Nobel per la pace 2011 a tre donne. La gioia del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace

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lazzaro2004
00sabato 8 ottobre 2011 14:27
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http://www.youtube.com/watch?v=HDhDGfU-Mvs
 


Assegnato stamani a Oslo il premio Nobel per la Pace 2011. Il prestigioso riconoscimento
è andato a tre donne: la presidente della Liberia, Ellen Johnson-Sirleaf, le attiviste
per la democrazia Leymah Gbowee, anche lei liberiana, e la yemenita Tawakkul Karman,
che ha dedicato il riconoscimento alla "primavera araba". wee, anche lei liberiana,
e la yemenita Tawakkul Karman, che ha dedicato il riconoscimento alla "primavera araba".

Gioia per l'assegnazione del premio Nobel per la pace a tre donne è stata espressa
dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio
della Giustizia e della Pace.

R. -- E' certamente una cosa molto nobile e incoraggiante per le donne, se le loro iniziative
vengono riconosciute a livello mondiale; è una cosa molto positiva e un buon segno anche
per le altre donne e un buon incoraggiamento per tutte le altre loro iniziative.
Conosco la presidente liberiana e posso testimoniare che la sua leadership, la sua iniziativa
a livello politico, è molto apprezzata da noi, in tutta la zona dell'Africa Occidentale.
Dirigere il Paese dopo la guerra civile è stata una cosa molto, molto difficile, e lei ha dovuto
guidare un Paese con fazioni e membri del governo opposti. E' una cosa da apprezzare.
Per quanto riguarda l'altra attivista liberiana, bisogna dire che ha condotto una grande
campagna a favore delle donne in una situazione di guerra civile, come in Liberia,
dove tantissime donne hanno sofferto - c'è chi è stata rapita, chi è stata violentata -
e nel periodo dopo la guerra la riabilitazione di queste donne, con tutte le loro storie
di abusi, è stata una cosa molto triste. E' stata una persona che ha incoraggiato le donne
a tenere sempre alta la testa ed è una cosa da apprezzare. Sono contento che il mondo
apprezzi tali iniziative e abbia voluto premiarle in maniera così clamorosa. Do anche
il mio appoggio all'attivista yemenita per quello che ha fatto. Apprezzo, dunque,
che la comunità internazionale riconosca le iniziative di queste donne.

Ma cosa rappresenta questo premio per le tante donne che partecipano alla vita
civile dei Paesi in via di sviluppo? Marco Guerra lo ha chiesto a suor Eugenia Bonetti,
missionaria della Consolata, molto attiva contro la tratta delle donne, in particolare in Africa:

R. -- Siamo felicissime di questo Premio, perché ultimamente noi avevamo lavorato molto,
anche attraverso una campagna, perché fosse riconosciuto il ruolo svolto da tutte le donne
africane, perché in modi diversi sono veramente loro che portano avanti il peso maggiore
di questo grande continente. Questo riconoscimento non è stato possibile. Però, siamo felici
che almeno tre donne abbiano avuto la possibilità di essere riconosciute a livello internazionale.

D. -- Le donne premiate oggi rappresentano un'eccezione o c'è una presa di coscienza
diffusa in questi Paesi?

R. -- Non direi che queste donne rappresentano soltanto l'élite. Loro rappresentano questo
mondo di donne che giorno per giorno, come le formichine, stanno costruendo la vita
di questo grande continente e stanno dando veramente visibilità, credibilità, tenacia,
una visione nuova che un mondo diverso è possibile nonostante le molte difficoltà che
esse incontrano. Quindi, questo premio dato a queste donne sarà certamente un grande
incentivo, un premio che sarà dedicato anche a tutte le donne per il forte impegno che
stanno dando in questo periodo per l'edificazione e per l'emancipazione di un'Africa
con un volto nuovo.

D. -- Da questi Paesi può nascere anche un modello diverso di impegno femminile
che riesce a coniugare anche il diritto naturale alla maternità e alla famiglia,
che invece è venuto meno in Occidente ...

R. -- Ma certamente! Le donne africane hanno un grande esempio da dare a noi.
Per loro, infatti, il dono della maternità è il dono più grande che una donna possa
vivere. Per loro, è impossibile pensare il ruolo di una donna senza il ruolo
della maternità: loro coniugano molto bene, la famiglia con il dono della maternità,
con il ruolo sociale, con il ruolo nel villaggio, il ruolo nella scuola ... Se il nostro
mondo occidentale può offrire loro un certo qual benessere, loro offrono a noi dei
valori che noi abbiamo perso ma che abbiamo bisogno di riacquistare: come donne
che vivono nella famiglia, nella società, nella politica, nella Chiesa. Perché davvero,
solo la donna ha questa capacità di vita e quando la dona, la dona pienamente.

Radio Vaticana 7 ottobre 2011

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