Nel tempo dello svago, il riposo dell'anima che fa bene al corpo: padre Enzo Bianchi

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lazzaro2004
00domenica 17 luglio 2011 21:24
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Come ad ogni estate, le strade delle vacanze portano molte
persone sui sentieri dello spirito. Seguendo un consiglio
spesso ribadito anche da Benedetto XVI, uomini, donne
e giovani preferiscono raggiungere, in queste settimane,
luoghi nei quali è possibile abbinare il riposo del corpo
a quello dell'anima. Uno tra i più rinomati è certamente
il Monastero di Bose, meta di arrivi da tutto il mondo.
Giorgia Innocenti ne ha parlato con il priore, padre Enzo Bianchi:

R. --
Le vacanze sono un'occasione -- come dice il verbo latino
"vacare" da cui deriva il termine "vacanze" -- per contemplare,
per pensare, per prendere le distanze da quello che ogni giorno
ci coinvolge come lavoro, impegno, routine, e dedicarci ad altro,
in questa distanza. Io amo molto pensare ad una parola di un
anziano monaco, un Padre del Deserto, che diceva:
"Oggi è il primo giorno dei giorni che mi restano da vivere,
quindi ricomincio". La vacanza può essere l'occasione per ricominciare
nella vita spirituale, per un ritorno al Signore, per guardare in modo
nuovo la vita che ci sta davanti. Perché l'interruzione che si fa nel
tempo è un'interruzione che ci aiuta a percepire meglio il cammino
che noi facciamo.

D. -- Nel brano evangelico, Gesù ci invita a staccarci dalla folla,
dal lavoro e a ritirarci in un luogo solitario...

R. --
E' molto importante, questo invito di Gesù nel Vangelo, ad andare
in un luogo solitario. Abbiamo bisogno -- proprio per giudicare
noi stessi e le nostre reazioni -- di prendere distanza dalla folla,
dal quotidiano, trovare silenzio e solitudine e quindi interrogarci,
fare un'opera di discernimento, esercitarci a giudicare le realtà i
n cui viviamo che a volte rischiano di alienarci, di diventare degli
idoli, per noi. E' molto importante, questa lontananza. Anche un pittore
si allontana dal quadro per giudicare sua opera, man mano che
la completa. E noi, per fare davvero un capolavoro della nostra vita
spirituale, abbiamo bisogno di prendere le distanze dal quotidiano,
in modo da giudicarla, da leggerla in verità.

D. -- La Comunità di Bose offre la possibilità di stare a contatto
con la natura. Sembra quasi ricordare l'invito di San Francesco:
"Nella natura e nel silenzio si riesce a parlare con Dio". Ha un augurio
da fare a tutti gli italiani che partono?

R. --
Sì: che trovino il tempo di silenzio e di solitudine all'interno
dello spazio delle vacanze, e ascoltino le loro profondità, il loro cuore.
Questo è molto importante, perché bisogna imparare che nelle
nostre profondità c'è la presenza di Dio e Dio ci può parlare.
Se noi apriamo il cuore, se noi sappiamo far cessare i rumori
di voci inutili attraverso il silenzio, se noi ci togliamo dalla folla,
dalla massa e ci mettiamo in una condizione di solitudine, è possibile
ascoltare il silenzio, ascoltare il nostro cuore e, in profondità, ascoltare
Dio che ci parla.


Radio Vaticana 17 luglio 2011

 
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