BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE!! 19 LUGLIO 2009

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(evita)
00sabato 18 luglio 2009 21:19




                                                                       XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


                                                    


Canto della luce

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

La tua resurrezione ha illuminato il mondo.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

Fuggono le tenebre e la morte.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

Il tuo giorno non conosce la notte.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

La tua luce illumina i tuoi servi.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

Il tuo amore preserva i tuoi discepoli.

Venite e prendete la luce alla luce che non finisce.

Prima Lettura

Dal libro del profeta Geremia 23,1-6

"Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo". Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio di Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: "Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io mi occuperò di voi e della malvagità delle vostre azioni. Oracolo del Signore. Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; di esse non ne mancherà neppure una". Oracolo del Signore.

"Ecco, verranno giorni - dice il Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele starà sicuro nella sua dimora;
questo sarà il nome con cui lo chiameranno:
Signore-nostra-giustizia.



                   

                                  

Salmo responsoriale

Salmo 22 (23)

Antifona

Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, 
perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

                         

Seconda Lettura

Dalla lettera di Paolo agli Efesini 2,13-18

Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.

                                        


(evita)
00sabato 18 luglio 2009 21:26



                                                                    
                                                                       LETTURA DEL VANGELO



 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Marco 6,30-34

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ieri sono stato sepolto con Cristo,
oggi risorgo con te che sei risorto,
con te sono stato crocifisso,
ricordati di me, Signore, nel Tuo Regno.

Alleluia, alleluia, alleluia !


OMELIA DOMENICALE 

Il Vangelo che abbiamo ascoltato domenica scorsa ci ha mostrato Gesù che invia i dodici apostoli, due a due, nei villaggi della Galilea per annunciare l’avvento del regno di Dio, per guarire i malati e aiutare i deboli e i poveri. L’evangelista parla esplicitamente di un "potere" conferito agli inviati perché possano operare tali cose. Ovviamente non si trattava di un potere politico o economico; tuttavia era un potere reale, una forza che operava guarigioni nel corpo e nel cuore. Il brano evangelico di questa domenica ci narra il ritorno dei discepoli dalla loro missione. L’evangelista fa arguire la soddisfazione dei discepoli e dello stesso Gesù, il quale pur conoscendo la loro scarsa preparazione aveva egualmente affidato loro tale compito; era, del resto, sufficiente che obbedissero alla lettera a quello che aveva loro ordinato, non dovevano presentare altro che le sue parole e ripetere i suoi gesti di misericordia. L’obbedienza aveva dato i suoi frutti. E possiamo immaginare lo sguardo affettuoso di Gesù mentre essi raccontavano quello che avevano operato. Erano felici; e anche un poco stanchi, come accade ad ogni vero "missionario" che dimentica se stesso per servire il Vangelo.
Al termine dei racconti Gesù dice loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco!". È una esortazione che suona vicina a questo tempo nel quale in molti ci si prepara al riposo o, forse ancor più, alla necessità di un silenzio per un serio ritorno alla vita interiore. Queste parole si possono applicare certamente a quei momenti di riflessione e di ritiro spirituale, ma forse soprattutto a quel "riposo" settimanale che è la Messa della domenica. Non so se la Liturgia domenicale ordinariamente è vissuta con questo spirito, ma se si dovesse cercare un testo evangelico per esprimere la spiritualità della domenica, queste parole di Gesù sono adattissime. Nella Messa domenicale siamo tutti condotti "in disparte", in un luogo diverso dalle ordinarie occupazioni, fossero anche quelle delle vacanze, per poter dialogare con il Signore, ascoltare una parola vera sulla vita, nutrirci di un’amicizia salda, ricevere una forza capace di sostenerci. Non si tratta di evadere dalla vita. L’incontro con il Signore nella domenica non separa dal tempo ordinario della vita, semmai fa come da cerniera tra la settimana passata e quella che sta per iniziare; è come una luce che illumina il tempo di ieri, per comprenderlo, e quello di domani, per tracciarne il percorso. È quanto accade nel racconto evangelico. Gesù e i discepoli salgono sulla barca per passare all’altra riva. Il momento della traversata sulla barca, tra una riva e l’altra, si potrebbe paragonare alla Messa della domenica, la quale appunto ci lega alle due sponde del mare, sempre affollate di gente bisognosa.
Le folle, quelle di allora e quelle di oggi, sono senza dubbio l’oggetto primario della missione del Signore e dei discepoli. È su di loro che si dirige la compassione di Gesù; per questo il Vangelo può notare: "Era molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare". Lo stare "in disparte" nella Messa domenicale non significa una fuga, semmai un momento per irrobustire la compassione. Si tratta di ascoltare il Signore, di far scendere nel proprio cuore le parole della Scrittura che sono come un respiro più grande dentro il quale far riposare la mente; sono insomma una boccata d’aria pura di cui tutti abbiamo bisogno per pensare meglio, per sentire in modo più generoso, per recuperare le forze. L’inizio della settimana successiva deve trovarci rinfrancati nello spirito e più vicini al sentire del Signore.
Giunti all’altra sponda del mare c’è di nuovo la folla ad attenderli. Forse hanno visto il percorso della barca e intuito il luogo dell’approdo. Sono corsi in avanti e giungono prima di Gesù il quale, appena scende dalla barca, si trova di nuovo circondato. Scrive Marco: "Gesù vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore sbandate senza pastore". Giovanni Battista era stato ucciso da non molto tempo; e non c’era più nessun profeta. Rara era la Parola di Dio. È vero, il tempio era pieno di gente e le sinagoghe affollate; tanto da far dire a molti che la religione aveva vinto. Eppure la gente, i poveri e i deboli soprattutto, non sapevano su chi confidare, su chi riporre la loro speranza, a quale porta bussare. Nelle ultime parole evangeliche riecheggia tutta la tradizione vetero-testamentaria sull’abbandono del popolo da parte dei responsabili. Il profeta Geremia lo grida a chiare lettere: "Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio popolo". Sarà il Signore stesso a prendersi cura del suo popolo: "Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho lasciate scacciare e le farò tornare ai loro pascoli". Il segreto di tutto ciò è nascosto nella compassione del Signore per il suo popolo. Questa compassione continua a spingerlo, appena sceso dalla barca, a riprendere immediatamente il suo "lavoro". È quel che chiede ai discepoli di ogni tempo.



                                  



                                     
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