5 luglio

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Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:34

Sant' Agatone Martire

5 luglio

Agatone e Trifina, martiri in Sicilia (IV sec.). Nulla di certo si sa di loro. Il primo potrebbe essere Agatone I, vescovo di Lipari. O addirittura si tratterebbe di un errore di trascrizione del nome di sant'Agata di Catania.

Etimologia: Agatone = buono, dal greco

Emblema: Palma

Il Martirologio geronimiano commemora il 5 luglio i martiri Agatone e Trifina in Sicilia, senza aggiungere altro. La notizia passò di lì nei martirologi storici, in vari manoscritti siciliani e nel Martirologio romano. Di questi martiri tutto è ignoto eccetto le scarse notizie forniteci dai martirologi. Il Lanzoni ha supposto che sotto il nome di Agatone sia da riconoscere "la celebre martire di Catania Agathenis..., trasformata in Agathonis da un imperito copista", ipotesi accolta anche dal Delehaye nel commentario al Martirologio geronimiano. Si è pure pensato che il martire Agatone potrebbe identificarsi con Agatone I, vescovo di Lipari, di cui si parla negli Atti dei ss. Alfio, Filadelfio e Cirino, il quale, fuggendo per salvarsi dalla persecuzione, si recò a Lentini, dove visse nascosto in una grotta presso la città assieme ad Alessandro, vecchio persecutore convertito; questa supposizione sembra tuttavia improbabile, poiché gli autori dei martirologi non hanno conosciuto gli atti dei tre martiri venuti in Occidente dalla Sicilia, attraverso l'Oriente. Sicché le conclusioni che oggi si possono presentare alla critica non sono lontane da quanto diceva il Caetani nel Seicento, cioè che, nonostante tutti gli sforzi per identificare questo martire.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:35

Sant' Antonio Maria Zaccaria Sacerdote

5 luglio - Memoria Facoltativa

Cremona, 1502 - Cremona, 5 luglio 1539

Nasce a Cremona nel 1502. Nel 1524 si laurea in medicina a Padova. Ma poi, tornato a Cremona, decide di spiegare Vangelo e dottrina a grandi e piccoli. Viene consacrato prete nel 1528. Cappellano della contessa Ludovica Torelli, la segue a Milano nel 1530. Qui trova sostegno nello spirito d'iniziativa di questa signora e in due amici milanesi sui trent'anni come lui: Giacomo Morigia e Bartolomeo Ferrari. Rapidamente nascono a Milano tre novità, tutte intitolate a san Paolo. Già nel 1530 egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo. Milano li chiamerà Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi vengono le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura. San Carlo Borromeo ne sarà entusiasta, ma il Concilio di Trento prescriverà loro il monastero. Terza fondazione: i Maritati di San Paolo, con l'impegno apostolico costante dei laici sposati. Denunciato come eretico e come ribelle Antonio va a Roma: verrà assolto. Durante un viaggio a Guastalla, il suo fisico cede. Lo portano a Cremona, dove muore a poco più di 36 anni. (Avvenire)

Etimologia: Antonio = nato prima, o che fa fronte ai suoi avversari, dal greco

Martirologio Romano: Sant’Antonio Maria Zaccaria, sacerdote, che fondò la Congregazione dei Chierici regolari di San Paolo o Barnabiti allo scopo di rinnovare la vita dei fedeli e a Cremona in Lombardia fece ritorno al Salvatore.

Ascolta da RadioVaticana:
  
Ascolta da RadioRai:
  
Ascolta da RadioMaria:
  

