde del fiume Ebbw.
Sebbene entrambi conducessero vita di penitenza, Cadoc li costrinse a separarsi piú completamente, cosí Gwlady si diresse verso una "solitudine montana" a Pencarnau nel Bassaleg dove costruì una chiesa in onore della Vergine.
La festa di Gwlady e di suo marito è fissata al 29 marzo ed i loro nomi sono ricordati in varie chiese e pozzi nel Galles meridionale; in particolare quello di Gwlady in un pozzo a Tredegar Park e in una chiesa nella diocesi di Llandaff (prima del 1146).



Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:49

San Guglielmo Tempier Vescovo di Poitiers

29 marzo

Poitiers (Francia), sec. XII - † 29 marzo 1197

Canonico regolare a Sant'Ilario di Poitiers, Guglielmo Tempier divenne vescovo della città nel 1184. Viene ricordato per il coraggio con cui difese i diritti e le proprietà della sua diocesi: un documento del 1185 lo indica come «pro jure ejusdem ecclesiae persecutionem viriliter patientem». E nel 1191 viene chiamato «Guillelmus fortis». Morì nel 1197. In vita oggetto di forti opposizioni, in morte fu onorato come un santo: la gente si recava sulla sua tomba per ottenere la guarigione dalle emorragie. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Poitiers in Aquitania, in Francia, san Guglielmo Tempier, vescovo, uomo prudente e risoluto; difese dai soprusi dei nobili la Chiesa a lui affidata e riformò i costumi, offrendo egli stesso l’esempio di una vita integerrima.

Non ci sono molte notizie su s. Guglielmo Tempier, ma la sua festa da secoli è al 29 marzo e alla stessa data è riportato dal ‘Martirologio Romano’.
Non si sa quando e dove nacque, si crede a Poitiers (Francia), perché egli era Canonico Regolare a S. Ilario di Poitiers e divenne vescovo della stessa città nel 1184, come lo testimonia un documento di quell’anno.
Viene ricordato soprattutto per il coraggio dimostrato nel difendere i diritti e le proprietà della sua Diocesi, anche questo è affermato in un documento del 1185, che lo indica come difensore contro i persecutori della Diocesi, e dotato di virile pazienza.
E ancora nel 1191 è indicato come “Guglielmo il forte”; nello stesso anno costrinse uno dei suoi vassalli a prestargli il dovuto omaggio; non bisogna dimenticare che si era nel Medioevo, quindi i costumi generali dell’epoca, facevano assumere atteggiamenti, per noi oggi incomprensibili.
Dopo tredici anni d’intenso episcopato, morì il 29 marzo 1197 e fu sepolto nella Chiesa di S. Cipriano. Il vescovo Guglielmo Tempier che in vita era stato fortemente contrastato dai notabili della diocesi, da morto fu onorato come un santo, indice che al di là, della energia espressa nel condurre la vita amministrativa e allora anche politica della Diocesi, egli in campo pastorale fu un gran vescovo, attento alla vita spirituale dei fedeli, ai quali era un integerrimo esempio.
Il popolo di Poitiers si recava alla sua tomba per essere guarito dalle emorragie.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:50

