UN SEME

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gipobe
00giovedì 8 gennaio 2009 01:18
UN SEME


Lente le nuvole in cielo

Accavallandosi fra loro

Mostravan disegni strani

Eppur affascinanti

A me ch’ero sdraiato

Sull’erba di quel prato.

Gli occhi fissi in alto

A contemplar la vastità infinita

Dei grigi delle nubi

L’una impegnata a correr dietro l’altra.

Leggero il vento a dar loro forza

Per coprir quel ch’era stato

Un cielo azzurro nei suoi vari toni.

Mentre l’erba intorno a me

Dolcemente carezzava la mia pelle

E portava alla mia mente, arida e monotona,

Intense sensazioni

A lenire i miei tormenti.

Leggere gocce

Imperlarono il mio viso.

Lenta la pioggia

E poi furiosa

Ruppe l’incanto.

E il veder le cime scosse

Degli alberi ormai in pianto

Costrinsero il mio essere

A correre dietro i vetri.

L’infuriar della tempesta

Avea fra i miei capelli

Posato un seme.

L’ho messo in un bicchiere.

Un batuffolo bagnato

Gli fece da coperta.

Solo sette giorni

E fu già germoglio.

Come un bambino

In braccio alla sua mamma

Quel germoglio fra le mie dita.

E come dalle braccia

Adagiandolo alla culla,

Si copre il bimbo col lenzuolo,

Così dalle mie dita

Posandolo in un vaso

Ho ricoperto con leggera terra

Quel ch’era solo idea di vita.

Ora è piena estate

E quel vaso è come un bosco.

Non so che fiori sono

So solo che son miei.

Io il padre…Io la madre.

E mio è quel profumo

Misteriosamente nato

In un lontano pomeriggio

Dall’impetuosa furia

E dal fragor d’una tempesta.
                           

              Gianni
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