Dovete correre come pazzi!. Parla così un prete ad altri preti. E quelli davvero corrono, all’epoca sua e dopo: anche nel terzo millennio. "Correre verso Dio e verso gli altri", precisa: questo chiedono i tempi. Lutero mette interi popoli contro la Chiesa: cosa gravissima.
Ma sono un disastro anche molti cattolici in terre cattoliche: pastori miopi, ignoranza religiosa, fede di superficie... Vivaci gruppi cristiani già lottano per riformare la Chiesa “dal di dentro”. Ed eccone uno qui, che spinge a “correre”. E’ Antonio Maria Zaccaria, di famiglia cremonese.
Perde il padre a pochi mesi dalla nascita. Sua madre ha 18 anni! E lo educa lei, tenera e coraggiosa, tra le guerre e il declinare delle fortune familiari. Antonio nel 1524 si laurea in medicina a Padova. Ma poi, tornato a Cremona, eccolo occupato a spiegare Vangelo e dottrina a grandi e piccoli. Deve farsi in quattro, perché i tempi sono tristi e i buoni preti sono pochi. Allora si fa prete lui, consacrato nel 1528. Sta già correndo.
Cappellano della contessa Ludovica Torelli, la segue a Milano nel 1530. E qui accelera, trovando sostegno nello spirito d’iniziativa di questa signora e in due amici milanesi sui trent’anni come lui: Giacomo Morigia e Bartolomeo Ferrari. Rapidamente nascono a Milano tre novità, tutte intitolate a san Paolo, il “suo” apostolo (che deve avergli dato l’idea della vita come corsa).
Già nel 1530 egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo: uomini della riconquista attraverso il sapere, attraverso la Parola di Dio riportata a tutti nei luoghi più diversi, alla gente più diversa. Milano li chiamerà Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi vengono le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura, apostole a 360 gradi come i Barnabiti, a contatto col popolo. San Carlo Borromeo ne sarà entusiasta, ma il Concilio di Trento prescriverà loro il monastero. S’interrompe una grande esperienza, seme di future realtà. Terza fondazione: i Maritati di San Paolo, con l’impegno apostolico costante dei laici sposati. La predicazione vivacissima scuote, sorprende, ravviva la fede in molti; e provoca due denunce contro il fondatore: come eretico e come ribelle. Lui ora corre a Roma. Per due processi, con due trionfali assoluzioni.
Ora lo chiamano anche a pacificare le città: e durante una di queste missioni, a Guastalla, il suo fisico cede. Lo portano a Cremona, dove muore a poco più di 36 anni. Nel 1891 il corpo sarà traslato a Milano in San Barnaba, e nel 1897 la Chiesa lo proclamerà santo. A lui si devono anche le Quarantore pubbliche, con esposizione del Santissimo Sacramento, e i tocchi di campana ogni venerdì alle 15, che ricordano l’ora della morte di Cristo.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:35

Sant' Asteio di Durazzo Vescovo

5 luglio

m. 100 circa

Il Sinassario Costantinopolitano il 5 luglio celebra la memoria di Asteio (o Astio, o Aberisto), vescovo di Durazzo, che, durante l'impero di Traiano, essendo preside dell'Illirico Agricolao, subì il martirio per essersi rifiutato di onorare i simulacri di Dioniso. Dopo esser stato flagellato, Asteio fu legato ad una croce, cosparso di miele, e lasciato al caldo e agli insetti fino a quando venne a morte. Questo accadde intorno all'anno 100.
Il nome di Asteio ricorre anche nella passio dei martiri Pellegrino, Luciano, Esichio, Papio, Saturnino e Germano che, rifugiatisi a Durazzo, si imbatterono nel corpo di Asteio ancora appeso alla croce e, confortati nella loro fede, si proclamarono cristiani e furono uccisi. Il Menologio di Basilio celebra A. il 6 luglio e così l'Annus ecclesiasticus graeco-slavicus. Nel Martirologio Romano e nel Sinassario Costantinopolitano, il nome di Asteio ricorre anche il 7 luglio nella celebrazione di Pellegrino e dei suoi compagni.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:36

Sant' Atanasio di Gerusalemme Diacono e martire

5 luglio

m. 451/2

Etimologia: Atanasio = immortale, dal greco

Emblema: Palma

Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Atanasio di Gerusalemme, diacono della chiesa della Risurrezione e martire, trucidato dal monaco eretico Teodosio, perché aveva rimproverato la sua empietà e difeso contro gli avversari il santo Concilio di Calcedonia.

Atanasio, diacono della Chiesa della Resurrezione di Gerusalemme, fu ucciso nel 451 (o nel 452) dal monaco eutichiano Teodosio perché aveva difeso la dottrina del Concilio di Calcedonia. Atanasio non è ricordato né nei sinassari, né negli altri libri liturgici greci; fu introdotto nel Martirologio Romano dal Baronio che ne fissò la commemorazione al 5 luglio.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:37

