BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE !

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Anam_cara
00sabato 3 gennaio 2009 17:39
 

II DOMENICA DOPO NATALE


 


Antifona d'ingresso


Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,
mentre la notte giungeva a metà del suo corso,
il tuo Verbo onnipotente, o Signore,
è sceso dal cielo, dal trono regale.
(cf. Sap 18,14-15)

  
Colletta


Padre di eterna gloria,
che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati
prima della creazione del mondo
e in lui, sapienza incarnata,
sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda,
illuminaci con il tuo Spirito,
perché accogliendo il mistero del tuo amore,
pregustiamo la gioia che ci attende,
come figli ed eredi del regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



.
Prima Lettura


Dal libro del Siracide 24,1-4.8-12



La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.


Parola di Dio

 
Salmo responsoriale


Salmo 147 (147, 12-20)



Antifona

E' bello, Signore, lodarti.


Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.

Manda sulla terra la sua parola,
il suo messaggio corre veloce.

Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.

Getta come briciole la grandine,
di fronte al suo gelo chi resiste?

Manda una sua parola ed ecco si scioglie,
fa soffiare il vento e scorrono le acque.

Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.

Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.


Seconda Lettura



Dalla lettera di Paolo agli Efesini 1,3-6.15-18


Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro GesùCristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio



 

Gif, Messaggi D'Amore


Anam_cara
00sabato 3 gennaio 2009 18:58

Lettura del Vangelo






Alleluia, alleluia, alleluia !

Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama

Alleluia, alleluia, alleluia !



Dal vangelo di Giovanni 1,1-18


In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

Parola del Signore


Alleluia, alleluia, alleluia !

Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Alleluia, alleluia, alleluia !



Omelia domenicale



Queste domeniche dopo Natale tornano con insistenza sulla manifestazione del Signore.


La sappiamo riconoscere?


"Venne tra la sua gente, ma i suoi non lo hanno accolto".


È una lotta, in effetti, che il Vangelo deve compiere per farsi largo nelle nostre abitudini e nelle tenebre di questo mondo.


Il Natale è in realtà un conflitto, ben lungi da quel sentimento povero di forza, lontano dalla vita vera - ed è questa la vera responsabilità - cui abbiamo lo abbiamo ridotto.


È lotta della speranza in un mondo violento, povero di cuore, reso ignorante della vita dall’amore per sé.


Natale non è solo un’emozione spirituale per una generazione che non sa fermarsi ed andare in profondità.


Natale è una lotta, un’"agonia", come la vita vera: tra le tenebre e la luce, tra la vita stessa ed il suo nemico che la vuole spegnere e renderla vana.


Il Natale rivela da che parte stiamo.


Dobbiamo chiederci: abbiamo conservato l’annuncio del Natale?


Ci siamo fermati dai nostri affanni?


Abbiamo lasciato spazio alla proposta di ripartire da quel bambino, dalla debolezza dell’umanità, dei poveri?


Ci ha scandalizzato e commosso la sua povertà e quella di chi come lui non trova posto?


Lo abbiamo accolto nel nostro cuore tortuoso, pieno di calcoli e diffidenze?


Abbiamo creduto possibile che quella debolezza possa davvero cambiare il mondo?


Abbiamo confidato che chinandoci sulla debolezza e amandola, si può cambiare questo mondo?


Ci siamo fermati davvero accanto a lui?


Lo abbiamo invocato per liberarci dalla nostra freddezza?


Lo abbiamo amato per essere sciolti dal peccato?


Il libro del Siracide e il Vangelo di Giovanni, sebbene con angolature e accenti diversi, descrivono questo misterioso viaggio di Dio che esce da se stesso per venire incontro agli uomini.


La sapienza - leggiamo nella prima lettura - "esce dalla bocca dell’Altissimo" e, come una "nube" che fascia tutto il cosmo, sostiene ogni cosa.


È facile passare da queste parole a quelle del prologo di Giovanni: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio... Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto".


Nella pienezza dell’eternità di Dio risuona la parola divina, creatrice del mondo e rivelatrice del suo grande amore per gli uomini.


È il momento della creazione che possiamo immaginare come la prima tappa di questo viaggio di Dio oltre se stesso.


Tutto il creato respira l’amore del Signore:

 "I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte ne trasmette alla notte notizia",

canta il salmo 19.


Ma il viaggio continua, sembra dire il testo sapienziale.


La sapienza riceve un ordine: "Fissa la tua tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele... E così mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare".


La piccola città di Sion e la modesta nazione di Giacobbe diventano la dimora di Dio sulla terra.


