5 giugno

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Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:33

Beato Adamo Arakava Laico giapponese, martire

5 giugno

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Arima, Giappone, ca. 1551 – Shiki, Giappone, 5 giugno 1614

Laico della diocesi giapponese di Funai, coniugato, catechista, Adamo Arakava subì il martirio nella sua patria nel contesto di feroci ondate persecutorie contro i cristiani. In seguito ad un rapido processo iniziato con il Nulla Osta della Santa Sede concesso in data 2 settembre 1994, è stato riconosciuto il suo martirio il 1° luglio 2007 ed è stato beatificato il 24 novembre 2008, sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI, unitamente ad altri 187 martiri giapponesi.

Etimologia: Adamo = nato dalla terra, dall'ebraico



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:34

Beato Bartolomeo Placido di Recanati Religioso

5 giugno

m. 1473

Il Beato Bartolomeo da Fermo o Placido da Recanati, come viene comunemente chiamato, nacque a Fermo nei primi anni del secolo XV, divenne Apostolino nella chiesa di S. Maria Piccola di Fermo. Dal 1432 risulta presente a Recanati, dove si stava costituendo, nella chiesa di San Giovanni in Pertica, una comunità Apostolina. Il Beato, dopo il 1452, diventa Vicario o Padre spirituale della comunità religiosa, che nel 1496 verrà riunita alla Congregazione di S. Barnaba di Milano. Il Beato Bartolomeo fu religioso di grande santità. Morì nei primi mesi del 1473. Al suo sepolcro avvennero numerosi miracoli, registrati in regolari rogiti notarili, i quali nel complesso costituiscono un regolare processo di canonizzazione.
Il corpo del Beato ebbe varie traslazioni ed in seguito ad una ricostruzione della chiesa, dopo il 1529 il nome fu mutato in quello di Placido, e con tale nome è stato sempre successivamente chiamato.
Sulla personalità del Beato Bartolomeo-Placido il primo documento che dà certezza del culto che si iniziava, è la lapide sistemata sulla seconda tomba del Beato: “ Se c’era nel nostro tempo alcun apostolo venerato dopo gli antichi Apostoli di Cristo, questo era Bartolomeo. E faceva il corpo umato grandi miracoli, la pietà non ha voluto che il Padre rimanesse indecoroso. Danaro raccolto secondo i suoi meriti fece questo tumulo. Qui il popolo pronunci pubblicamente i suoi voti piamente. Anno del Signore 1474.
La festa liturgica ricorre il 5 giugno. Pio VII, concesse l’ufficio e la messa.

Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:35

San Bonifacio Vescovo e martire

5 giugno

672/73 - 5 giugno 754

Senza l'opera missionaria di Bonifacio non sarebbe stata possibile l'organizzazione politica e sociale europea di Carlo Magno. Bonifacio o Winfrid sembra appartenesse a una nobile famiglia inglese del Devonshire, dove nacque nel 673 (o 680). Professò la regola monastica nell'abbazia di Exeter e di Nurslig, prima di dare inizio all'evangelizzazione delle popolazioni germaniche oltre il Reno. Dopo le prime difficoltà in tre anni percorse gran parte del territorio germanico. Convocato a Roma, ebbe dal papa l'ordinazione episcopale e il nuovo nome di Bonifacio. Prima di organizzare la Chiesa sulla riva destra del Reno pensò alla fondazione, tra le regioni di Hessen e Turingia, di un'abbazia, che divenisse il centro propulsore della spiritualità e della cultura religiosa della Germania. Nacque così la celebre abbazia di Fulda. Come sede arcivescovile scelse la città di Magonza. Morì nel 754. (Avvenire)

Etimologia: Bonifacio = che ha buona fortuna, dal latino

Emblema: Ascia, Bastone pastorale, Spada con infilzato il libro del vangelo

Martirologio Romano: Memoria di san Bonifacio, vescovo e martire. Monaco di nome Vinfrido, giunto a Roma dall’Inghilterra fu ordinato vescovo dal papa san Gregorio II e, preso il nome di Bonifacio, fu mandato in Germania ad annunciare la fede di Cristo a quelle genti, guadagnando moltitudini alla religione cristiana; resse la sede di Magonza e da ultimo a Dokkum tra i Friosoni, nell’odierna Olanda, trafitto con la spada dalla furia dei pagani, portò a compimento il martirio.

