Legalizzare l'aborto a 11 anni . Accade in Inghilterra

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rondine0.
00giovedì 26 marzo 2009 21:27
Gb, presto spot pro-aborto in tv
Sì anche a pubblicità dei profilattici
Il governo britannico, per fronteggiare l'emergenza di migliaia di adolescenti rimaste incinte, si appresta a autorizzare le cliniche per l'interruzione di gravidanza a fare pubblicità in tv e in radio. A rivelarlo, in prima pagina, sono sia l'Independent sia il Daily Mail, secondo i quali oltre alle campagne pro-aborto saranno consentiti spot espliciti pro-profilattico nelle ore di maggiore ascolto.

A far cadere gli ultimi tabù è stato il caso di Alfie Pattern, il bambino di appena 13 anni diventato padre a febbraio con la "compagna", che di anni ne ha solo due in più.

Pillola del giorno dopo alle 11enni
Le bambine di undici anni possono ora richiedere la pillola del giorno dopo alla scuola che frequentano con un semplice Sms avendo la garanzia che i genitori non ne saranno informati. E' il progetto che ha aizzato le polemiche e in corso dallo scorso luglio in sei scuole nella contea dell'Oxfordshire. L'iniziativa è partita dal Consiglio regionale per limitare le gravidanze indesiderate tra le adolescenti. Le obiezioni vengono da sociologi ed educatori che parlano di invito alla irresponsabilità più totale.

Proprio per venire incontro alle ragazzine anche più sprovvedute, il meccanismo è di una elementare semplicità. Le allieve delle sei scuole, di una età compresa tra gli 11 e i 13 anni, in caso di rapporto non protetto inviano un messaggino all'infermeria del loro istituto per farsi consegnare gratis la pillola del giorno dopo. Non pagano niente e non vi sono limitazioni, in teoria possono richiederne quante ne vogliono. C'è anche un numero verde di emergenza da contattare durante il week-end quando la scuola è chiusa.

Il tutto con la garanzia assoluta che i genitori non ne sapranno mai niente. "Non voglio fare il moralista ma così stiamo dando un messaggio sbagliato a queste ragazze, anzi quelle di undici anni sono ancora delle bambine", ha obbiettato Norman Wells, esponente della Fet, una associazione che si occupa di rapporti tra la scuola e la famiglia. Per la sociologa Patricia Morgan, una esperta di problemi dell'adolescenza, è "estremamente pericoloso" tagliare fuori i genitori da temi importanti come questo.

"E' come dare la luce verde al sesso libero a tutte le età", ha commentato. I fautori dell'iniziativa sostengono invece che le critiche sono comprensibili ma infondate e frutto di una cultura un po' bacchettona che non ha più ragione di essere. Il progetto non è campato in aria e sono previste eccezioni e garanzie. Prima di consegnare una pillola, ad esempio, l'operatore si accerterà che la ragazzina non abbia subito uno stupro. "Bisogna stare al passo con i tempi, qui la promiscuità non c'entra, si tratta solo di evitare il trauma dell'aborto a queste giovanissime", ha detto Hillary Pannack, di Straight Talking, una Ong che assiste le minorenni in caso di gravidanze indesiderate.
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