5 gennaio

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scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 09:59

Sant' Amata (Amma Talida) della Tebaide Vergine

5 gennaio


Palladio (morto prima del 431) narra di aver visto ad Antinoe in Egitto dodici monasteri femminili e di avervi incontrato parecchie religiose di eccezionale virtù. Tra esse ricorda Amata o Amma Talida, abbadessa di uno di quei monasteri, quando era ormai ottantenne, circondata dall'affetto e dalla venerazione di sessanta monache, che le ubbidivano con animo veramente filiale. Di lei Palladio sottolinea in particolare l'eccezionale castità conservata illibatissima per così lunghi anni e diventata in lei come una seconda natura, al punto da consentirle di trattare con serena familiarità persone d'altro sesso. Nei cataloghi del De Natalibus, del Canisio e del Ferrari, come negli Acta Sanctorum, è ricordata col titolo di santa al 5 gennaio; la sua memoria manca invece nel Martirologio romano.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:00

Sant' Amelia Vergine e martire

5 gennaio

Gerona (Catalogna in Spagna), 304 ca.

Questa santa, di cui non si sa praticamente nulla della vita, appartiene ad un numeroso gruppo di martiri cristiani, uccisi a Gerona, città della Catalogna, in Spagna, durante il IV secolo. La notizia è riportata in un antico Breviario di Gerona che pone questo lungo elenco di martiri all'epoca della persecuzione di Diocleziano (243-313). Nel 1336 il vescovo di Gerona, Arnau de Camprodón, scoprì le reliquie dei martiri e dedicò ad essi un altare nella cattedrale cittadina, poi nei secoli questi martiri, elencati in una lunga lista dal «Martirologio Geronimiano», sono stati celebrati a gruppi in date diverse, di alcuni di essi il suddetto Martirologio e altri documenti e iscrizioni lapidarie riportano i nomi con qualche piccola aggiunta; è il caso dei martiri Germano, Giusturo, Paolino e Sicio, con festa al 31 maggio, Paolino e Sicio sarebbero antiocheni, mentre Germano, Giusturo e tutti gli altri dell'elenco sembrano essere africani. Il solo nome della martire Amelia, riportato nel lungo elenco dei martiri per la fede, morti a Gerona, ma inquadrati nella grande carneficina che infuriò nell'impero romano, durante la persecuzione di Diocleziano, non ci permette di sapere altro. (Avvenire)


Questa santa di cui non si sa praticamente nulla della sua vita, appartiene ad un numeroso gruppo di martiri cristiani, uccisi a Gerona città della Catalogna in Spagna, durante il IV secolo.
La notizia è riportata in un antico Breviario di Gerona che pone questo lungo elenco di martiri all’epoca della persecuzione di Diocleziano (243-313). Nel 1336 il vescovo di Gerona Arnau de Camprodón, scoprì le reliquie dei martiri e dedicò ad essi un altare nella cattedrale cittadina, poi nei secoli questi martiri, elencati in una lunga lista dal ‘Martirologio Geronimiano’, sono stati celebrati a gruppi in date diverse, di alcuni di essi il suddetto Martirologio e altri documenti e iscrizioni lapidarie, riportano i nomi con qualche piccola aggiunta; è il caso dei martiri Germano, Giusturo, Paolino e Sicio, con festa al 31 maggio, Paolino e Sicio sarebbero antiocheni, mentre Germano, Giusturo e tutti gli altri dell’elenco sembrano essere africani.
Altri nomi più conosciuti sono s. Felice (1° agosto), ss. Romano e Tommaso che furono crocifissi (8 giugno).
Come si vede il solo nome della martire Amelia, riportato nel lungo elenco dei martiri per la fede, morti a Gerona, ma inquadrati nella grande carneficina che infuriò nell’impero romano, durante la persecuzione di Diocleziano, non ci permette di sapere altro.

Il nome Amelia / Amelio usato soprattutto al femminile, deriva da ‘Amali’ nome di una potente famiglia Ostrogota ed ha il significato di “vergine senza macchia”. Altre interpretazioni etimologiche lo indicano come continuazione del nome gentilizio latino ‘Amelius’ derivato da ‘Amius’ di probabile origine etrusca; inoltre è indicato come una variante del nome Amalia, ma che comunque nel tempo si è affermato con una valenza propria. Il nome Amelia ha ancora una certa diffusione in Italia, mentre è pressoché scomparso il maschile Amelio.





scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:00

Sant' Astolfo Monaco e vescovo

5 gennaio

† Magonza, 28 gennaio 826


Astolfo il nome latino è ‘Uistulfus’ ed è ricordato il 5 gennaio dal ‘Martirologio Geronimiano’ come vescovo di Magonza, città della Germania, sede vescovile dell’VIII secolo che divenne il centro ecclesiastico di tutta la Germania.
Di lui si sa che fu monaco a Wissemburg ed ebbe molti contatti con la celebre abbazia di Fulda, sede nel Medioevo di una importante scuola monastica.
Dalle poche notizie che si sanno, si rileva che Astolfo fu vescovo di Magonza e che durante il suo episcopato nell’814, ordinò sacerdote il celebre monaco benedettino Rabano Mauro (784-856), autore dell’opera enciclopedica “De Universo”.
S. Astolfo morì a Magonza il 28 gennaio 826.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:01

San Carlo di S. Andrea Houben Passionista

5 gennaio

Munstergeleen (Olanda), 11 dicembre 1821 - Dublino, 5 gennaio 1893

Martirologio Romano: A Dublino in Irlanda, beato Carlo di Sant’Andrea (Giovanni Andrea) Houben, sacerdote della Congregazione della Passione, zelante ministro del sacramento della Penitenza.


Giovanni Andrea Houben quarto di undici figli, nacque l’11 dicembre 1821 a Munstergeleen in Olanda e sin da bambino manifestò il desiderio di darsi al sacerdozio, ma si decise solo verso i ventidue anni, quando chiamato a prestare il servizio militare a Bergen-op-Zoom, sentì parlare da un suo compagno della Congregazione dei Passionisti, fondata nel Settecento da s. Paolo della Croce.
Una volta congedato chiese di essere ammesso nei Passionisti e accolto dal beato Domenico Barberi per il noviziato nel convento di Ere (Belgio), prendendo il nome di Carlo di S. Andrea; professò i voti il 10 dicembre 1846 e terminati gli studi superiori, venne ordinato sacerdote il 21 dicembre 1850, dal vescovo Labis di Tournai.
A fine 1851 fu inviato in Inghilterra dove i Passionisti avevano fondato tre conventi; lavorò con grande entusiasmo, così da divenire un “Apostolo dell’Ecumenismo” adoperandosi per il bene delle anime e per l’unità dei cristiani.
Ma il Signore lo volle poi in altro posto, nel 1857 fu inviato nel convento di Mount Argus presso Dublino, in Irlanda e fondato un anno prima. Qui padre Carlo di S. Andrea trascorse quasi tutta la sua vita; la fama delle sue virtù attirò ben presto al convento un gran numero di fedeli che affluivano per avere una sua benedizione, in particolare gli ammalati, con guarigioni sorprendenti.
Lo chiamavano il ‘Santo di Mount Arges’ e di lui si può dire quello che si dice di Gesù, “passò facendo del bene”. A causa della scarsa conoscenza della lingua irlandese non fu un grande predicatore, né missionario tra il popolo, ma si dedicò specialmente alla direzione spirituale di quanti lo visitavano, attraverso il sacramento della confessione.
Un padre Pio da Pietrelcina di quell’epoca in Irlanda; portava sempre in mano un crocifisso per ricordare continuamente la Passione, celebrava con molto fervore la Messa, che si prolungava oltre il solito. Dodici anni prima della sua morte, fu colpito da una malattia da cui non si rimise più completamente, soffriva di nevralgie ai denti, emicrania e vertigini, tutto sopportò senza lamentarsi.
Andò gradatamente peggiorando, finché morì il 5 gennaio 1893 nel suo convento di Mount Arges di Dublino, i suoi funerali furono un’apoteosi per la partecipazione di una grande folla, che le guardie stentarono ad arginare; segno di un onore popolare che già in vita gli veniva dato, non solo nella città di Dublino, ma anche nell’intera contea.
Un passionista così esemplare, carismatico, povero, apostolico, non poteva rimanere nell’oblio; la causa per la sua beatificazione fu introdotta il 13 novembre 1935.
Papa Giovanni Paolo II l’ha elevato agli onori degli altari come "beato" il 16 ottobre 1988, mentre Benedetto XVI l'ha infine dichiarato "santo" il 3 giugno 2007. La festa religiosa è al 5 gennaio.





scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:02

San Convoione Abate di Redon

5 gennaio

Martirologio Romano: In Bretagna, san Convoione, abate, che fondò a Redon il monastero di San Salvatore, dove, sotto la sua disciplina e seguendo la regola di san Benedetto, i monaci fiorirono insigni per pietà e, dopo la distruzione del cenobio ad opera dei Normanni, costruì presso Saint-Maixent-de-Plélan un nuovo monastero, ove morì ottuagenario.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:02

San Deogratias Vescovo

5 gennaio

Martirologio Romano: A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Deogratias, vescovo, che riscattò moltissimi prigionieri condotti via da Roma dai Vandali, raccogliendoli in due grandi basiliche allestite con letti e stuoie.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:03

