Giobbe

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Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:06
1


[1] C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male.

[2] Gli erano nati sette figli e tre figlie;

[3] possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

[4] Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme.

[5] Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: "Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore". Così faceva Giobbe ogni volta.

[6] Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.

[7] Il Signore chiese a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra, che ho percorsa".

[8] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male".

[9] Satana rispose al Signore e disse: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla?

[10] Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra.

[11] Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!".

[12] Il Signore disse a satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui". Satana si allontanò dal Signore.

[13] Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore,

[14] un messaggero venne da Giobbe e gli disse: "I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi,

[15] quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

[16] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

[17] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

[18] Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: "I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore,

[19] quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo".

[20] Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò

[21] e disse:
"Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!".

[22] In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:07

2


[1] Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.

[2] Il Signore disse a satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Da un giro sulla terra che ho percorsa".

[3] Il Signore disse a satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo".

[4] Satana rispose al Signore: "Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.

[5] Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!".

[6] Il Signore disse a satana: "Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita".

[7] Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.

[8] Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.

[9] Allora sua moglie disse: "Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!".

[10] Ma egli le rispose: "Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?".
In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

[11] Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo.

[12] Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere.

[13] Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:07
3


[1] Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno;

[2] prese a dire:

[3] Perisca il giorno in cui nacqui
e la notte in cui si disse: "È stato concepito un
uomo!".

[4] Quel giorno sia tenebra,
non lo ricerchi Dio dall'alto,
né brilli mai su di esso la luce.

[5] Lo rivendichi tenebra e morte,
gli si stenda sopra una nube
e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno!

[6] Quel giorno lo possieda il buio
non si aggiunga ai giorni dell'anno,
non entri nel conto dei mesi.

[7] Ecco, quella notte sia lugubre
e non entri giubilo in essa.

[8] La maledicano quelli che imprecano al giorno,
che sono pronti a evocare Leviatan.

[9] Si oscurino le stelle del suo crepuscolo,
speri la luce e non venga;
non veda schiudersi le palpebre dell'aurora,

[10] poiché non mi ha chiuso il varco del grembo
materno,
e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei!

[11] E perché non sono morto fin dal seno di mia madre
e non spirai appena uscito dal grembo?

[12] Perché due ginocchia mi hanno accolto,
e perché due mammelle, per allattarmi?

[13] Sì, ora giacerei tranquillo,
dormirei e avrei pace

[14] con i re e i governanti della terra,
che si sono costruiti mausolei,

[15] o con i principi, che hanno oro
e riempiono le case d'argento.

[16] Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
o come i bimbi che non hanno visto la luce.

[17] Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi,
laggiù riposano gli sfiniti di forze.

[18] I prigionieri hanno pace insieme,
non sentono più la voce dell'aguzzino.

[19] Laggiù è il piccolo e il grande,
e lo schiavo è libero dal suo padrone.

[20] Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore,

[21] a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,

[22] che godono alla vista di un tumulo,
gioiscono se possono trovare una tomba...

[23] a un uomo, la cui via è nascosta
e che Dio da ogni parte ha sbarrato?

[24] Così, al posto del cibo entra il mio gemito,
e i miei ruggiti sgorgano come acqua,

[25] perché ciò che temo mi accade
e quel che mi spaventa mi raggiunge.

[26] Non ho tranquillità, non ho requie,
non ho riposo e viene il tormento!
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:09
4


[1] Elifaz il Temanita prese la parola e disse:
[2] Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso?
Ma chi può trattenere il discorso?

[3] Ecco, tu hai istruito molti
e a mani fiacche hai ridato vigore;

[4] le tue parole hanno sorretto chi vacillava
e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.

[5] Ma ora questo accade a te e ti abbatti;
capita a te e ne sei sconvolto.

[6] La tua pietà non era forse la tua fiducia
e la tua condotta integra, la tua speranza?

[7] Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai furon distrutti gli uomini retti?

[8] Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
chi semina affanni, li raccoglie.

[9] A un soffio di Dio periscono
e dallo sfogo della sua ira sono annientati.

[10] Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo
e i denti dei leoncelli sono frantumati.

[11] Il leone è perito per mancanza di preda
e i figli della leonessa sono stati dispersi.

[12] A me fu recata, furtiva, una parola
e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.

[13] Nei fantasmi, tra visioni notturne,
quando grava sugli uomini il sonno,

[14] terrore mi prese e spavento
e tutte le ossa mi fece tremare;

[15] un vento mi passò sulla faccia,
e il pelo si drizzò sulla mia carne...

[16] Stava là ritto uno, di cui non riconobbi
l'aspetto,
un fantasma stava davanti ai miei occhi...
Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:

[17] "Può il mortale essere giusto davanti a Dio
o innocente l'uomo davanti al suo creatore?

[18] Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e ai suoi angeli imputa difetti;

[19] quanto più a chi abita case di fango,
che nella polvere hanno il loro fondamento!
Come tarlo sono schiacciati,

[20] annientati fra il mattino e la sera:
senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.

[21] La funicella della loro tenda non viene forse
strappata?
Muoiono senza saggezza!".
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:10
5


[1] Chiama, dunque! Ti risponderà forse qualcuno?
E a chi fra i santi ti rivolgerai?

[2] Poiché allo stolto dà morte lo sdegno
e la collera fa morire lo sciocco.

[3] Io ho visto lo stolto metter radici,
ma imputridire la sua dimora all'istante.

[4] I suoi figli sono lungi dal prosperare,
sono oppressi alla porta, senza difensore;

[5] l'affamato ne divora la messe
e gente assetata ne succhia gli averi.

[6] Non esce certo dalla polvere la sventura
né germoglia dalla terra il dolore,

[7] ma è l'uomo che genera pene,
come le scintille volano in alto.

[8] Io, invece, mi rivolgerei a Dio
e a Dio esporrei la mia causa:

[9] a lui, che fa cose grandi e incomprensibili,
meraviglie senza numero,

[10] che dà la pioggia alla terra
e manda le acque sulle campagne.

[11] Colloca gli umili in alto
e gli afflitti solleva a prosperità;

[12] rende vani i pensieri degli scaltri
e le loro mani non ne compiono i disegni;

[13] coglie di sorpresa i saggi nella loro astuzia
e manda in rovina il consiglio degli scaltri.

[14] Di giorno incappano nel buio
e brancolano in pieno sole come di notte,

[15] mentre egli salva dalla loro spada l'oppresso,
e il meschino dalla mano del prepotente.

[16] C'è speranza per il misero
e l'ingiustizia chiude la bocca.

[17] Felice l'uomo, che è corretto da Dio:
perciò tu non sdegnare la correzione
dell'Onnipotente,

[18] perché egli fa la piaga e la fascia,
ferisce e la sua mano risana.

[19] Da sei tribolazioni ti libererà
e alla settima non ti toccherà il male;

[20] nella carestia ti scamperà dalla morte
e in guerra dal colpo della spada;

[21] sarai al riparo dal flagello della lingua,
né temerai quando giunge la rovina.

[22] Della rovina e della fame ti riderai
né temerai le bestie selvatiche;

[23] con le pietre del campo avrai un patto
e le bestie selvatiche saranno in pace con te.

[24] Conoscerai la prosperità della tua tenda,
visiterai la tua proprietà e non sarai deluso.
[25] Vedrai, numerosa, la prole,
i tuoi rampolli come l'erba dei prati.

