9 gennaio

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scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:06

Battesimo di Gesù

9 gennaio (celebrazione mobile)

Martirologio Romano: Festa del Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo, in cui egli mirabilmente è dichiarato Figlio di Dio, l’amato, le acque sono santificate, l’uomo è purificato e tutto il creato esulta.

Ascolta da RadioRai:
  

Scrivere del Battesimo di Gesù, è compito di teologi ed esegeti, perché nell’atto battesimale cui si sottopose Gesù, c’è tutto il simbolismo della dottrina del cristianesimo, che allacciandosi alla Tradizione del Vecchio Testamento, apre la strada della nuova concezione di “figli di Dio” e quindi compartecipi con Cristo della gioia del Padre, attraverso lo Spirito Santo.
Nell’anno XV del regno di Tiberio (cioè tra il 28 e il 29, oppure tra il 27 e il 28 d.C.), Giovanni Battista il Precursore, l’ultimo dei Profeti del Vecchio Testamento, giunse nel deserto meridionale di Giuda, nei pressi del Mar Morto, dove confluisce il fiume Giordano, a predicare l’avvento del Regno di Dio, esortando alla conversione e amministrando un battesimo di pentimento per il perdono dei peccati.
Ciò avveniva con l’immersione nell’acqua del fiume, secondo quanto profetizzava Ezechiele: “Le nazioni sapranno che io sono il Signore, quando mostrerò la mia santità in voi davanti a loro. Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli”.
Il profeta Ezechiele spiegava ad Israele che se dopo il peccato verso Dio, che gli ha meritato l’esilio, vuole rivivere in relazione di nuovo con il suo Dio e ricevere il suo Spirito, deve essere totalmente rifatto, purificato, pronunciando il simbolismo dell’acqua, “vi aspergerò con acqua e sarete purificati”.
E con questo spirito di purificazione che Giovanni battezzava, quanti accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalle regioni intorno al Giordano.
E duemila anni fa sulla sponda del fiume comparve anche il giovane Gesù, di circa 30 anni, cittadino della Galilea che era una provincia del vasto Impero Romano e osservava la folla dei penitenti che si avviavano al rito di purificazione e di perdono; mentre Giovanni diceva a tutti, perché si mormorava che fosse il Messia: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali; costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…”.
Anche Gesù, innocente da ogni colpa, volle avvicinarsi per ricevere il Battesimo, per solidarizzare con quei penitenti alla ricerca della salvezza dell’anima e santificare con la sua presenza l’atto, che non sarà più di sola purificazione, ma anche la venuta in ognuno dello Spirito di Dio e rappresenterà la riconciliazione divina con il genere umano, dopo il peccato originale.
Giovanni riconosciutolo, si ritrasse dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù rispose: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni lo battezzò; appena uscito dall’acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed una voce dal cielo disse: “Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e si ritirò nel deserto per quaranta giorni in meditazione, prima di iniziare la sua vita pubblica, in Galilea.
Completiamo queste brevi note, che vanno comunque approfondite consultando le riflessioni dei competenti studiosi, con il descrivere l’importanza assunta quale Sacramento nella Chiesa Cattolica.
Istituito da Gesù Cristo con il suo diretto Battesimo, il rito consiste in un’abluzione accompagnata dalla formula trinitaria: “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”; la materia del Battesimo è l’acqua naturale e il suo uso come già detto è simbolo della purificazione dell’anima; può essere applicata in tre modi diversi “per immersione” in uso nelle Chiese Orientali e nella liturgia ambrosiana; per “infusione” cioè acqua versata sulla testa del battezzato (generalmente usata dal XV secolo nella Chiesa Occidentale); “per aspersione” (acqua gettata sulla persona del battezzato, in casi particolari).
Il battesimo cancella il peccato originale e le colpe commesse fino al giorno in cui si riceve, rimette tutte le pene, rende il battezzato partecipe della grazia di Dio, capace della fede, membro della Chiesa; imprimendogli il carattere indelebile di cristiano.
È il primo dei setti Sacramenti; viene amministrato ai bambini fino all’età della ragione, con il solo consenso dei genitori e alla presenza di almeno un padrino, con il quale il battezzato contrae una parentela spirituale; gli adulti lo ricevono dietro loro richiesta, dopo aver ricevuto un’opportuna istruzione religiosa.
Il Sacramento è amministrato ordinariamente dai ministri del culto (vescovo, sacerdote, diacono), ma in caso di pericolo di morte, qualsiasi persona anche non cristiana, può battezzare, purché agisca secondo l’intendimento della Chiesa.
Aggiungiamo che la teologia ufficiale riconosce anche il battesimo di desiderio, ossia la grazia battesimale ottenuta col voto di ricevere il battesimo, anche se le circostanze lo impedirono; poi il battesimo di sangue, cioè il martirio avvenuto prima che lo si ricevesse.
Con la cerimonia del battesimo si impone al battezzato il nome, per lo più cristiano, scelto dai genitori se è minorenne.
Il Battesimo costituì, per quanto riguarda l’Occidente, la registrazione ufficiale della nascita di un bambino, negli archivi parrocchiali; attiva nei primi secoli, questa pratica fu poi abbandonata per essere ripresa dal XV secolo, divenendo legge con il Concilio di Trento. In Italia la registrazione negli uffici parrocchiali, funzionò finché non venne istituito l’Ufficio dello ‘stato civile’ da parte del Regno d’Italia.
Ritornando al Battesimo di Gesù, esso fu soggetto privilegiato degli artisti di tutti i secoli cristiani e la scena ruota normalmente intorno alle due figure di Gesù e di s. Giovanni, e si svolge all’aria aperta; inizialmente Gesù era raffigurato immerso nell’acqua e poi successivamente lo si è raffigurato seminudo, con il Battista che gli versa l’acqua sulla testa.
In conclusione la festa del Battesimo di Gesù, è da sempre l’occasione più propizia per riflettere sul Battesimo dei cristiani; i Padri della Chiesa dicevano che Gesù scendendo nelle acque del Giordano, ha idealmente santificato le acque di tutti i Battisteri; dal più semplice e moderno, posto all’ingresso delle chiese, a quelli che si innalzano a gloria imperitura del Sacramento e dell’arte, vicino alle grandi cattedrali dei secoli scorsi.
Gesù stesso nel Vangelo di s. Marco (16,16) dice: “Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”.





scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:07

Sant' Adriano di Canterbury Abate

9 gennaio

+ Canterbury, Inghilterra, 9 gennaio 710 circa

Africano di nascita, Adriano era abate di Nerida, nel Napoletano, quando il papa san Vitaliano lo chiamò ad occupare la sede arcivescovile di Canterbury, ma questi rifiutò e consigliò di sostituirlo piuttosto con Teodoro di Tarso, che si rivelò poi infatti uno dei più grandi arcivescovi della sede primaziale inglese. Il Pontefice accettò, a patto che Adriano accettasse di accompagnarlo quale consigliere ed assistente. Teodoro lo nominò allora abate dell'antico monastero dei Santi Pietro e Paolo, poi reintitolato a Sant'Agostino. Sotto la guida di Adriano e l'influenza di Teodosio esso divenne uno dei più importanti centri di formazione per molti futuri vescovi ed esercitò una notevole influenza sulla cristianità del tempo. L'abate Adriano fu insegnante per ben quarant'anni. Morì presso Canterbury il 9 gennaio di un anno imprecisato, forse il 710, venendo sepolto nel monastero. Quando nel 1091 i lavori di ristrutturazione resero necessaria la rimozione di numerose tombe, il suo corpo fu rinvenuto incorrotto e profumato. (Avv.)

Etimologia: Adriano = nativo di Adria (Rovigo), dal latino

Martirologio Romano: A Canterbury in Inghilterra, sant’Adriano, abate: nato in Africa, da Napoli raggiunse l’Inghilterra e con la sua ricca preparazione tanto nelle lettere sacre come in quelle profane istruì una moltitudine di discepoli nella scienza della salvezza.

