I falchi vicini del Papa

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Anam_cara
00martedì 20 gennaio 2009 17:37
«Vicini di casa» del Papa anche due falchi pellegrini - 6 mag 05
Nella residenza estiva di Castel Gandolfo.
 
Ad accogliere Benedetto XVI a Castel Gandolfo ci saranno anche due nuovi piccoli «pellegrini». Due batuffoletti di piume bianche. Sono due pulcini di falco pellegrino, splendido predatore ma anche delicato e raro. In Italia non ci sono più di 500 coppie nidificanti e quindi ogni nuova nascita è accolta con gioia. Questa, su una parete di roccia vulcanica proprio di fronte alla residenza estiva del Papa, in modo particolare. Una nascita quasi simbolica. I piccoli sono nati il 1 maggio, con un mese di ritardo rispetto ai tempi di questa specie. Forse per questa primavera così strana. Ma a Emanuele Coppola e Claudio Borghini, documentaristi naturalisti, piace pensare ad un omaggio a Benedetto XVI. I «pellegrini del Papa», li hanno subito chiamati. E non è detto che il Santo Padre, affacciandosi oggi sul bellissimo ambiente che circonda la villa, non possa vedere i due genitori mentre sfrecciano in questo terso cielo primaverile.
Qui, da una piazzola della via dei Laghi che corre sul bordo superiore dell’ex cratere vulcanico che ospita ora il lago di Albano, possiamo osservare con facilità il punto dove «mamma» e «papà» falco hanno nidificato. Ma, grazie ad Emanuele e Claudio, possiamo mettere l’occhio anche dentro il nido. Da alcuni mesi è stata mimetizzata una minitelecamera collegata attraverso fibre ottiche alla stessa piazzola. Avanzatissima tecnologia in difesa della natura. Qui, due volte al giorno, si fermano le guardie del Parco regionale dei Castelli Romani, collegano un monitor che si trova a bordo del loro fuoristrada e osservano la «famigliola». Un modo per conoscerli meglio e per difenderli, spiega Daniele Badaloni, responsabile scientifico del Parco. E che di difesa abbiano bisogno lo sottolinea Claudio. «Per ben tre volte nel ’96, nel ’98 e nel 2000 i piccoli sono stati rubati per rivenderli, a caro prezzo, sul mercato nero. Usati per la falconeria o anche semplicemente per collezione». Finiti in gabbia proprio loro che sono gli animali più veloci della Terra: circa 300 chilometri all’ora in picchiata.
Osserviamo sul monitor le cure parentali. E fa tenerezza osservare la femmina, perfetto animale da caccia, accoccolarsi come una chioccia sui suoi piccoli. «Papà» falco volteggia in cerca di prede che porta già spiumate al nido. Mangiano prima i piccoli e poi la madre che butta i resti per tenere la «casa» pulita. Tutte scene che grazie alla minitelecamera possono essere osservate senza disturbare. E che, come spiega Emanuele, «tra poco, grazie ad un monitor più grande, saranno messe a disposizione delle scuole che vorranno venire fin qui». Ma i due naturalisti vorrebbero fare un «regalo» anche al Papa. «Sappiamo che ama la natura. Se lui volesse siamo pronti a portagli a casa il collegamento col nido. Per presentargli i suoi "vicini" alati».
Antonio Maria Mira

Fonte: Gruppo Bairo


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