Senza l'opera missionaria di S. Bonifacio non sarebbe stata possibile l'organizzazione politica e sociale europea di Carlo Magno. Bonifacio o Winfrid sembra appartenesse a una nobile famiglia inglese del Devonshire, dove nacque nel 673 (o 680). Professò la regola monastica nell'abbazia di Exeter e di Nurslig, prima di dare inizio all'evangelizzazione delle popolazioni germaniche oltre il Reno. Il suo primo tentativo di raggiungere la Frisia andò a vuoto per l'ostilità tra il duca tedesco Radbod e Carlo Martello. Winfrid compì allora il pellegrinaggio a Roma per pregare sulle tombe dei martiri e avere la benedizione del papa. S. Gregorio II ne assecondò lo slancio missionario e Winfrid ripartì per la Germania. Sostò nella Turingia, quindi raggiunse la Frisia, appena assoggettata dai Franchi, e vi operò le prime conversioni. In tre anni percorse gran parte del territorio germanico.
Anche i Sassoni risposero con entusiasmo alla sua predicazione. Convocato a Roma, ebbe dal papa l'ordinazione episcopale e il nuovo nome di Bonifacio. Durante il viaggio di ritorno in Germania in un bosco di Hessen fece abbattere una gigantesca quercia alla quale le popolazioni pagane attribuivano magici poteri perché ritenuta sede di un dio. Quel gesto fu ritenuto una vera sfida alla divinità e i pagani accorsero per assistere alla vendetta del dio offeso. Bonifacio ne approfittò per recare loro il messaggio evangelico. Ai piedi della quercia abbattuta eresse la prima chiesa dedicata a S. Pietro.
Prima di organizzare la Chiesa sulla riva destra del Reno pensò alla fondazione, tra le regioni di Hessen e Turingia, di un'abbazia, che divenisse il centro propulsore della spiritualità e della cultura religiosa della Germania. Nacque così la celebre abbazia di Fulda, paragonabile per attività e prestigio alla benedettina Montecassino. Come sede arcivescovile scelse la città di Magonza, ma espresse il desiderio di essere sepolto a Fulda.
Già vecchio, eppur infaticabile, ripartì per la Frigia. Lo accompagnavano una cinquantina di monaci. Il 5 giugno 754 aveva dato l'appuntamento presso Dokkum a un gruppo di catecumeni. Era il giorno di Pentecoste; all'inizio della celebrazione della Messa i missionari vennero assaliti da un gruppo di Frisoni armati di spade. "Non temete - disse Bonifacio ai compagni - tutte le armi di questo mondo non possono uccidere la nostra anima". Quando la spada di un infedele si abbatté sul suo capo, cercò di ripararsi coprendosi con l'Evangeliario. Ma il fendente sfregiò il libro e mozzò il capo del martire.
Fu il fondatore dell'abbazia di Fulda (Germania), dove è sepolto.

Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:36

Santi Domenico Toai e Domenico Huyen Martiri

5 giugno

Martirologio Romano: Nella città di Tang Gia sempre nel Tonchino, santi Domenico Toại e Domenico Huyên, martiri, che, padri di famiglia e pescatori, benché sottoposti al tempo dell’imperatore Tự Đức a vari generi di tortura durante la loro lunga prigionia, con grande forza d’animo esortarono i compagni di carcere a conservare la fede, concludendo poi sul rogo il proprio martirio.


Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:36

San Doroteo di Gaza Asceta

5 giugno

Sec. VI

Monaco di Gaza e scrittore ascetico del VI secolo. Nacque ad Antiochia all'inizio del VI sec. da famiglia benestante e veramente cristiana. L'unica passione della sua gioventù fu quella per lo studio. Verso il 525 decise di abbracciare la vita religiosa ed entrò nel monastero fondato e diretto dall'abate Seridos nei pressi di Gaza dove si trovavano i celebri Barsanufio e Giovanni il Profeta, grandi maestri di vita spirituale. Verso il 540, dopo la reclusione totale di Barsanufio e il trapasso dell'abate Seridos e di Giovanni il Profeta, Doroteo lasciò il monastero e poco dopo ne fondò un altro tra Gaza e Maiuma, ove trascorse il resto della vita

