Il Papa: cristiani in Medio Oriente perseguitati nell'indifferenza di tanti

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lazzaro2004
00lunedì 20 ottobre 2014 21:24



 

“Pace e stabilità” per il Medio Oriente. E’ l’esortazione e al tempo stesso la preghiera di Papa Francesco che al Concistoro sulla regione auspica “la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo, la riconciliazione e l’impegno politico”. Nello stesso tempo, ha detto, “vorremmo dare il maggiore aiuto possibile alle comunità cristiane per sostenere la loro permanenza nella regione”:

“Come ho avuto occasione di ribadire a più riprese, non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria, sono molto preoccupanti. Assistiamo ad un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili”.

Tanti nostri fratelli, ha soggiunto, “sono perseguitati e hanno dovuto lasciare le loro case anche in maniera brutale”:

“Sembra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana, sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ciò, purtroppo, nell’indifferenza di tanti. Questa situazione ingiusta richiede, oltre alla nostra costante preghiera, un’adeguata risposta anche da parte della Comunità Internazionale”.

Sono sicuro, ha detto ancora, che, “con l’aiuto del Signore, dall’incontro odierno verranno fuori valide riflessioni e suggerimenti per potere aiutare i nostri fratelli che soffrono” E ha concluso il suo discorso con la speranza che si vada “incontro” al “dramma della riduzione della presenza cristiana nella terra dove è nato e dalla quale si è diffuso il cristianesimo”.

Dal canto suo il cardinale Pietro Parolin ha sottolineato che la comunità internazionale “non può rimanere inerte o indifferente di fronte alla drammatica situazione attuale” del Medo Oriente. Una situazione “inaccettabile” per le “atrocità inaudite perpetrate da più parti nella Regione”. E non ha mancato di ribadire la posizione della Santa Sede riguardo all'"ingiusta aggressione":

“Si è ribadito che è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sempre, però, nel rispetto del diritto internazionale, come ha affermato anche il Santo Padre. Tuttavia si è visto con chiarezza che non si può affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare. Esso va affrontato più approfonditamente a partire delle cause che ne sono all’origine e vengono sfruttate dall’ideologia fondamentalista”.

Per quanto riguarda il cosiddetto Stato Islamico, ha soggiunto, “va prestata attenzione anche alle fonti che sostengono le sue attività terroristiche attraverso un più o meno chiaro appoggio politico, nonché tramite il commercio illegale di petrolio e la fornitura di armi e di tecnologia”. Quindi, il cardinale Parolin si è rivolto direttamente alla comunità musulmana:

“Nel caso concreto del cosiddetto Stato Islamico una responsabilità particolare ricade sui leader musulmani non soltanto per sconfessarne la pretesa di denominarsi “Stato Islamico” e di formare un califfato, ma anche per condannare più in genere l’uccisione dell’altro per ragioni religiose e ogni tipo di discriminazione”.

http://it.radiovaticana.va/news/2014/10/20/il_papa_


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