Nulla osta all’apertura della fase diocesana della Causa di Beatificazione di don Primo Mazzolari

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lazzaro2004
00venerdì 24 aprile 2015 22:55



 

Don Primo Mazzolari: guerra, punto oscuro dell'umanità
“Lasciate che io vi dica una parola intorno alla guerra: è un punto oscuro dell’umanità e la ricapitolazione di tutte le ingiustizie e di tutti i dolori umani”.

E’ con una voce ferma e decisa che don Primo condannava ogni guerra rifiutando categoricamente anche solo l’espressione “guerra giusta”. Nato a Boschetto, frazione di Cremona, nel 1890, divenne sacerdote 22 anni dopo. Don Mazzolari morì a Bozzolo il 12 aprile 1959. Visse le due guerre mondiali, anche come cappellano. Tanti gli incarichi da vicario a parroco. Instancabile la sua testimonianza al fianco degli ultimi, dei lontani. Un cristianesimo incarnato dentro la storia, senza paura anche durante il periodo fascista. Oltre 50 le sue pubblicazioni. Definito “profeta” da Paolo VI e “Tromba dello Spirito Santo in terra mantovana”, da Giovanni XXIII, don Primo non si stancò mai di schierarsi al fianco dell’uomo. Note le sue omelie nella Messa per il primo maggio, San Giuseppe lavoratore:

“...che il lavoro diventasse possibile per qualsiasi, perché dietro le braccia senza lavoro ci sono delle famiglie che non mangiano. E poi c’è un’altra rivendicazione dal mondo del lavoro: la fatica deve essere giustamente retribuita, non per vivere appena, ma per vivere da uomini e da cristiani”.

Il postulatore: don Mazzolari, un prete che ha vissuto in mezzo alla gente
Una Chiesa che dialoga, povera tra poveri era l’asse che guidava il suo agire, convinto che la testimonianza cristiana avrebbe sanato i mali del mondo.

La figura e la spiritualità di don Mazzolari sono un punto di riferimento per la vita cristiana di questo tempo”. Così il postulatore don Bruno Bignami, presidente della Fondazione "Don Primo Mazzolari":

R. – Don Primo è stato un prete semplice perché ha vissuto il suo ministero in mezzo alla gente. E anche quando il vescovo gli aveva chiesto, dopo la Prima Guerra mondiale, di tornare a insegnare in seminario, la sua richiesta esplicita invece è stata quella di condividere la vita della gente. Ma a partire da questa esperienza molto umile, molto semplice c’è anche un modo di essere credenti dentro la storia, che Mazzolari ha portato avanti, e cioè di essere preti che sanno ascoltare, accogliere le provocazioni che la storia presenta e anche offrire risposte alla luce del Vangelo. Da questo punto di vista, possiamo parlare di un Mazzolari come innamorato del Vangelo: questa mi sembra la prerogativa principale. Non a caso i suoi testi sono stati scritti molto spesso come commento a testi evangelici e anche la sua predicazione è stata apprezzata in ogni parte d’Italia.


it.radiovaticana.va/…/1139314


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