Monaco di Palestina e fecondo scrittore ascetico del VI secolo, nacque ad Antiochia nei primi anni del secolo, da famiglia facoltosa e molto cristiana, crebbe con la passione per gli studi, ricevendo un’eccellente educazione.
Decise per una vita di perfezione, quindi verso il 525 entrò nel monastero fondato e diretto dall’abate Seridos, nell’oasi di Thawata a poca distanza da Gaza, nel Meridione della Palestina.
Venne affidato dall’abate a due grandi asceti del monastero: s. Giovanni detto il Profeta e s. Barsanufio, che da maestri di vita spirituale, spinsero il giovane al distaccamento progressivo da ogni cosa, all’ubbidienza, all’umiltà, alla mortificazione interiore, aiutandolo a superare gravi tentazioni e crisi di scoraggiamento.
Doroteo venne esonerato dalle tremende mortificazioni corporali in uso nel monachesimo orientale, a causa delle sue precarie condizioni di salute, debilitato dall’intenso lavoro intellettuale.
Ebbe vari incarichi nel monastero, sia in portineria che in foresteria, dietro ordine dei due asceti sopra menzionati “i gerontes”, costruì un nosocomio per i monaci, che quando si ammalavano non avevano assistenza, usufruendo dell’aiuto finanziario del proprio fratello.
Fu incaricato anche della direzione spirituale dei monaci ed ebbe come novizio e discepolo Dositeo, santo monaco famoso in Oriente; in seguito fu messo al servizio di s. Giovanni il Profeta che assistette fino alla di lui morte.
Morti l’abate Seridos e i due “gerontes”, Doroteo lasciò il monastero, non si sa bene il perché, andando a fondarne un altro tra Gaza e Maiuma che porterà il suo nome e dove trascorse il resto della sua vita.
Morì tra il 560 e il 580; del suo corpo, della sua tomba e del suo monastero non è rimasto più nulla, probabilmente tutto fu distrutto dagli arabi, quando presero Gaza nel 634. Di lui rimane la vasta raccolta di scritti, conferenze spirituali, omelie, Istruzioni ascetiche, esortazioni scritte dirette ai monaci.
La ‘Vita di s. Dositeo’ può considerarsi come il capolavoro di Doroteo perché fu scritta da un discepolo sotto sua ispirazione.
Questi scritti ascetici ebbero un enorme successo, che dura tuttora, soprattutto fra i monaci del Sinai nel secolo VII e poi da Costantinopoli mediante s. Teodoro Studita e tramite i monaci basiliani italo-greci, l’opera spirituale di s. Doroteo fu portata alla conoscenza del monachesimo occidentale, determinando un influsso vasto e benefico anche nella spiritualità della Compagnia di Gesù.
La bibliografia che riguarda le sue opere è molto vasta, essa va dai manoscritti greci, alle innumerevoli opere librarie, raccolte, ristampe ed edizioni che dalla invenzione della stampa ad oggi, sono state pubblicate in varie Nazioni.
I menei slavi riportano al 5 giugno la celebrazione di un s. Doroteo egumeno, che è senz’altro Doroteo di Gaza, mentre in quelli greci non vi è traccia del suo nome.


Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:37

Santi Eobano, Adelario e nove compagni Martiri

5 giugno

m. 754

Martirologio Romano: A Dokkum tra i Frisoni, nell’odierna Olanda, santi Eobáno, vescovo, Adelario e nove compagni, martiri, che ricevettero la corona insieme a san Bonifacio nel suo stesso glorioso combattimento.


Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:38

Sant' Eutichio di Como Vescovo

5 giugno

m. 539

Martirologio Romano: A Como, sant’Eutichio, vescovo, insigne per la dedizione alla preghiera e per amore della solitudine con Dio.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:39

San Franco da Assergi Eremita

5 giugno

Nato a Roio (L'Aquila) tra il 1154 e il 1159, san Franco entrò nel monastero benedettino di San Giovanni Battista a Lucoli, nel quale rimase venti anni. Poi si diede alla vita eremitica, cibandosi di quello che la terra offriva nei boschi presso Lucoli. In seguito cominciò a errare sulla catena centrale dell'Appennino abruzzese. Infine, visse sui monti di Assergi. Nel luogo in cui avrebbe miracolosamente fatto scaturire acqua da una roccia esiste ancora una fonte detta "l'acqua di san Franco", che i devoti bevono. Ma non solo. Con essa si aspergono, infatti, per curare le malattie della pelle. Volendo isolarsi ulteriormente, il santo fu guidato a una grotta da un'orsa con tre piccoli. A lui sono attribuiti miracoli, come l'aver salvato un bimbo in fasce dalle grinfie di un lupo. Nel 1757 il vescovo dell'Aquila ottenne l'estensione del culto a tutta la diocesi. (Avvenire)

Martirologio Romano: Presso Assergi in Abruzzo, san Franco, eremita, che si costruì una stretta cella in una grotta tra le rocce, dove condussse una vita aspra e umile.


