Betlemme, una iniziativa particolare, sollecitata dal patriarca Twal: la Vigilia di Natale, per 5 minuti buio e silenzio, segno di solidarietà con tut

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lazzaro2004
00giovedì 17 dicembre 2015 23:14

Betlemme, una iniziativa particolare, sollecitata dal patriarca Twal: la Vigilia di Natale, per 5 minuti buio e silenzio, segno di solidarietà con tutte le vittime della violenza.



D.  – In questa realtà come vivono i cristiani di Terra Santa?

R. – Con tensione. L’occasione del Natale, con la nascita di Gesù Cristo Salvatore del mondo, ci dà però una speranza spirituale. Oggi per esempio accenderemo l’albero di Natale al Campo dei pastori, a Beit Sahur. Una settimana fa lo abbiamo fatto a Betlemme. Domani avverrà a Gerusalemme. Questo albero di Natale acceso, nonostante la tensione e il conflitto, è segno che c’è nel cuore ancora qualche speranza.

D. - Il patriarca Twal si è soffermato in particolare sulle guerre alimentate dal commercio di armi. Un argomento trattato spesso anche da Papa Francesco. L’invito è a convertirsi. Come?

R.  – Il patriarca ha denunciato la vendita delle armi. Ha voluto mostrare l’ambiguità, l’ipocrisia degli Stati che vogliono la pace, la giustizia, la riconciliazione, una soluzione al conflitto siriano e iracheno, ma sono loro che vendono le armi, fanno soldi sulla morte di una parte di questa popolazione. Sua Beatitudine Twal ha fatto solo una denuncia, come il Papa, ma questo è già un modo per guarire.

D. – Questo è il Natale del Giubileo: come la misericordia può vincere la violenza in Terra Santa?

R. -  La misericordia viene da Dio, è un dono, lo riceviamo. Dunque i politici hanno bisogno di capire che pure loro devono praticare la misericordia, come il Signore ce la dà. Dobbiamo pregare per una conversione pure dei politici.

D. – Una iniziativa particolare, sollecitata dal patriarca Twal, è quella di spegnere per qualche minuto le luci dell’albero di Natale in segno di solidarietà con tutte le vittime della violenza. Qual è il vostro auspicio?

R. – Lo faremo la Vigilia di Natale, per cinque minuti: è un’azione simbolica per ricordarci che, nonostante la gioia natalizia, c’è una compassione, una solidarietà con le vittime e le loro famiglie a Parigi, Beirut, Damasco, Aleppo: dappertutto c’è sofferenza e non vogliamo dimenticarla il giorno di Natale, il giorno della nostra gioia per la nascita del Salvatore.

 


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