L’immagine della tenda, evocatrice del tempio di Gerusalemme, viene usata anche da Giovanni per descrivere l’ultima e la definitiva discesa di Dio in mezzo agli uomini.


La Lettera agli ebrei riassume con efficacia questa compagnia di Dio all’uomo: "Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in molti modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Eb 1,1-2).


Il Verbo che era presso Dio è entrato nella nostra storia, prendendo la nostra stessa "carne", vivendo i nostri stessi giorni.


E tutto per amarci.


Come allora non ringraziare e benedire il Signore per il suo grande amore per noi?


L’apostolo Paolo, nell’inno di apertura della Lettera agli Efesini, quasi a nome di tutti i cristiani, benedice il Padre e il Figlio per l’amore assolutamente gratuito verso di noi; un amore senza dubbio immeritato, eppure pieno di una incredibile ambizione.


Sì, il Padre ha una grande ambizione su di noi; non è assolutamente rassegnato sulla nostra vita, né disposto ad accettare la nostra pigrizia e il senso avaro che abbiamo di noi stessi e delle nostre cose.


Scrive Paolo che il Padre "ci ha scelti in Lui (Cristo) prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità".


È una scelta alta, per nulla banale e modesta, che ci precede; è un prima assoluto che va al di là di ogni nostro merito.


Iddio Padre pensando Gesù, potremmo dire, aveva in mente anche noi, perché fossimo come lui "santi e immacolati".


Ma si badi bene che qui non si tratta semplicemente di una bontà morale, ossia di pensare a uomini e a donne che si comportano in modo corretto e onesto.


Paolo descrive un uomo nuovo, assolutamente diverso dall’uomo vecchio, Adamo, il quale confidava in se stesso e nelle sue forze, tanto da poter fare a meno di Dio.


Diventare "santi e immacolati" vuol dire anzitutto "essere figli", affidarsi a Dio e non a se stessi, vivere di Dio e della sua volontà e non di noi stessi e dei nostri capricci.


Figli, appunto, come Gesù.


È come una nuova creazione, una rinascita.


Possiamo rinascere quando siamo già vecchi, quando abbiamo visto tanti Natali e le speranze sembrano finite.


Possiamo rinascere quando le energie sono poche, quando sentiamo il peso del passato, quando non ci liberiamo dai rimorsi ed avvertiamo come i nostri sentimenti siano volubili ed incerti!


Sì, possiamo rinascere, perché non diventiamo nuovi da noi stessi e da soli.


Rinasce chi accoglie il Verbo, facendogli spazio.


Nessuno nasce da se stesso.


È il suo amore che ci rende nuovi.


Con il nostro amore rendiamo nuovo il mondo!


Accogliamo il Vangelo nella nostra vita, riprendiamolo in mano, leggiamolo un poco ogni giorno, perché cresca lui e diminuisca l’amore per noi stessi.


Il Vangelo c’insegnerà come essere buoni.


Facciamo diventare carne il Vangelo nella nostra vita.


Il Vangelo è il soffio della vita, dello Spirito, che pervade ciò che è vecchio e lo trasforma, può cambiarci.


Come figli, come bambini, cresciamo con lui.


Non sei l’unico: sei un figlio!


Non sei solo: hai un padre!


Si è fatto carne.


L’amore trasforma la carne.


Comunichiamo l’amore, rendiamolo gesti di pace, iniziando dai più poveri, da chi non trova un posto, da chi non è accolto.


Sarà la gioia del Natale che diventa luce per illuminare le tenebre del nostro cuore e di questo mondo.


E con l’apostolo lo preghiamo:
 

"Possa egli davvero illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati".


AMEN!

 

Mamma Dolcissima

insegnaci tu ad amare

Gesu'

come tu lo hai amato

e a vivere

ogni giorno ringraziando

Dio Padre

che ci ha chiamati Figli!

Vieni Spirito Santo

ad infiammare d'Amore

i nostri cuori

Amen!


Gif di Natale: angeli 

BUONA DOMENICA A TUTTI


NEL SIGNORE!


VVB!Anam

alatus.
00domenica 4 gennaio 2009 09:56
Chi è il capo della Chiesa?"
Cristo è il capo della Chiesa" (Efesini 5:23)

Qual'è il fondamento della Chiesa?
"Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Gesù Cristo" (1Corinzi 3:11).

Non c`è nessun' altra roccia oltre al Signore?
"C`è forse un Dio fuori di Me? Non c`è altra roccia; io non ne conosco nessuna." (Isaia 44:8). BUONA DOMENICA A TUTTI CON AFFETTO ALATUS [SM=g1730240]
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