[26] Te ne andrai alla tomba in piena maturità,
come si ammucchia il grano a suo tempo.

[27] Ecco, questo abbiamo osservato: è così.
Ascoltalo e sappilo per tuo bene.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:10
6


[1] Allora Giobbe rispose:

[2] Se ben si pesasse il mio cruccio
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...

[3] certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo temerarie sono state le mie parole,

[4] perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte,
sì che il mio spirito ne beve il veleno
e terrori immani mi si schierano contro!

[5] Raglia forse il somaro con l'erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?

[6] Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c'è nell'acqua di malva?

[7] Ciò che io ricusavo di toccare
questo è il ributtante mio cibo!

[8] Oh, mi accadesse quello che invoco,
e Dio mi concedesse quello che spero!

[9] Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!

[10] Ciò sarebbe per me un qualche conforto
e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà,
per non aver rinnegato i decreti del Santo.

[11] Qual la mia forza, perché io possa durare,
o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?

[12] La mia forza è forza di macigni?
La mia carne è forse di bronzo?

[13] Non v'è proprio aiuto per me?
Ogni soccorso mi è precluso?

[14] A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.

[15] I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente,
sono dileguati come i torrenti delle valli,

[16] i quali sono torbidi per lo sgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,

[17] ma al tempo della siccità svaniscono
e all'arsura scompaiono dai loro letti.

[18] Deviano dalle loro piste le carovane,
avanzano nel deserto e vi si perdono;

[19] le carovane di Tema guardano là,
i viandanti di Saba sperano in essi:

[20] ma rimangono delusi d'avere sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.

[21] Così ora voi siete per me:
vedete che faccio orrore e vi prende paura.

[22] Vi ho detto forse: "Datemi qualcosa"
o "dei vostri beni fatemi un regalo"

[23] o "liberatemi dalle mani di un nemico"
o "dalle mani dei violenti riscattatemi"?

[24] Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.

[25] Che hanno di offensivo le giuste parole?
Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?

[26] Forse voi pensate a confutare parole,
e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!

[27] Anche sull'orfano gettereste la sorte
e a un vostro amico scavereste la fossa.

[28] Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.

[29] Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!

[30] C'è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non distingue più le sventure?
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:11

7


[1] Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?

[2] Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,

[3] così a me son toccati mesi d'illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.

[4] Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino
all'alba.

[5] Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.

[6] I miei giorni sono stati più veloci d'una spola,
sono finiti senza speranza.

[7] Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.

[8] Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.

[9] Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl'inferi più non risale;

[10] non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.

[11] Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell'angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!

[12] Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?

[13] Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà
sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza",

[14] tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.

[15] Preferirei essere soffocato,
la morte piuttosto che questi miei dolori!

[16] Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.

[17] Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto
e a lui rivolgi la tua attenzione

[18] e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metti alla prova?

[19] Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?

[20] Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
o custode dell'uomo?
Perché m'hai preso a bersaglio
e ti son diventato di peso?

[21] Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere,
mi cercherai, ma più non sarò!
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:12
8


[1] Allora prese a dire Bildad il Suchita:

[2] Fino a quando dirai queste cose
e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?

[3] Può forse Dio deviare il diritto
o l'Onnipotente sovvertire la giustizia?

[4] Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
li ha messi in balìa della loro iniquità.

[5] Se tu cercherai Dio
e implorerai l'Onnipotente,

[6] se puro e integro tu sei,
fin d'ora veglierà su di te
e ristabilirà la dimora della tua giustizia;

[7] piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
di fronte alla grandezza che avrà la futura.

[8] Chiedilo infatti alle generazioni passate,
poni mente all'esperienza dei loro padri,

[9] perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra.

[10] Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
traendo le parole dal cuore?

[11] Cresce forse il papiro fuori della palude
e si sviluppa forse il giunco senz'acqua?

[12] È ancora verde, non buono per tagliarlo,
e inaridisce prima d'ogn'altra erba.

[13] Tale il destino di chi dimentica Dio,
così svanisce la speranza dell'empio;

[14] la sua fiducia è come un filo
e una tela di ragno è la sua sicurezza:

[15] si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
vi si aggrappi, ma essa non regge.

[16] Rigoglioso sia pure in faccia al sole
e sopra il giardino si spandano i suoi rami,

[17] sul terreno sassoso s'intreccino le sue radici,
tra le pietre attinga la vita.

[18] Se lo si toglie dal suo luogo,
questo lo rinnega: "Non t'ho mai visto!".

[19] Ecco la gioia del suo destino
e dalla terra altri rispuntano.

[20] Dunque, Dio non rigetta l'uomo integro,
e non sostiene la mano dei malfattori.

[21] Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso
e le tue labbra di gioia.

[22] I tuoi nemici saran coperti di vergogna
e la tenda degli empi più non sarà.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:13
9


[1] Giobbe rispose dicendo:

[2] In verità io so che è così:
e come può un uomo aver ragione innanzi a Dio?

[3] Se uno volesse disputare con lui,
non gli risponderebbe una volta su mille.

[4] Saggio di mente, potente per la forza,
chi s'è opposto a lui ed è rimasto salvo?

[5] Sposta le montagne e non lo sanno,
egli nella sua ira le sconvolge.

[6] Scuote la terra dal suo posto
e le sue colonne tremano.

[7] Comanda al sole ed esso non sorge
e alle stelle pone il suo sigillo.

[8] Egli da solo stende i cieli
e cammina sulle onde del mare.

[9] Crea l'Orsa e l'Orione,
le Pleiadi e i penetrali del cielo australe.

[10] Fa cose tanto grandi da non potersi indagare,
meraviglie da non potersi contare.

[11] Ecco, mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non m'accorgo.

[12] Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: "Che fai?".

[13] Dio non ritira la sua collera:
sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab.

[14] Tanto meno io potrei rispondergli,
trovare parole da dirgli!

[15] Se avessi anche ragione, non risponderei,
al mio giudice dovrei domandare pietà.

[16] Se io lo invocassi e mi rispondesse,
non crederei che voglia ascoltare la mia voce.

[17] Egli con una tempesta mi schiaccia,
moltiplica le mie piaghe senza ragione,

[18] non mi lascia riprendere il fiato,
anzi mi sazia di amarezze.

[19] Se si tratta di forza, è lui che dà il vigore;
se di giustizia, chi potrà citarlo?

[20] Se avessi ragione, il mio parlare mi
condannerebbe;
se fossi innocente, egli proverebbe che io sono reo.

[21] Sono innocente? Non lo so neppure io,
detesto la mia vita!

[22] Per questo io dico: "È la stessa cosa":
egli fa perire l'innocente e il reo!

[23] Se un flagello uccide all'improvviso,
della sciagura degli innocenti egli ride.

[24] La terra è lasciata in balìa del malfattore:
egli vela il volto dei suoi giudici;
se non lui, chi dunque sarà?

[25] I miei giorni passano più veloci d'un corriere,
fuggono senza godere alcun bene,

[26] volano come barche di giunchi,
come aquila che piomba sulla preda.

[27] Se dico: "Voglio dimenticare il mio gemito,
cambiare il mio volto ed essere lieto",

[28] mi spavento per tutti i miei dolori;
so bene che non mi dichiarerai innocente.

[29] Se sono colpevole,
perché affaticarmi invano?

[30] Anche se mi lavassi con la neve
e pulissi con la soda le mie mani,

[31] allora tu mi tufferesti in un pantano
e in orrore mi avrebbero le mie vesti.

