Il Vescovo Antonio Staglianò, Vesscovo di Noto a “Domenica In”, intervistato da Paola Perego

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lazzaro2004
00domenica 10 maggio 2015 16:07



 

Ha parlato della sua ormai celebre abitudine di parlare di Dio ai fedeli, soprattutto ai giovani, usando le parole di canzoni attuali, dei più popolari artisti : da Nek, a Marco Mengoni e Noemi (che gli ha inviato un videomessaggio).Ma ha anche voluto fare da cicerone, alla scoperta della Cattedrale di Noto. Il vescovo di Noto, Antonio Staglianò è stato ospite, oggi pomeriggio, di Paola Perego durante la puntata di “Domenica In” trasmessa in diretta su Rai 1. Monsignor Staglianò ha parlato di bellezza: quella dell’arte, quella degli occhi, la bellezza intesa come la intendevano i greci. “Non c’è bellezza senza bontà- ha fatto presente il vescovo di Noto, dopo avere svelato che, per le sue omelie, per la scelta delle canzoni da cui prendere spunto, consulta i giovani, da cui si fa segnalare pezzi particolarmente emozionanti. “L’amore è l’unico grembo che genera bellezza”. Anche passaggi intimi quelli raccontati da Monsignor Staglianò, a partire dal racconto della redente perdita del padre. “Mi ha educato alla disciplina- ha detto- e al senso del lavoro. Quando mi sono “convertito” allo studio, non avevo di certo bisogno di essere legato alla sedia-confessa ancora- Avevo il pensiero dell’amore di mio padre, che ha fatto tanti sacrifici per la nostra famiglia. Nell’ultimo anno ho pregato perché morisse, perché soffriva. Oggi mi manca, ma a volte il dolore ci salva la vita-ha continuato il vescovo di Noto- se ci da il senso dell’umanità. Da quando è morto mio fratello – ha ammesso, parlando con il cuore in mano- percepisco la morte degli altri come fosse la sua, conosco bene quel tipo di dolore. Il dolore è un dono”. La redazione di “Domenica In” ha anche voluto sentire i fedeli, tutti concordi nel riconoscere che il vescovo di Noto parla al cuore, in maniera tanto diretta e semplice quanto efficace. A lui, Paola Perego, ha affidato lo sfogo di una giovane, tormentata da un rapporto particolarmente difficile e doloroso con il padre. Monsignor Staglianò ha usato ancora una volta , per darle conforto, le parole di uno spezzone di una canzone di “Nek” (“Se un pianto ci fa nascere, un senso a tutto il male forse c’è. Io sono pronto a vivere, ti guardo e forse so perché. Fatti avanti, amore”). Poi un momento per parlare di felicità, della sua ricerca. “Si compie anche il male per arrivare alla felicità- ha detto il vescovo di Noto- La questione è trovare la via e capire cosa sia.E’ l’amore, come esperienza vera, in cui mi dono e sono disposto anche a morire per l’altro. Il momento massimo e sommo della felicità di Gesù è stato, non è un caso, donare la sua vita”.

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