L'eroe è tornato a vivere e a dormire nella Cloaca Massima lungo il Tevere, di fronte all'Isola Tiberina, accanto al Ponte Palatino. Una caverna putrida, invasa dai topi e dai rifiuti, il suo unico riparo da circa due anni, da quando ha smesso di lavorare con il fratello Galala, più grande di vent'anni, al banco di fiori di piazza San Cosimato.
Lui, Sobuj Khalifa, 32 anni, bengalese originario di un paesino vicino Dacca, è l'eroe che martedì pomeriggio non ha esitato neanche per un attimo a gettarsi nel fiume per salvare la vita a una israeliana (ma residente a Roma) di 55 anni che aveva tentato il suicidio. A lui, irregolare, dopo averlo fotosegnalato, i poliziotti del commissariato Celio e della Questura hanno ottenuto che gli fosse concesso un permesso premio di soggiorno di un anno per motivi umanitari.
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