[32] Poiché non è uomo come me, che io possa
rispondergli:
"Presentiamoci alla pari in giudizio".

[33] Non c'è fra noi due un arbitro
che ponga la mano su noi due.

[34] Allontani da me la sua verga
sì che non mi spaventi il suo terrore:

[35] allora io potrò parlare senza temerlo,
perché così non sono in me stesso.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:13
10


[1] Stanco io sono della mia vita!
Darò libero sfogo al mio lamento,
parlerò nell'amarezza del mio cuore.

[2] Dirò a Dio: Non condannarmi!
Fammi sapere perché mi sei avversario.

[3] È forse bene per te opprimermi,
disprezzare l'opera delle tue mani
e favorire i progetti dei malvagi?

[4] Hai tu forse occhi di carne
o anche tu vedi come l'uomo?

[5] Sono forse i tuoi giorni come i giorni di un uomo,
i tuoi anni come i giorni di un mortale,

[6] perché tu debba scrutare la mia colpa
e frugare il mio peccato,

[7] pur sapendo ch'io non sono colpevole
e che nessuno mi può liberare dalla tua mano?

[8] Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto
integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?

[9] Ricordati che come argilla mi hai plasmato
e in polvere mi farai tornare.

[10] Non m'hai colato forse come latte
e fatto accagliare come cacio?

[11] Di pelle e di carne mi hai rivestito,
d'ossa e di nervi mi hai intessuto.

[12] Vita e benevolenza tu mi hai concesso
e la tua premura ha custodito il mio spirito.

[13] Eppure, questo nascondevi nel cuore,
so che questo avevi nel pensiero!

[14] Tu mi sorvegli, se pecco,
e non mi lasci impunito per la mia colpa.

[15] Se sono colpevole, guai a me!
Se giusto, non oso sollevare la testa,
sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.

[16] Se la sollevo, tu come un leopardo mi dai la
caccia
e torni a compiere prodigi contro di me,

[17] su di me rinnovi i tuoi attacchi,
contro di me aumenti la tua ira
e truppe sempre fresche mi assalgono.
[18] Perché tu mi hai tratto dal seno materno?
Fossi morto e nessun occhio m'avesse mai visto!

[19] Sarei come se non fossi mai esistito;
dal ventre sarei stato portato alla tomba!

[20] E non son poca cosa i giorni della mia vita?
Lasciami, sì ch'io possa respirare un poco

[21] prima che me ne vada, senza ritornare,
verso la terra delle tenebre e dell'ombra di morte,

[22] terra di caligine e di disordine,
dove la luce è come le tenebre.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:14
11


[1] Allora Zofar il Naamatita prese la parola e disse:

[2] A tante parole non si darà risposta?
O il loquace dovrà aver ragione?

[3] I tuoi sproloqui faranno tacere la gente?
Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni?

[4] Tu dici: "Pura è la mia condotta,
io sono irreprensibile agli occhi di lui".

[5] Tuttavia, volesse Dio parlare
e aprire le labbra contro di te,

[6] per manifestarti i segreti della sapienza,
che sono così difficili all'intelletto,
allora sapresti che Dio ti condona parte della tua
colpa.

[7] Credi tu di scrutare l'intimo di Dio
o di penetrare la perfezione dell'Onnipotente?

[8] È più alta del cielo: che cosa puoi fare?
È più profonda degli inferi: che ne sai?

[9] Più lunga della terra ne è la dimensione,
più vasta del mare.

[10] Se egli assale e imprigiona
e chiama in giudizio, chi glielo può impedire?

[11] Egli conosce gli uomini fallaci,
vede l'iniquità e l'osserva:

[12] l'uomo stolto mette giudizio
e da ònagro indomito diventa docile.

[13] Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore
e tenderai a lui le tue palme,

[14] se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano
e non farai abitare l'ingiustizia nelle tue tende,

[15] allora potrai alzare la faccia senza macchia
e sarai saldo e non avrai timori,

[16] perché dimenticherai l'affanno
e te ne ricorderai come di acqua passata;

[17] più del sole meridiano splenderà la tua vita,
l'oscurità sarà per te come l'aurora.

[18] Ti terrai sicuro per ciò che ti attende
e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo.

[19] Ti coricherai e nessuno ti disturberà,
molti anzi cercheranno i tuoi favori.

[20] Ma gli occhi dei malvagi languiranno,
ogni scampo è per essi perduto,
unica loro speranza è l'ultimo respiro!
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:14
12

[1] Giobbe allora rispose:

[2] È vero, sì, che voi siete la voce del popolo
e la sapienza morirà con voi!

[3] Anch'io però ho senno come voi,
e non sono da meno di voi;
chi non sa cose simili?

[4] Ludibrio del suo amico è diventato
chi grida a Dio perché gli risponda;
ludibrio il giusto, l'integro!

[5] "Per la sventura, disprezzo", pensa la gente
prosperosa,
"spinte, a colui che ha il piede tremante".

[6] Le tende dei ladri sono tranquille,
c'è sicurezza per chi provoca Dio,
per chi vuol ridurre Dio in suo potere.

[7] Ma interroga pure le bestie, perché ti
ammaestrino,
gli uccelli del cielo, perché ti informino,

[8] o i rettili della terra, perché ti istruiscano
o i pesci del mare perché te lo faccian sapere.

[9] Chi non sa, fra tutti questi esseri,
che la mano del Signore ha fatto questo?

[10] Egli ha in mano l'anima di ogni vivente
e il soffio d'ogni carne umana.

[11] L'orecchio non distingue forse le parole
e il palato non assapora i cibi?

[12] Nei canuti sta la saggezza
e nella vita lunga la prudenza.

[13] In lui risiede la sapienza e la forza,
a lui appartiene il consiglio e la prudenza!

[14] Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire,
se imprigiona uno, non si può liberare.

[15] Se trattiene le acque, tutto si secca,
se le lascia andare, devastano la terra.

[16] Da lui viene potenza e sagacia,
a lui appartiene l'ingannato e l'ingannatore.

[17] Rende stolti i consiglieri della terra,
priva i giudici di senno;

[18] scioglie la cintura dei re
e cinge i loro fianchi d'una corda.

[19] Fa andare scalzi i sacerdoti
e rovescia i potenti.

[20] Toglie la favella ai più veraci
e priva del senno i vegliardi.

[21] Sui nobili spande il disprezzo
e allenta la cintura ai forti.

[22] Strappa dalle tenebre i segreti
e porta alla luce le cose oscure.

[23] Fa grandi i popoli e li lascia perire,
estende le nazioni e le abbandona.

[24] Toglie il senno ai capi del paese
e li fa vagare per solitudini senza strade,

[25] vanno a tastoni per le tenebre, senza luce,
e barcollano come ubriachi.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:15
13


[1] Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio,
l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.

[2] Quel che sapete voi, lo so anch'io;
non sono da meno di voi.

[3] Ma io all'Onnipotente vorrei parlare,
a Dio vorrei fare rimostranze.

[4] Voi siete raffazzonatori di menzogne,
siete tutti medici da nulla.

[5] Magari taceste del tutto!
sarebbe per voi un atto di sapienza!

[6] Ascoltate dunque la mia riprensione
e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.

[7] Volete forse in difesa di Dio dire il falso
e in suo favore parlare con inganno?

[8] Vorreste trattarlo con parzialità
e farvi difensori di Dio?

[9] Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse?
Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?

