BUONA DOMENICA A TUTTI NEL SIGNORE! - II Domenica di Quaresima (8 marzo 2009)

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Anam_cara
00sabato 7 marzo 2009 15:31

II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)
 




Antifona d'ingresso
Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto.

(Sal 27,8-9)


Colletta

O Padre, che ci chiami
ad ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola
e purifica gli occhi del nostro spirito,
perché possiamo godere la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



Prima Lettura


Dal libro della Genesi 22,1-2.9-13.15-18


Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò". così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". L'angelo disse: "Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio". Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: "Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce".

Parola di Dio
 

Salmo responsoriale


Salmo 115 (116b)


Antifona

A te, o Signore, offrirò sacrifici di lode.


Ho creduto anche quando dicevo:
"Sono troppo infelice".
 

Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno".
 

Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
 

Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
 

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
 

Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
 

Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
 

A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
 

Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
 

negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
 


Seconda Lettura


Dalla lettera di Paolo ai Romani 8,31-34


Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?


Parola di Dio

                                                                         















"Il Tuo Volto  Signore 

                     io cerco..."



By:Anam_cara/2009


 

Anam_cara
00sabato 7 marzo 2009 21:31

   

Domenica II di Quaresima

Lettura del Vangelo



Canto al Vangelo (Mc 9,7)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».

Lode e onore a te, Signore Gesù!


Dal vangelo di Marco 9,2-10


Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!". Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: "Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!". E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

Parola del Signore

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!




Omelia domenicale

(Mons.Vincenzo Paglia)

È la seconda domenica di questo cammino della Quaresima, iniziato con l’invito personale e insieme rivolto all’intera assemblea: "Ritornate a me con tutto il cuore".

Il cristiano deve prendere sul serio la Quaresima.

È il Signore che chiama ad una rottura profonda con i nostri pensieri e con il nostro stile di vita.

Il ritorno inizia con il rientrare in se stessi, vera umiltà per gente deformata dall’euforia dell’abbondanza e dall’orgoglio dell’io.

È tempo per presentarsi alla casa del padre come servi, finalmente come lavoratori e con un cuore in pace e non come figli presuntuosi ed irrequieti, stolidamente sicuri di un amore che si pensa acquisito, che si riduce a proprietà, che si conserva.

Tornare per essere perdonati, vecchi e segnati dal peccato come siamo, cercando la gioia di essere abbracciati dal padre i cui pensieri non sono i nostri pensieri.

Tornare perché solo un cuore libero dal male si dissocia dalla guerra, trasmette pace e la sa chiedere per un mondo che troppo si è abituato alla violenza, che si illude di potere convivere con l’odio, che non sa cercare la giustizia e la pace.

Tornare per essere rivestiti della dignità persa dietro al consumismo pratico, che non si contrappone apertamente, ed a cui lasciamo un così grande spazio.

È facile pensare come il fratello maggiore, da dignitari, sicuri; sentendosi a posto; affermando, anche a costo di umiliare il padre, il proprio sentire e la propria giustizia; credendo di non avere mai smesso di fare quanto era chiesto.

Anche il fratello maggiore deve tornare, potrebbe tornare, proprio iniziando ad abbandonarsi alla gioia ed al perdono, accogliendo il fratello, liberandosi dai giudizi e dalla sua memoria triste.
 
In realtà è lontano dai sentimenti del padre: vive nella sua casa, ma in maniera individualista, attento al mio ed al tuo.

Non torna quando crede più alla sua giustizia che all’amore.

La sua infedeltà si rivela proprio di fronte alla misericordia.

Egli parla contrapponendosi; sa usare solo l’io, "quello che io ho fatto", che "io ho provato", che "io penso"; mentre il padre non smette, accorato, di difendere il noi di una familiarità che è salvezza per quella casa ed anche per quei due figli che continua ad amare.

Il fratello maggiore non è felice, perché non c’è felicità senza amore.

Non si può essere felici da soli;
non si può essere felici senza gli altri;
non si può essere felici contro gli altri.

"Ritornate a me con tutto il cuore"
Sul monte sale Gesù.

