La famiglia è un gruppo di persone che abitano in uno stesso
luogo. Un gruppo non casuale, perché legato a dei progetti,
con dei contratti che sono di tipo amministrativo o di tipo
religioso o di altro tipo. È un gruppo e far funzionare un gruppo
è come far suonare una piccola orchestra, un trio d'archi, un quartetto...
Si deve guardare non al risultato del singolo, del padre, del figlio
o della madre, ma dell'insieme che deve essere ben affiatato
e per capire se funziona lo si sente: dall'orchestra esce buona musica
e per buona musica in questo caso si intende la serenità.
Questo risultato dovrebbe essere una cosa che il gruppo difende.
Però, come ogni gruppo, potrebbe non funzionare affatto e basta
che si perda la visione dell'insieme e invece ci sia un padre che
abbia bisogno di affermare la sua supremazia, una madre la propria
autorità e un figlio magari la voglia di essere contro entrambi che
allora la famiglia diventa un gruppo stonato. E questo anche se,
presi singolarmente, i vari membri sembrano a posto, sono dei
solisti buoni, ma la musica d'insieme è terribile.
La famiglia non va definita in termini assoluti: la famiglia è la salvezza,
la famiglia è la dannazione. La famiglia semplicemente può funzionare
o no. Bisogna valutare bene quali sono i criteri perché quel gruppo
possa dare il meglio. Ci sono delle situazioni in cui dà sicurezza
e serenità, soprattutto in una società che è complessa e che crea
molti problemi. Insomma può diventare un nido, secondo l'allegoria
romantica, ma anche un ring dove la gente si fa del male.
http://www.wuz.it/intervista-libro/1119/famiglia-vittorino-andreoli.html