[10] Severamente vi redarguirà,
se in segreto gli siete parziali.

[11] Forse la sua maestà non vi incute spavento
e il terrore di lui non vi assale?

[12] Sentenze di cenere sono i vostri moniti,
difese di argilla le vostre difese.

[13] Tacete, state lontani da me: parlerò io,
mi capiti quel che capiti.

[14] Voglio afferrare la mia carne con i denti
e mettere sulle mie mani la mia vita.

[15] Mi uccida pure, non me ne dolgo;
voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!

[16] Questo mi sarà pegno di vittoria,
perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.

[17] Ascoltate bene le mie parole
e il mio esposto sia nei vostri orecchi.

[18] Ecco, tutto ho preparato per il giudizio,
son convinto che sarò dichiarato innocente.

[19] Chi vuol muover causa contro di me?
Perché allora tacerò, pronto a morire.

[20] Solo, assicurami due cose
e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;

[21] allontana da me la tua mano
e il tuo terrore più non mi spaventi;

[22] poi interrogami pure e io risponderò
oppure parlerò io e tu mi risponderai.

[23] Quante sono le mie colpe e i miei peccati?
Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.

[24] Perché mi nascondi la tua faccia
e mi consideri come un nemico?

[25] Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento
e dar la caccia a una paglia secca?

[26] Poiché scrivi contro di me sentenze amare
e mi rinfacci i miei errori giovanili;

[27] tu metti i miei piedi in ceppi,
spii tutti i miei passi
e ti segni le orme dei miei piedi.

[28] Intanto io mi disfò come legno tarlato
o come un vestito corroso da tignola.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:15
14


[1] L'uomo, nato di donna,
breve di giorni e sazio di inquietudine,

[2] come un fiore spunta e avvizzisce,
fugge come l'ombra e mai si ferma.

[3] Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi
e lo chiami a giudizio presso di te?

[4] Chi può trarre il puro dall'immondo? Nessuno.
[5] Se i suoi giorni sono contati,
se il numero dei suoi mesi dipende da te,
se hai fissato un termine che non può oltrepassare,

[6] distogli lo sguardo da lui e lascialo stare
finché abbia compiuto, come un salariato, la sua
giornata!

[7] Poiché anche per l'albero c'è speranza:
se viene tagliato, ancora ributta
e i suoi germogli non cessano di crescere;

[8] se sotto terra invecchia la sua radice
e al suolo muore il suo tronco,

[9] al sentore dell'acqua rigermoglia
e mette rami come nuova pianta.

[10] L'uomo invece, se muore, giace inerte,
quando il mortale spira, dov'è?

[11] Potranno sparire le acque del mare
e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi,

[12] ma l'uomo che giace più non s'alzerà,
finché durano i cieli non si sveglierà,
né più si desterà dal suo sonno.

[13] Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira,
fissarmi un termine e poi ricordarti di me!

[14] Se l'uomo che muore potesse rivivere,
aspetterei tutti i giorni della mia milizia
finché arrivi per me l'ora del cambio!

[15] Mi chiameresti e io risponderei,
l'opera delle tue mani tu brameresti.

[16] Mentre ora tu conti i miei passi
non spieresti più il mio peccato:

[17] in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto
e tu cancelleresti la mia colpa.

[18] Ohimè! come un monte finisce in una frana
e come una rupe si stacca dal suo posto,

[19] e le acque consumano le pietre,
le alluvioni portano via il terreno:
così tu annienti la speranza dell'uomo.

[20] Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va,
tu sfiguri il suo volto e lo scacci.

[21] Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa;
siano disprezzati, lo ignora!

[22] Soltanto i suoi dolori egli sente
e piange sopra di sé.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:16
15


[1] Elifaz il Temanita prese a dire:

[2] Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate
in aria
e riempirsi il ventre di vento d'oriente?

[3] Si difende egli con parole senza costrutto
e con discorsi inutili?

[4] Tu anzi distruggi la religione
e abolisci la preghiera innanzi a Dio.

[5] Sì, la tua malizia suggerisce alla tua bocca
e scegli il linguaggio degli astuti.

[6] Non io, ma la tua bocca ti condanna
e le tue labbra attestano contro di te.

[7] Sei forse tu il primo uomo che è nato,
o, prima dei monti, sei venuto al mondo?

[8] Hai avuto accesso ai segreti consigli di Dio
e ti sei appropriata tu solo la sapienza?

[9] Che cosa sai tu che noi non sappiamo?
Che cosa capisci che da noi non si comprenda?

[10] Anche fra di noi c'è il vecchio e c'è il canuto
più di tuo padre, carico d'anni.

[11] Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio
e una parola moderata a te rivolta?

[12] Perché il tuo cuore ti trasporta
e perché fanno cenni i tuoi occhi,

[13] quando volgi contro Dio il tuo animo
e fai uscire tali parole dalla tua bocca?

[14] Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro,
perché si dica giusto un nato di donna?

[15] Ecco, neppure dei suoi santi egli ha fiducia
e i cieli non sono puri ai suoi occhi;

[16] quanto meno un essere abominevole e corrotto,
l'uomo, che beve l'iniquità come acqua.

[17] Voglio spiegartelo, ascoltami,
ti racconterò quel che ho visto,

[18] quello che i saggi riferiscono,
non celato ad essi dai loro padri;

[19] a essi soli fu concessa questa terra,
né straniero alcuno era passato in mezzo a loro.

[20] Per tutti i giorni della vita il malvagio si
tormenta;
sono contati gli anni riservati al violento.

[21] Voci di spavento gli risuonano agli orecchi
e in piena pace si vede assalito dal predone.

[22] Non crede di potersi sottrarre alle tenebre,
egli si sente destinato alla spada.

[23] Destinato in pasto agli avvoltoi,
sa che gli è preparata la rovina.

[24] Un giorno tenebroso lo spaventa,
la miseria e l'angoscia l'assalgono
come un re pronto all'attacco,

[25] perché ha steso contro Dio la sua mano,
ha osato farsi forte contro l'Onnipotente;

[26] correva contro di lui a testa alta,
al riparo del curvo spessore del suo scudo;

[27] poiché aveva la faccia coperta di grasso
e pinguedine intorno ai suoi fianchi.

[28] Avrà dimora in città diroccate,
in case dove non si abita più,
destinate a diventare macerie.

[29] Non arricchirà, non durerà la sua fortuna,
non metterà radici sulla terra.

[30] Alle tenebre non sfuggirà,
la vampa seccherà i suoi germogli
e dal vento sarà involato il suo frutto.

[31] Non confidi in una vanità fallace,
perché sarà una rovina.

[32] La sua fronda sarà tagliata prima del tempo
e i suoi rami non rinverdiranno più.

[33] Sarà spogliato come vigna della sua uva ancor
acerba
e getterà via come ulivo i suoi fiori,

[34] poiché la stirpe dell'empio è sterile
e il fuoco divora le tende dell'uomo venale.

[35] Concepisce malizia e genera sventura
e nel suo seno alleva delusione.

Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:16
16


[1] Allora rispose:

[2] Ne ho udite già molte di simili cose!
Siete tutti consolatori molesti.

[3] Non avran termine le parole campate in aria?
O che cosa ti spinge a rispondere così?

[4] Anch'io sarei capace di parlare come voi,
se voi foste al mio posto:
vi affogherei con parole
e scuoterei il mio capo su di voi.