Sant' Atanasio l'Atonita

5 luglio

920 - 1003

Nacque attorno al 920 a Trebisonda da una famiglia originaria di Antiochia e gli fu imposto il nome di Abraamios. Studente a Costantinopoli, vi strinse un'amicizia con l'egumeno del monastero di Kyminas, Michele Maleinos, e con Niceforo Focas, nipote di Maleinos, divenuto in seguito imperatore. Dopo aver esercitato per qualche tempo la professione di insegnante, Abraamios lasciò la cattedra per ritirarsi a Kyminas a vivere da eremita: celebrò questo cambiamento mutando il nome di battesimo in Atanasio. Si stabilì poi sul Monte Athos, dove visse assumendo il nome di Barnaba. Raggiunto dalI'amico Niceforo, venne convinto a partecipare alla spedizione contro i Saraceni nell'isola di Creta (960). Venne compensato con i fondi che usò per costruire un monastero dedicato alla Santa Vergine sul Monte Athos: fu il primo cenobio del noto sito monastico. La guida di Atanasio e la sua riforma non sempre furono accettate ma trovarono assenso da parte di Costantinopoli, venne così considerato il fondatore del cenobitismo atonita. Morì nel 1003, travolto da una trave di una chiesa in costruzione. (Avvenire)

Etimologia: Atanasio = immortale, dal greco

Martirologio Romano: Sul monte Athos, sant’Atanasio, egúmeno, che, uomo umile e mite, istituì nella Grande Laura una regola di vita cenobitica.


Nacque circa il 920 a Trebisonda da una famiglia originaria di Antiochia e gli fu imposto il nome di Abraamios. Compì gli studi prima nella città natale e poi a Costantinopoli, dove strinse una viva amicizia con l'egumeno del monastero di Kyminas, Michele Maleinos, e con Niceforo Focas, nipote del Maleinos, divenuto in seguito imperatore. Dopo aver esercitato per qualche tempo la professione di insegnante, Abraamios lasciò la cattedra per ritirarsi a Kyminas, nella Bitinia, a vivere da eremita sotto la direzione di Maleinos: celebrò questo cambiamento mutando il nome di battesimo in Atanasio. Il desiderio di isolamento e la volontà di impedire la sua elezione ad egumeno del monastero alla morte di Michele lo portarono ad abbandonare Kyminas. La sua nuova sede fu il Monte Athos, dove visse assumendo il nome di Barnaba. Dopo qualche anno di isolamento venne scoperto dalI'amico Niceforo, che lo pregò di seguirlo nella spedizione contro i Saraceni nell'isola di Creta (960). Atanasio assecondò il desiderio dell'amico e, in ricordo dell'ottenuta vittoria, accettò i fondi necessari per costruire un monastero dedicato alla Santa Vergine sul Monte Athos. In questa laura, tuttora esistente, che fu la prima del Monte Athos, si seguiva una regola di vita cenobitica, sotto il comando di un solo capo.
Nonostante la consuetudine alla vita solitaria, Atanasio divenne illuminato legislatore e direttore di monaci e di monasteri. Nel 963 abbandonò, però, il monastero per sfuggire agli onori derivanti dalI'amicizia di Niceforo, eletto ormai imperatore. Tuttavia, le reiterate preghiere dei monaci lo costrinsero a tornare. In questo periodo Atanasio si preoccupò di attrezzare un porto sul mare per facilitare le comunicazioni fra i vari monasteri. La sua opera di riforma religiosa e la sua stessa presenza non furono però gradite agli eremiti del sacro monte, che congiurarono spesso contro di lui fino a metterlo due volte in pericolo di vita. Innumerevoli proteste giunsero a Giovanni Zimisce (969-978), successore di Focas, ma il visitatore Eutimio, mandato in ispezione, approvò la riforma di Atanasio e l'imperatore confermò con una crisobolla la donazione di Focas. Da quel momento si moltiplicarono i cenobi atoniti e fu compilato un regolamento che fissava le relazioni dei monasteri tra loro, e stabiliva che il capo supremo o Proto risiedesse nel centro della penisola, a Karyès. La fama di Atanasio aumentò con i prodigi che gli vennero attribuiti; numerose sono, infatti, le guarigioni miracolose tramandate dal suo biografo.
L'impulso dato alla fondazione di nuovi monasteri fu così valido da meritare ad Atanasio I'appeliativo di fondatore del cenobitismo atonita. La sua morte (circa 1003) avvenne tragicamente: Atanasio fu travolto da una trave assieme a cinque monaci durante la costruzione della capriata di una chiesa.
Secondo fonti accreditate, restano di Atanasio canoni in onore dei ss. Teodoro e Giovannizio, il typicon già ricordato e un testamento. La tradizione locale mostra i luoghi santificati dalla sua presenza: la grotta ove amava ritirarsi per pregare, la fonte miracolosa scaturita dopo le sue preghiere, il luogo dove definitivamente sconfisse il demonio e la tomba oggetto di grande venerazione. La Chiesa greca ne celebra la festa il 5 luglio e ne ricorda il nome la domenica di Sessagesima, insieme con quelli che figurano ne1 Canone di Teodoro Studita.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:38

