BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE ! - 26 luglio 2009

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Anam_cara
00sabato 25 luglio 2009 19:59
 
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 



Antifona d'ingresso

Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo.
(Sal 68,6-7.36)


Colletta

O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima Lettura


Dal secondo libro dei Re 4,42-44

In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

Parola di Dio

Salmo responsoriale


Salmo 144 (145)


Antifona

Lodiamo il tuo nome, o Signore, in eterno e per sempre.


O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
la sua grandezza non si può misurare.

Una generazione narra all'altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.

Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi.

Dicono la stupenda tua potenza
e parlano della tua grandezza.

Diffondono il ricordo della tua bontà immensa,
acclamano la tua giustizia.

Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.

Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,

per manifestare agli uomini i tuoi prodigi
e la splendida gloria del tuo regno.

Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.

Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.

Tu apri la tua mano
e sazi la fame di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero.

Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.

Il Signore protegge quanti lo amano,
ma disperde tutti gli empi.

Canti la mia bocca
la lode del Signore

e ogni vivente benedica il suo nome santo,
in eterno e sempre.

 

Seconda Lettura


Dalla lettera di Paolo agli Efesini 4,1-6

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Parola di Dio

                                                                                                                          
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 Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti,
opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti
 
           
(Efesini 4, v.5-6)


         
  Anam_cara/2009

Anam_cara
00sabato 25 luglio 2009 21:00
 
Lettura del Vangelo

 

Canto al Vangelo

 Alleluia,alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
(Lc 7,16)
Alleluia, alleluia, alleluia



 

Dal vangelo di Giovanni 6,1-15


Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Parola del Signore

Omelia domenicale

(Mons. Vincenzo Paglia)

Per cinque domeniche consecutive (dalla diciassettesima alla ventunesima), la liturgia domenicale interrompe la lettura continuata del Vangelo di Marco per far spazio all’intero capitolo sesto del Vangelo di Giovanni.

La ragione di tale inserzione risiede nella volontà di approfondire il tema del "pane" a cui è giunta la narrazione di Marco.

Il Vangelo si apre con la narrazione della moltiplicazione dei pani, una delle pagine evangeliche più illuminanti sul mistero di Gesù come nutrimento della nostra vita.

È la sesta volta che tale episodio viene riportato nei Vangeli (le altre cinque sono ricordate nei Sinottici).

L’insistenza indica il peso che questo evento ebbe nel pensiero delle prime comunità cristiane; certamente era tra i "segni" che più chiaramente faceva capire quale fosse il senso della missione di Gesù tra gli uomini.

Giovanni introduce la narrazione accennando alla consueta scena delle folle che si accalcano attorno a Gesù.

Egli sale sul monte, circondato dai discepoli, e si mette a sedere, com’è consuetudine di ogni maestro.

E guarda tutta quella folla:
"Alzati quindi gli occhi, vide una grande folla che veniva da lui".

Potremmo dire che è proprio del Signore non restare in basso e neppure rimanere nell’alto dei cieli distante dagli uomini.

Gesù non si ferma nella contemplazione di sé o delle proprie opere.

Venuto sulla terra e fattosi simile in tutto agli uomini, Egli sale però un po’ più in alto, sul monte: ha bisogno di incontrare Dio, e di lì vede meglio gli uomini e le donne.

Solo avendo Dio nel cuore (è questo il senso del salire sul monte) e accogliendo la sua compassione, è possibile guardare la gente con occhi nuovi, intuirne le domande e scorgerne i bisogni.

Dalla pagina evangelica si intuisce che la gente stava volentieri con Gesù "a motivo dei segni che faceva".

Talora era così presa dall’ascolto delle sue parole (quale differenza da noi tanto spesso sbrigativi nelle cose di Dio!) da dimenticare persino di mangiare.

È infatti lui, non i discepoli, ad accorgersi del bisogno di pane che la gente aveva.

Gesù chiama Filippo (era di Betsaida e quindi pratico della zona) e gli chiede:
 "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".

Filippo, dopo un rapido calcolo, risponde che è impossibile trovare una somma adeguata di denaro per acquistare pane sufficiente per tutta quella gente.

In effetti, la richiesta di Gesù era del tutto irrealistica.

Andrea, presente allo scambio di battute, prende qualche informazione e si fa poi avanti dicendo che ha trovato solamente un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci.