San Gwynllyw (Gundleius) Re del Galles

29 marzo

VI secolo

Essendo un santo gallese, i nomi che ricorrono in questa nota biografica, sono di conseguenza poco pronunciabili da noi latini.
S. Gwynllyw (in latino Gundleius, Guleius), visse nel secolo VI ed appartenne ad una famiglia di santi reali; era fratello di s. Petroc abate (4 giugno) e marito di santa Gladys (Gwladys) regina (29 marzo).
Gwynllyw era il primogenito del re (regulus) Glywys di Demezia, oggi Nonmouthshire, nel Galles sud-orientale, a cui succedette.
La sua vita ci è nota attraverso due fonti, una vita di s. Cadoc abate, suo figlio (21 settembre) e una non tanto attendibile vita di s. Gunlei, scritte rispettivamente nell’XI e XII secolo.
Sposò la maggiore delle 24 figlie di s. Brychan di Brecknock, Gladys, da cui ebbe una numerosa prole tra cui il già citato s. Cadoc e i santi Clammarch e Cynfyw.
Non ci addentriamo con questa scheda a cercare di capire, perché i Calendari gallesi, scozzesi, irlandesi, ecc, celebrano come santi, buona parte dei componenti delle famiglie reali dell’epoca, ascendenti e discendenti; ad ogni modo alcuni di essi, segnalati in questa scheda, sono riportati anche dall’attuale ‘Martirologio Romano’.
Gwynllyw, in gallese anche Winleus o Wooloo, fu un governante giusto, pacifico, gentile, secondo la ‘Vita Gunlei’; mentre secondo la ‘Vita di Cadoc’, egli fu un brigante e dissoluto.
Ad ogni modo, nella tarda vecchiaia fu convertito dal figlio Cadoc; da quel momento in poi la sua vita cambiò, e d’accordo con la sua santa moglie, presero a vivere una vita di austerità.
Gwynllyw abdicò al regno e si ritirò in un vecchio campo sulla Stow Hill (Newport), probabilmente su una collina del luogo; la moglie Gladys scelse un luogo non molto lontano sulle sponde del fiume Ebbw.
Sebbene ormai vivessero una vita di penitenza, il figlio s. Cadoc li convinse a distaccarsi più completamente, allora Gwynllyw si trasferì verso un eremitaggio montano a Pencarnau nel Bassaleg, dove costruì una chiesa in onore della Vergine.
E in questo luogo fu sepolto insieme alla moglie, dopo la loro morte e avendo ricevuto gli ultimi sacramenti da suo figlio Cadoc.
Varie cappelle furono erette in onore dei due santi coniugi eremiti, oggi distrutte; una statua raffigura il re nella torre di S. Wooloo nel Carmarthenshire.
I loro nomi sono ricordati in varie chiese e pozzi nel Galles meridionale. Il nome di s. Gwynllyw è invocato in due litanie medioevali e la sua festa celebrativa insieme alla moglie s. Gladys, è al 29 marzo.



Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:51

San Ludolfo di Ratzeburg Vescovo

29 marzo

m. 1250

Martirologio Romano: A Wismar nello Holstein in Germania, san Ludolfo, vescovo di Ratzeburg e martire, che per aver difeso la libertà della Chiesa fu gettato, per ordine del duca Alberto, in uno squallido carcere e ne fu così prostrato fisicamente, che, non appena liberato dei ceppi, migrò da questo mondo.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:52

San Marco di Aretusa Vescovo

29 marzo

+ Aretusa, Siria, 364

San Marco, che fu vescovo di Aretusa in Siria, al tempo dell’eresia ariana mai si allontanò dalla vera fede. Sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata subì atroci torture, ma morì poi per cause naturali. San Gregorio Nazianzeno lo definì “uomo straordinario ed anziano santissimo”.

Martirologio Romano: Commemorazione di san Marco, vescovo di Aretusa in Siria, che ai tempi della controversia ariana mai deviò dalla retta fede e sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata subì violente vessazioni; fu salutato da san Gregorio Nazianzeno come personalità insigne e anziano di vita santissima.

Nulla conosciamo della giovinezza di tale santo, che regnante Costantino il Grande fu nominato vescovo di Aretusa, odierna Er Rastan in Siria. Per sua intercessione pare fu guaritò il futoro Giuliano l’Aposta, allora giovane principe. In quel tempo imperversava l’arianesimo e gli eretici erano convinti di aver guadagnato anche Marco alla loro causa: nel 343 infatti egli non venne deposto dal concilio di Sardica poiché parve scendere a patti con l’errore per la sua debolezza di carattere e per più di dieci anni mantenne un atteggiamento equivoco. Marco nel 351 era con gli pseudo-ariani al concilio di Sirmio, ove presentò una nuova formula di fede redatta in lingua greca che fu giudicatasospetta piuttosto che assolutamente eretica, secondo alcuni però risalirebbe a qualche anno dopo. E’ cosa comunque certa che verso il 360 Marco di Aretusa tornò a pieno titolo nell’ortodossia.
L’anno seguente Giuliano l’Apostata ascese al trono imperiale e promosse la restaurazione del paganesimo, con conseguenti misure vessatorie contro la Chiesa. Marco che ad Aretusa aveva fatto distruggere un tempio dedicato agli idoli, temette allora per la propria incolumità e fuggì. Quando gli giunse la notizia che alcuni ecclesiastici erano stati arrestati, non esitò a tornare in città per guidare il suo gregge. Rifiutatosi fermamente di ricostruire il tempio distrutto, fu allora imprigionato e torturato: la costanza nella fede ed il coraggo dimostrato nel sopportare le sofferenze cui fu sottoposto suscitarono l’ammirazione dei suoi persecutori, che infine si decisero a liberarlo. Soppravvissuto agli atroci tormenti, si dedicò all’evangelizzazione dei pagani ed morì per causa naturali nel 364.
Fu iscritto come “confessore della fede” nei menologi e nei sinassari bizantini, mentre il Cardinal Baronio preferì non inserirlo nel Martyrologium Romanum per il suo passato a stretto contatto con gli ariani. Il grande San Gregorio Nazianzeno definisce San Marco di Aretusa “uomo notevole e assai santo vegliardo”, nota che gli ha meritato in tempi recenti un riconoscimento della sua santità anche da parte della Chiesa catolica. I Bollandisti, per i patimenti subiti, lo considerano anche un martire.



Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:53

Santi Pastore, Vittorino e compagni Martiri di Nicomedia

9 marzo

 

Il 29 marzo il Martiro­logio Geronimiano annuncia un lungo elenco di martiri, in capo al quale pone Pastore e Vittorino, che situa a Nicomedia. Come fa notare H. Delehaye, Pastore è un nudum nomen che si ritrova ancora l'indo­mani, 30 marzo, nella stessa fonte, in Aurelianis civitate, ma che nessun altro documento permette di riconoscere esattamente.
Quanto a Vittorino lo ritroviamo già menzionato al 6 marzo nello stesso Geronimiano in compagnia di Vittore e sempre al 6 marzo nel Martiro­logio Siriaco del sec. IV: « a Nicomedia Vittorino ». Di lui non si conosce niente altro. Usuardo, per primo in Occidente, nella seconda recensione del suo Martirologio inserì al 29 marzo: « Civitate Nicomediae, passio sanctorum Pastoris et Victo-rini », lasciando da parte i loro supposti compagni. C. Baronio nel Martirologio Romano riprese lo stesso annuncio aggiungendovi et sociorum.


Stellina788
00lunedì 29 marzo 2010 09:54

Santi Simplicio e Costantino Abati di Montecassino

29 marzo

 

Santi SIMPLICIO e COSTANTINO
Dopo il santo fondatore di Montecassino, il patriarca s. Benedetto, i primi suoi quattro successori abati benedettini del famoso monastero, sono tutti santi e sono nell’ordine: Costantino, Simplicio, Vitale e Bonito.
Di Simplicio possiamo dire poco come del resto degli altri, non ci è pervenuto quasi nessun documento che ne racconti la vita.
Egli viene comunque menzionato insieme a Costantino nei secoli successivi, sia per il culto tributato ad ambedue il 29 marzo dai benedettini di Montecassino, sia perché le loro reliquie sono depositate insieme.
Infatti esse furono rinvenute nell’area del presbiterio della basilica cassinese verso il 1625-28 e trasportate nella vecchia cappella di s. Bertario e poi nel 1710 sempre insieme a quelle di s. Costantino furono traslate nella cappella di s. Gregorio Magno.
Durante il disastroso bombardamento del 1944 esse ne uscirono indenni e di nuovo sistemate nella ricostruita cappella sotto l’altare, che come tutta la chiesa fu consacrato nella solenne dedicazione fatta da Paolo VI il 24 ottobre 1964.
Simplicio viene ricordato nella ‘Vita Mauri’ del sec. IX come uno dei monaci che Benedetto dà come compagni a s. Mauro nel suo viaggio in Francia; inoltre lo storico Pietro Diacono afferma che diede a leggere a tutti i monaci la Regola del grande fondatore s. Benedetto, scrivendo su ciò alcuni versi pervenuti fino a noi con interpretazioni diverse.
Egli è stato raffigurato in un quadro di De Mura posto nella cappella sopra citata, proprio nell’atto di presentare la Regola agli Ordini monastici e cavallereschi. S. Simplicio e s. Costantino abati furono venerati subito dopo la loro morte per essere stati discepoli e primi successori del santo patriarca e la loro prima sepoltura fu proprio accanto alla sua.
Mancando o perlomeno non si conoscono Uffizi o Messe proprie, il loro ricordo è fissato al 29 marzo in relazione all’invenzione delle reliquie.


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