Santa Cirilla di Cirene Martire

5 luglio

Cirilla era una cristiana di Cirene, città della Pentapoli, in Libia. Durante la persecuzione di Massimino, verso il 300, fu invitata a sacrificare agli idoli pagani. Poiché rifiutò, le furono messi in mano alcuni carboni ardenti e dell'incenso, nella speranza che, gettando tutto nel braciere per non scottarsi, avrebbe - almeno formalmente - consumato il sacrificio pagano. Ma la donna fu più forte. Chiuse il pugno, ustionandosi pur di non sacrificare. Fu solo l'inizio della tortura che la portò a morte, straziata con degli uncini. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Cirene in Libia, santa Ciprilla, martire, che, come si racconta, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano tenne a lungo nella mano dei carboni ardenti insieme a incenso, pur di non dare l’impressione, rimuovendo la brace, di voler compiere un’offerta di incenso agli dei; in seguito, crudelmente straziata, adorna del suo stesso sangue, migrò allo Sposo.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:39

San Domezio il Medico Eremita

5 luglio

Martirologio Romano: Commemorazione di san Domezio, detto il Medico, eremita sul monte Quros nell’antica Armenia.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:40

Santa Febronia Venerata a Patti

5 luglio

 

La vita

Patti è uno dei pochi Comuni della nostra Diocesi che ha l’onore di annoverare tra i propri concittadini una giovane eccelsa per santità, a cui ha dato i natali e che si gloria di avere come Patrona: la Vergine e Martire Santa Febronia.
Secondo un'antichissima tradizione orale Santa Febronia visse agli inizi del quarto secolo dopo Cristo e subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano. Pur appartenendo ad una famiglia agiata di origine pagana, conobbe la fede cristiana e fu battezzata dal vescovo S. Agatone ad una fonte, divenuta poi miracolosa, situata in una località detta per questo “Acqua Santa”.
La giovane Febronia, abbandonato il paganesimo, si consacrò a Cristo Gesù facendo voto di verginità e, a causa di questa scelta, dovette subire angherie di ogni genere da parte del padre, che già aveva in serbo per lei altri progetti di vita.
Per sfuggire infine alla collera paterna si nascose presso le grotte del Mons Iovis, presso l’attuale località di Mongiove. Ma il padre, scopertone il rifugio, la raggiunse e, accecato dall’odio per la fede cristiana, la uccise gettandone il corpo in balia delle onde.

Il culto

Il corpo della giovane martire, trasportato prodigiosamente dal mare, fu rinvenuto da una lavandaia sulla spiaggia di Minori (Salerno), località marinara della costiera Amalfitana. Da qui la devozione verso la nostra Santa si diffuse rapidamente fra gli abitanti della regione che, per quanto l’abbiano chiamata Trofimena a causa di alterne vicende storiche, ne hanno sempre affermato il legame con la nostra città di Patti.
La città di Patti, che custodisce in un’artistica urna argentea, conservata in Cattedrale, alcune reliquie della Santa Concittadina, donate in varie circostanze dai Minoresi, venera come sua celeste Patrona S. Febronia e ne ha più volte sperimentato la potente intercessione in circostanze drammatiche. Tra queste ricordiamo la liberazione dalla peste (XVI sec.) e dalla tirannia di Ascanio Anzalone (1656) e la protezione della popolazione in occasione dei violenti terremoti del 1693, 1908 e 1978.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:41

