BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE ! - 21 giugno 2009

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Anam_cara
00sabato 20 giugno 2009 17:23
 
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO




Antifona d'ingresso

Il Signore è la forza del suo popolo
e rifugio di salvezza per il suo Cristo.
Salva il tuo popolo, Signore,
benedici la tua eredità,
e sii la sua guida per sempre.
(Sal 28,8-9)

Colletta

Dona al tuo popolo, o Padre,
di vivere sempre nella venerazione e nell’amore
per il tuo santo nome,
poiché tu non privi mai della tua guida
coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 

Prima Lettura


Dal libro di Giobbe 38,1.8-11

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

Parola di Dio

Salmo responsoriale


Salmo 106 (107)


Antifona

Ringraziamo il Signore per la sua misericordia.

Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.

Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico

e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.

Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.

Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.

Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;

poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.

Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,

perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.

Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.

Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;

perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.

Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;

rifiutavano ogni nutrimento
e gia toccavano le soglie della morte.

Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.

Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,

videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.

Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.

Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.

Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.

Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.

Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.

Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.

Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.

Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua

e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.

Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.

Là fece dimorare gli affamati
ed essi fondarono una città dove abitare.

Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.

Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.

Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.

Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.

Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.

Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.

Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore
.


 

Seconda Lettura


Dalla seconda lettera di Paolo ai Corinzi 5,14-17

Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

Parola di Dio



Anam_cara
00domenica 21 giugno 2009 13:34
 
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO





Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
(Lc 7, 16)

Alleluia, alleluia, alleluia.



Dal vangelo di Marco 4,35-40


In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?".

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore


Omelia domenicale
(Mons. Vincenzo Paglia)


"Passiamo all’altra riva".

Questo comando di Gesù ai discepoli, che apre la narrazione evangelica (Mc 4,35-41) di questa domenica, interroga in maniera particolare la tentazione di fermarsi, di rinchiudersi in se stessi, nel proprio orizzonte abituale.

La narrazione evangelica ci fa intuire che la traversata non è affatto facile.
Sembra iniziare di sera (lo fa pensare il sonno di Gesù).

C’è una analogia ai nostri giorni; la caduta di orizzonti ideali, l’assenza di visioni nuove.

È necessario un orizzonte nuovo, più grande.

Ma questo è possibile solo se si obbedisce al comando di Gesù.

Sulla sua parola i discepoli salgono sulla barca.

Ma ecco che, poco dopo, si scatena una tempesta; un fenomeno frequente nel lago di Genezaret.

I pescatori, in genere, fanno appena in tempo ad accorgersi della furia del vento che già l’imbarcazione è in balìa delle onde.

La scena accennata dall’evangelista è emblematica.

La barca è sballottata nella tempesta e Gesù dorme;
gli apostoli si preoccupano sempre più e la loro paura cresce, mentre Gesù continua a dormire tranquillo.
 
Un atteggiamento che appare quantomeno sconcertante ai discepoli.

Sembra che a Gesù non importi nulla di loro, della loro vita, delle loro famiglie.

Lo spavento cresce sempre più sino a che i discepoli svegliano Gesù e lo rimproverano:
"Non t’importa nulla che moriamo?".

È un grido di disperazione, ma possiamo leggerci anche la fiducia in quel maestro; ha un sapore forse un po’ rozzo, ma contiene una speranza.

Anche la nostra preghiera talvolta è simile ad un grido di disperazione teso a svegliare il Signore.

Quanti di noi sono colti dalla tempesta e non hanno altro a cui aggrapparsi se non il grido di aiuto, mentre sembra che il Signore dorma?

Quel grido è vicino a tante situazioni umane, talora a popoli interi provati sino alla morte.

Il sonno di Gesù può significare il trovarsi a suo agio tra i discepoli in quella traversata, ma certamente indica la sua piena fiducia nel Padre: sa che non lo abbandonerà.

Prendere con noi il Signore vuol dire imbarcare la sua fiducia e il suo potere.

Al nostro grido si sveglia, si alza ritto sulla barca, e minaccia il vento e il mare in tempesta.

Subito il vento tace e si fa bonaccia.

Dio ha vinto le potenze ostili che non permettevano la traversata (a tale proposito va notato che nell’Antico Testamento. la creazione viene descritta come un combattimento di Dio contro il mare, rappresentato come un mostro).

L’episodio si chiude con una notazione singolare.

I discepoli furono presi da una grande paura, e si dicevano l’un l’altro: "Chi è dunque costui?".

Il testo di Marco parla di paura più che di stupore.

Ed è una paura più grande di quella che avevano sentito poco prima per la tempesta: non si identifica con l’angoscia, ma può accompagnarsi ad una completa fiducia nel Signore.

Questa seconda paura non solo non è meno forte della precedente, ha dei caratteri incisivi, che giungono fin nel profondo dello spirito.

Potremmo dire che qui si tratta del santo timore di stare alla presenza di Dio:

il timore di chi si sente piccolo e povero di fronte al salvatore della vita;

il timore di chi, debole e peccatore, viene comunque accolto da colui che egli ha offeso e che lo supera nell’amore;

il timore di non disperdere l’unico vero tesoro di amore che abbiamo ricevuto;

il timore di non saper profittare della vicinanza di Dio nella nostra vita di ogni giorno;

il timore di non disperdere il "sogno" di un nuovo mondo che Gesù ha iniziato anche in noi e con noi.
 
È proprio questo timore il segno che ci fa comprendere di stare già sull’altra riva.

 



Signore Gesu'

aumenta la nostra Fede in Te

affinche' sempre

nelle nostre tempeste della vita

sentiamo la Tua presenza

con la certezza

che mai ci abbandoni

e che, seguendo te,

potremo giungere all'altra riva

Amen!

Jesus-Saves0000


Buona Domenica a Tutti

nel Signore!


VVB! Anam


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:41.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com