Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo - 22 novembre 2009

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Anam_cara
00domenica 22 novembre 2009 20:18
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Nostro Signore Gesù Cristo

Re dell'Universo


 

Antifona d'ingresso

L’Agnello immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza
e sapienza e forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno
.
(Ap 5,12; 1,6)



Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto rinnovare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,...

Prima Lettura

Dal libro del profeta Daniele 7,13-14

Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo,
uno, simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
il suo potere è un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno è tale
che non sarà mai distrutto.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Salmo 92 (93)


Antifona

Venga presto, Signore, il tuo regno.


Il Signore regna, si ammanta di splendore;
il Signore si riveste, si cinge di forza;
rende saldo il mondo, non sarà mai scosso.

Saldo è il tuo trono fin dal principio,
da sempre tu sei.

Alzano i fiumi, Signore,
alzano i fiumi la loro voce,
alzano i fiumi il loro fragore.

Ma più potente delle voci di grandi acque,
più potente dei flutti del mare,
potente nell'alto è il Signore.

Degni di fede sono i tuoi insegnamenti,
la santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Seconda Lettura

Dal libro dell'Apocalisse 1,5-8

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Parola di Dio


Anam_cara
00domenica 22 novembre 2009 21:42
Lettura del Vangelo

 


Canto al Vangelo (Mc 11,9.10)

Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
(Mc 11,9.10)
Alleluia, alleluia, alleluia.



Dal vangelo di Giovanni 18,33-37


Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?". Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?". Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?". Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".

 Parola del Signore

Omelia domenicale
(Mons.Vincenzo Paglia)

Con questa domenica si chiude l’anno liturgico.

Tra sette giorni la Liturgia della Chiesa ci inviterà ad iniziare un nuovo tempo di preghiera e di memorie sante. Non si tratta semplicemente di un ciclo temporale che si aggiunge ad altri calendari (scolastico, solare, giudiziario, amministrativo o altro).

Il tempo liturgico è diverso da quello ordinario.

È un tempo nel quale non siamo noi o le vicende di questo mondo a decidere le scadenze, i ritmi e gli obiettivi.

Nello scorrere dell’anno liturgico siamo guidati.

Ognuno di noi viene come sottratto alla normalità delle sue abitudini e delle sue preoccupazioni per essere inserito in un altro ritmo temporale: quello di Gesù.

Sono le pagine del Vangelo che scandiscono il "nostro" tempo.

Ognuno è quindi come trasportato dentro la storia stessa di Gesù, divenendo in certo modo suo contemporaneo.

Da Natale a Pasqua e poi sino a Pentecoste siamo chiamati a stargli accanto quando nasce, quando predica e guarisce, quando soffre e muore, e quando risorge e ascende al cielo e di lì manda lo Spirito Santo sulla Chiesa che viene inviata a predicare sino ai confini del mondo.

L’anno liturgico, insomma, è Cristo stesso (annus est Christus diceva l’antica saggezza cristiana) che ci viene donato.

In questo singolare "anno" non si tratta di commemorare un assente, ricordando magari con affetto i momenti salienti della sua vita.

È una realtà ben più profonda: la memoria liturgica rende presente in mezzo a noi il mistero che celebriamo.

In tal modo, ogni domenica siamo condotti per mano dalla santa Liturgia accanto a Gesù, a seguirlo passo dopo passo in tutto il suo itinerario verso il Padre che sta nei cieli.

Gli "anni liturgici" continuano a ripetersi perché non termina mai la nostra condizione di discepoli, ossia di seguaci di Gesù.

Abbiamo bisogno di riascoltare e di riprendere a seguire il Signore.

La Parola di Dio che ci viene annunciata parla al nostro cuore e ci conduce vicino al Signore, unico pastore buono della nostra vita.

Oggi contempliamo Cristo, re dell’universo.

Davvero il suo regno non è di questo mondo!

Il Vangelo, infatti, ci parla di un uomo debolissimo, spogliato di tutto, povero, la cui vita dipende interamente da altri.

Come si può pensare che un uomo in quelle condizioni potesse essere re di qualcosa?

Non ha alcun aspetto di potenza.

Nel nostro mondo dove quello che conta è ciò che appare, come possiamo affidarci ad un uomo così, che mostra esattamente il contrario della forza?