Nacque a Roio (L'Aquila), sotto il pontificato di Adriano IV (1154-1159) da famiglia di contadini benestanti. Sotto la guida di un sacerdote del paese, Palmerio, fece i primi studi. Entrò poi nel monastero benedettino di San Giovanni Battista di Lucoli, dove rimase venti anni, dopo i quali si allontanò per vivere da eremita. Il primo periodo lo passò nei boschi di Lucoli, cibandosi "herbulis, glandulis et agrestibus pomulis". Nel secondo, il più incerto, errò qua e là sulla catena centrale dell'Appennino abruzzese, che culmina nella vetta del Velino; poi passò alla catena del Gran Sasso. Il terzo periodo lo passò sui monti di Assergi: cinque anni al Vasto, quindici sui monti Sabini. Al Vasto si scelse un luogo erto e pittoresco, ma arido e privo di rifugi, si costruì una capanna secondo il sistema tradizionale dei pastori e alle sue preghiere zampillò l'acqua dalla rupe; ancora oggi la sorgente, a circa milleottocento metri sul mare, è detta "l'acqua di s. Franco"; i pellegrini la bevono devoti e vi si lavano per ottenere la guarigione dalle malattie, specie della pelle. Passò ai monti Sabini per sfuggire ai visitatori, e si fermò in località più vicina ad Assergi, ma più impervia, dove, secondo la leggenda, un'orsa con tre orsacchiotti lo guidò ad una grotta e gli fece a lungo compagnia. Nelle feste principali dell'anno si recava ad Assergi per ricevere la Comunione, forse nella chiesa di S. Maria in Silice.
Qui avvenne l'episodio del bambino in fasce salvato dalla bocca di un lupo; l'agiografo riferisce il fatto in termini assai moderati e realistici; pure la fantasia degli artisti, pittori e scultori, vi si è ispirata fin dai tempi più antichi ed il santo viene sempre rappresentato con accanto un lupo che tiene un bambino in bocca.
Quando l'eremita per la malferma salute presentì prossima la sua fine, volle ricevere gli ultimi sacramenti, poi fu lasciato solo con le braccia incrociate. La notte, le campane di S. Maria in Silice suonarono da sole prima dell'ora consueta ed i galli del paese cantarono insolitamente. La popolazione si svegliò, immaginò, guardò in direzione della grotta e vide una luce: accorse e trovò l'eremita morto. Con grande venerazione la sua spoglia fu portata al paese e sepolta nella cripta della chiesa del monastero.
Per la sua intercessione avvennero numerosi miracoli. In tutti i secoli folle di pellegrini, specialmente dall'aquilano e dal teramano, si sono recate a pregare sul suo sepolcro ed i pellegrinaggi continuano ancora, benché in forma più ridotta. I resti mortali del santo, furono raccolti in un tumulo di pietra, da cui passarono nel 1480-81 all'artistica urna d'argento, pregevole lavoro del maestro Giacomo di Paolo da Sulmona. Anche la festa liturgica venne presto; un calendario manoscritto dei monaci di S. Maria in Silice, dei primi anni del Trecento, già portava la festa di Franco. Verso quell'epoca il monastero di Assergi scomparve e subentrò ad esso un capitolo secolare, ma la devozione continuò, tanto che la chiesa di S. Maria in Silice nei primi del sec. XV si arricchì di una facciata in pietra, che è un gioiello di arte romanica. Nella sua vita c'è più di un elemento per concludere che Franco fu sì monaco ed eremita, ma non sacerdote: tuttavia la figura medievale di un monaco non sacerdote presto non fu più compresa e la tradizione pofigura medievale di un monaco non sacerdote. Nel 1757 il vescovo dell'Aquila, Sabatini, otteneva dalla S.Congregazione dei Riti l'estensione della festa liturgica a tutta la diocesi.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:39

San Gregorio di Lilibeo Vescovo e martire

5 giugno

Emblema: Bastone pastorale, Palma

Nella Vita di s. Gregorio di Agrigento scritta da Leonzio abate di S. Saba in Roma, verso la fine del sec. VII, si legge che questo vescovo « fu carcerato in quello stesso luogo in cui era stato rinchiuso un s. Gregorio vescovo di Lilibeo, il quale ivi subì il martirio condannato al taglio della testa da Tircano tiranno » (Lanzoni, p. 643).
Questo martire vescovo di Lilibeo, antica diocesi della Sicilia, oggi Marsala, non è conosciuto da altre fonti, né può essere indicato il tempo in cui visse. La sua festa si celebra il 5 giugno.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:40

