Sicilia, il "lager" degli ungheresi: esempio al rifiuto di ogni guerra e alla cultura della pace.

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lazzaro2004
00venerdì 12 settembre 2014 20:47



 

Basta leggere i documenti e le lettere conservate nel Museo storico italo-ungherese, inaugurato il 14 dicembre 1995, per capire che italiani e ungheresi non volevano quella guerra. I governi però decisero sopra le loro teste e con la dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia del 28 luglio 1914 nel vecchio continente scoppiò la scintilla. L’Italia parteciperà al conflitto l’anno seguente prima dichiarando "nulla" la Triplice Alleanza con Austria e Germania, poi dichiarando guerra all’Austria il 23 maggio 1915 a fianco dell’Intesa. Sette mesi dopo l’inizio delle ostilità, il 18 dicembre, il Ministero della Guerra si trovò davanti al problema dell’alloggiamento dei soldati nemici catturati al fronte. Così il genio militare di Messina avviò i primi contatti telegrafici con il Comune di Vittoria. Il sindaco del tempo dichiarò la sua disponibilità a collaborare con l’autorità militare e tutto ebbe inizio. Alle periferie delle linee di combattimento gli ungheresi condivisero con il popolo siciliano sofferenze, malattie, speranze e l’idea scellerata di ricorrere alle armi gli uni contro gli altri.

I prigionieri potevano uscire un paio di volte a settimana; venivano accompagnati fuori dal campo di prigionia da un ufficiale e da un soldato. In tali occasioni si instaurarono rapporti di amicizia, così come con commercianti, farmacisti e medici che prestavano servizio all’interno del campo di concentramento. Ciò favoriva la possibilità per i prigionieri ungheresi di poter ordinare e acquistare frutta, libri, biancheria e altro pagando con il cosiddetto "Buono" dei prigionieri di guerra. «Gli ungheresi cercavano di sopravvivere allo stesso modo di noiantri al fronte in brigata», raccontava ai familiari il soldato siciliano, ormai scomparso, Michelangelo Modica, reduce insignito dalla Croce di cavaliere di Vittorio Veneto, che dopo la guerra andò a visitare quei baraccamenti.

http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/sicilia-il-lager-degli-ungheresi.aspx


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