I MARTIRI DELL'ARARAT - Il testimone Armin Wegner : " Io sono la voce degli esiliati che grida nel deserto"

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lazzaro2004
00lunedì 13 aprile 2015 22:12


 

Una sera arrivarono dei gendarmi turchi in un campo di concentramento nei pressi di un villaggio arabo della Mesopotamia. Radunarono tutti i ragazzi e i pochi adulti armeni e li scortarono nel deserto. In una radura li fecero spogliare e li uccisero a fucilate. Solo un ragazzo di 12 anni si salvò nascondendosi per tutta la notte fra i cadaveri e gli agonizzanti. Al mattino riuscì a fuggire e si incamminò nel deserto. Fu ritrovato dopo qualche giorno da un pastore beduino che lo raccolse e lo tenne con sé come guardiano del gregge. Quando ebbe 18 anni il pastore arabo lo mandò a Aleppo in un bordello «perché non aveva mai visto una donna». Giacque con una ragazza ma, nel momento di andarsene, notò sulla mano di lei un tatuaggio come quello che aveva visto sulla mano di sua madre. La ragazza gli disse di essere un’armena venduta come schiava dai turchi. I due ragazzi scoprirono di essere fratello e sorella.

Wegner trascorre il resto della vita diviso tra l’impegno letterario e di testimonianza nelle varie sedi internazionali, dall’Europa agli Stati Uniti. Nel poema Der alte Mann, Il vecchio, scrive: «La mia coscienza mi chiama a essere testimone. Io sono la voce degli esiliati che grida nel deserto».

Armin Wegner è morto a Roma, all’età di 92 anni, il 17 maggio 1978. A Stromboli, sul soffitto della sua stanza di lavoro sono incise queste parole: «Ci è stato affidato il compito di lavorare a un’opera, ma non ci è dato di completarla».


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