Ma, con triste realismo, aggiunge: "Cos’è questo per tanta gente?"

Il discorso, per lui come per tutti i discepoli, sembra chiuso.

La correttezza, il realismo, la praticità, la concretezza dei discepoli appaiono vincitori.

L’unica cosa da fare, come si nota in un’altra narrazione, è mandare presto via tutti.

Ognuno avrebbe potuto mangiare a casa propria.

E non sarebbe stato colpa di nessuno se qualcuno sarebbe rimasto a digiuno.

Non diciamo noi ancora oggi:
ad impossibilia nemo tenetur?

Ma sta anche scritto:
"Quello che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio" (Lc 18,27).

La nostra rassegnazione è sconfitta dalla potenza di Dio.

E le Scritture sono piene di miracoli.

La scena tratta dal ciclo di Eliseo (il profeta successore di Elia nel secolo IX a.C.) ci mostra il miracolo di una moltiplicazione dei pani ottenuto per misericordia dal Signore.

Anche qui si parla di pochi pani d’orzo, insufficienti per sfamare cento persone.

Di fronte all’incertezza dell’uomo che ne aveva solo venti, il profeta insiste:
"Dalli da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: ne mangeranno e ne avanzerà anche".

E così avvenne.

La memoria di queste Scritture avrebbe certamente aiutato la poca fede dei discepoli per intercedere perché Gesù intervenisse.

Ben diverso fu l’atteggiamento di Maria a Cana di Galilea quando intercedette presso Gesù perché quei due giovani sposi non vedessero rovinata la loro festa.

Ma i discepoli, come capita anche a noi, si erano affidati più al loro realismo e alla loro naturale sapienza che alla ingenuità e alla forza della Parola di Dio.

Gesù, che confida totalmente nel Padre, sa bene che "tutto è possibile a Dio"; per di più non è abituato a mandare indietro nessuno, anche quando non osa chiedere.

Egli legge nel cuore e previene le nostre domande dandoci quello di cui abbiamo bisogno.

Del resto è così (o dovrebbe esser così) di ogni buon padre e di ogni buona madre di famiglia.

E Dio è sempre buono, sia con i figli docili che con quelli recalcitranti.

Non resiste al bisogno dei suoi figli.

Ebbene, senza che i discepoli comprendano, anzi contro ogni ragionevolezza, Gesù ordina che facciano sedere la gente sull’erba.

"Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare", canta il salmo 23, quasi prevedendo questa splendida scena.

Quando tutti sono seduti, egli prende il pane e, dopo aver ringraziato Dio, lo distribuisce a tutti.

A differenza dei Vangeli sinottici, ove sono incaricati i discepoli, qui è Gesù stesso che prende i pani e li distribuisce.

Senza dubbio l’evangelista vuole sottolineare il rapporto diretto, personale, che c’è tra il pastore e le sue pecore.

Anche qui il salmo responsoriale viene in aiuto alla nostra preghiera:
"Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente" (Sal 144,15-16).

Tuttavia Gesù non agisce dal nulla.

Ha bisogno di quei cinque pani d’orzo (il pane di orzo era il pane dei poveri, non il migliore, ossia non quello più saporito e più ricco).

Ed è con questi pani poveri che sfama cinquemila persone (tante erano sedute sull’erba).

Basta il poco che abbiamo (quel poco d’amore e di compassione, quel poco di beni materiali, quel poco di disponibilità, quel poco di tempo) per sconfiggere la fame; sia quella del cuore che quella del corpo.

Il problema è mettere quel "poco" che abbiamo nelle mani del Signore e non rigirarcelo tra le nostre mani avare per trattenerlo.

L’evangelista nota che, dopo aver mangiato, tutta la folla restò ammirata per quello che Gesù aveva fatto, al punto che volevano proclamarlo re.

Ma egli fuggì di nuovo sul monte: non voleva svilire l’urgenza del bisogno del pane che non passa, ossia del bisogno di un rapporto affettuoso e duraturo con il Signore.

E noi con Gesù, sul monte, continuiamo a pregare:

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano!".

AMEN!



Signore Gesu'
simo anche noi degli affamati,
abbiamo fame di Te,
del Tuo Amore,
delle Tue Parole,
che sono l'unica sorgente
che ci disseta
e ci dona la Vita!

Amen!


BUONA DOMENICA A TUTTI
NEL SIGNORE!



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