Ascolta da RadioRai:
  

Africano di nascita, Sant’Adriano era abate di Nerida, nel napoletano, quando il papa San Vitaliano lo chiamò ad occupare la sede arcivescovile di Canterbury, ma questi rifiutò essendo già morti nel giro di poco tempo ben due primati inglesi, San Deusdedit e Wighard, e consigliò di sostituirlo piuttosto con San Teodoro di Tarso, che si rivelò poi infatti uno dei più grandi arcivescovi della sede primaziale inglese. Il pontefice accettò, a patto però che Adriano accettasse di accompagnarlo quale consigliere ed assistente.
Teodoro lo nominò allora abate dell’antico monastero dei Santi Pietro e Paolo, poi reintitolato a Sant’Agostino. Sotto la guida di Adriano e l’influenza di Teodosio esso divenne ben presto uno dei più importanti centri di formazione per molti futuri vescovi ed esercitò una notevole influenza sulla cristianità del tempo. Materie di insegnamento erano il latino, il greco, il diritto romano, la Sacra Scrittura ed i Padri della Chiesa.
Gli studenti provenivano da tutta l’Inghilterra ed anche dalla vicina Irlanda, siccome l’allievo Sant’Aldhelm, poi primo vescovo di Sherborne, sostenette che la formazione impartita nel monastero di Canterbury fosse qualitativamente migliore a qualsiasi altra offerta in Irlanda.
L’abate Adriano fu insegnante per ben quarant’anni. Infine morì presso Canterbury il 9 gennaio di un anno imprecisato, forse il 710, e ricevette sepoltura nel monastero. Quando nel 1091 i lavori di ristrutturazione resero necessaria la rimozione di numerose tombe, il corpo di Sant’Adriano fu rinvenuto incorrotto e profumato. Presso la sua tomba nacque la fama miracolosa che lo contraddistinse per secoli, cosicchè il suo nome venne inserito nei calendari inglesi e poi nel Martyrologium Romanum, ove ancora oggi figura nell’anniversario della morte.





scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:07

Sante Agata Yi e Teresa Kim Martiri

9 gennaio

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+ Seoul, Corea del Sud, 9 gennaio 1840

Le laiche coreane Agata Yi, giovane ragazza nata a Seoul nel 1824, e Teresa Kin, vedova nata a Myeoncheon nel 1797, vennero incarcerate, torturate ed infine sgozzate in odio alla loro fede cristiana. Sono state canonizzate da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984.

Martirologio Romano: A Seul in Corea, sante martiri Agata Yi, vergine, i cui genitori furono essi pure coronati dal martirio, e Teresa Kim, vedova: in carcere per Cristo, dopo molte percosse, furono sgozzate.



scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:08

Beata Alessia Le Clerc (Maria Teresa di Gesù) Cofondatrice

9 gennaio

Remiremont (Francia), 2 febbraio 1576 - Nancy, 9 gennaio 1622

Beata Alessia Le Clerc Nacque a Remiremont in Francia il 2 febbraio 1576. A 20 anni decise di consacrarsi a Dio con il voto di castità. Incontrò san Pietro Fourier (1565-1640) allora parroco di Mattaincourt e un anno dopo, la notte di Natale del 1597, insieme a quattro compagne incominciò il suo apostolato: l'insegnamento alle fanciulle povere. Nel 1598 aprì la prima scuola a Poussay, mentre il vescovo di Toul approvava una prima stesura della Regola del nuovo Istituto: le Canonichesse regolari di Nostra Signora sotto la Regola di sant'Agostino, composta da Pietro Fourier. L'Istituzione fu approvata nel 1603 dal cardinale legato di Lorena e poi nel 1615 e 1616 da papa Paolo V; un anno dopo, nel novembre 1617, fu eretto il primo monastero ufficiale della Congregazione con clausura e Alessia Le Clerc, con le compagne, poté iniziare l'anno del noviziato, prendendo il nome di suor Maria Teresa di Gesù. Dopo aver emesso i voti nell'anno successivo, fu eletta superiora generale, carica che tenne fino al dicembre 1621. Morì il 9 gennaio 1622, nella Casa di Nancy. (Avvenire)

Etimologia: Alessia = colei che protegge, dal greco

Martirologio Romano: A Nancy in Francia, beata Maria Teresa di Gesù (Alessia) Le Clerc, vergine, che creò insieme a san Pietro Fourier la Congregazione delle Canoniche regolari di Nostra Signora, sotto la regola di sant’Agostino, per l’educazione della gioventù femminile.


