Il Papa: chi riconosce Cristo nell'ostia, lo riconosce nel fratello che soffre

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
lazzaro2004
00venerdì 24 giugno 2011 23:51
847° video
clicca il link:

 

Miniatura

 

 

Nell'Eucaristia avviene la trasformazione dei doni di
questa terra -- il pane e il vino -- finalizzata a trasformare
la nostra vita e ad inaugurare così la trasformazione del mondo".
Nella Solennità del Corpus Domini, il Papa invita a riflettere
sul mistero di Cristo che nel dono di sé sulla Croce salva
il mondo e mostra a ciascuno la via della redenzione.
Un evento, quello del Calvario -- spiega il Papa nell'omelia
presso la Basilica di San Giovanni in Laterano -- che Gesù
anticipa e perpetua nell'istituzione dell'Eucaristia, in cui
il pane spezzato e il vino versato si fanno corpo e sangue
di Cristo, via di unione a lui e di salvezza:

"Tutto parte, si potrebbe dire, dal cuore di Cristo, che nell'Ultima
Cena, alla vigilia della sua passione, ha ringraziato e lodato
Dio e, così facendo, con la potenza del suo amore, ha trasformato
il senso della morte alla quale andava incontro".

Per amore -- osserva Benedetto XVI -- Cristo "accetta tutta
la passione, con il suo travaglio e la sua violenza, fino
alla morte di croce" e "accettandola in questo modo
la trasforma in un atto di donazione":

"Questa è la trasformazione di cui il mondo ha più bisogno,
perché lo redime dall'interno, lo apre alle dimensioni
del Regno dei cieli. Ma questo rinnovamento del mondo
Dio vuole realizzarlo sempre attraverso la stessa via seguita
da Cristo, quella via, anzi, che è Lui stesso".

E' per questo che Dio consegna al mondo il dono dell'Eucaristia,
per offrire ad ogni uomo la possibilità della salvezza. Non ci sono
scorciatoie infatti nel cristianesimo -- evidenzia il Santo Padre --
"tutto passa attraverso la logica umile e paziente del chicco
di grano che si spezza per dare vita, la logica della fede che
sposta le montagne con la forza mite di Dio":

"Per questo Dio vuole continuare a rinnovare l'umanità, la storia
ed il cosmo attraverso questa catena di trasformazioni, di cui
l'Eucaristia è il sacramento. Mediante il pane e il vino consacrati,
in cui è realmente presente il suo Corpo e Sangue, Cristo trasforma
noi, assimilandoci a Lui: ci coinvolge nella sua opera di redenzione,
rendendoci capaci, per la grazia dello Spirito Santo, di vivere
secondo la sua stessa logica di donazione, come chicchi di grano
uniti a Lui ed in Lui. Così si seminano e vanno maturando nei
solchi della storia l'unità e la pace, che sono il fine a cui tendiamo,
secondo il disegno di Dio".

Per meglio comprendere la dinamica della comunione eucaristica,
il Papa fa quindi riferimento ad un passo di sant'Agostino:

"Sant'Agostino ci aiuta a comprendere la dinamica della comunione
eucaristica quando fa riferimento ad una sorta di visione che ebbe,
nella quale Gesù gli disse: 'Io sono il cibo dei forti. Cresci e mi avrai.
Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu
ad essere trasformato in me'. Mentre dunque il cibo corporale viene
assimilato dal nostro organismo e contribuisce al suo sostentamento,
nel caso dell'Eucaristia si tratta di un Pane differente: non siamo
noi ad assimilarlo, ma esso ci assimila a sé, così che diventiamo
conformi a Gesù Cristo, membra del suo corpo, una cosa sola con Lui".

Nella comunione eucaristica -- continua il Santo Padre --
Cristo "ci trasforma in Sé, la nostra individualità, in questo incontro,
viene aperta, liberata dal suo egocentrismo e inserita nella Persona
di Gesù (...). Così l'Eucaristia, mentre ci unisce a Cristo, ci apre anche
agli altri, ci rende membra gli uni degli altri" al punto che "non siamo
più divisi, ma una cosa sola in Lui".

"Chi riconosce Gesù nell'Ostia santa, lo riconosce nel fratello
che soffre, che ha fame e ha sete, che è forestiero, ignudo, malato,
carcerato; ed è attento ad ogni persona, si impegna, in modo
concreto, per tutti coloro che sono in necessità. Dal dono di amore
di Cristo proviene pertanto la nostra speciale responsabilità
di cristiani nella costruzione di una società solidale, giusta,
fraterna. Specialmente nel nostro tempo, in cui la globalizzazione
ci rende sempre più dipendenti gli uni dagli altri, il cristianesimo
può e deve far sì che questa unità non si costruisca senza Dio,
cioè senza il vero Amore".

Il Vangelo -- rimarca Benedetto XVI - mira da sempre all'unità
della famiglia umana (...) a partire dal senso di responsabilità
gli uni verso gli altri, perché ci riconosciamo membra di uno
stesso corpo, del corpo di Cristo, perché abbiamo imparato
e impariamo costantemente dal Sacramento dell'Altare che
la condivisione, l'amore è la via della vera giustizia".


Radio Vaticana 23 giugno 2011

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:09.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com