Perfino i passanti possono deriderlo, tanto che - condannato a morte - gli buttano in faccia il suo fallimento gridandogli: "Salva te stesso!".

Noi i forti li cerchiamo, spesso li corteggiamo, facilmente sappiamo tutto di loro (e magari non sappiamo nulla del nostro vicino!) perché pensiamo ci diano protezione, successo, sicurezza, riconoscimento, benessere.

Ecco perché uno come Gesù non può certo soddisfarci!

Anzi, lo sfuggiamo, perché ci ricorda come siamo per davvero.

Come può lui essere re?
Di cosa?

Al massimo può suscitarci pietà.

Eppure quel prigioniero dice a Pilato: "Tu lo dici; io sono re!. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo!".

Quell’uomo, sconfitto da piccoli re pieni di arroganza e violenza e da una folla che gli urla in faccia la propria sentenza di sentenza, proprio lui reclama di essere re.

I re di questo mondo vogliono essere serviti, non servire.

Vogliono avere e non donare.

Vogliono imporre, parlare sopra gli altri, non stare a sentire nessuno.

Vogliono stare bene loro, ma non sanno fare stare bene gli altri.

Vogliono avere ragione e non cambiare mai; comandare e non obbedire a nessuno.

Pongono condizioni e si irritano se non sono osservate.

Eliminano chi sentono come un nemico, evitano chi non piace.

I re di questo mondo vogliono essere amati, ma non si sforzano di umiliarsi a farlo per davvero.
 
Sono soli perché finiscono per avere paura dell’altro.

Si circondano di complici e di sudditi, ma non hanno amici.

Anche Gesù venne tentato di diventare un re così.

Il male lo voleva legare al potere del consumo, delle cose, degli interessi da anteporre a tutto, anche alla Parola di Dio.

"Tutte queste cose ti darò se, prostrandoti, mi adorerai", gli aveva detto il diavolo nel deserto.
 
Gesù non è comprato dal denaro, non scende a compromessi.

Si rifiuta di servire i regni di questo mondo.

"Il mio regno non è di questo mondo", dice a Pilato.

Gesù è re perché serve ed ama.

Re, perché solo l’amore comanda per davvero ed è il vero potere sul creato, l’unico che può capirlo e non sciuparlo.

È re perché figlio.

È re non sugli altri o contro gli altri, ma insieme e per gli altri.

È re perché niente può resistere all’amore.

Per questo lui è per davvero l’alfa e l’oméga, la prima e l’ultima lettera, come è scritto nel libro dell’Apocalisse.

La sua forza, l’unica che conta e che resta, è quella dell’amore.

Per questo è il più forte di tutti i forti della terra, per questo è re dell’universo.

Chiede anche a noi di confidare nella forza del volere bene.

Ci chiede di non svuotarla di sentimenti, di intelligenza, di cuore.

Chiede di non rinunciare per paura, di non pensare che è troppo poco.

Gesù, debole, mite ed umile di cuore, è re perché tutti noi, che siamo deboli e bisognosi, che siamo poca cosa, possiamo vincere con lui il male, nemico della vita e dell’amore.

Anche noi possiamo essere suoi.

Il suo regno passa per questo mondo, per i nostri cuori.

Chi non appartiene a lui finisce per essere schiavo della logica dei re o della seduzione del potere e della spada.

È bello e dolce appartenere a lui, perché nel suo regno di amore tutto è nostro, senza limiti. "Ama e fa ciò che vuoi".

Il potere dell’amore, come dice il profeta Daniele, dura in eterno, non tramonta mai.

I tanti re di questo mondo finiscono, passano, come passa la loro forza.

Si rivelano ignobili, caduchi, volgari, pieni di ossessioni.

Il regno di Dio non finisce.

Signore, re dell’universo, vieni presto ad asciugare le lacrime degli uomini, a liberare dal male, dall’odio, dalla violenza, dalla guerra.

Venga presto il tuo regno di pace e di giustizia.

Insegnaci ad appartenere a te, a non avere paura, ad essere forti e liberi nell’amore, deboli come siamo, deboli come te, Signore, che debole sei re ed hai vinto il male.

A te gloria e potenza, nei secoli dei secoli.

Amen.




Signore solo Tu sei il nostro Re in eterno!

Amen!



BUONA DOMENICA

e

BUONA SETTIMANA a TUTTI!

nel SIGNORE!


VVB! Anam

 

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