[5] Vi conforterei con la bocca
e il tremito delle mie labbra cesserebbe.

[6] Ma se parlo, non viene impedito il mio dolore;
se taccio, che cosa lo allontana da me?

[7] Ora però egli m'ha spossato, fiaccato,
tutto il mio vicinato mi è addosso;

[8] si è costituito testimone ed è insorto contro di
me:
il mio calunniatore mi accusa in faccia.

[9] La sua collera mi dilania e mi perseguita;
digrigna i denti contro di me,
il mio nemico su di me aguzza gli occhi.

[10] Spalancano la bocca contro di me,
mi schiaffeggiano con insulti,
insieme si alleano contro di me.

[11] Dio mi consegna come preda all'empio,
e mi getta nelle mani dei malvagi.

[12] Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha rovinato,
mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato;
ha fatto di me il suo bersaglio.

[13] I suoi arcieri mi circondano;
mi trafigge i fianchi senza pietà,
versa a terra il mio fiele,

[14] mi apre ferita su ferita,
mi si avventa contro come un guerriero.

[15] Ho cucito un sacco sulla mia pelle
e ho prostrato la fronte nella polvere.

[16] La mia faccia è rossa per il pianto
e sulle mie palpebre v'è una fitta oscurità.

[17] Non c'è violenza nelle mie mani
e pura è stata la mia preghiera.

[18] O terra, non coprire il mio sangue
e non abbia sosta il mio grido!

[19] Ma ecco, fin d'ora il mio testimone è nei cieli,
il mio mallevadore è lassù;

[20] miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti,
mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio,

[21] perché difenda l'uomo davanti a Dio,
come un mortale fa con un suo amico;

[22] poiché passano i miei anni contati
e io me ne vado per una via senza ritorno.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:17
17


[1] Il mio spirito vien meno,
i miei giorni si spengono;
non c'è per me che la tomba!

[2] Non sono io in balìa di beffardi?
Fra i loro insulti veglia il mio occhio.

[3] Sii tu la mia garanzia presso di te!
Qual altro vorrebbe stringermi la destra?

[4] Poiché hai privato di senno la loro mente,
per questo non li lascerai trionfare.

[5] Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo,
mentre gli occhi dei suoi figli languiscono;

[6] così son diventato ludibrio dei popoli
sono oggetto di scherno davanti a loro.

[7] Si offusca per il dolore il mio occhio
e le mie membra non sono che ombra.

[8] Gli onesti ne rimangono stupiti
e l'innocente s'indigna contro l'empio.

[9] Ma il giusto si conferma nella sua condotta
e chi ha le mani pure raddoppia il coraggio.

[10] Su, venite di nuovo tutti:
io non troverò un saggio fra di voi.

[11] I miei giorni sono passati, svaniti i miei
progetti,
i voti del mio cuore.

[12] Cambiano la notte in giorno,
la luce - dicono - è più vicina delle tenebre.

[13] Se posso sperare qualche cosa, la tomba è la mia
casa,
nelle tenebre distendo il mio giaciglio.

[14] Al sepolcro io grido: "Padre mio sei tu!"
e ai vermi: "Madre mia, sorelle mie voi siete!".

[15] E la mia speranza dov'è?
Il mio benessere chi lo vedrà?

[16] Scenderanno forse con me nella tomba
o caleremo insieme nella polvere!
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:18
18


[1] Bildad il Suchita prese a dire:

[2] Quando porrai fine alle tue chiacchiere?
Rifletti bene e poi parleremo.

[3] Perché considerarci come bestie,
ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?

[4] Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore,
forse per causa tua sarà abbandonata la terra
e le rupi si staccheranno dal loro posto?

[5] Certamente la luce del malvagio si spegnerà
e più non brillerà la fiamma del suo focolare.

[6] La luce si offuscherà nella sua tenda
e la lucerna si estinguerà sopra di lui.

[7] Il suo energico passo s'accorcerà
e i suoi progetti lo faran precipitare,

[8] poiché incapperà in una rete con i suoi piedi
e sopra un tranello camminerà.

[9] Un laccio l'afferrerà per il calcagno,
un nodo scorsoio lo stringerà.

[10] Gli è nascosta per terra una fune
e gli è tesa una trappola sul sentiero.

[11] Lo spaventano da tutte le parti terrori e lo inseguono alle calcagna.

[12] Diventerà carestia la sua opulenza
e la rovina è lì in piedi al suo fianco.

[13] Un malanno divorerà la sua pelle,
roderà le sue membra il primogenito della morte.

[14] Sarà tolto dalla tenda in cui fidava,
per essere trascinato al re dei terrori!

[15] Potresti abitare nella tenda che non è più sua;
sulla sua dimora si spargerà zolfo.

[16] Al di sotto, le sue radici si seccheranno,
sopra, saranno tagliati i suoi rami.

[17] Il suo ricordo sparirà dalla terra
e il suo nome più non si udrà per la contrada.

[18] Lo getteranno dalla luce nel buio
e dal mondo lo stermineranno.

[19] Non famiglia, non discendenza avrà nel suo
popolo,
non superstiti nei luoghi della sua dimora.

[20] Della sua fine stupirà l'occidente
e l'oriente ne prenderà orrore.

[21] Ecco qual è la sorte dell'iniquo:
questa è la dimora di chi misconosce Dio.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:18
19
Il trionfo della fede nell'abbandono di Dio e degli uomini


[1] Giobbe allora rispose:

[2] Fino a quando mi tormenterete
e mi opprimerete con le vostre parole?

[3] Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore.

[4] È poi vero che io abbia mancato
e che persista nel mio errore?

[5] Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
rinfacciandomi la mia abiezione?

[6] Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
e mi ha avviluppato nella sua rete.

[7] Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!

[8] Mi ha sbarrato la strada perché non passi
e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.

[9] Mi ha spogliato della mia gloria
e mi ha tolto dal capo la corona.

[10] Mi ha disfatto da ogni parte e io sparisco,
mi ha strappato, come un albero, la speranza.

[11] Ha acceso contro di me la sua ira
e mi considera come suo nemico.

[12] Insieme sono accorse le sue schiere
e si sono spianata la strada contro di me;
hanno posto l'assedio intorno alla mia tenda.

[13] I miei fratelli si sono allontanati da me,
persino gli amici mi si sono fatti stranieri.

[14] Scomparsi sono vicini e conoscenti,
mi hanno dimenticato gli ospiti di casa;

[15] da estraneo mi trattano le mie ancelle,
un forestiero sono ai loro occhi.

[16] Chiamo il mio servo ed egli non risponde,
devo supplicarlo con la mia bocca.

[17] Il mio fiato è ripugnante per mia moglie
e faccio schifo ai figli di mia madre.

[18] Anche i monelli hanno ribrezzo di me:
se tento d'alzarmi, mi danno la baia.

[19] Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti:
quelli che amavo si rivoltano contro di me.

[20] Alla pelle si attaccano le mie ossa
e non è salva che la pelle dei miei denti.

[21] Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici,
perché la mano di Dio mi ha percosso!

[22] Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?

[23] Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,

[24] fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!

[25] Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!

[26] Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.

[27] Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Le mie viscere si consumano dentro di me.

[28] Poiché dite: "Come lo perseguitiamo noi,
se la radice del suo danno è in lui?",

[29] temete per voi la spada,
poiché punitrice d'iniquità è la spada,
affinché sappiate che c'è un giudice.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:19
20


[1] Zofar il Naamatita prese a dire:

[2] Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere
e perciò v'è questa fretta dentro di me.