Alla beata Alessia Le Clerc è toccato lo stesso iter prolungato per la sua beatificazione, come per l’altra celebre agostiniana s. Rita da Cascia, infatti s. Rita fu beatificata circa 200 anni dopo la morte e canonizzata dopo altri 300 anni circa.
Alessia Le Clerc, in religione Maria Teresa di Gesù, è stata beatificata infatti ben 325 anni dopo la sua morte, a causa di eventi politici e guerre succedutosi.
Nacque a Remiremont in Francia il 2 febbraio 1576 da Giovanni Le Clerc e Anna Sagay, essendo dotata di affabilità e spiccata intelligenza era da tutti amata e ricercata, trascorse la giovinezza cedendo volentieri alle vanità del mondo.
A seguito di una crisi spirituale, a venti anni ispirata dalla Grazia Divina, prese la decisione di mutare vita e volle consacrarsi a Dio con il voto di castità.
Ebbe la provvidenziale occasione d’incontrare s. Pietro Fourier (1565-1640) allora parroco di Mattaincourt, ponendosi sotto la sua illuminata guida e così un anno dopo, la notte di Natale del 1597, insieme a quattro compagne incominciò il suo apostolato, cioè l’insegnamento alle fanciulle povere.
Nel 1598 poté aprire la prima scuola a Poussay, mentre il vescovo di Toul approvava una prima stesura della Regola della nuova Istituzione: le Canonichesse Regolari di Nostra Signora sotto la Regola di S. Agostino, composta da s. Pietro Fourier.
Nel 1599 le cinque religiose si trasferirono a Mattaincourt, operando così bene nell’assistenza alle fanciulle bisognose che vennero richieste anche da altre città.
L’Istituzione fu approvata nel 1603 dal Cardinale Legato di Lorena e poi nel 1615 e 1616 da papa Paolo V; un anno dopo, nel novembre 1617, fu eretto il primo monastero ufficiale della Congregazione con clausura e Alessia Le Clerc con le compagne, poté iniziare l’anno del noviziato, prendendo il nome di suor Maria Teresa di Gesù.
Dopo aver emesso i voti nell’anno successivo, fu eletta Superiora Generale, carica che tenne fino al dicembre 1621, morì dopo pochi giorni il 9 gennaio 1622, nella Casa di Nancy, fra il compianto e la venerazione di tutti.
Aveva lavorato nell’apostolato a fianco del santo parroco di Mattaincourt, Fourier, per circa 25 anni e la sua Congregazione si era allargata con più di 20 Case nella Lorena e in tutta la Francia; a soli 46 anni lasciò per sempre la guida e il maestro della sua vita e della sua opera, che le sopravviverà per altri 18 anni.
Come già accennato, la causa per la sua beatificazione poté essere istruita solo a fine ‘800 e infine il 4 maggio 1947, papa Pio XII la iscrisse nel numero dei Beati.





scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:09

Beato Antonio Fatati Vescovo

9 gennaio

m. 1484

Governò con pietà la diocesi di Teramo e in seguito quella di Ancona, mostrandosi severo con se stesso e generoso con i poveri.

Martirologio Romano: Ad Ancona, beato Antonio Fatati, vescovo, che si mostrò prudente e equanime in tutte le missioni affidategli dai Romani Pontefici, austero con se stesso e generoso con i poveri.



scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:10

Sant' Eustrazio Abate

9 gennaio

Martirologio Romano: Sul monte Olimpo in Bitinia, nell’odierna Turchia, sant’Eustrazio, detto il Taumaturgo, abate del monastero di Abgar.



scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:11

San Fillano Abate

9 gennaio

Martirologio Romano: In Scozia, san Fillano, abate del monastero di Sant’Andrea, che, illustre per l’austerità della disciplina, passò la vita in solitudine.



scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:11

Beata Giulia Della Rena da Certaldo

9 gennaio

Certaldo, 1320 circa - 1370

Nacque a Certaldo, intorno al 1320. A Firenze, dove era passata al servizio della famiglia Tinolfi, si fece agostiniana secolare. Ritornata a Certaldo si ritirò in solitudine conducendo una vita molto austera e particolarmente dedita alla preghiera. Morì verso l’anno 1370.Il culto ab immemorabili venne confermato da Pio VII nel 1819.

Martirologio Romano: A Certaldo in Toscana, beata Giulia della Rena, del Terz’Ordine di Sant’Agostino, che visse solo per Dio reclusa in un’angusta cella accanto alla chiesa.


