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lazzaro2004
00mercoledì 5 febbraio 2014 21:26
L'ONU critica il Vaticano perchè è contro: aborto, gay e contraccezione.

 





 

Prima di esaminare il documento – la cui superficialità e faziosità ideologica lasciano davvero perplessi, e giustificano ampiamente le riserve quanto ai rischi d’ingerenza e violazione dei diritti sovrani degli Stati – occorre precisare che cos’è il Comitato per i Diritti del Fanciullo. Si tratta di un corpo di diciotto esperti eletti dagli Stati che hanno aderito alla Convenzione, le cui raccomandazioni non sono giuridicamente vincolanti. Si tratta dunque di una delle innumerevoli commissioni di esperti delle Nazioni Unite, per di più nominata con il «manuale Cencelli» dell’ONU, che tende a dare qualche posticino in qualche commissione a tutti gli Stati.

Tanto per dare un’idea, uno dei diciotto membri è stato designato dal governo della Siria e un altro da quello dell’Arabia Saudita, noti esempi di tutela dei diritti umani in genere e di quelli dei bambini – e delle bambine – in specie. La personalità più in vista, influente e nota del Comitato è la peruviana Susana Villarán, sindaco di Lima e cattolica «adulta» in perenne polemica con i vescovi del suo Paese, in particolare con il cardinale arcivescovo di Lima mons. Juan Luis Cipriani, per il suo sfrenato attivismo a favore del «matrimonio» omosessuale, dell’ideologia di genere e dell’aborto. Nota marciatrice dei gay pride, la Villarán si è distinta per i suoi attacchi alla Chiesa in materia di aborto e di omosessualità e ha simbolicamente «sposato» – il «matrimonio» omosessuale in Perù per ora non c’è – coppie di persone dello stesso sesso, fra cui la sua compagna di partito e stretta collaboratrice Susel Paredes e la sua «fidanzata» Carolina. Provocatoriamente, le cerimonie si sono svolte nel Parco dell’Amore di Lima, dove tradizionalmente gli sposi peruviani si fanno fotografare sotto la celebre statua «Il bacio» dello scultore Victor Delfín.


Chiarito dunque con chi la Santa Sede si è trovata ad avere a che fare,leggiamo insieme il bizzarro documento. Il Comitato nota una serie di settori dove la Santa Sede non rispetterebbe la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, e raccomanda al Vaticano le opportune riforme. Esaminiamo i settori principali. Primo: omosessualità – che non c’entra molto con i diritti dell’infanzia, ma viene fatta rientrare affermando che il Comitato si preoccupa di tutelare «gli adolescenti e i bambini gay, lesbiche, bisessuali e transgender». Per difendere questi bambini precoci il Comitato invita la Chiesa a seguire «la dichiarazione progressista rilasciata da Papa Francesco nel luglio 2013» – il famoso «chi sono io per giudicare?», che però si riferiva alle persone, che certo non vanno mai giudicate in quanto tali, e non ai comportamenti o alle leggi – e a ripudiare «i precedenti documenti e dichiarazioni sull’omosessualità». Come questa entrata a gamba tesa nel campo della dottrina morale cattolica rientri nelle competenze di un Comitato per i Diritti del Fanciullo non è veramente spiegato.

Secondo: uguaglianza fra uomini e donne. La Santa Sede è criticata perché non usa sempre un linguaggio «gender inclusive» e perché parla di «complementarietà» del ruolo maschile e femminile, il che implica che i due ruoli siano diversi, il che è contrario all’ideologia che il Comitato vuole imporre.

Terzo: punizioni corporali. Dopo un excursus sulle Case Magdalene irlandesi, che mostra come i membri del Comitato passino troppo tempo al cinema e abbiano visto il pessimo film di Peter Mullan – a parte le imprecisioni, il tema non sembra di bruciante attualità posto che l’ultima di queste case è stata chiusa nel 1996 –, il rapporto si schiera contro qualunque forma di punizione corporale, con considerazioni non solo pedagogiche, che potrebbero essere in parte condivisibili, ma anche teologiche. Si chiede che la Santa Sede «si assicuri che un’interpretazione della Scrittura tale da non giustificare le punizioni corporali si rifletta nell’insegnamento della Chiesa e […] sia incorporata nell’insegnamento e nell’educazione teologica». A prescindere dal merito, è interessante notare come il Comitato pretenda addirittura di dettare alla Chiesa come vada interpretata la Sacra Scrittura.

Quarto: pedofilia. Con una completa assenza di note e riferimenti precisi, si parla di «decine di migliaia» di bambini vittime dei preti pedofili. Sarebbe interessante sapere da dove vengono queste statistiche, mentre si sa da dove vengono certe informazioni contenute nel rapporto su un presunto intervento del 1997 del nunzio in Irlanda monsignor Luciano Storero (1926-2000) perché i vescovi irlandesi nascondessero i preti pedofili alle autorità civili. Vengono da un attacco del 2011 del governo irlandese alla Santa Sede, pieno di inesattezze, cui la Santa Sede – come abbiamo a suo tempo documentato su queste colonne – ha risposto in modo dettagliato.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lonu-dichiara-guerra-alla-chiesa-8372.htm

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