Sant' Igor di Russia Monaco

5 giugno

Etimologia: Igor = Gregorio, in russia

Pronipote di s. Vladimiro, che introdusse il Cristianesimo in Russia, ascese al trono di Kiev nel 1146. Il popolo che non amava la dinastia degli Oljgovici, tradí Igor e lo consegnò al principe di Perejaslavlj, Izjaslav Mstislavic, che diventò dopo di lui granduca di Kiev. Igor fu prima incarcerato nella città di Perejaslavlj, poi, con il permesso di Izjaslav, poté farsi monaco. Fu trasferito dai superiori nel monastero di S. Teodoro di Kiev, dove fu ammesso al grande schima (professione solenne dei voti per la seconda volta).
Il 19 settembre 1147 la folla entrata nella chiesa dove Igor pregava davanti alla icona della Madonna, lo portò via e lo uccise crudelmente, trascinando il suo corpo per le vie della città. Il 5 giugno 1150 il fratello, principe di Cernigov, ne fece trasportare il corpo da Kiev dove riposa nella chiesa della Trasfigurazione. Da questo momento cominciarono i miracoli e la venerazione di Igor presso il popolo.
Igor viene chiamato nella Chiesa russa col nome di Strastoterpec, cioè martire che non fu ucciso per la fede, ma per ragioni politiche, sopportando tuttavia le sofferenze con la pazienza di Cristo morente.
Il suo martirio è descritto nel libro Stepennaja.
Igor viene menzionato in cinque menologi di epoca piú recente (secc. XVII e XIX). Nei libri liturgici cattolici non è ancora inserito, ma potrebbe esserlo nonostante sia morto dopo la data ufficiale dell'inizio dello scisma (perché sopportò una ingiusta morte con lo spirito del "re dei martiri"), e tenendo anche presente che lo scisma si propagò in Russia assai lentamente.
La sua festa si celebra il 5 giugno.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:41

Sant' Illidio di Clermont Vescovo

5 giugno

m. 384

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, sant’Illidio, vescovo, che, chiamato dall’imperatore a Treviri perché liberasse sua figlia da uno spirito immondo, durante il viaggio di ritorno passò al Signore.

Fu il quarto vescovo di Clermont. Nel 370 I'usurpatore dell'impero, Massimo, lo chiamò a corte affinché gli liberasse la figlia malata o, come si credeva, indemoniata. Il santo la guarí e, come ricompensa, ottenne dall'imperatore che nell'Alvernia la tassa sul vino e sul grano che si pagava in natura si pagasse in contanti.
Morí probabilmente nel 384, poiché al concilio di Clermont dell'anno seguente prese parte il suo successore, Nepoziano. Fu sepolto nella chiesa di S. Maria ad Sanctos, detta in seguito basilica Sancti Illidii. Secondo la testimonianza di s. Gregorio di Tours, sulla sua tomba si verificarono molti miracoli, come egli stesso aveva sperimentato, per cui volle dedicare a Illidio un oratorio nella sua città. I Normanni nell'865 bruciarono la basilica del santo che però fu riedificata nel sec. X dai Benedettini. Nel 1311 ci fu una traslazione delle reliquie (ed anche delle ossa della figlia di Massimo, sepolta presso il suo benefattore) ad opera del vescovo Auberto. Durante la rivoluzione del 1789 la basilica fu demolita.
Nella diocesi di Clermont, Illidio è festeggiato il 5 giugno, mentre il Martirologio Romano lo ricorda il 7 luglio.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:42

San Luca Vu Ba Loan Martire

5 giugno

m. 1840

Decapitato ad Hanoi in Vietnam, nella persecuzione dell'imperatore Minh Mang.

Martirologio Romano: Ad Hanoi nel Tonchino, oggi Viet Nam, san Luca Vũ Bá Loan, sacerdote e martire, decapitato per Cristo sotto l’imperatore Minh Mạng.


Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:43

San Luca Vu Ba Loan Martire

5 giugno

m. 1840

Decapitato ad Hanoi in Vietnam, nella persecuzione dell'imperatore Minh Mang.

Martirologio Romano: Ad Hanoi nel Tonchino, oggi Viet Nam, san Luca Vũ Bá Loan, sacerdote e martire, decapitato per Cristo sotto l’imperatore Minh Mạng.