In realtà è lui stesso il sacrificio: lui sceglie di non salvare se stesso, di non risparmiarsi.

È un uomo segnato dalla sofferenza, cosciente che avrebbe dovuto salire un altro monte, quello del Golgota.

Non c’è gioia evitando il male, fuggendo dalla sofferenza.

La quaresima è salire sul monte, è questa ascesi.

Non si arriva subito:
occorre pazienza, fiducia, cuore, per uomini poco interiori, incostanti e volubili come siamo noi, così condizionati dal presente.

È ascesi per limitare la schiavitù dell’amore per sé, per allargare il cuore che si restringe quando non lo curiamo o restiamo fermi;
ascesi per trovare la felicità.

Occorre salire per potere contemplare le cose del cielo e quindi il senso ed il futuro delle nostre povere persone.

Sul monte la presenza ordinaria del Signore, che spesso abbiamo trattato con sufficienza, ridotto ad una compagnia abituale, rivela pienamente la luce che contiene.

Senza salire sul monte dell’ascolto, della preghiera la sera, della santa liturgia nel giorno del Signore;
senza salire andando al fondo di sé seguendo lui,
la vita si riduce a quello che vedo,
che mi serve, che tocco,
che possiedo, che mi conviene.
Si riduce a me.

Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni.

Insegna loro ad esser concordi, perché siano liberi dal sonno dell’individualismo e della tristezza.

Gesù vorrà di nuovo accanto a sé proprio questi tre discepoli per potere salire con loro l’altro monte, quando sarà spogliato di ogni felicità.

E dormiranno.

Se non si mette a centro Lui si finisce per discutere su chi è il più grande o, semplicemente, per addormentarsi.

Pietro non sa bene che dire.

Si lascia andare ed esclama: "È bello per noi restare qui! Facciamo tre tende!".

Pensa che la felicità sia una situazione da prolungare il più possibile, come un benessere da conservare.

No. La felicità si vive e diviene interiore.

Le tende bisogna costruirle nel mondo, nei cuori induriti degli uomini, nella vita ordinaria.
 
Bisogna costruire tende dove risuoni la parola di beatitudine del Figlio prediletto, che tutti possiamo ascoltare e vivere.

È bello per noi godere di questa luce.

È bello che i fratelli stiano assieme.

È bello perché nessuno può impadronirsene, perché la felicità è contagiosa, perché cresce comunicandosi.

Questa santa liturgia è sua; è bella perché riflette, nella nostra povera debolezza, la forza luminosa dell’amore di Dio, forza che sarà piena in cielo.

La stessa luce, luce del cielo, la contempliamo nella gioia dei poveri amati;
degli anziani consolati;
dei malati che riprendono a sperare,
di chi è reso luminoso dalla compagnia di un estraneo diventato prossimo.

È la stessa luce di quel monte, anticipo della luce del mattino di Pasqua.

I tre discepoli vengono raggiunti da una voce: "Questi è il mio figlio prediletto. Ascoltatelo!".

Sì, la luce dell’amore non è una magia ma un uomo, quello di sempre, che continua a camminare con noi.

Resta lui solo, non videro più nessuno.

È lo stesso Signore che rimane nella vita ordinaria, continuando a comunicare quell’energia di pienezza, di luce, di pace che trasfigura la vita del mondo.

Luce che ci viene affidata per la gioia di coloro che sono nelle tenebre e nell’ombra di morte, per liberare il mondo dal buio, per illuminare la notte del dolore.

AMEN!


Dolcissimo Gesu'
spesso non ascoltiamo
la Tua Parola
spesso ci dimentichiamo
di TE, del Tuo Amore,
per seguire le illusioni del mondo
e TU
continui a perdonarci
e ad accoglierci tra le Tue braccia

Signore Gesu'
 
in questi giorni di Quaresima
donaci la conversione
del nostro cuore
e ai piedi della Croce riempici
del desiderio
di perdonare e amare
tutti coloro che ci hanno ferito
e di annunciare al mondo
la Tua Misericordia Infinita
e quanto ci hai amato!

Amen


 
Buona Domenica a Tutti

nel Signore!




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