Beato Dionisio Ammalio Mercedario

5 gennaio

Mercedario del convento di Santa Maria di Montebianco in Tarragona (Spagna), il Beato Dionisio Ammalio venne inviato a Tunisi in Africa, dove strappò 130 prigionieri dalle mani dei mussulmani. Tornato in patria e dopo una vita vissuta confessando la fede in Cristo, morì a Tarragona.
L’Ordine lo festeggia il 5 gennaio.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:04

Beato Dionisio Ammalio Mercedario

5 gennaio

Mercedario del convento di Santa Maria di Montebianco in Tarragona (Spagna), il Beato Dionisio Ammalio venne inviato a Tunisi in Africa, dove strappò 130 prigionieri dalle mani dei mussulmani. Tornato in patria e dopo una vita vissuta confessando la fede in Cristo, morì a Tarragona.
L’Ordine lo festeggia il 5 gennaio.




scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:06

Sant' Edoardo III il Confessore Re d'Inghilterra

5 gennaio

Oxford, Inghilterra, 1004/1005 - Londra, Inghilterra, 5 gennaio 1066

Normanno da parte di madre, nel primo periodo la sua vita, visse in esilio in Francia per sfuggire all'invasione danese. Incoronato re d'Inghilterra nel 1043, si trovò a far da mediatore, con grandi difficoltà ed insuccessi, fra i Normanni e i Sassoni. Per spirito di conciliazione, sposò Edith, la figlia colta e intelligente del suo principale avversario politico. Il matrimonio, nonostante inizialmente fosse stato dettato dalla ragion di Stato, fu caratterizzato da un profondo accordo. Mite e generoso, Edoardo lasciò una traccia indelebile nel popolo inglese che lo venerò non solo per alcuni saggi provvedimenti amministrativi ma, principalmente, per la sua bontà, per la carità verso coloro che avevano bisogno e per la santità della sua vita. A lui si deve la restaurazione del monastero di Westminster.

Patronato: Inghilterra

Etimologia: Edoardo = che si cura della proprietà, dal tedesco

Emblema: Corona, Anello

Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, sant’Edoardo, detto il Confessore: re degli Angli, amatissimo dal suo popolo per la sua grande carità, assicurò la pace al suo regno e promosse con tenacia la comunione con la sede di Roma.

Ascolta da RadioMaria:
  