Santa Filomena Venerata a Sanseverino Marche

5 luglio

Etimologia: Filomena = amante del canto, dal greco

Nel 1527 (1526), compiendosi scavi sotto l'altare maggiore di S. Lorenzo in Doliolo a Sanseverino Marche (l'antica Settempeda), fu rinvenuto un corpo di donna con una schedula (non facilmente leggibile) nella quale si afferma trattarsi della salma di s. Filomena della stirpe dei Chiavelli traslata da s. Severino vescovo in quella chiesa al tempo dei re goti (Totila). Nello stesso anno il card. Ciocchi del Monte sistemò il corpo sotto l'altare dedicato alla santa. La festa, dapprima celebrata il 5 luglio, data nella quale Filomena figura nel Martirologio Romano, successivamente fu rinviata alla prima domenica dello stesso mese.
Il corpo ritrovato è veramente quello di una santa martire? Da un punto di vista strettamente storico la risposta è negativa, giacché prima del sec. XVI nessuna menzione né del nome, né del culto, né del corpo di una santa Filomena si ha a Sanseverino. Lo stesso contenuto della schedula, attribuente la depositio a s. Severino, non presenta elementi che possano essere sostenuti da una sana critica storica. E' molto probabile perciò che si tratti di un "corpo santo" analogo a quello più famoso della Filomena romana.
Sopra l'altare ove riposa il corpo esisteva una tela del Pomarancio con la santa rappresenta l'insieme con s. Lorenzo.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:41

Beati Giorgio Nichols, Riccardo Yaxley, Tommaso Belson e Humphred Pritchard Martiri

5 luglio

Martirologio Romano: A Oxford in Inghilterra, beati martiri Giorgio Nichols, Riccardo Yaxley, sacerdoti, Tommaso Belson, destinato al sacerdozio, e Unfredo Pritchard, che, condannati sotto la stessa regina, i primi perché entrati in Inghilterra da sacerdoti, gli altri per averli aiutati, subirono il supplizio del patibolo.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:42

San Guglielmo di Hirsau Abate

5 luglio

+ Hirsau, Germania, 5 luglio 1091

Non si conosce la data della sua nascita, di certo si sa che vide i natali nella città bavarese di Ratisbona in Germania. Ben presto Guglielmo fu affidato, in tenera età, al monastero di San Emmeranno perché vi fosse educato. Crescendo, qui aderì all'ordine benedettino e successivamente venne ordinato sacerdote. Intorno al 1069 venne nominato abate del monastero di Hirsau " nella Selva Nera " che, dopo un periodo buio, sotto la sua guida conobbe la massima fioritura, grazie alla riforma ispirata a quella di Cluny. Guglielmo morì proprio ad Hirsau il 5 luglio 1091 e venne sepolto nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, che egli stesso aveva edificata. Intorno al 1500 la sua tomba venne aperta e si constatò che sia il corpo sia le vesti dell'abate erano ancora ben conservati. L’Ordine Benedettino lo festeggia il 5 luglio. (Avvenire)



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:43

Santa Marta Madre di San Simeone Stilita il Giovane

5 luglio

Martirologio Romano: Sul monte Mirabile in Siria, santa Marta, madre di san Simeone Stilita il Giovane.

Nata ad Antiochia all'inizio del sec. VI, Marta, benché avesse fatto voto di verginità, sposò Giovanni, originario di Edessa, per obbedire ai genitori ed in seguito ad una rivelazione di s. Giovanni Battista il quale le avrebbe annunciato anche il nome del figlio che sarebbe nato da lei.
Essendole morto il marito dopo qualche anno, ella si dedicò con zelo alla formazione cristiana del figlio Simeone, nato nel 520, che doveva poi divenire celebre per la sua vita e la sua attività sul Monte Ammirabile presso Antiochia.
Nel secolo successivo un autore, probabilmente un monaco del convento di S. Simeone, scrisse una Vita di Marta che supera, nell'immaginar meraviglie, la Vita stessa del figlio che apparirà più tardi. Lo scritto è ricco soprattutto di luoghi comuni sulle sue virtù, di continue apparizioni di s. Giovanni Battista e di angeli, oltre che di numerosi miracoli. L'autore fa compiere alla santa azioni inverosimili e tra l'altro la presenta recante una croce in testa alla processione, durante l'istallazione ufficiale del figlio sulla colonna.
Un angelo le annunciò con un anno di anticipo la data della sua morte ed ella ne informò Simeone e gli chiese di essere sepolta nel cimitero degli stranieri a Daphne, presso Antiochia. Morì il 5 lugl. 551 e per i funerali fu rispettata la sua volontà.
Avvertito della morte della madre, Simeone mandò a ricercare il corpo di lei e lo fece seppellire nell'abside della Chiesa della S.ma Trinità a destra della sua colonna. Ma Marta gli apparve per chiedergli di costruirle un sepolcro nella parte meridionale della chiesa, dove fu costruita una cappella nella quale fu trasferito il corpo con grande solennità e dove avvennero molti miracoli.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:44