[3] Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo,
ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a
replicare.

[4] Non sai tu che da sempre,
da quando l'uomo fu posto sulla terra,

[5] il trionfo degli empi è breve
e la gioia del perverso è d'un istante?

[6] Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura
e il suo capo toccasse le nubi,

[7] come lo sterco sarebbe spazzato per sempre
e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".

[8] Svanirà come un sogno, e non si troverà più,
si dileguerà come visione notturna.

[9] L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà,
né più lo scorgerà la sua dimora.

[10] I suoi figli dovranno risarcire i poveri,
le loro mani restituiranno le sue ricchezze.

[11] Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza,
ma con lui giacciono nella polvere.

[12] Se alla sua bocca fu dolce il male,
se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,

[13] assaporandolo senza inghiottirlo,
se lo tratteneva in mezzo al suo palato:

[14] il suo cibo gli si guasterà nelle viscere,
veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.

[15] I beni divorati ora rivomita,
Dio glieli caccia fuori dal ventre.

[16] Veleno d'aspide ha succhiato,
una lingua di vipera lo uccide.

[17] Non vedrà più ruscelli d'olio,
fiumi di miele e fior di latte;

[18] renderà i sudati acquisti senza assaggiarli,
come non godrà del frutto del suo commercio,

[19] perché ha oppresso e abbandonato i miseri,
ha rubato case invece di costruirle;

[20] perché non ha saputo essere pago dei suoi beni,
con i suoi tesori non si salverà.

[21] Nulla è sfuggito alla sua voracità,
per questo non durerà il suo benessere.

[22] Nel colmo della sua abbondanza si troverà in
miseria;
ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.

[23] Quando starà per riempire il suo ventre,
Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno,
e gli farà piovere addosso brace.

[24] Se sfuggirà l'arma di ferro,
lo trafiggerà l'arco di bronzo:

[25] gli uscirà il dardo dalla schiena,
una spada lucente dal fegato.
Lo assaliranno i terrori;

[26] tutte le tenebre gli sono riservate.
Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo,
esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.

[27] Riveleranno i cieli la sua iniquità
e la terra si alzerà contro di lui.

[28] Un'alluvione travolgerà la sua casa,
scorrerà nel giorno dell'ira.

[29] Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo
perverso,
la parte a lui decretata da Dio.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:19
21


[1] Giobbe rispose:

[2] Ascoltate bene la mia parola
e sia questo almeno il conforto che mi date.

[3] Tollerate che io parli
e, dopo il mio parlare, deridetemi pure.

[4] Forse io mi lamento di un uomo?
E perché non dovrei perder la pazienza?

[5] Statemi attenti e resterete stupiti,
mettetevi la mano sulla bocca.

[6] Se io ci penso, ne sono turbato
e la mia carne è presa da un brivido.

[7] Perché vivono i malvagi,
invecchiano, anzi sono potenti e gagliardi?

[8] La loro prole prospera insieme con essi,
i loro rampolli crescono sotto i loro occhi.

[9] Le loro case sono tranquille e senza timori;
il bastone di Dio non pesa su di loro.

[10] Il loro toro feconda e non falla,
la vacca partorisce e non abortisce.

[11] Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi
e i loro figli saltano in festa.

[12] Cantano al suono di timpani e di cetre,
si divertono al suono delle zampogne.

[13] Finiscono nel benessere i loro giorni
e scendono tranquilli negli inferi.

[14] Eppure dicevano a Dio: "Allontanati da noi,
non vogliamo conoscer le tue vie.

[15] Chi è l'Onnipotente, perché dobbiamo servirlo?
E che ci giova pregarlo?".

[16] Non hanno forse in mano il loro benessere?
Il consiglio degli empi non è lungi da lui?

[17] Quante volte si spegne la lucerna degli empi,
o la sventura piomba su di loro,
e infliggerà loro castighi con ira?

[18] Diventano essi come paglia di fronte al vento
o come pula in preda all'uragano?

[19] "Dio serba per i loro figli il suo castigo...".
Ma lo faccia pagare piuttosto a lui stesso e lo senta!

[20] Veda con i suoi occhi la sua rovina
e beva dell'ira dell'Onnipotente!

[21] Che cosa gli importa infatti della sua casa dopo
di sé,
quando il numero dei suoi mesi è finito?

[22] S'insegna forse la scienza a Dio,
a lui che giudica gli esseri di lassù?

[23] Uno muore in piena salute,
tutto tranquillo e prospero;

[24] i suoi fianchi sono coperti di grasso
e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.

[25] Un altro muore con l'amarezza in cuore
senza aver mai gustato il bene.

[26] Nella polvere giacciono insieme
e i vermi li ricoprono.

[27] Ecco, io conosco i vostri pensieri
e gli iniqui giudizi che fate contro di me!

[28] Infatti, voi dite: "Dov'è la casa del
prepotente,
dove sono le tende degli empi?".

[29] Non avete interrogato quelli che viaggiano?
Non potete negare le loro prove,

[30] che nel giorno della sciagura è risparmiato il
malvagio
e nel giorno dell'ira egli la scampa.

[31] Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta
e di quel che ha fatto chi lo ripaga?

[32] Egli sarà portato al sepolcro,
sul suo tumulo si veglia

[33] e gli sono lievi le zolle della tomba.
Trae dietro di sé tutti gli uomini
e innanzi a sé una folla senza numero.

[34] Perché dunque mi consolate invano,
mentre delle vostre risposte non resta che inganno?
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:20
22


[1] Elifaz il Temanita prese a dire:

[2] Può forse l'uomo giovare a Dio,
se il saggio giova solo a se stesso?

[3] Quale interesse ne viene all'Onnipotente che tu sia
giusto
o che vantaggio ha, se tieni una condotta integra?

[4] Forse per la tua pietà ti punisce
e ti convoca in giudizio?

[5] O non piuttosto per la tua grande malvagità
e per le tue iniquità senza limite?

[6] Senza motivo infatti hai angariato i tuoi fratelli
e delle vesti hai spogliato gli ignudi.

[7] Non hai dato da bere all'assetato
e all'affamato hai rifiutato il pane,

[8] la terra l'ha il prepotente
e vi abita il tuo favorito.

[9] Le vedove hai rimandato a mani vuote
e le braccia degli orfani hai rotto.

[10] Ecco perché d'intorno a te ci sono lacci
e un improvviso spavento ti sorprende.

[11] Tenebra è la tua luce e più non vedi
e la piena delle acque ti sommerge.

[12] Ma Dio non è nell'alto dei cieli?
Guarda il vertice delle stelle: quanto sono alte!

[13] E tu dici: "Che cosa sa Dio?
Può giudicare attraverso la caligine?

[14] Le nubi gli fanno velo e non vede
e sulla volta dei cieli passeggia".

[15] Vuoi tu seguire il sentiero d'un tempo,
gia battuto da uomini empi,

[16] che prima del tempo furono portati via,
quando un fiume si era riversato sulle loro
fondamenta?

[17] Dicevano a Dio: "Allontànati da noi!
Che cosa ci può fare l'Onnipotente?".

[18] Eppure egli aveva riempito le loro case di beni,
anche se i propositi degli empi erano lontani da lui.

[19] I giusti ora vedono e ne godono
e l'innocente si beffa di loro:

[20] "Sì, certo è stata annientata la loro fortuna
e il fuoco ne ha divorati gli avanzi!".