Edoardo III il Confessore, re d’Inghilterra, è il santo più celebre a portare tale nome, insieme con il suo avo, Sant’Edoardo II il Martire. Il futuro Edoardo III nacque nei pressi di Oxford tra il 1004 ed il 1005 da Etelredo II lo Sconsigliato e dalla sua seconda moglie, la principessa normanna Emma. A causa dello stato di agitazione che regnava nel paese, all’età di soli dieci anni fu mandato in esilio in Normandia, ove rimase sino al 1041. Richiamato poi in Inghilterra, l’anno seguente ascese al trono. Proprio durante l’esilio il futuro re aveva appreso molte delle qualità che gli tornarono più utili, come ricorda il suo biografo Barlow: “opportunismo e flessibilità, pazienza, cautela, capacità di evitare lo scontro frontale [...] sapienza terrena [...] disponibilità ad accettare qualunque sorte gli fosse riservata”. Regnò per un periodo abbastanza lungo, riuscendo a tenere sotto controllo i molteplici nemici, sia interni che esterni. Il suo successore Aroldo, ventidue anni dopo, si trovò a governare un paese ben più tranquillo, unito e stabile di quanto non lo fosse stato all’incoronazione di Edoardo.
La santità di Edoardo non è data esclusivamente da alcune azioni eroiche, bensì è frutto del suo comportametno complessivo quale sovrano. Resta tuttavia difficile conoscere con certezza molti aspetti del suo governo, del suo carattere e delle sue motivazioni. Con lo sviluppo del suo culto, la fama del suo regno si accrebbe tanto da giudicarlo quasi un’epoca d’oro e per sua la grande popolarità Sant’Edoardo divenne uno dei principali patroni d’Inghilterra. Le numerose “Vite” scritto in seguito sul suo conto misero in evidenza la santità di questo grande sovrano, i miracoli ottenuti per sua intercessione, la castità custodita integra per tutta la vita, la carità verso i poveri, verso la Chiesa ed in particolare verso i monaci.
Occorre però sottolineare come qualcuno nutrisse non pochi interessi dall’incentivare il culto di Sant’Edoardo: in primis i monaci dell’abbazia di Westminster, che ne conservavano la tomba e fecero proliferare i racconti circa la santità e la potenza taumaturgica del re, al fine di incrementare l’afflusso di pellegrini; in seguito la venerazione nei confronti di Edoardo, normanno per parte materna, risultò di aiuto agli invasori normanni per tentare di ottenere un’indiretta legittimazione al loro potere sull’isola. Parecchi leggendari elementi sulla sua esistenza terrena non sono certi, come la scelta fatta con la moglie Edith di condurre una vita di castità ed il matrimonio bianco, forse pure supposizione volte a giustificare il fatto che non lasciò discendenza. Anche la maggior parte dei racconti sui miracoli è assai dubbia: la “Vita” più anica, scritta pochissimi anni dopo la sua morte, narra di alcune guarigioni avvenute con l’acqua in cui il santo re si era lavato le mani. Fu allora invocato contro le malattie della pelle e l’epilessia e secondo la tradizione fu il primo sovrano inglese a contrarre la cosiddetta “malattia del re”, cioè la scrofola. Abolì la tassa dell’heregeld, destinata al mantenimento dell’esercito, per devolvere il ricavato ai poveri, ma forse si trattò solo di un provvedimento temporaneo.
Analizzando invece le qualità di Edoardo come sovrano, ci si può rifare a notizie più certe: difese il paese dagli attacchi stranieri e protesse la propria autorità dai sudditi troppo ambiziosi. Tentò sempre in ogni modo di evitare le guerre, ma fu sempre risoluto nel dispiegare un esercito o una flotta contro la minaccia di invasione. Per rafforzare la propria posizione non mancò di stringere numerose alleanze straniere. In patria la più seria minaccia al suo potere era costituita dal conte Godwin del Wessex: ne sposò allora la figlia, Edith, ma quando nel 1051 Godwin minacciò una rivolta, ad Edoardo non restò che esiliarlo insieme all’intera sua famiglia, facendo rinchiudere anche Edith in un convento. Già l’anno seguente il re permise a Godwin di fare ritorno in patria, evitando così il rischio di una guerra civile e nel regno continuò dunque a regnare la pace.
Indipendentemente dalla fama acquisita in seguito, pare che non fu un grande benefattore della Chiesa, ad eccezione di Westminster. Una saggia amministrazione delle nomine ecclesiastiche costituiva una parte essenziale per affermare l’autorità regio ed un buon governo. Il giudizio di Edoardo in queste questioni si rivelo sempre oculato, salvo il caso di Stigand, arcivescovo di Canterbury che si rivelò certo un abile amministratore, ma poco animato da spirito religioso. Edoardo nominò anche degli stranieri alle sedi episcopali inglesi, non per distruggere la matrice nazionale della Chiesa, quanto più per il desiderio di scegliere degli uomini di qualità. Durante il suo regno furono applicate importanti riforme locali, non vi furono scandali e vennero rafforzati i rapporti con Roma.
La decisione di rifondare l’abbazia di Westminster, monumento che perpetuò indefinitamente il suo ricordo, nacque da un voto che Edoardo aveva fatto quando in gioventù era esule in Normandia: se Dio avesse reintegrato nei suoi diritti la sua famiglia, si sarebbe recato a Roma in pellegrinaggio. Asceso poi al trono, si trovò impossibilitato a lasciare l’Inghilterra e chiese perciò al papa di essere dispensato dal voto. Il pontefice acconsentì, commutando l’obbligo nella fondazione di un monastero dedicato all’apostolo Pietro. Edoardo scelse allora un convento già esistente presso Thorney, ad ovest di Londra, al quale fece ingenti donazioni di terreni e in denaro, dando inizio all’edificazione di una magnifica chiesa romanica, che fu l’embrione dell’odierna abbazia di Westminster.
Le sue condizioni di salute, purtroppo, si aggravarono prima di poter partecipare all’innaugurazione del coro della basilica. Morì dopo pochi giorni, il 5 gennaio 1066, e venne sepolto proprio nell’abbazia. Nel 1102 il suo corpo, riesumato e trovato incorrotto, venne traslato in un nuovo sito. In seguito fu soggetto ad alcune traslazioni e le sacre reliquie sopravvissero alla Riforma ed ancora oggi sono oggetto di venerazione. Nel 1161 papa Alessandro III canonizzo Sant’Edoardo III, detto “il Confessore” per distinguerlo dal suo predecessore Edoardo II “il Martire”, dietro interessamento del re Enrico II. Nel 1689 la sua festa fu estesa alla Chiesa universale e fissata in data 13 ottobre, anniversario della prima traslazione. Oggi però il nuovo Martyrologium Romanum ha spostato la commemorazione alla data della morte.





scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:08

Santa Emiliana Vergine

5 gennaio

Martirologio Romano: A Roma, commemorazione di santa Emiliana, vergine, zia del papa san Gregorio Magno, che, poco dopo sua sorella Tarsilla, fece anch’ella ritorno al Signore.

Ascolta da RadioRai:
  
Ascolta da RadioMaria:
  



scri789
00giovedì 6 gennaio 2011 10:09

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