Nacque in Toscana, presso Certaldo, intorno al 1320, da una famiglia di nobile origine, ma decaduta. Rimasta orfana in giovane età, entrò al servizio dei Tinolfi nella vicina Firenze dove, venuta a contatto con gli Agostiniani e la loro spiritualità, vestì, non ancora ventenne, l’abito delle agostiniane secolari. Sentendosi portata ad una scelta di vita più radicale ed austera, nel pieno fiore della sua esistenza, decise di abbandonare la città e di rifugiarsi in un luogo solitario. Tornò quindi a Certaldo prendendo alloggio in una stanzetta presso la chiesa agostiniana dei Ss. Michele e Giacomo. Previamente furono aperte due piccole finestre, una corrispondente alla chiesa per assistere alle sacre funzioni, l’altra verso l'esterno per ricevere l’alimento che la pietà popolare le avrebbe fatto pervenire. Fece collocare su una parete un crocefisso, e poi, con solennità, all'esterno un muratore murò l’ingresso.
Non lascerà più il suo piccolo “romitorio”. Come le recluse, vivrà segregata dal mondo per un periodo di circa trent'anni, percorrendo fino in fondo la lunga via dell'ascesi e della mistica. Penitenza e preghiera saranno le sue occupazioni quotidiane. A tenerla in vita pensavano i contadini di Certaldo e dei dintorni. Racconta la tradizione popolare che anche i fanciulli corressero in suo aiuto numerosi, portandole qualche cosa da mangiare e che Giulia, grata e sorridente, li contraccambiasse con dei fiori freschi in qualsiasi stagione dell'anno. Nulla di più si sa di lei, se non che era molto venerata dai suoi concittadini per la vita di pietà vissuta sotto i loro occhi.
Morì intorno all’anno 1370. Il suo culto si sviluppò subito dopo il suo trapasso, poiché già al 1372 risale la dedicazione di un altare nella stessa chiesa presso la quale aveva vissuto e dove era stato tumulato il suo corpo. Fin dal 1506, il comune certaldese contribuiva per la festa in onore della beata, alla cui protezione fu attribuita più volte la liberazione dai contagi e dalla peste.
I suoi resti mortali si venerano a Certaldo nella chiesa dei Ss. Michele e Giacomo che un tempo era degli agostiniani.
Il suo culto ab immemorabili fu confermato da Pio VII nel 1819.





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00domenica 9 gennaio 2011 10:13

Beati Giuseppe Pawlowski e Casimiro Grelewski Sacerdoti e martiri

9 gennaio

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+ Dachau, Germania, 9 gennaio 1942

In data 9 gennaio si commemora l’anniversario del martirio di due sacerdoti polacchi, Joszef Pawlowski e Kazimierz Grelewski, vittime del terrore nazista nel campo di concentramento di Dachau, beatificati con altri 106 compagni dal loro compatriota Papa Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999.
Il Pawlowski, nacque a Proszowice, nei pressi di Swietokrzyskie in Polonia, il 12 agosto 1890 e fu sacerdote della diocesi di Kielce e rettore del seminario. Arrestato il 10 febbraio 1941 dalla Gestapo, fu deportato nel lager di Dachau, dove venne impiccato il 9 gennaio seguente.
A Dachau aveva trovato il confratello Grelewski, nato a Dwikozy, sempre nei pressi di Swietokrzyskie in Polonia, il 20 gennaio 1907. Questi, sacerdote della diocesi di Radon, prefetto degli studi nel seminario della sua diocesi, già errestato dai nazisti il 24 gennaio 1941. Condivisero dunque il martirio per impiccagione il 9 gennaio 1942.

Martirologio Romano: Vicino a Monaco di Baviera in Germania, nel campo di prigionia di Dachau, beati Giuseppe Pawłowski e Casimiro Grelewski, sacerdoti e martiri: in tempo di guerra, deportati dalla Polonia invasa da persecutori della fede, coronarono il martirio con il supplizio dell’impiccagione.




scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:13

San Marcellino di Ancona Vescovo

9 gennaio

Martirologio Romano: Ad Ancona, san Marcellino, vescovo, che, come scrive il papa san Gregorio Magno, con la potenza divina liberò la sua città da un incendio.




scri789
00domenica 9 gennaio 2011 10:14

Sant' Onorato di Buzançais

9 gennaio

Martirologio Romano: A Thénézay nel territorio di Poitiers nell’Aquitania, in Francia, sant’Onorato di Buzançais: mercante di armenti, donava ai poveri il suo denaro e fu ucciso da alcuni furfanti che aveva rimproverato.



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