[21] Su, riconcìliati con lui e tornerai felice,
ne riceverai un gran vantaggio.

[22] Accogli la legge dalla sua bocca
e poni le sue parole nel tuo cuore.

[23] Se ti rivolgerai all'Onnipotente con umiltà,
se allontanerai l'iniquità dalla tua tenda,

[24] se stimerai come polvere l'oro
e come ciottoli dei fiumi l'oro di Ofir,

[25] allora sarà l'Onnipotente il tuo oro
e sarà per te argento a mucchi.

[26] Allora sì, nell'Onnipotente ti delizierai
e alzerai a Dio la tua faccia.

[27] Lo supplicherai ed egli t'esaudirà
e tu scioglierai i tuoi voti.

[28] Deciderai una cosa e ti riuscirà
e sul tuo cammino splenderà la luce.

[29] Egli umilia l'alterigia del superbo,
ma soccorre chi ha gli occhi bassi.

[30] Egli libera l'innocente;
tu sarai liberato per la purezza delle tue mani.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:21
23


[1] Giobbe allora rispose:

[2] Ancor oggi il mio lamento è amaro
e la sua mano grava sopra i miei gemiti.

[3] Oh, potessi sapere dove trovarlo,
potessi arrivare fino al suo trono!

[4] Esporrei davanti a lui la mia causa
e avrei piene le labbra di ragioni.

[5] Verrei a sapere le parole che mi risponde
e capirei che cosa mi deve dire.

[6] Con sfoggio di potenza discuterebbe con me?
Se almeno mi ascoltasse!

[7] Allora un giusto discuterebbe con lui
e io per sempre sarei assolto dal mio giudice.

[8] Ma se vado in avanti, egli non c'è,
se vado indietro, non lo sento.

[9] A sinistra lo cerco e non lo scorgo,
mi volgo a destra e non lo vedo.

[10] Poiché egli conosce la mia condotta,
se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.

[11] Alle sue orme si è attaccato il mio piede,
al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato;

[12] dai comandi delle sue labbra non mi sono
allontanato,
nel cuore ho riposto i detti della sua bocca.

[13] Se egli sceglie, chi lo farà cambiare?
Ciò che egli vuole, lo fa.

[14] Compie, certo, il mio destino
e di simili piani ne ha molti.

[15] Per questo davanti a lui sono atterrito,
ci penso e ho paura di lui.

[16] Dio ha fiaccato il mio cuore,
l'Onnipotente mi ha atterrito;

[17] non sono infatti perduto a causa della tenebra,
né a causa dell'oscurità che ricopre il mio volto.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:21
24


[1] Perché l'Onnipotente non si riserva i suoi tempi
e i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?

[2] I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;

[3] portano via l'asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.

[4] Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.

[5] Eccoli, come ònagri nel deserto
escono per il lavoro;
di buon mattino vanno in cerca di vitto;
la steppa offre loro cibo per i figli.

[6] Mietono nel campo non loro;
racimolano la vigna del malvagio.

[7] Nudi passan la notte, senza panni,
non hanno da coprirsi contro il freddo.

[8] Dagli scrosci dei monti sono bagnati,
per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.

[9] Rapiscono con violenza l'orfano
e prendono in pegno ciò che copre il povero.

[10] Ignudi se ne vanno, senza vesti
e affamati portano i covoni.

[11] Tra i filari frangono le olive,
pigiano l'uva e soffrono la sete.

[12] Dalla città si alza il gemito dei moribondi
e l'anima dei feriti grida aiuto:
Dio non presta attenzione alle loro preghiere.

[13] Altri odiano la luce,
non ne vogliono riconoscere le vie
né vogliono batterne i sentieri.

[14] Quando non c'è luce, si alza l'omicida
per uccidere il misero e il povero;
nella notte si aggira il ladro
e si mette un velo sul volto.

[15] L'occhio dell'adultero spia il buio
e pensa: "Nessun occhio mi osserva!".

[16] Nelle tenebre forzano le case,
di giorno se ne stanno nascosti:
non vogliono saperne della luce;

[17] l'alba è per tutti loro come spettro di morte;
quando schiarisce, provano i terrori del buio fondo.

[18] Fuggono veloci di fronte al giorno;
maledetta è la loro porzione di campo sulla terra,
non si volgono più per la strada delle vigne.

[19] Come siccità e calore assorbono le acque nevose,
così la morte rapisce il peccatore.

[20] Il seno che l'ha portato lo dimentica,
i vermi ne fanno la loro delizia,
non se ne conserva la memoria
ed è troncata come un albero l'iniquità.

[21] Egli maltratta la sterile che non genera
e non fa del bene alla vedova.

[22] Ma egli con la sua forza trascina i potenti,
sorge quando più non può contare sulla vita.

[23] Anche Dio gli concede sicurezza ed egli sta saldo,
ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta.

[24] Salgono in alto per un poco, poi non sono più,
sono buttati giù come tutti i mortali,
falciati come la testa di una spiga.

[25] Non è forse così? Chi può smentirmi
e ridurre a nulla le mie parole?
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:22
25

[1] Bildad il Suchita prese a dire:

[2] V'è forse dominio e paura presso Colui
Che mantiene la pace nell'alto dei cieli?

[3] Si possono forse contare le sue schiere?
E sopra chi non sorge la sua luce?

[4] Come può giustificarsi un uomo davanti a Dio
e apparire puro un nato di donna?

[5] Ecco, la luna stessa manca di chiarore
e le stelle non sono pure ai suoi occhi:

[6] quanto meno l'uomo, questo verme,
l'essere umano, questo bruco!
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:22
26


[1] Giobbe rispose:

[2] Quanto aiuto hai dato al debole
e come hai soccorso il braccio senza forza!

[3] Quanti buoni consigli hai dato all'ignorante
e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza!

[4] A chi hai tu rivolto la parola
e qual è lo spirito che da te è uscito?

[5] I morti tremano sotto terra,
come pure le acque e i loro abitanti.

[6] Nuda è la tomba davanti a lui
e senza velo è l'abisso.

[7] Egli stende il settentrione sopra il vuoto,
tiene sospesa la terra sopra il nulla.

[8] Rinchiude le acque dentro le nubi,
e le nubi non si squarciano sotto il loro peso.

[9] Copre la vista del suo trono
stendendovi sopra la sua nube.

[10] Ha tracciato un cerchio sulle acque,
sino al confine tra la luce e le tenebre.

[11] Le colonne del cielo si scuotono,
sono prese da stupore alla sua minaccia.

[12] Con forza agita il mare
e con intelligenza doma Raab.

[13] Al suo soffio si rasserenano i cieli,
la sua mano trafigge il serpente tortuoso.

[14] Ecco, questi non sono che i margini delle sue opere;
quanto lieve è il sussurro che noi ne percepiamo!
Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:23
27


[1] Giobbe continuò a dire:

[2] Per la vita di Dio, che mi ha privato del mio
diritto,
per l'Onnipotente che mi ha amareggiato l'animo,

[3] finché ci sarà in me un soffio di vita,
e l'alito di Dio nelle mie narici,

[4] mai le mie labbra diranno falsità
e la mia lingua mai pronunzierà menzogna!

[5] Lungi da me che io mai vi dia ragione;
fino alla morte non rinunzierò alla mia integrità.

[6] Mi terrò saldo nella mia giustizia senza cedere,
la mia coscienza non mi rimprovera nessuno dei miei
giorni.