Beati Matteo Lambert, Roberto Meyler, Edoardo Cheevers e Patrizio Cavanagh Martiri

5 luglio

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+ Wexford, Irlanda, 5 luglio 1580

I beati Matthew Lambert, Robert Meyler, Edward Cheevers e Patrick Cavanagh erano, il primo, fornaio a Wexford, gli altri marinai. Nel luglio 1580, incoraggiato dallo sbarco di James Fitzmaurice Fitzgcrald in aiuto dei ribelli di Desmond nel Sud-Ovest, il visconte Baltinglass, appoggiato dalla fazione gaelica di O'Byrne, combatté a Leinster dalla parte del Papa e contro la Chiesa della Regina. Il tentativo fallì e nel febbraio 1581 Baltinglass e il cappellano gesuita Robert Rockford giunsero a Wexford dove Matthew Lambert e i suoi compagni offrirono loro un rifugio e una via di fuga. Per questo i quattro vennero arrestati, processati e condannati come ammonimento per gli altri cattolici. Insieme ad altri due marinai, di cui non conosciamo il nome, i quattro furono impiccati, tirati «a coda di cavallo» e squartati. Le parole dell'umile panettiere Lambert arrecano tuttora particolare impressione: egli si dichiarava incapace di entrare nei grandi problemi teologici riguardanti la Regina e il Pontefice Romano, ma intendeva credere soltanto a quanto insegnava la Chiesa Cattolica. Papa Giovanni Paolo II ha beatificato questi quattro laici il 27 settembre 1992.

Martirologio Romano: A Wexford in Irlanda, beati Matteo Lambert, Roberto Meyler, Edoardo Cheevers e Patrizio Cavanagh, martiri, che, fornaio il primo, marinai gli altri, furono impiccati e poi sventrati sotto la regina Elisabetta I per la loro fedeltà alla Chiesa di Roma e l’aiuto prestato ai cattolici.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:45

Santo Stefano di Nicea Vescovo e martire

5 luglio

Martirologio Romano: A Reggio Calabria, santo Stefano di Nicea, vescovo e martire.


Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:46

Sante Teresa Chen Jinxie e Rosa Chen Aixie Martiri

5 luglio

Martirologio Romano: Presso il villaggio di Huangeryin vicino a Ningjinxian nella provincia dello Hebei in Cina, sante sorelle Teresa Chen Jinxie e Rosa Chen Aixie, vergini e martiri, che, durante la persecuzione scatenata dai Boxer, per conservare l’onore della verginità e la loro fede cristiana si opposero con coraggio alla depravazione e alla barbara crudeltà dei persecutori e furono da loro trafitte a colpi di lancia.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:47

San Tommaso di Terreti Abate

5 luglio

Martirologio Romano: Nel monastero di Santa Maria di Terreto vicino a Reggio Calabria, san Tommaso, abate.



Stellina788
00lunedì 5 luglio 2010 12:47

Santa Trifina Martire

5 luglio

Emblema: Palma

Il Martirologio geronimiano commemora il 5 luglio i martiri Agatone e Trifina in Sicilia, senza aggiungere altro. La notizia passò di lì nei martirologi storici, in vari manoscritti siciliani e nel Martirologio romano. Di questi martiri tutto è ignoto eccetto le scarse notizie forniteci dai martirologi. Il Lanzoni ha supposto che sotto il nome di Agatone sia da riconoscere "la celebre martire di Catania Agathenis..., trasformata in Agathonis da un imperito copista", ipotesi accolta anche dal Delehaye nel commentario al Martirologio geronimiano. Si è pure pensato che il martire Agatone potrebbe identificarsi con Agatone I, vescovo di Lipari, di cui si parla negli Atti dei ss. Alfio, Filadelfio e Cirino, il quale, fuggendo per salvarsi dalla persecuzione, si recò a Lentini, dove visse nascosto in una grotta presso la città assieme ad Alessandro, vecchio persecutore convertito; questa supposizione sembra tuttavia improbabile, poiché gli autori dei martirologi non hanno conosciuto gli atti dei tre martiri venuti in Occidente dalla Sicilia, attraverso l'Oriente. Sicché le conclusioni che oggi si possono presentare alla critica non sono lontane da quanto diceva il Caetani nel Seicento, cioè che, nonostante tutti gli sforzi per identificare questo martire. Quanto a Trifina, il Delehaye e il Lanzoni pensano che sia una forma corrotta, derivata da un Trifone o Trofimo o Trofima.


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