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00sabato 5 giugno 2010 09:44

San Pietro Spanò (Spina) Eremita

5 giugno

sec. XII

Martirologio Romano: A Ciano vicino a Mileto in Calabria, san Pietro Spanò, eremita, insigne per povertà e spirito di compunzione.

Incerto è il luogo di nascita: si indicano Arena, Ciano (diocesi di Mileto) o anche Torre Spatola (dioc. di Squillace). Asceta basiliano vissuto tra la metà del sec. XI e la metà del sec. XII, si distinse nella pratica delle virtù proprie del monachismo cala-bro-greco: vita solitaria, povertà assoluta, spirito accentuato di mortificazione, preghiera.
Pietro in cambio della miracolosa guarigione di Giovanni Conclubet, conte di Arena, ebbe diverse concessioni, con le quali fondò il monastero di Ciano, che poi fu intitolato al suo nome.
Morì non il 15 genn. del 1105, come asserisce il Menniti, ma in un anno imprecisato del sec. XII, ed ebbe culto pubblico nella chiesa abbaziale, con la festa liturgica al 5 giug.
D. Martire visitò questa chiesa nel 1691 e vide l'altare sormontato dall'immagine del santo in grandezza naturale. In quell'occasione l'abate Cesare Ruiz gli mostrò un libro greco, custodito accanto al detto altare, « sopra il quale chi anti­camente giurava il falso era dalla lebbra assalito ».



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:44

Beato Rodolfo Sanz Mercedario

5 giugno

+ 1310

Gentiluomo originario di Morella (Spagna), il Beato Rodolfo Sanz, fu uno dei religiosi mercedari più eminenti del suo secolo.
Prese l’abito dell’Ordine nel convento di San Lazzaro in Saragozza dove condusse una vita crocifissa al seguito del Figlio di Dio. Scrisse molti libri sulla fede e dopo una lunga esistenza consumata nell'ardore della carità, famoso per i miracoli si addormentò nel Signore nell'anno 1310 sotto il generalato del Beato Arnaldo di Rossinol, lasciando alla sua morte un soave profumo di santità.
L'Ordine lo festeggia il 5 giugno.



Stellina788
00sabato 5 giugno 2010 09:45

San Sancio Martire di Cordova

5 giugno

+ Cordova, Spagna, 5 giugno 851

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, beato Sancio, martire, che adolescente, condotto prigioniero dalla cittadina di Albi e istruito alla corte del re, durante la persecuzione dei Mori non esitò a patire il martirio per la fede in Cristo.

Sancio, laico, era originario della Gallia Comata, dove fu fatto prigioniero e portato a Cordova. Liberato, entrò a far parte della guardia di palazzo e lo Stato si occupò della sua educazione. In seguito, divenne discepolo di s. Eulogio. Non sappiamo altro sulla sua vita né sulle circostanze che lo condussero al martirio subito per spada, ancora dolescente, il 5 giugno 851. Il suo cadavere rimase appeso ad un palo per qualche giorno, infine bruciato e le ceneri furono buttate nel Guadalquivir.
Fino alla scoperta e pubblicazione delle opere di s. Eulogio di Cordova Sancio era sconosciuto. Il suo culto incominciò nella diocesi di Cordova nel 1601, e la festa venne celebrata nel diesa natalis, 5 giugno, data in cui è anche iscritto nel Martirologio Romano.


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00sabato 5 giugno 2010 09:46

Sante Valeria e compagne Martiri di Cesarea di Palestina

5 giugno

Etimologia: Valeria = che sta bene, forte, robusto, dal latino

Emblema: Palma

Nel ‘Martirologio Romano’ al 5 giugno sono commemorate le sante Zenaide, Ciria, Valeria e Marcia martiri a Cesarea di Palestina, esse subirono molte torture culminate poi nella loro gloriosa morte.
Gli antichi Sinassari raccontano che Ciria, Valeria e Marcia conosciuta la religione cristiana, lasciarono il paganesimo e dopo una opportuna iniziazione, ricevettero il Battesimo. L’adesione alla Fede cristiana le trasformò e la loro vita trascorreva in digiuni, preghiera e penitenze.
Furono denunziate durante una delle persecuzioni, processate e condannate a morte dopo vari supplizi; l’epoca del martirio comunque non è riportata dai Sinassari. Invece i Sinassari bizantini contrariamente a quanto riportato dal Martirologio Romano non accomunano a queste tre martiri Zenaide ma la indicano a parte con altre cinque martiri che non sono le precedenti tre.
Bisogna inoltre dire che Zenaide è ricordata da sola al 5 giugno nel celebre Calendario marmoreo di Napoli.


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