Terremoto in Nepal, due mesi dopo. Di che cosa ha più bisogno la popolazione?

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lazzaro2004
00venerdì 26 giugno 2015 13:52



 

Di che cosa ha più bisogno la popolazione?
Riparo, prima di tutto, visto l’arrivo dei monsoni. Non si può neanche pensare di ricostruire qualcosa prima di ottobre o novembre. Quindi servono tetti temporanei per le famiglie. Caritas Nepal sta cercando di fornire materiali per il riparo insieme ad altre organizzazioni. Nei distretti dove è disponibile la lamiera ondulata, ne finanziamo l’acquisto per aiutare le famiglie e allo stesso tempo l’economia locale. Per ogni famiglia servono 15.000 rupie nepalesi (134 euro) o 18 pezzi di lamiera ondulata. Il governo si è impegnato a provvedere e noi stiamo lavorando a stretto contatto con loro.

Siete quindi ancora in una fase di transizione?
Sì. Quando piove troppo è impossibile ricostruire, così come non si possono trasportare materiali in villaggi di montagna dove le strade saranno allagate per mesi. Ad oggi, con aiuti di emergenza, Caritas Nepal ha già raggiunto oltre 250 mila persone in 15 diversi distretti, anche grazie al determinante aiuto della Caritas italiana.

La popolazione ha ancora paura di nuovi terremoti?
Per fortuna le scosse di assestamento sono molto diminuite. Prima ce n’erano tante, tremori ogni giorno e ogni notte. Ora sono poche, lievi e a grande distanza l’una dall’altra. Ma la gente è spaventata, molti non vogliono tornare dentro le case, anche se possono, e continuano a vivere all’esterno. La gente ora teme che i monsoni peggiorino molto le condizioni di vita. Noi come Caritas Nepal offriamo anche sostegno psicologico attraverso un gruppo teatrale che realizza scene su come riprendersi e recuperare dallo shock. Andiamo soprattutto nei centri di distribuzione, dove la gente si trova naturalmente insieme.

Quanto ci vorrà per la ricostruzione?
La strada è lunga, serviranno come minimo tre anni. Anche prima del terremoto, il Nepal era il quarto paese più povero del mondo. Noi speriamo che la comunità internazionale continui a pensare e pregare per noi, aiutando il popolo del Nepal. Noi siamo grati a tutto il circuito della Caritas che ci ha aiutato fino ad oggi e ci ha permesso di intervenire con prontezza in uno dei momenti più bui della nostra storia. Continuate a sostenerci, perché possiamo ricostruire tutto rendendolo anche meglio di prima.

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