L'Angelus di Papa Francesco: "Perché dovremmo convertirci?"

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lazzaro2004
00domenica 6 dicembre 2015 19:58

L'Angelus di Papa Francesco: "Perché dovremmo convertirci?"



Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
In questa seconda domenica di Avvento, la liturgia ci pone alla scuola di Giovanni il Battista, che predicava «un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3). E noi forse ci domandiamo: “Perché dovremmo convertirci? La conversione riguarda chi da ateo diventa credente, da peccatore si fa giusto, ma noi non siamo già cristiani? Quindi siamo a posto”. E questo non è vero. Così pensando, non ci rendiamo conto che è proprio da questa presunzione - che siamo buoni, che siamo cristiani - che dobbiamo convertirci: dalla supposizione che, tutto sommato, va bene così e non abbiamo bisogno di alcuna conversione.
Ma proviamo a domandarci: è proprio vero che nelle varie situazioni e circostanze della vita abbiamo in noi gli stessi sentimenti di Gesù?(...) Per esempio, quando subiamo qualche torto o qualche affronto, riusciamo a reagire senza animosità e a perdonare di cuore chi ci chiede scusa? (...) Quando siamo chiamati a condividere gioie o dolori, sappiamo sinceramente piangere con chi piange e gioire con chi gioisce? Quando dobbiamo esprimere la nostra fede, sappiamo farlo con coraggio e semplicità, senza vergognarci del Vangelo? (...)
La voce del Battista grida ancora negli odierni deserti dell’umanità, che sono le menti chiuse e i cuori duri, e ci provoca a domandarci se effettivamente stiamo percorrendo la strada giusta, vivendo una vita secondo il Vangelo. Oggi come allora, egli ci ammonisce con le parole del profeta Isaia: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (v. 4). È un invito pressante ad aprire il cuore e accogliere la salvezza che Dio ci offre incessantemente, quasi con testardaggine, perché ci vuole tutti liberi dalla schiavitù del peccato. Ma il testo del profeta dilata quella voce, preannunciando che «ogni uomo vedrà la salvezza di Dio» (v. 6). La salvezza è offerta ad ogni uomo, ad ogni popolo, nessuno escluso, (...) perché Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati per mezzo di Gesù Cristo, unico mediatore (cfr 1 Tm 2,4-6).
Pertanto ognuno di noi è chiamato a far conoscere Gesù a quanti ancora non lo conoscono. (...) «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16), dichiarava san Paolo. Se a noi il Signore Gesù ha cambiato la vita, (...) come non sentire la passione di farlo conoscere a quanti incontriamo al lavoro, a scuola, nel condominio, in ospedale, nei luoghi di ritrovo? Se ci guardiamo intorno, troviamo persone che sarebbero disponibili a cominciare o a ricominciare un cammino di fede, se incontrassero dei cristiani innamorati di Gesù. Non dovremmo e non potremmo essere noi quei cristiani? (...)
Ma dobbiamo essere coraggiosi: abbassare le montagne dell’orgoglio e della rivalità, riempire i burroni scavati dall’indifferenza e dall’apatia, raddrizzare i sentieri delle nostre pigrizie e dei nostri compromessi.
Ci aiuti la Vergine Maria ad abbattere le barriere e gli ostacoli che impediscono la nostra conversione, cioè il nostro cammino incontro al Signore. Lui solo, solo Gesù, può dare compimento a tutte le speranze dell’uomo!


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