[7] Sia trattato come reo il mio nemico
e il mio avversario come un ingiusto.

[8] Che cosa infatti può sperare l'empio, quando
finirà,
quando Dio gli toglierà la vita?

[9] Ascolterà forse Dio il suo grido,
quando la sventura piomberà su di lui?

[10] Porrà forse la sua compiacenza nell'Onnipotente?
Potrà forse invocare Dio in ogni momento?

[11] Io vi mostrerò la mano di Dio,
non vi celerò i pensieri dell'Onnipotente.

[12] Ecco, voi tutti lo vedete;
perché dunque vi perdete in cose vane?

[13] Questa è la sorte che Dio riserva al malvagio
e la porzione che i violenti ricevono
dall'Onnipotente.

[14] Se ha molti figli, saranno per la spada
e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi;

[15] i superstiti li seppellirà la peste
e le loro vedove non faranno lamento.

[16] Se ammassa argento come la polvere
e come fango si prepara vesti:

[17] egli le prepara, ma il giusto le indosserà
e l'argento lo spartirà l'innocente.

[18] Ha costruito la casa come fragile nido
e come una capanna fatta da un guardiano.

[19] Si corica ricco, ma per l'ultima volta,
quando apre gli occhi, non avrà più nulla.

[20] Di giorno il terrore lo assale,
di notte se lo rapisce il turbine;

[21] il vento d'oriente lo solleva e se ne va,
lo strappa lontano dal suo posto.

[22] Dio lo bersaglia senza pietà;
tenta di sfuggire alla sua mano.

[23] Si battono le mani contro di lui
e si fischia su di lui dal luogo dove abita.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:23
28


[1] Certo, per l'argento vi sono miniere
e per l'oro luoghi dove esso si raffina.

[2] Il ferro si cava dal suolo
e la pietra fusa libera il rame.

[3] L'uomo pone un termine alle tenebre
e fruga fino all'estremo limite
le rocce nel buio più fondo.

[4] Forano pozzi lungi dall'abitato
coloro che perdono l'uso dei piedi:
pendono sospesi lontano dalla gente e vacillano.

[5] Una terra, da cui si trae pane,
di sotto è sconvolta come dal fuoco.

[6] Le sue pietre contengono zaffiri
e oro la sua polvere.

[7] L'uccello rapace ne ignora il sentiero,
non lo scorge neppure l'occhio dell'aquila,
[8] non battuto da bestie feroci,
né mai attraversato dal leopardo.

[9] Contro la selce l'uomo porta la mano,
sconvolge le montagne:

[10] nelle rocce scava gallerie
e su quanto è prezioso posa l'occhio:

[11] scandaglia il fondo dei fiumi
e quel che vi è nascosto porta alla luce.

[12] Ma la sapienza da dove si trae?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?

[13] L'uomo non ne conosce la via,
essa non si trova sulla terra dei viventi.

[14] L'abisso dice: "Non è in me!"
e il mare dice: "Neppure presso di me!".

[15] Non si scambia con l'oro più scelto,
né per comprarla si pesa l'argento.

[16] Non si acquista con l'oro di Ofir,
con il prezioso berillo o con lo zaffìro.

[17] Non la pareggia l'oro e il cristallo,
né si permuta con vasi di oro puro.

[18] Coralli e perle non meritano menzione,
vale più scoprire la sapienza che le gemme.

[19] Non la eguaglia il topazio d'Etiopia;
con l'oro puro non si può scambiare a peso.

[20] Ma da dove viene la sapienza?
E il luogo dell'intelligenza dov'è?

[21] È nascosta agli occhi di ogni vivente
ed è ignota agli uccelli del cielo.

[22] L'abisso e la morte dicono:
"Con gli orecchi ne udimmo la fama".

[23] Dio solo ne conosce la via,
lui solo sa dove si trovi,

[24] perché volge lo sguardo
fino alle estremità della terra,
vede quanto è sotto la volta del cielo.

[25] Quando diede al vento un peso
e ordinò alle acque entro una misura,
[26] quando impose una legge alla pioggia
e una via al lampo dei tuoni;

[27] allora la vide e la misurò,
la comprese e la scrutò appieno

[28] e disse all'uomo:
"Ecco, temere Dio, questo è sapienza
e schivare il male, questo è intelligenza".
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:24
29


[1] Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:

[2] Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,

[3] quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;

[4] com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,

[5] quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;

[6] quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!

[7] Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:

[8] vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;

[9] i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevan la mano sulla bocca;

[10] la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato;

[11] con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice,
con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza,

[12] perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto,
l'orfano che ne era privo.

[13] La benedizione del morente scendeva su di me
e al cuore della vedova infondevo la gioia.

[14] Mi ero rivestito di giustizia come di un
vestimento;
come mantello e turbante era la mia equità.

[15] Io ero gli occhi per il cieco,
ero i piedi per lo zoppo.

[16] Padre io ero per i poveri
ed esaminavo la causa dello sconosciuto;

[17] rompevo la mascella al perverso
e dai suoi denti strappavo la preda.

[18] Pensavo: "Spirerò nel mio nido
e moltiplicherò come sabbia i miei giorni".

[19] La mia radice avrà adito alle acque
e la rugiada cadrà di notte sul mio ramo.

[20] La mia gloria sarà sempre nuova
e il mio arco si rinforzerà nella mia mano.

[21] Mi ascoltavano in attesa fiduciosa
e tacevano per udire il mio consiglio.

[22] Dopo le mie parole non replicavano
e su di loro scendevano goccia a goccia i miei detti.

[23] Mi attendevano come si attende la pioggia
e aprivano la bocca come ad acqua primaverile.

[24] Se a loro sorridevo, non osavano crederlo,
né turbavano la serenità del mio volto.

[25] Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo,
e vi rimanevo come un re fra i soldati
o come un consolatore d'afflitti.
Stellina788
00mercoledì 29 giugno 2011 15:25
30


[1] Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.

[2] Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
Hanno perduto ogni vigore;

[3] disfatti dalla indigenza e dalla fame,
brucano per l'arido deserto,

[4] da lungo tempo regione desolata,
raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli
e radici di ginestra per loro cibo.

[5] Cacciati via dal consorzio umano,
a loro si grida dietro come al ladro;

[6] sì che dimorano in valli orrende,
nelle caverne della terra e nelle rupi.

[7] In mezzo alle macchie urlano
e sotto i roveti si adunano;

[8] razza ignobile, anzi razza senza nome,
sono calpestati più della terra.

[9] Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!

[10] Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!

[11] Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha
abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.

[12] A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.

[13] Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.

[14] Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.

[15] I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.

[16] Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.

[17] Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.

[18] A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.

[19] Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.

[20] Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.

[21] Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;

[22] mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.

[23] So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente.

[24] Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera,
né per la sua sventura invoca aiuto.

[25] Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri
e non mi sono afflitto per l'indigente?

[26] Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male,
aspettavo la luce ed è venuto il buio.

[27] Le mie viscere ribollono senza posa
e giorni d'affanno mi assalgono.

[28] Avanzo con il volto scuro, senza conforto,
nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.

[29] Sono divenuto fratello degli sciacalli
e compagno degli struzzi.

[30] La mia pelle si è annerita, mi si stacca
e le mie ossa bruciano dall'arsura.

[31] La mia cetra serve per lamenti
e il mio flauto per la voce di chi piange.
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